giovedì 29 dicembre 2016

Il Tempio della città del Sole"


Il Tempio è tondo perfettamente e non ha muraglia che lo circondi; ma sta situato sopra colonne grosse e belle assai.
La cupola grande ha in mezzo una cupoletta con uno spiraglio che pende sopra l'altare, ch'è un solo e sta nel mezzo del tempio.
Girano le colonne trecento passi e più, e fuor delle colonne della cupola vi son per otto passi  li chiostri con mura poco elevate sopra le sedie, che stan d'intorno al concavo dell'esterior muro, benché in tutte le colonne interiori, che senza muro fraposto tengono il tempio insieme non manchino sedili...
Sopra l'altare non vi è  altro ch'un mappamondo assai grande, dove tutto il cielo è dipinto, ed un altro dove è la terra.
Poi sul cielo della cupola vi stanno le stelle maggiori del cielo, notate coi nomi loro e virtù....
Ci son i poli e i circoli signati non del tutto, perché manca il muro a basso, ma si vedono finiti in corrispondenza alli globbi dell'altare.
Vi sono sempre accese sette lampade nominate dalli sette pianeti.
Sopra il tempio vi stanno alcune celle nella cupoletta attorno, e molte altre grandi sopra li chiostri, e qui abitano li religiosi, che son da quaranta.
Vi è sopra la cupola una banderola per mostrare i venti, e ne sognano trentasei; e sanno quando spira ogni vento che stagione porta.
E qui sta anco un libro in lettere d'oro di cose importantissime.
Tratto da "La città del Sole" di Tommaso Campanella

martedì 27 dicembre 2016

La figura e la forma


La figura non è, per così dire, non una quantità senza qualità, non una qualità senza quantità, ma è qualità in quantità; non luce, non colore, non traccia di luce e colore, non quantità pura, non pura qualità, ma unità derivante da entrambe e in entrambe .
Tuttavia nel suo genere attraverso di questa,  che si presenta alla vista grazie alla luce, la natura è soprattutto rivelatrice di cose profonde  e arcane, cioè attraverso una figura visibile la natura ci indica la ragione delle forme.
Questo è quel fuoco che Prometeo sottrasse di nascosto agli dèi e donò agli uomini,  questo è l'albero dell conoscenza del bene e del male;  infatti essa è la similitudine della forma.
Una è la forma  prima, sussistente per sé e da sé, semplice, indivisibile,  principio di ogni essenza, formazione e sussistenza;  essa si comunica a tutti senza essere diminuita, in essa ogni forma che viene comunicata è eterna e una; essa infatti è l'assoluta forma dell'essere e dà a tutti l'essere, donde vien chiamata anche padre e datore di forme,  è la forma assoluta della forma dell'universo e delle sue parti.
La forma è infinita, poiché è tutto l'essere, così da non essere limitata a questo o a quell'essere... si dice infinita la materia che non venga delimitata da questo o quell'essere tramite la forma.
Si dice che la materia ascenda a questa forma per i medesimi gradi e dalla differenza, dall'alterità e dalla diversità di partecipazione di questa materia e di questa forma nei loro propri procede la differenza, l'alterità e la diversità degli enti.
Questa forma universale dell'essere è luce infinita. ...attaverso le varie partecipazioni di essa nei diversi enti la materia si dispiega secondo diverse figure.
Tratto da " Il sigillo dei sigilli " di Giordano Bruno

giovedì 22 dicembre 2016

I sensi, l'anima e la memoria


Attraverso i sensi, quasi fossero porte, gli elementi diventano fisici da metafisici, da fisici divengono razionali e pronti a essere analizzati dai sensi più interni dell'uomo ove per perpetuarsi ricorrono a facoltà più immateriali.
E così dal mondo supremo, che è fonte delle idee, si discende al mondo ideato, creato tramite il primo e dal primo e da questo si giunge a quel mondo che è contemplativo di entrambi i precedenti.
Di qui deriva, con un percorso circolare, un salto dal primo al terzo e un ritorno dal terzo al primo o, rigirando la prospettiva, dal primo al terzo v'è una discesa, dal terzo al primo un'ascesa attraverso l'intermedio.
Quanto sarà mirabile l'opera tua se ti conformerai all'opera di entrambe le nature.
In questo modo sarai in grado di concepire e partorire con la memoria e con l'intelletto la struttura e la concatenazione del triplice mondo.
I sensi e i loro organi, le potenze e gli atti si riconducono a un unico centro, donde devono ornare il vicino atrio della fantasia con forme che entrano nella camera della memoria attraverso il triclinio del pensiero.
Per colui che desidera ricordare... certe cose viste e udite mille volte sfuggono nel momento meno opportuno e altre con cui i sensi sono venuti a contatto una sola volta e in modo superficiale, quando sono destinate a durare in eterno, si impadroniscono degli intimi recessi della memoria; poiché queste, assorbite dalla fantasia stessa, sono state assimilate tramite il pensiero.
Se dunque la fantasia non avrà bussato abbastanza vivacemente, il pensiero non aprirà e se questo "pensiero-usciere" non apre, la madre delle Muse, sdegnata, non le riceverà.
Il principio sta nell'aver considerato ciò per cui la memoria concepisce e trattiene in sé per partorire al momento opportuno e tramite certe apparenze superficiali attraverso la vista vengono mosse le varie passioni dell'animo.
Bada poi a non restringere le facoltà dell'anima ritenendo che la memoria sia legata agli organi corporei.
Questo in verità accade a coloro che, cercando a occhi chiusi lo spirito nella testa, pretendono di procurarsi la reminescenza, di richiamare le immagini dimenticate....quanto più insistono e fan pressione, tanto sono resi immemori.
La memoria proviene da un "trasporto", per cui non tramite gli occhi, ma tramite una certa facoltà senza nome dell'animo, che è collocata nel genere dell'intenzione o della tensione verso qualcosa, vede anche ciò che è nascosto e quasi posto in disparte.
Una cosa più è lontana, tanto più è da attribuirsi all'anima quanto più riconosciamo che essa è distante dai confini della materia.
Benché appaia all'anima l'immagine presente, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a osservare non essa ma come tramite essa.
È abbastanza evidente che i nostri sensi più interni agiscono più facilmente ed efficacemente se i sensi esterni sono sopiti...
Colui che propose di credere che la virtù si realizza nell'infermità, comprese che la virtù dell'animo fiorisce alla sfioritura delle virtù del corpo.
Smettiamo di ammirare quelle apparenze presentate dai sensi, che sono come le ombre delle cose e facciamo in modo nell'intimo di tornare ad ascoltare nell'animo il discorso dell'intelletto - guida che ci è proprio.
Ciò che deve essere concepito sulla verità delle cose non può essere espresso compiutamente da alcuna apparenza sensibile, ma l'assenza delle cose si insinua in noi come per un ordine che dà i suoi accidenti.
Noi esprimiamo queste cose con segni e certi simboli, poiché le nostre parole sono ancora insufficienti a dire di più.
Tratto da "Il sigillo dei sigilli" di Giordano Bruno

martedì 20 dicembre 2016

Struttura della città del Sole

 "Sorge nell'ampia campagna un colle, sopra il quale sta la maggior parte della città; ma arrivano i suoi giri molto spazio fuor delle radici del monte, il quale è tanto, che la città fa due miglia di diametro e più, e viene ad essere sette miglia di circolo; ma, per la levatura, più abitazioni ha, che si fosse in piano.
È la città distinta in sette gironi grandissimi, nominati dalli sette pianeti, e s'entra dall'uno all'altro per quattro strade e per quattro porte, alli quattro angoli del mondo spettanti; ma sta in modo che, se fosse espugnato il primo girone, bisogna più travaglio al secondo e poi più; 
talchè sette fiate bisogna espugnarla per vincerla.....
Entrando dunque per la porta Tramontana, di ferro coperta, fatta che s'alza e cala con bello ingegno, si vede un piano di cinquanta passi tra la muraglia prima e l'altra.
Appresso stanno palazzi tutti uniti per giro col muro, che puoi dir che tutti siano uno;  e di sopra han li rivellini sopra a colonne, come chiostri di frati, e di sotto non vi è introito, se non dalla parte concava delli palazzi.
Poi son le stanze belle con le fenestre al convesso ed al concavo, e son distinte con piccole mura tra loro.
Solo il muro convesso è grosso otto palmi, il concavo tre, li mezzani uno o poco più.....
E così s'arriva fin al supremo e sempre per piani...
Nella sommità del monte vi è un gran piano e un gran tempio in mezzo, di stupendo artifizio.
Tratto da "La città del Sole" di Tommaso Campanella

giovedì 15 dicembre 2016

La G[rande] O[pera]

La Grande Opera è la liberazione di Dio nell'uomo, la crocefissione delle spoglie nel morto, di ciò che è  perituro in che è perito, affinché nulla perisca.
La Grande Opera è in altre parole, la creazione di Dio.
La magia e l'alchimia sono cammini illusori.
La verità risiede solo nell'istinto diretto (rappresentato simbolicamente dalle corna) e nella linea retta della sua ascensione all'istinto supremo - nell'istinto diretto, la cui forma attiva è la sessualità, la cui forma  intermedia è l'immaginazione, la fantasia o la creazione nello spirito, la cui forma finale è la creazione di Dio, l'unione con Dio, l'identificazione astratta e assoluta con se stessi, la verità.
Cristo nella sua manifestazione materiale è un dio cristiano e in quella magica un dio, è nella manifestazione divina Dio.
Nel primo ordine gli si possono rivolgere preghiere, che avranno o meno effetto secondo le regole magiche di questi atti di fede.
Nel secondo ordine possono essergli indirizzate invocazioni, come a Osiride, che è  lo stesso Dio e l'effetto dipenderà dalla perfezione dell'incantesimo e del rito.
Nel terzo ordine non potranno essergli rivolte né preghiere né invocazioni; il processo di unione con Lui non si può esprimere con parole, né comprendere con l'intelligenza.
Solo colui che giunto fin dove questo processo esiste come formula di relazione, può assistere alla rivelazione intima, solo costui lo comprenderà ammesso che, nel  comprenderlo, lo comprenda.
Dobbiamo vivere intimamente ciò che ripudiamo.
Riconoscere la verità come verità e al tempo stesso come errore; vivere i contrari senza accettarli; sentire tutto in tutte le maniere e non essere nient'altro, alla fine, se non la comprensione di tutto - quando l'uomo si innalza a questa vetta è libero, come su ogni vetta, è  unito al cielo, cui  mai è unito, come su ogni vetta.
La luce falsa dell realtà, la luce falsa dell'apparenza, la luce falsa dell'iniziazione e del segreto - giorno, crepuscolo, notte; che cosa sono per chi contempla la Ragione limpida....
La perfezione dell'opera spirituale consiste nella corrispondenza esatta fra l'interiore e l'esteriore, fra l'anima e il corpo, in modo che la conoscenza dell'uno implichi necessariamente la completa conoscenza dell'altro.
La Grande Opera è quella in cui il "metallo", composto secondo la ragione in modo da essere l'"oro", elemento perfetto, sia composto, nello stesso atto, secondo l'analogia, in modo da simboleggiare l'"oro" spirituale.
In queste parole è contenuta la profonda distinzione fra la produzione artificiale dell'"oro" secondo l'alchimia e la medesima produzione secondo la scienza.
Nei due casi l'"oro" materiale sarà identico come materia, ma l'oro che la scienza produrrà non sarà altro che oro, perché nel fabbricarlo essa ha cercato di produrre soltanto oro, mentre l'"oro" che l'alchimia produrrà sarà più che oro, perchè nel fabbricarlo essa ha cercato di produrre non soltanto l'oro ma anche il segreto dell'oro, il segreto aureo.
L'oro della scienza sarà uguale all'oro della Natura come effetto; l'oro dell'alchimia sarà uguale a quello della Natura, non soltanto come effetto, ma anche come causa.
Tratto da " Pagine esoteriche " di Fernando Pessoa

martedì 13 dicembre 2016

L'uomo e il processo cognitivo


La necessità, per la quale l'uomo, messo alle strette, desidera e cerca di afferrare le ali dell'aurora, ti spinge affinché l'ingegno umano non si intorpidisca e non muoia la sua forza vitale.
La natura ha assegnato a tutti ali squisite secondo necessità, ma sono davvero pochissimi coloro che sanno dispiegarle.
Ci si presentano dinanzi cose, segni,  immagini, spettri o fantasmi.
Gli elementi di differenziazione sono l'odioso, cioè il deforme e il cattivo; il desiderabile, cioè il bello e il buono e le combinazioni tra due o tre di questi elementi. ..
La natura fornisce di questi elementi di meditazione il senso, la concupiscenza, l'intelletto e la volontà, da cui si origina il vedere, il toccare in generale, l'immaginare, il pensare e anzitutto il ricordare,  il riflettere e il comprendere, donde nasce, in base a ciò che è ricordato, quello che vien solitamente denominato intelletto "che comprende" o "in attitudine" .
A questi elementi si aggiunge la formazione, le cui specie sono: l'opinione in generale, il dubbio, lo scrupolo, il legame, la fiducia e la seduzione in genere - che eccita il piacere, l'ambizione, la curiosità e la fiducia...
Tutto ciò produce poi da una parte la scelta e il rifiuto, dall'altra l'assenso e il dissenso.
Tra questi procedimenti vi è il semplice apprendere o "concezione prima", il numerare, il misurare, il pesare, dividere, distribuire, distinguere, ordinare, definire, rappresentare, argomentare e comprendere  che è l'attività della mente.
Gli elementi che esistono per natura preesistono nella mente del creatore primo e in seguito, a partire da esse, vengono alla luce secondo certe successioni... questi elementi dalla prima mente vengono comunicati al primo intelletto e comparendo grazie ad esso nell'ordine naturale (dopo che in qualche modo erano preesistenti nell'archetipo infinito) divengono per così dire inclusi in un certo confine e in questo modo esistenti in natura.
Tratto da "Il sigillo dei sigilli" di Giordano Bruno

giovedì 8 dicembre 2016

Chimica occulta (alchimia) e chimica comune

La chimica occulta o alchimia, si differenzia dalla chimica comune o normale solo per quanto riguarda la teoria della costituzione della materia.
Esteriormente non differiscono né i processi operativi, né gli strumenti usati.
È il significato con cui vengono impiegati gli strumenti e compiute le operazioni a stabilire la differenza tra chimica e alchimia.
La materia è di fatto costituita in accordo con le convinzioni dei chimici e dei fisici comuni, da un sistema di forze in equilibrio instabile, il quale dà luogo a corpi dinamici che possiamo definire "atomi".
È perche questa è una realtà, e perché la materia, considerata dal punto di vista fisico, è davvero così costituita, che sono possibili gli esperimenti e le scoperte degli scienziati, e che la materia può essere manipolata con mezzi materiali, attraverso processi soltanto fisici o chimici e per fini concreti e immediatamente reali.
Ma nello stesso tempo, gli elementi che compongono la materia hanno un altro significato; esistono non solo come materia ma anche come simbolo.
Ferro-materia e ferro-simbolo ad esempio.
Ciascun elemento simboleggia una determinata linea di forza sovramateriale e può quindi essere oggetto di un'operazione o azione che lo alteri e lo tocchi, non solo in quanto elemento, ma anche in quanto simbolo.
E una volta compiuta quest'operazione l'effetto prodotto supera in trascendenza l'effetto materiale visibile, percettibile e misurabile nell'ampolla o nell'apparecchio in cui si è  realizzato l'esperimento.
L'operazione alchimica è questo.
L'alchimia si propone di trasformare e dominare ciò che la materia simboleggia per fini che non sono materiali.
Nell'esperimento alchemico la "forza" che il corpo lavorato simboleggia è in contatto diretto con lo spirito di chi opera e non solo del suo ma tutti coloro che lo aiutano coscientemente nei suoi esperimenti.
Il risultato dell'esperimento ha effetti diversi e di diversa importanza su chi opera e sui suoi "aggiunti".
Tratto da " Pagine esoteriche " di Fernando Pessoa

martedì 6 dicembre 2016

L'Om e il Re del Mondo


Il Re del Mondo è in rapporto con i pensieri di tutti coloro che dirigono il destino dell'umanità, conosce le loro intenzioni e le loro idee.
Se esse piacciono a Dio, il Re del Mondo le favorirà col suo aiuto invisibile: se dispiacciono a Dio, il Re del Mondo provocherà il loro fallimento.
Tale è il potere dato dall'"Agharti" (centro iniziatico misterioso sotterraneo le cui ramificazioni si estendono dappertutto e per mezzo del quale si stabilirebbero invisibili comunicazioni fra tutte le regioni della terra) mediante la scienza misteriosa di Om, parola con cui diamo inizio a tutte le nostre preghiere.
Om è il nome di un santo antico, il primo Guru che visse trecentomila anni fa (molto anteriore all'era del presente Manu).
Colui che "sussiste di per sé" o il Logos eterno; ora il Logos o chi lo rappresenta direttamente può veramente essere designato come il primo dei Guru o dei Maestri Spirituali e in realtà Om è un nome del Logos.
Secondo la tradizione Indù i tre elementi di questo monosillabo sacro simboleggiano rispettivamente i "tre mondi" cioè i tre termini del "Tribhuvana": la Terra ("Bh-"), l'Atmosfera ("Bhuvas"), il Cielo ("Swar"), in altri termini, il mondo della manifestazione corporea, il mondo della manifestazione sottile o psichica, il mondo principiale del non manifestato.
Tratto da " Il Re del Mondo" di Réne Guénon

giovedì 1 dicembre 2016

L'amore.. (S. Kierkegaard)

Cos'è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio? 
Cos'è che rende un uomo forte, più forte del mondo intero; cos'è che lo rende debole, più debole di un bambino? 
Cos'è che rende un uomo saldo, più saldo della roccia; cos'è che lo rende molle, più molle della cera? 
È l'amore! 
Cos'è che è più vecchio di tutto? 
È l'amore. 
Cos'è che sopravvive a tutto? 
È l'amore. 
Cos'è che non può essere tolto, ma toglie lui stesso tutto?
 È l'amore. 
Cos'è che non può essere dato, ma dà lui stesso tutto?
 È l'amore. 
Cos'è che sussiste, quando tutto frana?
 È l'amore. 
Cos'è che consola, quando ogni consolazione viene meno? 
È l'amore. 
Cos'è che dura, quando tutto subisce una trasformazione? 
È l'amore. 
Cos'è che rimane, quando viene abolito l'imperfetto?
È l'amore. 
Cos'è che testimonia, quando tace la profezia? 
È l'amore. 
Cos'è che non scompare, quando cessa la visione? 
È l'amore. 
Cos'è che chiarisce, quando ha fine il discorso oscuro?
 È l'amore. 
Cos'è che dà benedizione all'abbondanza del dono? 
È l'amore. 
Cos'è che dà energia al discorso degli angeli? 
È l'amore. 
Cos'è che fa abbondante l'offerta della vedova? 
È l'amore. 
Cos'è che rende saggio il discorso del semplice?
È l'amore. 
Cos'è che non muta mai, anche se tutto muta? 
È l'amore, e amore è solo quello che mai si muta in qualcos'altro
[Soren Kierkegaard]
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