martedì 28 novembre 2017

L'Esodo e la ricchezza ebraica


Gli Egizi inseguirono gli Ebrei secondo il racconto della Bibbia.
Perché? Essi non avevano alcun bisogno degli Ebrei e, dopo le "piaghe d'Egitto" che uccisero ogni primogenito maschio in quel regno, l'esodo degli Ebrei avrebbe dovuto essere desiderato e non avversato.
È strano che un popolo di schiavi, o almeno considerato tale dagli Egizi, sia stato inseguito dai carri del Faraone.
La Bibbia dice che le Tavole della Legge furono dettate a Mosè sul monte Sinai, ossia dopo la fuga.
L'ipotesi più probabile è che gli Ebrei, che erano stati prima ospitati e nutriti dall'Egitto nel corso di una grande carestia che aveva colpito tutto il Medio Oriente e poi utilizzati come manodopera, abbandonassero la fertile valle del Nilo dopo essersi impadroniti dell'essenza delle conoscenze e dei saperi dei suoi abitanti
Non è a caso che di lì a poco la grande civiltà egizia abbia conosciuto l'inizio di un'inarrestabile decadenza, mentre, sia pure dopo un lungo peregrinare per il deserto, il popolo ebraico conobbe la propria fioritura.
È estremamente probabile che le Tavole della Legge siano derivate dai testi sacri egiziani, ma non era un "sapere" invisibile l'obbiettivo dietro al quale il faraone lanciò i suoi carri.
Egli cercava di recuperare qualcosa di fisico e tangibile, un oggetto sacro e potente, forse una "misura".
Ricordiamo il Numero d'Oro, che coincideva con la sezione aurea e permetteva di passare geometricamente dalla retta alla curva; il Ginocchio d'Oro, che era anch'esso un segreto geometrico, corrispondente all'Angolo d'Oro dei pitagorici; il Vello d'Oro, che fu rubato con il decisivo aiuto di Medea dal greco Giasone; le Mele d'Oro, che erano conservate nell'estremo Occidente, nel Giardino delle Esperidi...Ercole le portò via alle Esperidi che erano figlie di Atlante (si suppone un collegamento con Atantide)...
Un esercito non si mobilita solamente per recuperare delle pure conoscenze teoriche. Gli Ebrei portarono con loro anche qualcosa di materiale.
Non si dimentichi che essi fabbricarono il famoso "vitello d'oro" che provocò l'ira di Mosè e del suo Dio, durante la faticosa traversata del deserto.
Anche l'oro è dunque coinvolto in questa vicenda.
Sembra lecito pensare che gli Ebrei portassero con loro anche oggetti d'oro dall'Egitto, che forse contenevano la "misura" che sarebbe stata poi realizzata nell'Arca.
L'oro designava tutti i più preziosi segreti del mondo antico, che equivalevano a poteri sulla natura e sulle forme e costituivano una chiave iniziatica nelle credenze delle popolazioni mediterranee.
Questa improvvisa ricchezza di conoscenze sembra essere stata una conseguenza della conquista di Gerusalemme, dove probabilmente trovarono qualcosa.
Non si deve dimenticare l'aiuto degli studiosi ebraici tenuti in grande considerazione nell' Islam come nel resto in Europa.
I cabalisti ebrei sapevano infatti come leggere la Bibbia al di là della lettera e nei libri di Mosè, derivate dalle Tavole, era possibile trovare tutto quello che serviva.
Molti sapienti israeliti hanno confidato "formule" e segreti nascosti nel Libro.
Gli Ebrei avrebbero quindi tratto dagli Egizi, forse depositari della sapienza di Atlantide, un importante segreto che rese possibile la fondazione di Gerusalemme e del suo Tempio.
Si suppone che le piramidi sono un formulario di scienza cosmica e le tavole di pietra contengono una "formula dell'universo". 
Ciò potrebbe spiegare l'identità fondamentale che esiste, malgrado la diversità di forme dovute ai tempi e ai luoghi, tra le proporzioni e le misure ritmiche dei monumenti dell'antico Egitto e quelle di alcune moschee e di alcune cattedrali gotiche....
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco

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