mercoledì 30 gennaio 2019

Lilith e l'uomo


Dai tempi biblici ad oggi l'uomo non pare aver integrato alla coscienza questo contenuto rimosso nel suo inconscio: il mito di Lilith ha così assunto per la psiche umana un'importanza sempre crescente della quale esistono prove tangibili in ogni epoca.
In base a quanto scritto nella Cabala  il grande libro magico-esoterico, i Babilonesi e gli Assiri, durante la notte pronunciavano scongiuri per impedire a Lilith di emergere dalle profondità del mare e di avvicinarsi alle loro case; "Fermati, fermati, non entrare[...], ritorna ritorna nel mare. Le sue onde ti chiamano" G. Scholem, La Kabbale et sa symbolique
Allo scopo di proteggersi dagli attacchi di Lilith, fino al medioevo, gli ebrei indossavano amuleti non potendo fare a meno di rinnovare il mito che la riguardava, sempre presente e attivo nella loro anima, attraverso altre leggende e con medesimi contenuti simbolici.
Un esempio ci viene offerto da Dàlila (In ebraico Delilah) che porta un nome simile a quello di Lilith e incarna l'immagine della donna perversa che attraverso l'inganno capisce il segreto della forza a Sansone, taglia suoi capelli e lo consegna nelle mani dei Filistei.
Ancora ebrea è la storia di Giuditta (Yehudit in ebraico), la giovane e ricca vedova di Betulia, che taglia la testa di Oloferne, generale di Nabucodonosor, dopo avergli fatto credere di amarlo.
Si evince quindi che Lilith continua a vivere in ogni tempo e luogo, con le sembianze di Euridice, presso i greci o sotto le spoglie di una sirena.
Nella mitologia slava, invece, prendeva il nome di Rusalka e nella leggenda teutonica quello di Lorelei.
In tempi più recenti, l'immagine intramontabile di Lilith, appare nel celebre romanzo dello scrittore Antonio Fogazzaro, pubblicato nel 1910 e dal titolo Laila, la cui protagonista è una ragazza strana, enigmatica e infedele che incarna perfettamente le caratteristiche legate a Lilith.
Anche nell'ambito musicale ritroviamo questo archetipo, come nella famosa opera musicale del compositore austriaco Alban Berg (1855-1935), dal titolo Lulù, una fanciulla dalla bellezza infernale, che travolge nella più sfrenata passione ogni uomo che incontra costringendo i suoi spasimanti al suicidio.
Secondo quanto espresso dalla psicanalisi, un uomo che non è in grado di integrare a livello cosciente le esperienze sgradevoli avute con l'altro sesso, è portato a proiettare su ciascuna donna che incontra successivamente, le qualità negative rimosse nel suo inconscio.
Per questo motivo, l'immagine che il soggetto ha della figura femminile, equivale a quella di una donna che odia l'uomo e lo contesta, oppure che non è capace di comunicare a livello affettivo ed è eccentrica, anticonformista, ribelle falsa, gelosa, tormentata.
Inoltre egli vede in lei un soggetto che esprime lussuria, seduce e rifiuta la maternità.
L'immagine di Lilith, al contrario, assume per la donna un significato completamente diverso rispetto a quello vissuto dall'uomo, visto che quest'ultima si identifica con tale archetipo e con la sua personalità individuale a sé stante che trascende i valori di Eva.
Tratto da "Luna Influssi Poteri Leggende" di Stefano Mayorca

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