In un piano orizzontale qualsiasi i confini dell'indefinito sono dati dal cerchio-limite cui certi matematici hanno dato il nome (peraltro assurdo) di "retta all'infinito"; tale cerchio non è chiuso in alcuno dei suoi punti, essendo un cerchio massimo dello sferoide indefinito il cui sviluppo comprende l'integralità dell'estensione, la quale rappresenta la totalità dell'essere.
Se ora consideriamo sul loro piano le modificazioni individuali come parti di un ciclo qualsiasi esterno al centro che si propagano indefinitamente in modo vibratorio, il loro incontro con il cerchio-limite corrisponde al loro punto massimo di dispersione, ma nello stesso tempo è necessariamente il punto di arresto del loro moto centrifugo.
Se ora consideriamo sul loro piano le modificazioni individuali come parti di un ciclo qualsiasi esterno al centro che si propagano indefinitamente in modo vibratorio, il loro incontro con il cerchio-limite corrisponde al loro punto massimo di dispersione, ma nello stesso tempo è necessariamente il punto di arresto del loro moto centrifugo.

Tratto da "Gli stati molteplici dell'Essere" di Réne Guénon
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