martedì 3 ottobre 2017

Lo sciamano


Il termine corrispondeva a una magia primordiale, istintiva, reperibile in tutte e cinque i continenti è associata al "medicine man" tribale.
"Sciamano" è parola tungusa.
Lo sciamanismo ha sì il suo epicentro nell'Asia uralo-altaica, ma si tratta di un complesso fenomeno culturale che non può essere spiegato né con la psicologia ne con la sociologia, ma solo ricorrendo all'etnologia storica.
Per dirla in breve, lo sciamano viene eletto dagli spiriti, ossia non può scegliere la sua professione...
Una volta eletto, il futuro sciamano va a 'scuola': sciamani più anziani gli insegnano il mestiere, ed è solo dopo la  cerimonia finale della sua educazione che egli viene accettato.
Questa è, per così dire, la parte visibile della sua educazione.
La vera iniziazione sciamanica dell'anima avviene nel mondo degli spiriti, i quali -mentre il corpo giace privo di conoscenza nella tenda per giorni interi -  smembrano il candidato nella maniera più completa e drastica, per poi ricucirlo con fil di ferro o riforgiarlo di modo che egli diventi un nuovo essere capace di imprese transumane.
Il dovere dello sciamano è di curare le malattie causate dagli spiriti ostili introdotti nel corpo del paziente o insorte perché l'anima ha lasciato il corpo e non riesce a trovare la via del ritorno.
Spesso è responsabilità dello sciamano guidare le anime dei trapassati alla dimora dei morti, così come accompagnare in cielo le anime degli animali sacrificati.
Il suo aiuto è altresì necessario quando la stagione della caccia è scarsa: tocca a lui scoprire dove si trova la selvaggina.
Per poter ottenere tutte le conoscenze che ci si aspetta da lui, lo sciamano deve ascendere al più alto dei cieli e ricevere le informazioni dal suo dio, ovvero discendere negli inferi.
Lungo la strada deve combattere contro spiriti ostili o sciamani rivali o entrambi, in duelli tremendi.
I due contendenti sono accompagnati da spiriti alleati in forma animale e avvengono numerose metamorfosi.
Anzi, questi duelli fantastici costituiscono la maggior parte delle storie sciamaniche; i cosiddetti "voli magici" delle fiabe ne sono un'ultima eco.
Perché la sua anima possa salire al cielo, lo sciamano deve essere in stato di estasi; per indurre questo stato gli occorre il tamburo, che gli serve da "cavallo", e la bacchetta del tamburo, che funge da "frusta", essi usano anche, come "arteria principale", un fiume che scorre attraverso tutti i livelli del cielo e che identificano con lo Yenissei.
La struttura entro la quale opera lo sciamano propriamente detto, cioè la concezione del mondo nello sciamanismo uralo-altaico, è stata felicemente ricondotta all'India (nei suoi aspetti indù e biddhistici, ivi compresi il lamismo tibetano e la religione Bon) e anche all'Iran.
Lo sciamano viaggia attraverso i cieli proprio come faceva il Faraone, munito del suo Testo della piramide o Testo del sarcofago che costituiva la sua indispensabile tabella di marcia e conteneva gli indirizzi stabiliti di tutti gli esseri celesti che avrebbe presumibilmente incontrato.
Le effemeridi sul lato interno dei coperchi dei sarcofagi del Regno Medio e i soffitti astronomici nelle tombe del Regno Nuovo, nonché gli "orologi stellari ramessidi", rendevano ancor più facile la navigazione all'anima del re.
Il Faraone confidava nel proprio testo particolare come i morti meno insigni confidavano nella loro copia dei capitoli del Libro dei morti; al pari dello sciamano, egli era pronto a trasformarsi nel serpente Sata, in un millepiedi o nelle sembianze delle varie "stazioni" celesti per le quali si doveva passare, e a recitare le formule che servivano a vincere gli esseri ostili.
Lo sciamanismo non è affatto primitivo ma appartiene, come tutte le nostre civiltà, alla grande schiera degli ingrati eredi di un quasi incredibile antenato del Vicino Oriente, che per primo osò intendere il mondo come creato secondo numero, peso e misura.
Tratto da "Il mulino di Amleto" di de Santillana e von Dechend

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