giovedì 27 luglio 2017

Divinazione e rettitudine

La divinazione è la quintessenza dell'arte, quella che chiamiamo profezia.
Le percepisce  e le comprende durante il sonno o la veglia perché quando la qualità in cui si formano gli esseri è completa e libera da superfluità e impurità, vedrà le cose separate come gli esseri che appaiono in uno  specchio; allo stesso modo si manifestano nello spirito quanto è puro e completo.
Se possiede queste facoltà complementari sarà un profeta.
Questo si può verificare solo nelle persone eccezionali nelle quali gli spiriti profetici sono riversati completamente dal primo ordinatore degli esseri che è Dio stesso, che trasmette e infonde gli spiriti profetici tramite i sensi, così che lo stesso Dio pone naturalmente questa virtù in esso; da questo senso comune proviene la virtù e la potenza al senso o all'intelletto umano.
Questo senso si unisce alle forze da cui si formano gli esseri; poi, a causa dell'unione di questa virtù, il senso della persona stessa è arricchito dalla sapienza, poiché attinge alle virtù che formano gli esseri è chiamato anche profeta.
Una persona così disposta è più nobile, più completa e più fortunata di chiunque altra.
Per questo ci conviene coltivare buone inclinazioni per non essere persone malvagie.
Per questo gli uomini si istruiscono nelle leggi e nelle credenze delle cose future affinché si riuniscano secondo un unico principio di bontà.
Profezia va dalle cose sensibili e via via sempre più alte fino a che si perviene alla scienza metafisica nella quale la virtù umana giunge a completezza; grazie alla scienza speculativa l' uomo diviene perfetto.
Questo è il bene che cercano le persone...colui che metterà in pratica questi principi inizia bene e senza tristezza; anzi avrà in perpetuo e per sempre gaudio, letizia e sapienza duratura...
Tratto da "Picatrix"

martedì 25 luglio 2017

Ermete e il pozzo


Ermete:
"Quando in verità volli capire ed evincere i segreti dell'opera del mondo e della natura stessa, mi posi sopra un pozzo molto profondo e buio, dal quale usciva un vento impetuoso, ma non  riuscivo a guardarvi dentro per questa oscurità;
ed ogni volta che tentavo di sporgere in esso una candela, subito questa veniva spenta dal vento.
Quindi mi apparve in sogno un uomo imponente e di incredibile autorità, che così mi parlò:
'Prendi una candela accesa e mettila in una lanterna di vetro, sì che non si spenga  per l'impeto del vento, poi mettila nel pozzo, nel mezzo del quale vuoi fare luce e di lì afferrare l'immagine, una volta tratta la quale dal pozzo, il vento che spira in esso si estinguerà e in tal modo, proprio nello stesso punto potrai tenere saldo il lume.
Quindi illumina i quattro angoli del pozzo, dai quali riuscirai a evincere i segreti del mondo, la natura completa e la sua essenza, nonché le generazioni di tutte le cose".
Gli chiesi chi fosse ed egli mi rispose: "Sono la natura completa e quando desideri parlare con me, chiamami col mio nome proprio ed io ti risponderò"....

Tratto da "Picatrix"

giovedì 20 luglio 2017

Amore e "Ali"


La virtù delle ali è quella di portare in alto ciò che pesa, sollevandolo sino alla sfera abitata dagli dei... e il divino vuol dire bellezza, sapienza, bontà e ogni altra cosa simigliante.
...L'intelletto  si nutre di pensiero e di scienza pura, come quello di ogni anima a cui stia a cuore accogliere ciò che le si conviene, vedendo di tanto in  tanto l'ente, se ne compiace; e, contemplando il vero, si nutre e si diletta, fino a che il moto circolare non lo riporti al medesimo luogo.
E nel suo tragitto esso contempla la giustizia in sé, contempla la temperanza, contempla la scienza, non quella che è soggetta a divenire, ed è diversa nei diversi oggetti che chiamiamo enti, ma quella che è la vera scienza del vero ente.
È legge di Adrastea (la dea a cui non si sfugge, la dea della necessità) che qualsiasi anima, fattasi seguace d'un dio, riesca a vedere qualcuno dei veri, fino all'altro giro sia immune da dolore; e qualora possa farlo sempre, non vada mai soggetta ad alcun male.
Allorché un uomo, vedendo la bellezza di quaggiù e rammentandosi della vera bellezza, metta le ali e desideri, così alato, di levarsi in volo e s'accorga di non poterlo fare e, come un uccello, guardi in alto e trascuri le cose terrene, costui si acquista la fama di folle.
Ebbenei, io dico che di tutte le forme di delirio divino questa è la più alta e derivante dalle più alte sorgenti, così per chi la possiede, come per chi ne partecipa; e che colui il quale, possedendola, s'innamori di quelli che son belli, si chiama appunto amante..... ricordarsi attraverso le cose terrene di quel che vide lassù non è facile per ogni anima...
Alcune appena ne serbano un ricordo sufficiente; e queste, allorché vedono qualcosa che somigli a quelle, ne rimangono sbalordire.
La giustizia infatti e la temperanza e quant'altro hanno importanza per le nostre anime, nelle loro immagini di quaggiù hanno perso ogni splendore; e ben pochi e a stento, attraverso questi nostro torbidi organi, appressandosi a queste immagini, contemplano il modello che esse rappresentando.
Ma la bellezza brillava ai nostri occhi, quando insieme col coro dei beati...c'iniziavano alla più beata delle iniziazioni che celebravamo, allorché perfetti e immuni dei mali che ci attendevano nell'avvenire, iniziati ai più profondi misteri, godevamo di quelle visioni perfette, semplici, calme, felici, in una luce pura, puri noi stessi e non sepolti in questa tomba, che chiamiamo corpo e che trasciniamo con noi, imprigionati in esso, come ostriche nel proprio guscio.
La bellezza.... sfolgorava allora nella sua essenza tra quegli spettacoli; e noi, venuti quaggiù, l'abbiamo senz'altro riconosciuta per la sua luminosità mediante il più luminoso dei nostri sensi.
La vista è infatti il più acuto dei nostri sensi corporei, ma con essa non si vede la sapienza - che desterebbe in noi ardentissimi amori, se la sua immagine si offrisse altrettanto chiara al nostro occhio - come del resto non si vedono le altre amabili essenze.
Alla sola bellezza toccò questo privilegio d'essere la più evidente e la più amabile.
Chi è iniziato di recente, chi è pieno delle visioni avute, allorché veda un volto divino o una forma corporea, imitazione felice della vera bellezza...è assalito dagli sgomenti d'un tempo...la contempla e la venera come un nume..
Nell'accogliere attraverso gli occhi l'efflusso della bellezza si riscalda d'un calore, da cui si ristora la natura delle ali, e per effetto di esso si fonde l'involucro che copriva i germogli e che da tempo induratosi ne impediva lo sviluppo.
Quindi, penetrandovi il nutrimento, il gambo delle penne si gonfia e tenta di spuntare dalla radice di sotto a tutta l'anima, perché questa era un tempo tutta alata.
...Tutta l'anima ribolle e sussulta...soffre l'anima, quando comincia a rivestirsi di penne; essa prova un ardore, una pena, un solletico nel metter le ali.
Ma non appena volge lo sguardo alla bellezza...si ristora e riscalda e, cessando di soffrire, si sente lieta e felice.....si sente lieta nel ricordo della bellezza...
A questa passione....gli uomini hanno dato il nome di amore...
Lui Eros alato noman per fermo i mortali
Ma gl'immortali Pteros, perché egli impenna le ali.
Tratto da "Dialoghi sull'amicizia e sull'amore" Platone

martedì 18 luglio 2017

Gerarchie delle cose naturali


L'ordine che fu dato dagli antichi saggi alle gerarchie della natura non fu da loro ricercato se non per questa via...
Le sostanze semplici sono le madri e le precorritrici di tutto e che quindi le sostanze sono quattro: la freddezza, l'umidità, la siccità e il calore, qualità primarie e semplici, verosimilmente indivise.
Seguono le precedenti altre sostanze composte e cioè: il caldo, il freddo, l'unico e il secco.
La parola "caldo" esprime il fatto che le materia è congiunta con il calore e analogamente per le altre: è ben evidente da quanto detto, ossia quando diciamo "caldo" o "freddo", che non è la stessa cosa di quando diciamo "calore" o "freddezza"...
Dopo questa materia composta viene una seconda materia che diciamo "calda e secca" o "calda e umida", "fredda e secca" o "fredda e umida": queste sono le seconde sostanze composte...
In terzo luogo vengono... il fuoco, l'aria, la terra e l'acqua che sono le terze sostanze composte coadiuvate dalle prime e seconde qualità.
Queste sostanze sono seguite da altre nature composte.... che sono divisibili in molte parti, come i quattro tempi dell'anno (inverno, primavera, autunno, estate); come i quattro umori che si trovano sia negli uomini che negli animali; il sangue, la linfa, la bile e l'atrabile...
Le sostanze che si trovano negli alberi e nelle piante che nascono dalla terra (come l'olio, le tinture, i semi, le radici ecc) sono terze a questo livello similmente vale per le qualità che si trovano nella materia delle pietre....
Perciò:
Le sostanze semplici sono la freddezza, l'umidità, la siccità e il calore; le prime sostanze composte sono il caldo, il freddo l'umido e il secco;
le seconde sostanze composte sono il caldo e secco, il caldo e umido, il freddo e secco, il freddo e umido;
le terze sostanze composte sono gli stessi elementi, il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra;
le quarte sostanze composte sono i tempi dell'anno cioè l'inverno, la primavera, l'estate e l'autunno;
le quinte sostanze composte sono i quattro umori cioè il sangue, la bile, la linfa e l'atrabile;
le seste sostanze composte sono le tinture l'olio, le radici, i semi e cose simili.
Il fuoco è caldo per il fatto che è caldo secco e non perché il calore è il fuoco o questo sia composto da fuoco o altro, giacché ogni composto è una mescolanza simultanea delle cose precedenti: il calore precede il fuoco, l'umidità l'acqua, la freddezza l'aria e la siccità la terra.
....ugualmente bisogna intendere riguardo al fegato, al polmone, alla cistifellea, al cuore, alla testa, alle tibie, alle mani e a tutte le altre membra.
Il calore nasce dal moto del cielo, mentre la freddezza dal centro di questo....
La freddezza contrasta il calore in tutte le sue qualità, in numero, quiete e moti, giacché il calore è la qualità che riunisce i simili e divide i contrari e perciò diciamo che le cose contrarie sono congiunte dalla freddezza e da questa sono divise quelle simili...
Tratto da "Picatrix"

giovedì 13 luglio 2017

Amore e crescita spirituale (Platone)


- La follia divina è più bella della saggezza umana -
- Le cicale furono un tempo esseri umani che invaghiti del canto delle Muse, non facevano che cantare, dimenticando di mangiare e di bere e così estinguendosi senza accorgersene.
Trasformati in cicale ottennero in sorte di non nutrirsi e di cantare perpetuamente e dopo la morte, di poter riferire alle Muse i nomi di quegli uomini, da cui ciascuna delle Muse era stata particolarmente onorata.
Non è per niente vero che chi non ama merita di ottenere i favori dell'amato, solo perché egli è sano di mente, laddove chi ama è in preda alla follia.
Ciò sarebbe vero se la follia fosse in ogni caso un male, ma non è così; c'è una follia ispirata dalla divinità, che è per noi la fonte di grandissimi beni....
Ad essa dobbiamo l'amore, che ne è la più alta manifestazione che ci fu concesso dagli dei come la maggiore delle felicità...
La follia amorosa.

Di tutte le essenze che l'anima umana poté contemplare più o meno rapidamente nel suo viaggio, quella che, come le altre, brillava in tutta la sua purezza, nel cielo e brilla ancora, unica nei suoi riflessi terreni, è la bellezza, che noi percepiamo mediante il più luminoso dei nostri sensi: la vista.
Chi s'innamora di essa fino al delirio è chiamato con il nome d'amante.
Non tutti per altro hanno la virtù di sollevarsi dalle immagini terrene e imperfette del bello al ricordo della pura e divina bellezza; e, incuranti di questa, non trattenuti da un senso di rispetto, alla bellezza umana non chiedono che la soddisfazione d'un piacere momentaneo; e questo non è che amore volgare e libidine.
Ma chi è iniziato di recente ed ha l'animo tuttora pieno delle meraviglie che ha ammirato, in presenza di un bel corpo subito risente qualcosa delle antiche emozioni e s'infiamma d'un desiderio nel quale non c'è nulla di basso o di turpe, ma uno schietto omaggio alla bellezza eterna.
Nel calore della passione si dilatano i pori dell'anima che si sforza di rimetter le ali; e il sentimento, che egli prova, diventa per lui come per l'amato, la via per sollevarsi all'imitazione degli dèi immortali; e più particolarmente di quel dio che egli seguì nella sua peregrinazione ultraterrena.
Costoro cercano un amato che abbia un'anima filosofica e fatta per comandare; e quando l'abbiano trovato lo circondano d'ogni affetto e d'ogni reverenza, s'impegnano a promuovere le buone disposizioni e se anche prima non erano dediti allo studio della vera sapienza, allora vi si rivolgono con ardore si preoccupano molto di rintracciare da soli l'immagine del loro dio a cui si sforzano di uniformarsi; e poiché sentono che dall'amato è venuto in loro questo impulso, essi trovano in ciò un motivo per amarlo e venerarlo ogni giorno di più.
A questa forma così alta d'amore non si giunge facilmente...
L'intimità che si stabilisce in questo amore puro e filosofico, assicura ad entrambi una vita perennemente concorde e il premio più alto a cui si possa aspirare.

Essi.. affiancando quel che vi genera la virtù, hanno conquistato un bene, di cui non è possibile immaginarne un altro maggiore e al termine della vita riprendono le ali, perché sono riusciti a superare la prova più ardua imposta ad un uomo.
Ma quell'anima che  si lascia adescare dalle lusinghe d'un uomo senz'amore, il cui  commercio non può far germogliare in essa altro all'infuori d'una prudenza servile, che può sembrare una virtù soltanto agli occhi del volgo, sarà condannato ad errare priva di ragione durante novemila anni in terra e sottoterra.
Egli deve mirare al vero, cercar di conoscere la natura dell'anima umana nella sua varietà infinita e ingegnarsi di risalire da questa alla conoscenza dell'anima universale: deve insomma divenire filosofo e un dialettico...
Questa via è certo lunga e difficile; ma nella ricerca delle cose anche il soffrire per esso è bello.
Giacché l'uomo saggio non deve prefiggersi come scopo di piacere agli uomini, che sono i suoi compagni di servitù, ma agli dei, che sono i suoi padroni buoni e nobili (XXXIX-LVIII)
Tratto da "Dialoghi sull'amicizia e sull'amore" Platone

martedì 11 luglio 2017

Sogni e spiriti celesti

I sapienti hanno detto che anche la scienza dei sogni è una certa forza che sta nell'anima e che è legata agli spiriti celesti.
Grazie ad essa si vedono forme e figure nella maniera in cui possono essere recepite in terra e in esse si forma la forza dello spirito; questi sono i sogni veritieri tramite i quali penetriamo nelle cose.

La scienza di questi sogni concorda con l'astronomia e simili, dato che in questa scienza dei sogni si serve dell'astrologia.
Questo potere e influsso proviene da Mercurio, perché quando Mercurio è forte al momento della nascita indica la capacità di divinare i sogni.
Sappi che i sogni sono veramente dimostrazioni di cose semplici distinte e diverse dai corpi.
Ciò accade quando l'anima smette di percepire attraverso i sensi e non li usa; ma si forma secondo i pensieri della mente e le forze che informano gli esseri -quelle che possiedono le virtù delle cose sensibili e ancora una terza proprietà, cioè il ricordo delle cose sensibili e ancora una terza proprietà, cioè il ricordo delle cose secondo questo principio: quando lo spirito razionale è completo come deve essere, vede gli esseri che la stessa persona aveva visto.
E giungono uguali a come erano apparsi in sogno.
Se la qualità in cui gli esseri si formano sarà più forte dello spirito razionale, vedrà quello che aveva visto simile alla cosa che aveva appreso in precedenza per averla vista, ma non proprio la stessa.
Ad esempio: una persona che ha in sé lo spirito razionale completo vedrà nei sogni un orso o un cane che gli corre dietro e lo stesso accade a loro.
L'altro tipo: nel sogno precedente apparirà come fosse un ladro o una persona in cattive condizioni che corre in mezzo ad essi; questa è la similitudine.
Se la natura sarà forte e potente lo spirito sarà ostacolato dalla forza della natura stessa che è forte e si intromette nelle cose naturali come il mangiare, il bere, il vestire e il piacere con le donne; tutte le cose naturali per il corpo le vedrà in sogno simili.
Se il corpo sarà pieno di umori umidi, in sogno vedrà fiumi e acque.
Se sarà pieno di bile gialla, nei sogni appariranno fuoco, incendi e cose simili.
Se sarà pieno di bile nera, vedrà nei sogni cose paurose, terrificanti e simili.
Questo lo attesta l'arte divinatoria... quando la forza dei loro verdetti si unisce a quelle cose che lo stesso augure comprende per averle viste, udite e fissate e per aver meditato sulle cose percepite nella predizione.
Se la loro forza sarà forte e pura nell'informare in se stessa, quelle cose saranno come un sapiente vede nello specchio gli esseri e trae vantaggio da ciò che vede e ascolta e a tutte queste cose possono attingere la virtù della scienza e l'intelletto delle cose sensibili.
Tutto questo è la virtù e la forza dello spirito
In questo modo agisce la virtù, ovvero l'energia dello spirito in cui gli esseri si formano quanto si separano e abbandonano le cose sensibili.
Si produce un punto di incontro tra il sensibile e il visibile in quel momento e le forze dello spirito si raccolgono.
Se il corpo sarà purificato dagli umori cattivi e di complessione equilibrata, ciò che vedrà sarà veritiero e certo; se sarà il contrario, ciò che vedrà sarà falso e vano.
Tratto da "Picatrix"

giovedì 6 luglio 2017

Anima (Platone)


-...In quanto poi all'idea dell'anima in sé, definire cosa essa sia richiederebbe per tante ragioni un'esposizione divina e interminabile...-
..L'anima è immortale perché è principio di moto.
Ma poiché non è facile mostrare per via diretta qual è la sua natura, mi avvarrò di un'immagine.
La paragonerò a una biga alata col suo auriga.
Negli dei cavalli ed aurighi sono perfetti ma negli uomini l'uno dei due cavalli è di buona indole, l'altro cattivo e recalcitrante, sicché l'auriga ha un compito tutt'altro che agevole.
Tutto ciò che diciamo anima si occupa di tutto ciò che è inanimato, e penetra l'universo sotto forme differenti.
Finché l'anima rimane perfetta ed alata si libra in alto e domina tutto; ma se perde le ali, precipita in giù e non d'arresto se non quando s'imbatte in un corpo, in cui va ad abitare.
Come può avvenne che l'anima perda le ali?
La virtù delle ali è di portare ciò che pesa in alto, verso il divino.
E divino è il bello, il vero, il bene e ogni cosa che somiglia a queste essenze assolute. E poichè le ali sono tra le cose corporee che più partecipano del divino, dal divino appunto sono fortificate e nutrite, mentre dal brutto o dal male esse sono rovinate e distrutte.
I cavalli degli dèi raggiungono il culmine senz'alcuno sforzo, ma quelli degli uomini, pur ingegnandosi nel seguirli, non sempre ci riescono o, se mai, vi riescono in misura diversa, giacché il cattivo cavallo s'appesantisce e tende a precipitare verso terra.
Gli immortali, raggiunta la sommità e portati in giro, contemplano tutte le essenze nella loro purezza, pure per colore e forma, in quel luogo sopracceleste, che nessuno ha mai celebrato o potrà celebrare come si conviene e quando, sazi e rinvigoriti da un così mirabile spettacolo, ritornano al punto da dove erano partiti.
Questa è la vita degli dèi.
Ma delle altre anime quelle che seguono più da vicino gli dei e che somigliano più a loro... cercano come possono... di contemplare le essenze; e alcune vedono di più, altre meno, altre infine restano al di sotto della volta celeste, non godono di quel magnifico spettacolo e, tratte in giù dal moto circolare... cercando di farsi largo, si pigiano, si combattono, vi perdono in gran parte le ali, né riescono a vedere l'essere e si nutrono di ipotesi.
E la ragione per la quale è così viva in tutte il desiderio di vedere il campo della verità, è che lì appunto si trova l'alimento adatto alla parte migliore dell'anima, quell'alimento  che nutre e rinvigorisce le ali.
Per una legge fatale le anime che nel loro giro celeste hanno visto qualcuna delle pure entità, rimangono immuni da sofferenze sino ad un nuovo viaggio e se vi riescono sempre non vanno soggette ad alcun male.
Quelle invece che non vi riescono... s'appesantiscono e precipitano in basso, entrano in un corpo terreno.
Quella che ha visto di più si incarna in un uomo devoto o alla sapienza o alla bellezza o alle Muse o all'amore; quella che ha visto di meno...entra in un corpo d'un re giusto o bellicoso e potente; quella che segue al terzo posto, anima imo statista, un economo, un uomo d'affari; la quarta, un atleta o un medico; la quinta un profeta  o un sacerdote; la sesta un poeta o un artista; la settima un artigiano o un agricoltore; l'ottavo un sofista o un demagogo; la nona un tiranno.
E tra costoro chiunque viva giustamente ottiene dopo la morte una sorte migliore chi ingiustamente una peggiore.
Nessun'anima può ritornare là da dove era venuta, prima di diecimila anni perché prima di questo periodo non recupera le ali; salvo che non sia quella di un uomo che abbia vissuto filosoficamente con purezza di cuore... questo a patto che abbia scelto per tre volte consecutive la medesima vita, dopo il terzo millennio riprendono il volo.
La proprietà fondamentale dell'uomo è di potere da molte percezioni sensibili elevarsi al concetto di genere e questa facoltà non è che ricordo di ciò che l'anima nostra vide nel suo viaggio celeste...
Tratto da "Dialoghi sull'amicizia e sull'amore" Platone

martedì 4 luglio 2017

Conoscenza


"L'oscurità e la profondità delle parole costituiscono l'astuzia dei saggi nei loro ragionamenti, in modo che non possono essere intesi se non con grande studio e lunga meditazione, al fine di trarre da essi l'intendimento segreto che viene spogliato dagli altri intendimenti, colti in prima lettura e comprensione"
Sappi che la conoscenza è qualcosa di molto nobile e alto e che colui che la studia e opera per suo mezzo ne acquisisce nobiltà e altezza.
La conoscenza è come una scala, per cui una volta avuta padronanza di un gradino, subito ne appare un altro.
È perfetto colui che raggiunge l'ultimo gradino della conoscenza e ama e ha cura dei suoi gradini: coloro che perseguono questo sono detti filosofi in greco e "amanti della conoscenza" in latino.
....colui che veramente è uomo si preoccupa di indagare le scienze con le quali si appende l'uomo in sé e come sia il microcosmo simile al macrocosmo e il corpo si completi con lo spirito razionale e diventi un essere animato e razionale e sua perciò separato con questi tre spiriti, da tutte le cose del mondo in quanto razionale.
...Sapere cosa può accadere negli eventi esterni o nell'uomo, cioè nel microcosmo, che è simile al macrocosmo cui si assimila per forma e per le cose che in esso vivono.
L'uomo è simile agli animali in tutte le sue cose naturali, ma da essi è separato per i suoi precetti e le sue conoscenze.
Egli ha sei movimenti, le ossa dure, tutto ciò che si muove dalla parte della larghezza naturalmente allineato e rettamente ordinato.
Ha dita e palmi, composti in linea retta e una resta rotonda,  capacità critica e di appendere le scienze e la scrittura, di scoprire precetti.... ride, piange e singhiozza.
C'è in lui il potere di Dio e la conoscenza della giustizia per governare le città.
Egli è un simulacro che ha dentro di sé una luce ed è potente nello spirito e uniforme nella sua rappresentazione.
Sa ciò  che giova e ciò che nuoce.
Egli ha scoperto sottili precetti e le sottigliezze di questi, opera miracoli e meravigliose rappresentazioni ed è in grado di capire l'astrattezza delle scienze.
Separato da tutti gli animali dotati di sensi, Dio lo fece tale da scoprire e formulare le sue scienze, sperare le sue qualità e quelle di tutte le cose del modo, in grado di recepire lo spirito profetico, i tesori della sua sapienza....
Egli è maestro di sé stesso nel darsi delle buone regole...
L'uomo ha un corpo compatto e uno spirito sottile...la parte sottile appartiene alla vita, l'altra alla morte.
Infatti la sostanza dell'una è sfuggente, dell'altra stabile, una è dotata di forma e l'arte no.
Una sostanza è la notte e l'altra il giorno, una è la luce e l'altra le tenebre, una è evidente e l'altra è nascosta, una percepisce e l'altra  capisce, una scende dall'alto e l'altra sta in basso...
L'uomo porta in se la grossolanità della terra e la finezza dell'aria, il calore del fuoco e il freddo dell'acqua; perciò è ugualmente disposto alle tendenze delle forze vitali.... conosce in se stesso le proprietà degli elementi...
La testa rappresenta, per forma, aspetto e sfericità, il cielo e in generale, alla figura umana si associa tutto ciò che è sottile.
...la figura umana è l'arca dello spirito universale e l' intelletto universale è l' arca della luce, da cui procede l'intendimento: perciò la luce è la materia dell'intendimento generale....
L'uomo è completo rispetto alla composizione della propria figura, poiché ad essa prendono parte tutti gli altri corpi ed egli stesso è congiunto con l'altra sostanza.
Tratto da "Picatrix"
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