La prima forma di questo simbolo è costituita da quattro squadre i cui vertici sono volti verso il centro; la croce è formata dallo spazio vuoto che le squadre lasciano tra i loro paralleli, e che rappresentano quattro vie partendo dal centro o terminanti in esso.
Questa figura viene chiamata anche la "croce del Verbo" probabilmente perché, secondo il significato generale del simbolo, esso è considerato raffigurante il Verbo che si esprime attraverso i quattro Vangeli: secondo tale interpretazione questi ultimi devono essere fatti corrispondere a quattro punti di vista (messi simbolicamente in relazione con i quarti dello spazio) la cui riunione è necessaria all'espressione integrale del Verbo, al pari delle quattro squadre che formano la croce unendosi ai vertici.
Questa forma è la medesima del carattare cinese hing, che designa i cinque elementi: vi si vedono le quattro regioni dello spazio, corrispondenti ai punti cardinali, intorno alla regione centrale cui è riferito il quinto elemento.
Si potrebbe tradurre hing, evitando confusioni, con "agenti naturali", poiché indica le 'forze' che agiscono nel mondo corporeo, e non elementi costitutivi dei corpi stessi, essi sono l'acqua a nord, il fuoco a sud, il legno ad est, il metallo ad ovest e la terra al centro.
Si vede che tre designazioni sono comuni agli elementi delle altre tradizioni, ma che la terra non ha tuttavia la stessa corrispondenza spaziale, essi possono essere considerati come gli arkân di questo mondo.
La differenza relativa tra lo hing e gli elementi propriamente detti aria, acqua, fuoco, terra, etere, è relativa all'elemento centrale che nel caso dell'etere non si situa sul piano di base ove si trovano gli altri quattro elementi ma corrisponde alla 'pietra angolare' che sta al vertice, mentre nella tradizione orientale la terra dev'essere messa in corrispondenza diretta con la 'pietra fondamentale'.
L'altra raffigurazione del Arkân è un quadrato formato da quattro squadre che circondano una croce al centro.
Si può considerare come la proiezione orizzontale di un edificio sul suo piano di base: le quattro squadre corrispondono alle pietre di base dei quattro angoli e la croce alla 'pietra angolare' del vertice che si proietta al centro della base secondo la direzione dell'asse verticale; e all'assimilazione simbolica di Cristo alla 'pietra angolare' giustifica giustifica in modo ancora più evidente tale corrispondenza.
Cristo raffigurato dalla croce in mezzo ai quattro Evangelisti, e l'insieme equivale alla più ben nota rappresentazione di Cristo spesso in mezzo ai quattro animali della visione di Ezechiele e dell'Apocalisse che sono i più comuni simboli Evangelisti:
C'è da dire che questi quattro animali simbolici corrispondono anche ai quattro Mahârâja che nelle tradizioni indù e tibetana sono reggenti dei punti cardinali e dei 'quarti' dello spazio.
L'antica tradizione egiziana raffigurava, secondo una disposizione del tutto simile, Horus in mezzo ai quattro figli: del resto nei primi tempi del cristianesimo, Horus fu preso molto spesso, in Egitto, come simbolo di Cristo.
I vangeli per la dottrina cristiana sono i fondamenti.
Nella tradizione islamica si trova una figura simile con il nome del Profeta al centro e quelli dei primi quattro Kholafâ agli angoli, anche qui il Profeta è un simbolo analogo a Cristo ed è posto a un livello diverso da quello dei quattro alla base.
Solo quando Pietro viene considerato il vicario di Cristo si considera come una sola 'pietra di fondamento' ciò quella delle quattro che viene messa per prima.
In corrispondenza con questi cinque arkân manifestati nel mondo terrestre e umano, la tradizione islamica considera anche cinque arkân celesti o sono Jibril, Rufail, Mikail, Israfil e infine Er-Ruk; quest'ultimo identico a Metatron cioè situato a un livello superiore rispetto agli altri quattro, i quali sono quasi i riflessi parziali in varie funzioni più particolareggiate o meno principiali, e nel mondo celeste, esso è propriamente rukn el-arkân, quello che sul limite che separa el-Khalq da El-Haqq occupa il 'luogo' stesso attraverso il quale soltanto può effettuarsi l'uscita dal Cosmo.
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