lunedì 15 febbraio 2016

Differenza tra scienza tradizionale e scienza profana


Vi è  una totale differenza che intercorre tra la scienza tradizionale e la scienza profana;
La scienza profana, infatti, è  essenzialmente ed esclusivamente analitica: non considera mai i principi, e si perde nel dettaglio dei fenomeni, la cui moltitudine indefinita e indefinitivamente cangiante è  per essa veramente inesauribile, sicché non può  mai pervenire, in quanto conoscenza, ad alcun risultato reale e definitivo; essa si limita esclusivamente ai fenomeni, ossia alle apparenze esteriori, e non è in grado di afferrare il fondo delle cose.
In ciò  risiede del resto una delle ragioni che spiegano  l'"agnosticismo" moderno, poiché, essendovi cose che non possono essere conosciute se non sinteticamente, chi procede soltanto con l'analisi è  indotto per ciò stesso a dichiarare "inconoscibili".
È  vero che la conoscenza sintetica è  essenzialmente quello che si può  chiamare una conoscenza "globale", come lo è  la conoscenza di un insieme continuo o di una serie indefinita i cui elementi non sono e non possono essere dati distintamente; ma, oltre al fatto che in fondo è  questo ciò che importa veramente, si può sempre -giacché tutto vi è  contenuto in un principio- ridiscendere a considerare le cose particolari che si vorrà.
Invece partendo dalle cose particolari considerate in se stesse e nel loro dettaglio indefinito, non si può mai elevarsi ai principi: in questo il punto di vista e il marchio della scienza tradizionale sono in qualche modo l'inverso di quelli della scienza profana, come la sintesi è  l'inverso dell'analisi.
Ciò costituisce un'applicazione della verità evidente secondo la quale, se si può  trarre il "meno" dal "più ", non si può mai, al contrario, far uscire il "più" dal "meno"; eppure è questo che pretende di fare la scienza moderna, con le sue concezioni meccanicistiche e materialiste e il suo punto di vista esclusivamente quantitativo; ma, proprio perché si tratta di un'impossibilità, essa è in realtà incapace di fornire la vera spiegazione di alcunché.
Tratto da "I principi del calcolo infinitesimale" di René Guénon

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