giovedì 2 febbraio 2017

La luce e il colore


Considera come i Platonici, la luce come fuoco e forma del cielo, immagine della vita celeste, accesa da Dio nel sole, nel quale si trovano le altre qualità, di cui le più importanti sono: il calore vitale e piacevole, una certa attività motrice e formatrice di tutte le specie.
V'è una luce più intima grazie alla quale il sole splende di luce propria:
da questo genere si considera differente la luce che di lì è diffusa ovunque come un'immagine del sole.
Dunque da questa luce che è stata accesa presso di noi passiamo alla luce effusa che l'accende, poi a quella da cui fisicamente viene effusa, quindi a quella intima che è il principio dell'effusione, infine da quella che sta in un corpo divisibile come elemento divisibile a quella più semplice e indivisibile.
Che quella luce prima e iniziale fosse prima del sole, se non per durata almeno per natura, lo capirono Orfeo e gli Egizi, i cui misteri forse rappresenta Mosè nelle sue parabole.
Per questo gli antichi Caldei, tutti gli Egizi, i Pitagorici, i Platonici e gli altri ottimi contemplatori della natura adoravano più ardentemente questo sole.
Il nostro corpo e la nostra anima, il senso e l'intelletto, sono mezzi per celebrare, e poiché entrambe le facoltà ci spingono al divino attraverso i mezzi di entrambe, sia i templi e i luoghi sacri, sia coloro che si dice abitino in essi, la natura ovunque proclama che debbano essere oggetto di un duplice culto; essa pure, sul modello delle stelle che dipendono da un'unica fonte della luce, insegna a riconoscere - al di sopra di tutti gli innumerevoli dèi reggitori del mondo - un solo principe, padre e Dio.


Il colore è considerato la qualità successiva alla luce: esso è la qualità visibile dispiegata su una superficie, mentre la luce è la qualità non suscettibile di estensione alcuna ma che corre ovunque in una frazione di secondo.
Il colore non è visibile che grazie alla luce; infatti il colore non pare essere niente se non luce indebolita: a sua similitudine i fantasmi non sono intellegibili se non alla luce della ragione e così i fantasmi più vicini alla ragione sono più intellegibili, come i colori più vicini alla luce, sono più visibili.
Il colore si presenta all'occhio come i fantasmi alla ragione.
La luce è anche foma universale di ogni visibile e del colore essa si diffonde uniformemente in tutti i colori e i colori sono costituiti da una varia partecipazione di luce a partire da materie diverse.
Tratto da " Il sigillo dei sigilli " di Giordano Bruno

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