"Il dualismo nelle sue varie forme, è caratteristico di tutti coloro il cui orizzonte si arresta a certi limiti, fossero pure quelli dell'intero mondo manifestato, e che di conseguenza, non potendo risolvere quella dualità, che constatano in tutte le cose all'interno di questi limiti, col riportarla ad un principio superiore, la ritengono veramente irriducibile e sono perciò condotti alla negazione dell'Unità suprema che per essi è come se non esistesse" R.Guenon
Questo argomento è stato trattato da Guenon in un libro precedente a "Simboli della Scienza Sacra" da cui ho estrapolato gran parte dei vari post sui simboli sacri interpreti a un livello "superiore" non duale.
Già da tempo ho iniziato a studiare i simboli dal punto di vista della tradizione antica perché ho sempre pensato che sia importante neutralizzare gli aspetti negativi e condizionanti dei vari simboli che incontriamo praticamente ovunque e che vengono spesso utilizzati per scopi spesso poco chiari.
Dovremmo riscoprire un metodo di valutazione più spirituale e antico anziché basarci solo sull'esperienza logica ormai condizionata e costruita dalla società.
Nell'AniMo Antico
Già da tempo ho iniziato a studiare i simboli dal punto di vista della tradizione antica perché ho sempre pensato che sia importante neutralizzare gli aspetti negativi e condizionanti dei vari simboli che incontriamo praticamente ovunque e che vengono spesso utilizzati per scopi spesso poco chiari.
Dovremmo riscoprire un metodo di valutazione più spirituale e antico anziché basarci solo sull'esperienza logica ormai condizionata e costruita dalla società.
Nell'AniMo Antico
Talvolta ci si stupisce che a uno stesso simbolo possano essere attribuiti due significati, almeno in apparenza, opposti l'uno dall'altro: ogni simbolo può presentare secondo il lato o il livello al quale viene considerato ma qui parliamo più precisamente di due aspetti opposti di modo che l'uno è per così dire l'inverso o il "negativo" dell'altro.
Per compredere occorre partire dal concetto di dualità quale presupposto di ogni manifestazione nei quali essa deve sempre ritrovarsi sotto una forma o un'altra.
Dualità è un complementarismo e non un'opposizione; due termini che sono in realtà complementari, se vengono esaminati da un punto di vista più esteriore e contingente, possono anche apparire opposti.
Ogni opposizione esiste come tale solo ad un certo livello, poiché un'opposizione irriducibile non può esistere (come nel dualismo cartesiano in cui spirito e materia sono opposti irriducibilmente quindi uno esclude l'altro).
Ad un livello più elevato essa si riduce ad un complementarismo, nel quale i due termini si trovano già conciliati ed armonizzati prima d'entrare infine nell'unità del principio comune dove entrambi procedono.
La prospettiva del complementarismo è intermedia tra quella dell'opposizione e quella dell'unificazione.
Il considerare in un simbolo due aspetti contrari è in queste condizioni del tutto legittimo e la considerazione di uno di questi aspetti non esclude affatto quell'altra.
Tutto dipende dalla predominanza che può essere attribuita ad uno degli aspetti, o anche talvolta dallo scopo cui il simbolo è destinato.
I due aspetti possono trovarsi riuniti in una medesima figurazione simbolica complessa, e ciò dimostra che essi non si escludono affatto e che possono essere colti simultaneamente.
La complementarità a seconda della prospettiva assunta, può disporsi in senso verticale oppure orizzontale:
La dualità verticale può essere riferita alle due estremità di un asse, o alle due opposte direzioni secondo le quali quest'asse può essere percorso: esempio il Sigillo si Salomone.
La dualità orizzontale è quella dei due elementi situati simmetricamente ai lati di questo asse: i due serpenti del Caduceo.
Solo nella dualità verticale i due elementi si distinguono nettamente l'uno dall'altro per la loro posizione invertita, mente nella dualità orizzontale possono sembrare del tutto simili o equivalenti anche se indicano pur sempre un'opposizione.
Simbolicamente queste coppie di termini sono in sé stesse suscettibili di molteplici applicazioni di cui non è difficile scoprire tracce neppure nel linguaggio corrente.
I due aspetti contrari sono rispettivamente considerati come "benefico" e "malefico", ma queste due espressioni, in effetti, presentano l'inconveniente di far supporre che si tratti di una interpretazione in qualche modo "morale", mentre in realtà non vi è nulla do tutto ciò, dovendosi invece intendere in un senso puramente "tecnico".
La qualità benefica o malefica non è pertinente in modo assoluto ad uno dei due aspetti, aspetti che scompaiono quando si abbandona il punto di vista dell'opposizione per quello del complementarismo.
Ma è proprio dagli abusi cui da luogo, che può risultare, nell'interpretazione e nell'uso del simbolismo la sovversione cioè la spiritualità alla rovescia, sovversione che costituisce uno dei "marchi" caratteristici di tutto ciò che, coscientemente o no, dipende dall'ambito della "controiniziazione" o si trova più o meno direttamente sottoposto alla sua influenza.
La sovversione può consistere nell'attribuire all'aspetto "malefico", pur riconoscendolo tale, il posto che deve normalmente competere all'aspetto "benefico", e perfino una specie di supremazia e viceversa.
Questa sovversione può non apparire chiaramente nella rappresentazione dei simboli, poiché ve ne sono alcuni che non presentano alcuna differenza esteriore riconoscibile a prima vista soprattutto nel caso dei simboli che rappresentano gli animali nel quale viene colto solo uno degli aspetti che essi possiedono in realtà.
Per i simboli che possono presentare due posizioni invertite, ed in special modo per quelli riconducibili a forme geometriche, la differenza sembrerebbe apparire più nettamente.
Per esempio il triangolo capovolto è lungi dall'essere, come molti ritengono, un segno di magia nera anche se lo è effettivamente in certi casi, ma oltre al suo significato simbolico in scienza sacra è anche uno dei simboli alchemici utilizzati e che sono stati spesso mal interpretati.
La questione del rovesciamento dei simboli è dunque assai complessa, estremamente sottile, poiché ciò che si deve esaminare non sono tanto le raffigurazioni prese nella loro materialità, quanto le interpretazioni che le accompagnano e con le quali si spiega l'intenzione che ha suggerito la loro azione.
Ma l'inganno più diabolico è forse quello che consiste nell'attribuire allo stesso simbolismo ortodosso esistente nelle organizzazioni veramente tradizionali e soprattutto quelle iniziatiche, l'interpretazione alla rovescia, la quale è appunto caratteristica della contro-iniziazione.
Queste manovre sono messe in atto sia contro l'esoterismo in generale, sia contro questa o quella forma iniziatica.
Talvolta purtroppo coloro che credono di combattere il diavolo, si ritrovano ad essere i loro migliori servitori...
Simboli raccolti nel blog
Tratto da "Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi" R.Guenon
Per compredere occorre partire dal concetto di dualità quale presupposto di ogni manifestazione nei quali essa deve sempre ritrovarsi sotto una forma o un'altra.
Dualità è un complementarismo e non un'opposizione; due termini che sono in realtà complementari, se vengono esaminati da un punto di vista più esteriore e contingente, possono anche apparire opposti.
Ogni opposizione esiste come tale solo ad un certo livello, poiché un'opposizione irriducibile non può esistere (come nel dualismo cartesiano in cui spirito e materia sono opposti irriducibilmente quindi uno esclude l'altro).
Ad un livello più elevato essa si riduce ad un complementarismo, nel quale i due termini si trovano già conciliati ed armonizzati prima d'entrare infine nell'unità del principio comune dove entrambi procedono.
La prospettiva del complementarismo è intermedia tra quella dell'opposizione e quella dell'unificazione.
Il considerare in un simbolo due aspetti contrari è in queste condizioni del tutto legittimo e la considerazione di uno di questi aspetti non esclude affatto quell'altra.
Tutto dipende dalla predominanza che può essere attribuita ad uno degli aspetti, o anche talvolta dallo scopo cui il simbolo è destinato.
I due aspetti possono trovarsi riuniti in una medesima figurazione simbolica complessa, e ciò dimostra che essi non si escludono affatto e che possono essere colti simultaneamente.
La complementarità a seconda della prospettiva assunta, può disporsi in senso verticale oppure orizzontale:
La dualità verticale può essere riferita alle due estremità di un asse, o alle due opposte direzioni secondo le quali quest'asse può essere percorso: esempio il Sigillo si Salomone.
La dualità orizzontale è quella dei due elementi situati simmetricamente ai lati di questo asse: i due serpenti del Caduceo.
Solo nella dualità verticale i due elementi si distinguono nettamente l'uno dall'altro per la loro posizione invertita, mente nella dualità orizzontale possono sembrare del tutto simili o equivalenti anche se indicano pur sempre un'opposizione.
Simbolicamente queste coppie di termini sono in sé stesse suscettibili di molteplici applicazioni di cui non è difficile scoprire tracce neppure nel linguaggio corrente.
I due aspetti contrari sono rispettivamente considerati come "benefico" e "malefico", ma queste due espressioni, in effetti, presentano l'inconveniente di far supporre che si tratti di una interpretazione in qualche modo "morale", mentre in realtà non vi è nulla do tutto ciò, dovendosi invece intendere in un senso puramente "tecnico".
La qualità benefica o malefica non è pertinente in modo assoluto ad uno dei due aspetti, aspetti che scompaiono quando si abbandona il punto di vista dell'opposizione per quello del complementarismo.
Ma è proprio dagli abusi cui da luogo, che può risultare, nell'interpretazione e nell'uso del simbolismo la sovversione cioè la spiritualità alla rovescia, sovversione che costituisce uno dei "marchi" caratteristici di tutto ciò che, coscientemente o no, dipende dall'ambito della "controiniziazione" o si trova più o meno direttamente sottoposto alla sua influenza.
La sovversione può consistere nell'attribuire all'aspetto "malefico", pur riconoscendolo tale, il posto che deve normalmente competere all'aspetto "benefico", e perfino una specie di supremazia e viceversa.
Questa sovversione può non apparire chiaramente nella rappresentazione dei simboli, poiché ve ne sono alcuni che non presentano alcuna differenza esteriore riconoscibile a prima vista soprattutto nel caso dei simboli che rappresentano gli animali nel quale viene colto solo uno degli aspetti che essi possiedono in realtà.
Per i simboli che possono presentare due posizioni invertite, ed in special modo per quelli riconducibili a forme geometriche, la differenza sembrerebbe apparire più nettamente.
Per esempio il triangolo capovolto è lungi dall'essere, come molti ritengono, un segno di magia nera anche se lo è effettivamente in certi casi, ma oltre al suo significato simbolico in scienza sacra è anche uno dei simboli alchemici utilizzati e che sono stati spesso mal interpretati.
La questione del rovesciamento dei simboli è dunque assai complessa, estremamente sottile, poiché ciò che si deve esaminare non sono tanto le raffigurazioni prese nella loro materialità, quanto le interpretazioni che le accompagnano e con le quali si spiega l'intenzione che ha suggerito la loro azione.
Ma l'inganno più diabolico è forse quello che consiste nell'attribuire allo stesso simbolismo ortodosso esistente nelle organizzazioni veramente tradizionali e soprattutto quelle iniziatiche, l'interpretazione alla rovescia, la quale è appunto caratteristica della contro-iniziazione.
Queste manovre sono messe in atto sia contro l'esoterismo in generale, sia contro questa o quella forma iniziatica.
Talvolta purtroppo coloro che credono di combattere il diavolo, si ritrovano ad essere i loro migliori servitori...
Simboli raccolti nel blog
Tratto da "Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi" R.Guenon
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