sabato 20 febbraio 2016

I giganti


I giganti sono notoriamente ottusi condannati a un pensiero corporeo, miopi e sempre affamati.
Nelle fiabe al gigante è  contrapposto l'animale astuto, l'elfo o lo gnomo, la fanciulla scaltra o il piccolo sarto.
Il gigante sa pensare soltanto secondo lo schema: "non è altro che", e riduce tutto al minimo comun denominatore, per non dover uscire dalla caverna o risvegliarsi dal suo sbracato, rintronante torpore.
Il gigante, con la sua solidità di adulto, minaccia l'immagine del bambino, il suo legame ecologico con il mondo meraviglioso.
La stupidità è  il gigante che non nota le piccole cose.
Se ci pensate, sono un fagiolo a salvare Giacomino e un sasso a salvare Davide da Golia.
Il gigante nella psiche è un'altro modo di chiamare la caverna platonica dell'ignoranza, e non è un caso se Ulisse incontra proprio in una caverna Polifemo, il gigante con un occhio solo,  che prende alla lettera il gioco di parole di Ulisse e in tal modo viene ingannato. 
Vedi anche:
Tratto da "Il codice dell'anima" di James Hillman

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