martedì 16 maggio 2017

Aforismi junghiani sui "tempi moderni"(1927)


-La lotta dei contrari nel mondo degli uomini si svolge sul piano dello spirito applicato si esprime sui campi di battaglia e nei bilanci delle banche, nella donna è un conflitto dell'anima.

-L'uomo del presente deve applicarsi all'avvenire. Deve lasciare ad altri il compito di tenere in piedi il passato.
Egli non è soltanto un costruttore ma anche un distruttore.
Tanto lui quanto il suo mondo sono incerti ed ambigui.

-Le vie che il passato gli ha indicato e le risposte che esso dà alle sue domande sono insufficienti di fronte alle necessità del presente. Le vecchie vie comode sono chiuse.

-La via nuova deve passare per un terreno vergine, senza presupposti e purtroppo spesso anche senza pietà. 

-La morale è l'unica cosa che non possa essere perfezionata poiché ogni modificazione della morale tradizionale è propriamente un'immoralità.

-Una delle caratteristiche della donna è che per amore di un uomo essa è in grado di fare di tutto.
Eccezionalissimo è invece il caso delle donne che abbiano compiuto atti notevoli per amore di una cosa: ciò non risponde alla loro natura.

-Ciò che appartiene al sesso opposto si trova sempre pericolosamente vicino all'inconscio.

-Ogni vita non vissuta rappresenta un potere distruttore e irresistibile, che opera in modo silenzioso ma spietato.

-La liberazione dai legami naturali porta con sé la liberazione di cospicue forze psichiche, che chiedono inevitabilmente di essere usate.

-Ogni qualvolta una simile somma di energie non trova uno scopo che le si confaccia, provoca una perturbazione dell'equilibrio dell'anima.
Ogni energia senza scopo cosciente rafforza l'inconscio e ne sorgono incertezza e dubbio.

-La sua psicologia (della donna) è basata sull'Eros, il grande impulso che lega e libera, mentre all'uomo fu sempre attribuito quale principio supremo il Logos.

-In linguaggio moderno il concetto di Eros potrebbe essere espresso come "relazione delle anime" e il Logos come "interesse obbiettivo".

-Ma la più parte degli uomini è eroticamente cieca, poiché commette l'imperdonabile malinteso di scambiare Eros con sessualità.

-L'uomo crede di possedere sessualmente: ma mai la possiede meno di allora.
Infatti per la donna la sola relazione che conti è quella erotica.

-Per l'uomo l'Eros appartiene al regno delle ombre e lo avvolge nell'inconscio femminile, nella "sfera dell'anima"; mentre per la donna il Logos è un ragionare moralmente noioso, quando non addirittura temibile e ripugnante.

-La donna è "psicologica" in misura assai maggiore dell'uomo. Quest'ultimo solitamente si accontenta della sola "logica".

-Tutto quanto è pertinente dell' anima, dell'"inconscio" gli dà fastidio e gli appare nebuloso, vago, patologico.

-Le relazioni umane, contrariamente alle discussioni obbiettive, passano proprio attraverso la "sfera dell'anima",  regno di mezzo che si estende dal mondo dei sensi e degli affetti con i allo spirito e continente qualcosa di ambedue, senza venir meno alla sua natura caratteristica.

-L'uomo dovrà avventurarsi su questo terreno se vorrà andare incontro alla donna.

-Maschilità vuol dire: sapere ciò che si vuole e fare il necessario per ottenerlo.
Quando lo si è imparato, esso diventa talmente chiaro che non è non è possibile dimenticarlo senza un grave danno spirituale.

-L'autonomia e il senso critico acquistati grazie a questa conoscenza sono valori positivi, valutati come tali dalla donna che quindi non sarà più disposta a rinunciarvi.

-Non è forse una vecchia verità che la donna ama nell'uomo forte più la debolezza che non la forza e nell'uomo intelligente più la stupidità che non l'intelligenza? È questo che vuole l'amore della della donna: l'uomo nella sua interezza e non "allo stato puro"; ma anche la negazione di lui, seppure appena accennata.
Perché l' amore della donna -contrariamente a quanto accade nell'uomo - non è un sentimento,  bensì una volontà di vita, che è talvolta spaventosamente antisentimentale, sino a portare la donna al sacrificio di sé stessa.

-Nella nostra forza siamo indipendenti e isolati, artefici del nostro destino.
Nella nostra debolezza invece siamo dipendenti e legati, strumenti non volontari del destino: poiché qui non parla più la volontà propria, ma quella della specie.

-"Rispettabile" è colui che è in grado di "mostrare sé stesso"; quindi uno che risponde all'aspettativa generale; con altre parole, una maschera ideale; in breve, un inganno.
Le buone forme non sono in sé stesse un inganno, ma quando la rispettabilità rimuove l'anima - il contenuto vero, voluto da Dio, - siamo di quelli che Cristo ha chiamato un "sepolcro imbiancato".

-La storia è fatta soltanto da chi ha il coraggio di combattere in prima linea, portando sono al compimento l'esperimento, che è la sia vita stessa, e dichiarando con ciò che la sua vita non è una continuazione ma un principio.

-La donna si convince sempre più che solo l'amore sarà in grado di conferirle una statura più piena; così come l'uomo comincia a sospettare che solo lo spirito saprà dare un senso supremo alla sua vita; e in fondo sono ambedue alla ricerca di una mutua relazione delle loro anime, perché per raggiungere il compimento l'amore ha bisogno dello spirito e lo spirito dell'amore.
Di una fedeltà superiore, fedeltà nello spirito e nell'amore, al di là delle debolezze e delle imperfezioni umane.

-Chi conserverà sé stesso, sperimenterà il senso dell'essere sé stesso soltanto se sarà capace di scendere anche all'interno di sé verso ciò che è indifferenziatamente umano.

-Che altro potrebbe riscattarlo dalla solitudine interiore della differenziazione personale? Che altro potrebbe servirgli come ponte spirituale verso l'umanità? Chi sta in alto e spartisce tra i poveri i suoi beni, è staccato dall'umanità per la stessa sublimità della sua virtù, e quanto più atti compie per gli altri, dimenticando e sacrificando sé stesso, tanto più egli si estranierà interiormente da tutto ciò che è umano.
Tratto da "Realtà dell'anima" di C.G. Jung

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