martedì 21 novembre 2017

La Misura del Tempo


Il Tempo Cosmologico, la "danza delle stelle", come lo chiamava Platone era una semplice misura angolare, un ricettacolo vuoto, com'è diventato ora, per contenere la cosiddetta storia.
Si pensava che esso fosse abbastanza possente da esercitare un controllo inflessibile sugli eventi, plasmandoli alle proprie sequenze in un sistema cosmico dove passato e futuro si chiamavano l'un l'altro, da profondità a profondità.
Maestosa e tremenda, la Misura ripeteva e riecheggiava la struttura in molti modi, scandiva il Tempo, era fonte delle inesorabili decisioni che determinavano la 'scadenza' di un dato istante.
Quelle Misure concatenate possedevano una dignità così trascendente da dare alla realtà un fondamento inattingibile da tutta la fisica moderna: perché, a differenza di questa, esse esprimevano la prima idea di "che cosa significhi essere" e ciò su cui si concentravano diveniva, per contrasto, quasi un amalgama di passato e futuro, così che il Tempo tendeva a essere essenzialmente oracolare: esso presentava, annunciava, per così dire, orientava gli uomini verso l'evento....
Keplero, cimentandosi nella folle impresa di trascrivere le note dell'"Armonia delle Sfere", non poteva non fallire miseramente nel suo tentativo di esprimere la vera conformità alle leggi: quella che Platone chiama il canto di Lachesi.
Gli uomini hanno imparato a rispettarla senza pensarci.
Ancor oggi, nel celebrare il Natale, si invoca il dono impareggiabile di quel tempo ciclico - il dono di non essere nella storia, il suo aprirsi nel senza tempo, la sua virtù di delineare tutto quanto se stesso in un presente vitale, pregno di voci ancestrali, di oracoli e riti del passato.
Con quel tanto di sincerità loro rimasta, gli uomini invocano la remissione di antichi peccati e la rinascita dell'Anima, così come si faceva molti millenni fa.
Si implora da quel Tempo la rinnovata forza per continuare a vivere a dispetto di una realtà senza senso - e si chiede ancora ai figli di venire in soccorso alla propria incredulità.
La storia vera procede per miti, le sue forze sono mitiche.
Come osserva imperterrito Voltaire, si tratta di vedere quale mito scegliere.
Nella conoscenza astronomica e ne mito, "rivoluzione" è un vero termine tecnico: indica ciò che ritorna sempre allo stesso punto.
Esso viene sempre più a identificarsi con l'idea di Grande Mutamento.
Nelle Apocalissi e nelle Cosmogonie, negli inni vedici, il tempo viene rimescolato artificialmente e deliberatamente in elementi, stazioni lunari o protoscacchi per restituire la visione, la visione poetica o sibillina. 
Tratto da "Il mulino di Amleto" di de Santillana e von Dechend

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