lunedì 20 ottobre 2014

I due Adamo e l'esperienza del Sé



Dalla Turba philosophorum:
«Perché , così come tutti muoiono in Adamo, tutti saranno resuscitati in Cristo. Perché così come [nel mondo] la morte è venuta da un uomo, la resurrezione dei morti è venuta da Lui [Gesù].
Poiché il primo Adamo e i suoi figli sono sorti da elementi effimeri, di conseguenza ciò che era stato composto doveva necessariamente decomporsi; il secondo Adamo, invece, chiamato anche uomo filosofico, è sorto da elementi puri ed è perciò entrato nell'eternità. Quanto infatti si compone di sostanza semplice e pura, rimane indistruttibile nell'eternità.
Come dice anche Senior: "C'è un'unica cosa che non muore mai perché continua a vivere in costante accrescimento, quando il corpo sarà trasfigurato nel momento della resurrezione dei morti il Giorno del Giudizio."
Per questa ragione anche la fede attesta la resurrezione della carne e la vita eterna dopo la morte. Allora il secondo Adamo dirà al primo e ai suoi figli: "Venite qui, voi, benedetti dal Padre mio, ereditate il Regno, ch'è pronto per voi fin dagli inizi dell'opera, e mangiate il mio pane e bevete il mio vino che ho versato per voi, perché tutto questo è stato preparato per voi."
Chi ha orecchi per intendere intenda ciò che lo spirito della dottrina dice dell'Adamo terrestre e dell'Adamo celeste ai figli della scienza, ciò a cui i filosofi alludono con le parole seguenti: "Quando avrai ottenuto acqua dalla terra, aria dall'acqua, fuoco dall'aria, terra dal fuoco, allora possederai completamente e perfettamente la nostra arte.
Ottenere con i quattro elementi un'unica realtà attraverso un'opera che ripete il processo completo della creazione, l'evocazione e la creazione del secondo Adamo interiore che si sostituisce così al vecchio Adamo corruttibile.
Il secondo Adamo, nel quale tutti resuscitano, si rivolge al figlio del primo Adamo corrotto, annientato, ritroviamo l'idea della produzione del corpo immortale con la resurrezione finale dei morti attraverso il processo interiore che porta alla realizzazione della pietra filosofale.
Questo corrisponde all'"esperienza del Sé"; per un mistico medievale il Sé non poteva essere altri che il Cristo. È proprio dell'esperienza del Cristo interiore che si tratta, un Cristo interiore che è nello stesso tempo l'immortalità dell'artista, poiché la resurrezione avviene nel Cristo e dunque, per un alchimista, nella pietra filosofale.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz

Nessun commento:

Posta un commento

Google+