L'idea viene da Platone, dal mito di Er che egli pone alla fine della sua opera più nota, la Repubblica.
Prima della nascita, l'anima di ciascuno di noi sceglie un'immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro.
Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti.
È il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino.
Secondo Plotino (205-270 d.C.), il maggiore dei filosofi neoplatinici, noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all'anima e corrispondenti, come racconta il mito, alla sua necessità.
Come a dire che la mia situazione di vita, compresi il mio corpo e i miei genitori, che magari adesso vorrei ripudiare, è stata scelta direttamente dalla mia anima e se ora la scelta mi sembra incomprensibile è perché ho dimenticato.
Bisogna prestare particolare attenzione all'infanzia per cogliere i primi segni del daimon all'opera per afferrare le sue intenzioni e non bloccargli la strada.
Le altre conseguenze pratiche vengono da sé:
riconoscere la vocazione come un dato fondamentale dell'esistenza umana;
allinearela nostra vita su di essa;
trovare il buon senso di capire che gli accidenti della vita fanno parte del disegno dell'immagine, sono necessari a esso e contribuiscono a realizzarlo.
Vedi anche: Il mio primo libro scelto
Tratto da "Il codice dell'anima" di James Hillman
Prima della nascita, l'anima di ciascuno di noi sceglie un'immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro.
Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti.
È il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino.
Secondo Plotino (205-270 d.C.), il maggiore dei filosofi neoplatinici, noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all'anima e corrispondenti, come racconta il mito, alla sua necessità.
Come a dire che la mia situazione di vita, compresi il mio corpo e i miei genitori, che magari adesso vorrei ripudiare, è stata scelta direttamente dalla mia anima e se ora la scelta mi sembra incomprensibile è perché ho dimenticato.
Bisogna prestare particolare attenzione all'infanzia per cogliere i primi segni del daimon all'opera per afferrare le sue intenzioni e non bloccargli la strada.
Le altre conseguenze pratiche vengono da sé:
riconoscere la vocazione come un dato fondamentale dell'esistenza umana;
allinearela nostra vita su di essa;
trovare il buon senso di capire che gli accidenti della vita fanno parte del disegno dell'immagine, sono necessari a esso e contribuiscono a realizzarlo.
Vedi anche: Il mio primo libro scelto
Tratto da "Il codice dell'anima" di James Hillman
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