La modalità tradizionale per percepire l'invisibile è l'intuizione.
L'intuizione comprende anche la sensibilità mitica perché quando un mito ci colpisce esso sembra la verità e di colpo ci fa vedere le cose da dentro.
In psicologia, intuizione significa "conoscenza diretta e non mediata", "percezione immediata o innata di un insieme complesso di dati".
L'intuizione prescinde dal pensiero ma non è uno stato emotivo; è una percezione chiara, fulminea e completa, "il suo tratto distintivo essendo l'immediatezza del processo".
Le intuizioni "arrivano senza che vi siano passaggi logici coscienti o processi di pensiero riflessivo".
Le intuizioni arrivano non le facciamo noi.
Ci arrivano come idea improvvisa, giudizio certo, significato colto al volo.
Arrivano insieme a un evento, come se fossero portare da se da quell'evento o insite in esso.
È l'istantanea comprensione che ci afferra portando quella reazione intuitiva che ci lascia esterrefatti per la sua subitaneita, fa trattenere il respiro o lo fa emettere per la forza contenuta nella frase, nei versi...
Il pensiero mitico attribuisce questa energia, che provoca l'intuizione alla potenza insita nella cosa stessa.
La potenza nella cosa stessa stabilisce in modo definitivo la realtà, la fisicità quasi, dell'invisibile.
L'intuizione è chiara, fulminea, completa.
Come una rivelazione, essa arriva tutta in una volta, istantaneamente.
Anzi, prescinde dal tempo, esattamente come i miti, che sono senza tempo e si sbriciolano quando li sottoponiamo a domande temporali.
All'intuizione ci si richiama anche per spiegare la creatività e la genialità; l'inesplicabile, cioè, viene spiegato per mezzo di un processo a sua volta inesplicabile.
Per afferrare un mito o esserne afferrati, occorre l'intuizione.
La pertinenza e l'importanza di un mito per la nostra vita ci colpisce come una rivelazione o una proposizione assiomatica, che non può essere dimostrata con la logica o indotta da prove fattuali.
Tratto da "Il codice dell'anima" di James Hillman
In psicologia, intuizione significa "conoscenza diretta e non mediata", "percezione immediata o innata di un insieme complesso di dati".
L'intuizione prescinde dal pensiero ma non è uno stato emotivo; è una percezione chiara, fulminea e completa, "il suo tratto distintivo essendo l'immediatezza del processo".
Le intuizioni "arrivano senza che vi siano passaggi logici coscienti o processi di pensiero riflessivo".
Le intuizioni arrivano non le facciamo noi.
Ci arrivano come idea improvvisa, giudizio certo, significato colto al volo.
Arrivano insieme a un evento, come se fossero portare da se da quell'evento o insite in esso.
È l'istantanea comprensione che ci afferra portando quella reazione intuitiva che ci lascia esterrefatti per la sua subitaneita, fa trattenere il respiro o lo fa emettere per la forza contenuta nella frase, nei versi...
Il pensiero mitico attribuisce questa energia, che provoca l'intuizione alla potenza insita nella cosa stessa.
La potenza nella cosa stessa stabilisce in modo definitivo la realtà, la fisicità quasi, dell'invisibile.
L'intuizione è chiara, fulminea, completa.
Come una rivelazione, essa arriva tutta in una volta, istantaneamente.
Anzi, prescinde dal tempo, esattamente come i miti, che sono senza tempo e si sbriciolano quando li sottoponiamo a domande temporali.
All'intuizione ci si richiama anche per spiegare la creatività e la genialità; l'inesplicabile, cioè, viene spiegato per mezzo di un processo a sua volta inesplicabile.
Per afferrare un mito o esserne afferrati, occorre l'intuizione.
La pertinenza e l'importanza di un mito per la nostra vita ci colpisce come una rivelazione o una proposizione assiomatica, che non può essere dimostrata con la logica o indotta da prove fattuali.
Tratto da "Il codice dell'anima" di James Hillman
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