giovedì 23 novembre 2017

L'Adam Magister e la parola perduta


Chi costruisce secondo tutte le regole e le misure "segrete" non compie soltanto un'operazione sulla materia, usando i principi della geometria e producendo le "onde di forma", ma compie, da vero Franco Muratore o Massone operativo, un lavoro di trasformazione su se stesso.
Il Maestro Adamo è l' uomo che ha raggiunto completamente il centro più intimo del suo essere, ritrovando la fonte dell'energia e dell'equilibrio interiore.
Se la trasformazione ha avuto luogo, egli si ritrova nello stato primordiale di Adamo nel Giardino dell'Eden dove non c'è più la necessità d'imparare o di costruire nulla, ma solo la gioia del Giardino.
È come se, grazie a un lungo lavoro sui materiali, che simboleggiano quello che il Maestro ha compiuto su se stesso, egli abbia finalmente raggiunto lo stato della perfezione umana originaria.
L'opera materiale e visibile del Maestro è un dono elargito a tutti.
Il doppio ruolo della Massoneria operativa è questo: si tratta di trasformare i membri della confraternita in senso elevato, trasformando nello stesso tempo gli altri, che non possono accedere direttamente al grado più alto di realizzazione.
Questo fine non è diverso dall'attività che i monaci compiono su se stessi per purificarsi in modo da raggiungere quella condizione di pienezza che li pone in grado di aiutare gli altri, rendendoli capaci di accogliere influenze spirituali.
Nell'iniziazione muratoria lo scopo non è solo di raddrizzare ciò che è storto,  di rendere cubica la pietra grezza, di raddrizzare e levigate se stessi, ma di ritrovare una "parola perduta".
Potrebbe essere quella stessa parola, il Verbo, di cui si parla nel prologo del Vangelo di Giovanni.
La parola perduta sta per una condizione da cui ci si riconosce lontani e che si desidera ritrovare, ed è anche la "pietra che i costruttori hanno scartato", poi divenuta testata d'angolo.
La ricerca massonica della parola, o della pietra-chiave è anche una figura del lavoro che si deve compiere sul cuore.
Cuore, pietra e parola sono equivalenti simbolici e l'antica condizione dell'uomo di cui si ha nostalgia, corrisponde al cuore stesso.
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco

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