lunedì 29 giugno 2015

Le Nebbie di Avalon: frasi


Sull'Isola Sacra, Igraine aveva appreso che la morte era solo la porta d'una nuova nascita; e quindi non capiva perché mai un cristiano dovesse avere tanta  paura di andare incontro alla pace eterna.
Nell'Isola Sacra dove sono cresciuta insegnano che la morte è  sempre la porta di una nuova vita e di una nuova sapienza.....

Quale Dio giusto condannerebbe all'Inferno un uomo per la sua ignoranza, anziché insegnargli nell'aldilà?
Nel tempio ci dicono che la vera felicità si trova soltanto nella liberazione dalla Ruota della Morte e della Rinascita  e che dobbiamo disprezzare le gioie e le sofferenze terrene, e aspirare soltanto alla pace della presenza dell'eterno.

Eppure io amo questa vita sulla terra....e ti amo d'un amore più forte della morte. Se il peccato è  il prezzo del legame tra noi, vita dopo vita, allora peccherò con gioia per ritornare sempre a te, mia amata!

I Sacri Emblemi  dei druidi, custoditi ad Avalon da quando i romani avevano bruciato i boschi sacri... piatto, coppa, spada e lancia, simboli dei quattro elementi: il piatto della terra, la coppa dell'acqua, la spada del fuoco, la lancia o lo scettro dell'aria..

Corpo e anima, le avevano  insegnato, non erano legati saldamente: nel sonno l'anima abbandonava il corpo è si recava nella terra dei sogni dove tutto era illusione e follia; ma a volte giungeva nella terra della verità....

Un druido deve diventare bardo prima che sacerdote, perché  la musica è una delle chiavi delle leggi dell'universo.

Attento a ciò  che dici perché in verità le parole che pronunciamo gettano un'ombra su ciò che avverrà, e pronunciandole le facciamo avverare...

Per la prima volta in tanti anni si sentiva confusa; sapeva che non era facile definire la virtù. I cristiani consideravano la castità la virtù più alta, mentre ad Avalon era virtù donare il proprio corpo al Dio o alla Dea in armonia con il fluire della natura: ciò che per gli uni era virtù, per gli altri era il peccato più nero.

Io credo che Dio voglia vedere gli uomini impegnarsi per cercare da soli la verità

La vecchia magia dei druidi l'ha sottratta (Avalon) a questo mondo perché era troppo bella per noi uomini imperfetti, un sogno di paradiso...

Dio è uno... e tutto il resto non è  altro che il modo in cui gli ignoranti cercano di dargli una forma comprensibile, come l'immagine della tua Vergine. La Vergine e il Drago sono egualmente simboli di cui l'uomo si serve per invocare l'aiuto celeste....
Il simbolo del drago dev'essere sempre davanti a loro perché l'umanità si realizzi anziché pensare al peccato e alla penitenza!

Forse quando parliamo del tempo che passa lo facciamo solo perché abbiamo l'abitudine di contare tutto.
...A un certo livelli dei Misteri, ciò che si mangia influisce sulla mente... ora non oso mangiare carne, mi ubriaca più  dell'eccesso di vino.

Avalon sarà  sempre accessibile per chi saprà  trovare la strada: ma se l'umanità  non vi riesce, allora forse questo è il segno che non è  pronta.

Se volete orientare la vostra vita secondo il messaggio degli Dei, cercate ciò che si ripete, perché è  la lezione karmica che dovete imparare in questa incarnazione. Ciò che continua a ripetersi finché lo avete assimilato nel vostro spirito.

Ciò  che non è  stato creato dall'uomo non può essere venerato sotto un tetto costruito da mani umane.

Dobbiamo credere che Cristo morì per redimerci dai peccati. Conosco troppo bene la verità....so che in una vita dopo l'altra noi dobbiamo esaurire le cause che abbiamo messo in moto e rimediare al male compiuto.
Non è sensato che un uomo solo, per quanto santo e benedetto, possa espiare tutti i peccati del mondo.
No, credo sia uno scherzo crudele dei preti, per indurre gli uomini a pensare che sono ascoltati da Dio e possono perdonare in suo nome...

Il loro Dio sarebbe quell'unico e cancellerebbe persino il nome della Dea che serviamo. Non capisci che questo renderebbe più ristretto il mondo? Sembra che ora gli uomini vedano il mondo in modo diverso, come se una verità dovesse scacciare le altre...
In futuro lo capiranno anche i preti... ma sarà  troppo tardi, se nel frattempo avranno estirpato ogni altra verità dal mondo.

Forse in Avalon potremmo conservare la sapienza segreta... ma ormai non potremo più  diffonderla nel mondo.

Nelle ultime generazioni gli uomini avevano imparato a credere che esistessero un solo Dio, un solo mondo, un solo modo di descrivere la realtà, e che quanto era estraneo a quel mondo appartenesse ai diavoli, e che il suono delle campane tenesse lontano il male.... e più  era numerosa la gente che lo credeva, più  Avalon diventava un sogno alla deriva in un altro mondo quasi inaccessibile.

In quegli ultimi tempi vi erano alcuni che avevano visto l'albero della Sacra Spina nella prima fioritura per i seguaci del Cristo, e adoravano Cristo in pace senza cercare di scacciare la bellezza del mondo.
Molti di loro giungevano ad Avalon per sfuggire alla persecuzione bigotta...da quei cristiani appresi finalmente qualcosa del Nazareno, il figlio del falegname che era pervenuto in vita alla Divinità e aveva predicato la tolleranza: e allora compresi che non avevo motivo di risentimento verso Cristo, ma verso i preti sciocchi e meschini che scambiavano la propria meschinità per il suo volere.

Vogliono usare i Sacri Simboli della Dea per evocare la Presenza.... che è  Una...ma vogliono farlo in nome del Cristo che chiama demoni tutti gli altri Dei!
La coppa che i cristiani usano nella messa è l'invocazione dell'acqua, come il piatto su cui pongono il pane consacrato rappresenta l'elemento della terra. Ma anziché l'acqua pura della fonte della Dea, hanno usato il vino, contaminando il calice!
Io sono tutto... la Vergine e la Madre, colei che da la vita e la morte...
Prima che Cristo fosse, io sono, e sono io che ti ho fatta quale sei. Perciò, figlia, dimentica la vergogna e rallegrati perché anche tu appartieni alla mia stessa natura.

...Il tempo di Avalon è  finito. Il Nazareno ha vinto, e noi ci allontaneremo nelle nebbie fino a che saremo soltanto una leggenda. Vorresti portare i Sacri Simboli con te nella tenebra, conservandoli in attesa  di un nuovo giorno che non spunterà mai? Ritengo giusto che i sacri oggetti vengano affidati al mondo, al servizio della Divinità.
In questa terra il Dio cristiano sta portando una rinascita spirituale... è un male, quando gli uomini hanno dimenticato i Misteri?
Non li hanno dimenticati: li hanno trovati troppo difficili.
Vogliono un Dio che abbia cura di loro e non pretenda che lottino per l'illuminazione, e cancelli i peccati con il pentimento... Forse è  l'unico modo in cui i non illuminati possono pensare ai loro Dei.

Forse una religione che impone a ciascuno di operare per vite e vite alla conquista della propria salvezza è troppo per gli umani. Vogliono la giustizia subito: è questo è ciò che gli promette la nuova razza di preti.

La Dea era reale finché gli umani le rendevano omaggio e creavano la sua forma. Ora si creeranno il Dio che credono di volere... Forse quello che meritano....sarà un mondo più semplice del nostro, e sarà più agevole...

Il mio amore per te è  una preghiera. L'amore é  l'unica preghiera che conosco.

Qui preghiamo la Madre di Cristo Maria immacolata....
Davanti a Maria sentiamo di essere in presenza di nostra Madre.
E guarda abbiamo  anche le statue delle nostre sante, Maria di Magdala che asciugò i piedi di Gesù  con i suoi capelli, e Marta che cucinava per lui. E questa è  una statua antichissima che ci ha donato il vescovo...si chiama Santa Brigida...
La Dea è in noi, ma ora so che sei anche nel mondo, per sempre.
È in Avalon, ma è  qui. È dovunque. E coloro che hanno bisogno d'un segno nel mondo lo vedranno sempre.
Brigida non è una santa cristiana...È la Dea così come viene chiamata in Irlanda. E io lo so: queste donne riconoscono il potere dell'Immortale...la Dea non abbandonerà mai gli umani...

Tratto da "Le Nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley





venerdì 26 giugno 2015

Il Mysterium Coniunctionis



L'unione mentale degli opposti non rappresenta il punto culminate, bensì solamente la prima tappa del processo.
Il secondo stadio viene raggiunto quando l'unione mentale, ossia l'unità spirito e anima, viene collegata al corpo. Ci si può attendere però un compimento del mysterium coniunctionis solo quando l'unità di spirito, anima e corpo si è collegata con l'unus mundus delle origini.
Questo terzo stadio della Coniunctio divenne oggetto di raffigurazioni metaforica per esempio nell'Assunzione e Incoronazione di Maria, dove la madre di Dio rappresenta il Corpo.
Ciò può iniziare con un'"unione mentale", meramente intrapsichica, dell'intelletto o della ragione con Eros, che rappresenta il sentimento.
Una simile rappresentazione interiore è di non poca importanza, poichè rappresenta un notevole progresso sia nella conoscenza di sè stessi, che nella maturità personale, ma la sua realtà è puramente potenziale e si relizza soltanto tramite l'unione con il mondo fisico del corpo.
Gli alchimisti hanno perciò raffiguarto l'unio mentalis come Padre e Figlio, e la loro unione con la colomba (la spiratio comune ad entrambi), mentre hanno raffigurato il mondo del corpo mediante l'elemento femminile, ossia mediante la figura di Maria.
A modo lo hanno preparato per più di mille anni il dogma dell'Assunzione (Il dogma cattolico è stato proclamato da papa Pio XII il 1º novembre 1950, anno santo, attraverso la costituzione apostolica Munificentissimus Deus (incipit latino, traducibile: "Dio generosissimo"). Si tratta dell'ultimo dogma, finora, proclamato da un Papa, dopo i due proclamati da Pio IX nel secolo XIX. fonte Wikipedia)
Le ampie implicazioni dello sposalizio tra il principio spirituale paterno e quello "materiale", vale a dire la corporeità materna, non sono tuttavia rese immediatamente evidenti dal dogma e dalla sua definizione. 
Il dogma dell'Assunzione e il mysterium coniunctionis degli alchimisti esprimono il medesimo pensiero di fondo anche se mediante simbolismi diversi.
Così come la Chiesa insiste sull'assunzione del corpo fisico in cielo, così l'alchimia ha creduto alla possibilità o persino all'esistenza reale del suo Lapis o dell'oro filosofale.
In entrambi i casi la fede suppliva alla carenza di realtà empirica.
Sebbene gli alchimisti avevano una visione più materialistica del dogma, entrambi si fermavano al secondo stadio della Coniunctio, a quello cioè di unione mentale, di un'anticipazione spirituale.
Gli alchimisti più onesti non avevano difficoltà di ammettere di non aver ancora scoperto l'ultimo segreto.
L'unio mentalis, il trovare l'unità interiore, che noi oggi designamo come individuazione era concepito come un'armonizzazione psichica degli opposti in superatione  corporis, ossia una sorta di aequanimitas al di là di ogni affettività e istintialità legate al corpo.
Lo spirito (animus) nell'unio mentalis deve unirsi all'anima, uno spiraglio di vita eterna, dunque una specie di finestra sull'eternità, mentre l'anima rappresenta un organo dello spirito, così come il corpo è, a sua volta, lo strumento dell'anima.
Essa si pone tra il bene e il male e può scegliere liberamente, può compiere l'opzione tra i due.
Dà vita al corpo mediante una unio naturalis, così come da parte sua riceve vita dallo spirito, grazie a un'unione soprannaturale.
Per rendere possibili le successive riunificazioni, la mente deve essere distaccata dal corpo, il che equivale a una morte per libera decisione dato che si può unire solo ciò che è separato.
Quest'ultimo stato in cui l'affettività legata al corpo esercita un influsso disturbante sulla razionalità della mente.
Scopo di tale separazione è di sottrarre la mente e l'animo all'influenza delle emozioni e di stabilire così una posizione spirituale che è sovraordinata alla turbolenta sfera corporea.
A lungo andare non serve a niente mutilare la natura vivente imponendole il primato dello spirito, ed è per questo che l'uomo pio non può impedirsi di ricadere continuamente nel peccato, e l'uomo razionale deve senza posa irritarsi contro le sue irrazionalità.
Può sottrarsi a tale intollerabile conflitto soltanto chi maschera artificiosamente e in maniera inconscia l'altro lato di sè.
Secondo un'antica tradizione l'anima vivifica il corpo e viene a sua volta vivificata dallo spirito. Essa tende dunque verso il corpo e verso tutto ciò che è corporeo, sensibile, emozionale, dev'essere richiamata dal "consiglio dello spirito" dal suo abbandono nella materia e nel mondo.
L'anima occupa una posizione mediana tra il bene e il male, dà occasione di scoprire il lato oscuro della personalità, i desideri e le motivazioni più inferiori, le fantasie e i risentimenti infantili, tutti i tratti che ognuno di noi cela a sè stesso.



Il confronto con la propria Ombra per conoscere la propria anima: a tale conoscenza si approda grazie l'aiuto dello spirito, termine con il quale si intendono tutte quelle elevate facoltà mentali, poichè lo spirito è un "finestra sull'esternità" e in quanto anima rationalis è immortale, esso trasmette all'anima un certo influsso divino e la conoscenza di un ordine cosmico superiore.
Il secondo stadio della coniuctio, l'unificazione mentale con il corpo è particolarmente importante perchè è solo a partire da qui che si può ottenere una perfetta Coniunctio, l'unione con l'unus mundus.
Ricollegare con il corpo la posizione spirituale significa ovviamente che la conoscenza ottenuta deve divenire reale.
La conoscenza può rimanere sospesa nel senso di non venire applicata.
Questo stato della Coniunctio consiste invece nella realizzazione dell'uomo che è giunto a conoscere, sia pur in maniera approssimativa, la sua paradossale interezza.
La grande difficoltà di questo stadio deriva dal non sapere come possa realizzarsi in concreto l'immagine paradossale della totalità o interezza dell'uomo.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C. G. Jung

mercoledì 24 giugno 2015

Solve et Coagula


La formula solve e coagula è ritenuta in un certo modo contenere tutto il segreto della «Grande Opera», in quanto questa riproduce il processo della manifestazione universale, con le sue fasi inverse.
Il termine solve è talora rappresentato da un segno che mostra il Cielo e il termine coagula da un segno che mostra la Terra.
Ogni forza di espansione è yang e ogni forza di contrazione è yin; le "condensazioni" che danno origine ai composti individuali, procedono quindi dagli influssi terrestri, e le "dissipazioni" che riconducono gli elementi di tali composti ai loro principi originari, procedono dagli influssi celesti; sono gli effetti delle rispettive attrazioni del Cielo e della Terra.
Se si parte dallo stato di non manifestazione per passare a quello manifesto per prima cosa si presenterà la "coagulazione" verrà poi la "soluzione", come movimento di ritorno verso il non manifestato...
Se si partisse invece da un determinato stato di manifestazione si dovrebbe in primo luogo considerare una tendenza avente come risultato la "soluzione" di quanto  si trova in tale stato e una fase ulteriore di "coagulazione" per tornare a un altro stato di manifestazione
: occorre aggiungere che tale soluzione e tale coagulazione, rispetto allo stato antecedente e allo stato susseguente, possono essere in realtà perfettamente simulatanee.
È la "morte" a uno stato e la "nascita" a un altro, considerati come le due facce opposte e inseparabili di una stessa modificazione dell'essere.
Le cose si presentano in senso inverso a seconda che le consideriamo dal punto di vista del Principio o della manifestazione.
Il Cielo in quanto polo positivo della manifestazione, rappresenta in modo diretto il Principio rispetto ad essa, mentre la Terra, in quanto polo negativo, non può che rappresentarne un'immagine invertita.
La prospettiva della manifestazione riferirà quindi abbastanza naturalmente allo stesso Principio ciò che realmente appartiene al Cielo, e accadrà così che il movimento (simbolico) del cielo venga in un certo modo attribuito al Principio, anche se esso è immutabile.
Ogni attrazione genera un movimento centripeto e quindi una condensazione, alla quale corrisponderà, al polo opposto, una dissipazione determinata da un movimento centrifugo in modo da ristabilire o meglio da mantenere l'equilibrio complessivo.
Ne consegue che ciò che è condensazione sotto il profilo della sostanza è all'opposto una dissipazione sotto il profilo dell'essenza e ciò che è dissipazione sotto il profilo della sostanza è una condensazione sotto il profilo dell'essenza.
Ogni trasmutazione nel senso ermetico del termine, consisterà propriamente nel dissolvere ciò che era coagulato e viceversa... Sono due aspetti complementari di un'unica operazione.
Gli alchimisti dicono: "la dissoluzione del corpo è la fissazione dello spirito" e viceversa:
Corrisponde alla condensazioni e alle dissipazioni della tradizione taoista: "spiritualizzare il corpo è corporizzare lo spirito" o "rendere occulto il manifesto e manifesto l'occulto" o espressione coranica "trarre il vivo dal morto e il morto dal vivo".
Al suo più alto grado, questo rovesciamento si trova in stretto rapporto con quello che il simbolismo cabbalistico chiama lo "spostamento delle luci", e anche con questo detto che la tradizione islamica attribuisce agli awaliyâ
"I nostri corpi sono nostri spiriti e i nostri spiriti sono i nostri corpi".
In virtù di questo stesso rovesciamento  si può dire che, nell'ordine spirituale, è l'"interno" ad avvolgere l'esterno, come nel caso del rapporto fra il Cielo e la Terra.
Vedi anche Yin e Yang
Tratto da "La Grande Triade" di R.Guenon

lunedì 22 giugno 2015

Mercurio l'acqua e il sole



Nell'ambito della corrente mistica nessun oggetto 'simbolico' presenta mai un unico significato.
La sessualità non esclude la spiritualità, e viceversa, giacché in Dio tutti gli opposti sono eliminati.
Mercurio a livello alchemico, in quanto "anima" è il ligamentum che unisce spiritus e corpus, la sua duplice natura lo rende atto al ruolo d'intermediario; esso è al tempo stesso corporeo e spirituale e unisce in sé stesso entrambi i principi.
Egli unisce l'emanazione della parte destra o maschile e della parte sinistra o femminile.
Esiste una relazione indubitabile tra il simbolo del Lapis e il concetto empirico del Sé, Mercurio è spirito e materia; il Sé comprende, come mostra il suo simbolismo, tanto la sfera psichica quanto quella corporea.
Mercurio è però anche l'"acqua" che occupa una posizione mediana tra l'elemento volatile (aria, fuoco) e quello fisso o solido (terra), perché esso si presenta sotto entrambe le forme, quella liquida e quella gassosa, e al tempo stesso come corpo solido quando assume l'aspetto del ghiaccio.
Mercurio ha in comune con l'acqua l'aqaeositas, giacché da un lato è un metallo e si amalgama con i metalli sottoforma solida, e dall'altro è liquido ed è evaporabile.
Il motivo più profondo per cui esso viene paragonato così spesso all'acqua è che, in virtù della sua somiglianza, esso riunisce in sé tutte le qualità numinose che possiede l'acqua.
Nel corso dei secoli cristiani sotto l'influsso delle idee gnostico-ermetiche, l'acqua ha assunto il significato di Nous, di cui il cratere divino era ricolmo, affinchè gli uomini desiderosi di giungere alla coscienza potessero rinnovarsi in quel bagno battesimale; in seguito essa significò l'aqua doctrinae, da un lato, e un'acqua magica e miracolosa dall'altro.
L'identificazione assai antica con l'hydrargyrum, l'argento vivo, inserì l'intera tradizione di Ermete Trimegisto nella sfera l'interpretazione dell'acqua, elemento anch'esso dotato di carattere numinoso fin dai tempi più antichi.
Ciò poté avvenire poiché l'acqua, in quanto "matrice e nutrice univesale" possiede un aspetto materno primordiale che ne fa un simbolo quasi ineguagliabile dell' inconscio.
In tal modo l'idea dell'"acqua" poté gradualmente svilupparsi sino a giungere a quel tremendo paradosso del Mercurio, che in quanto "antichissimo figlio della madre" è lo spirito ermetico e in quanto sostanza chimica è argento vivo preparato con arti magiche.
In quanto "figlio del giorno" Mercurio è la luce.
 


Per tale ragione viene anche celebrato come lux moderna o come Luce al di sopra di tutte le luci.
Egli è dunque un "figlio della domenica" (creato nel "giorno del sole"), così come il pianeta Mercurio è il più vicino al sole e per tale ragione può essere considerato "figlio del sole".
Tratto da "Mysterium Coniunctionis"   di C.G.Jung

venerdì 19 giugno 2015

Il Figlio del Cielo e della Terra


"Il Cielo è suo Padre e la Terra è sua madre"
questa è la formula inizaitica, che determina i rapporti dell'Uomo con gli altri due termini della Grande Triade, egli rappresenta l'"uomo vero" di cui l'iniziato è chiamato a realizzare in se stesso tutte le possibilità.
Ogni uomo, anzi qualunque essere, è allo stesso modo e proprio per questo motivo figlio del Cielo e della Terra, giacchè la sua natura partecipa necessariamente di entrambi; c'è in ogni essere una essenza e una sostanza nell'accezione relativa dei due termini, un aspetto yang e un aspetto yin, un lato "in atto" e un lato "in potenza", un "interno" e un "esterno".
In tale partecipazione ci sono dei gradi da osservare, perchè negli esseri manifestati, gli influssi celesti e terrestri possono combinarsi in moltissime maniere e in moltissime proporzioni diverse.
Ogni essere è in una certa maniera e a un certo grado, perchè sono l'"uomo vero" è pienamente e per eccellenza il Figlio del Cielo e della Terra e tra i suoi privilegi, ha quello di poter riconoscere effettivamente il Cielo come suo "Vero Antenato".
l'uomo vero è l'unico a dover essere considerato come l'uomo realmente normale, possiede veramente la pienezza della natura umana, avendo sviluppato in sè l'integralità delle possibilità che essa implica; gli altri uomini hanno solo una potenzialità umana più o meno sviluppata in alcuni suoi aspetti, questo carattere di potenzialità ne fa in realtà dei figli della Terra più che del Cielo, ed è tale carattere a farli yin rispetto al Cosmo.

Per far si che un uomo sia "Figlio del Cielo e della Terra" occorre che in lui l'"atto" sia uguale alla "potenza" e quindi perfettamente equilibrato sotto l'aspetto dello yang e dello yin, là dove essi sono realizzati in eguel misura, egli è yang rispetto al Cosmo; egli può così svolgere in modo effettivo il ruolo centrale che gli compete, a patto di essere effettivamente uomo nel pieno significato della parola cioè l'immagine del "Vero Antenato".
L'"uomo vero" è anche l'"uomo primordiale", la sua condizione è quella che era naturale all'umanità alle sue origini, e da cui si è poco a poco allontanata, per giungere fino allo stato di uomo comune che propriamente non è altro che uomo decaduto.
Un graduale allontanamento dal centro in cui si situava l'"uomo primordiale"; un essere è tantomeno yang e tanto più yin quanto si allontana dal centro, nella stessa misura in cui l'"esterno" ha il sopravvento sull'"interno" e quindi ormai quasi solo "Figlio della Terra".
L'"uomo primordiale" in virtù della sua interiorità, abbracciando tutto il suo stato dui esistenza come il Cielo abbraccia tutta la manifestazione (perchè in realtà è il centro che contiene tutto), egli in qualche modo li comprendeva in sè come possibilità particolari incluse nella propria natura: per questo secondo il simbolismo della Genesi (11, 19-20) Adamo poteva veramente "nominare" tutti gli esseri di questo mondo, cioè poteva definire, nel senso più completo della parola, la natura propria a ciascuno di essi, ch'egli conosceva immediatamente e interiormente come un aspetto parziale della propria natura.
L'Uomo, come terzo aspetto della Grande Triade, rappresenta effettivamente l'insieme di tutti gli esseri manifestati.
L'uomo che è ricondotto dalla posizione decentrata, alla posizione centrale che normalemente gli compete, ed è reintegrato in tutte le prerogative inerenti a questa posizione centrale ha avuto accesso a quelli che vengono chiamati "piccoli misteri" ossia la perfezione dello stato umano e sfugge così alla vicissitudini della "ruota cosmica" perchè il centro non partecipa al movomento della stessa, ma è il punto fisso e immutabile intorno al quale si effettua il movimento, svolgendo la funzione del "motore immobile", la cui "azione di presenza" imita, nel proprio ambito, l'attività "non agente" del Cielo.
Tratto da "La Grande Triade" di R. Guenon

mercoledì 17 giugno 2015

Destra e Sinistra


In un'epoca antica, benché lontanissima dai tempi primordiali, era la sinistra a predominare sulla destra come indica questo passo di Lao-tseu:
  "Nelle faccende propizie (o di buon augurio), si mette al di sopra la sinistra; nelle faccende funeste, si mette al di sopra la destra" Tao-te-king cap XXXl
Intorno alla stessa epoca è stato detto anche: 
"L'umanità è la destra; la Via è la sinistra" Li-ki, affermazione che implica palesemente un'inferiorità della destra rispetto alla sinistra; nel loro reciproco rapporto la sinistra corrisponderebbe a yang e la destra allo yin.
Effettivamente l'Oriente è sempre stato considerato come il "lato luminoso" (yang) rispetto all'Occidente e l'Occidente come il "lato oscuro" (yin) rispetto all'Oriente; il mutamento nei rispettivi significati  della destra e della sinistra, essendo condizionato da un mutamento di orientazione, è insomma perfettamente logico e non implica assolutamente alcune contraddizione (rispetto alla corrente orientazione e considerazione della destra e della sinistra).
Può darsi che in una medesima corrispondenza la destra e la sinistra abbiano entrambe il sopravvento da punti di vista diversi.
Lo indica chiaramente questo testo:
  " La Via del Cielo preferisce la destra, il Sole e la Luna si muovono verso Occidente; la Via della Terra preferisce la sinistra, il corso dell'acqua va verso Oriente; allo stesso modo vengono disposti in alto"  Tcheou-li.
La preminenza della destra è associata alla "Via del Cielo" e quella della sinistra alla "Via della Terra" ; ora la prima è necessariamente superiore alla seconda e, potremmo dire, gli uomini sono venuti a confrontarsi alla "Via della Terra"  proprio perché hanno smarrito la "Via del Cielo", fatto che indica molto bene la differenza tra l'epoca primordiale e le ulteriori epoche di degenerazione spirituale.
In rigorosa conformità con la legge dell'analogia; ed è sempre così quando ci di trova in presenza di due termini che si oppongono in modo tale per cui uno di essi sia quasi un riflesso dell'altro, riflesso che è invertito come l'immagine di un oggetto in uno specchio lo è rispetto all'oggetto stesso, talchè la destra dell'immagine corrisponde alla sinistra dell'oggetto e viceversa.
Tratto da "La Grande Triade" di R.Guenon
Foto tratta dal libro "La Grande Triade"

lunedì 15 giugno 2015

Il simbolismo delle monete cinesi

È detto che il Cielo, il quale avvolge o abbraccia tutte le cose, presenta al Cosmo una faccia "ventrale", cioè interna, e la Terra, che le sostiene, presenta una faccia "dorsale", cioè esterna; è facile vederlo dalla semplice osservazione della figura riprodotta qui sotto, dove il Cielo e la Terra, com'è naturale, sono rappresentati rispettivamente da un cerchio e da un quadrato concentrici.

Si noterà come questa figura riproduca la forma delle monete cinesi, forma che per altro è in origine quella di certe tavolette rituali: fra il contorno circolare e il quadrato vuoto che sta in mezzo, la parte piena, nella quale si inscrivono i caratteri, corrisponde evidentemente al Cosmo, in cui si situano i "diecimila esseri"  (ì caratteri sono i nomi degli esseri e di conseguenza rappresentano questi ultimi in modo assolutamente naturale, specie quando si tratta di una scrittura idrografica come nel caso della lingua cinese), il fatto che essa sia compresa tra due vuoti indica simbolicamente tutto ciò che non si trova fra il Cielo e la Terra per ciò stesso si trova al di fuori della manifestazione (il Cosmo).
Se si prestasse attenzione solo alle rispettive posizioni apparenti del Cielo e della Terra, o meglio delle loro raffigurazione, potrebbe sembrare che il Cielo si trovi all'esterno e la Terra all'interno; non bisogna scordarsi di applicare l'analogia in senso inverso: in realtà, da tutti i punti di vista, l'"interiorità" appartiene al Cielo e l'"esteriorità" alla Terra, considerazione che ritroveremo fra non molto.
Del resto, anche a prevedere semplicemente la figura come sta, si vede che, relativamente al Cosmo, il Cielo e la Terra, per il fatto stesso di essere i limiti estremi, hanno in verità una sola faccia, e che tale faccia è interna per il Cielo e esterna per la Terra; se volessimo considerare l'altra loro faccia, dovremmo dire che questa può esistere solo relativamente al comune principio nel quale essi si unificano e dove scompare ogni distinzione fra interno ed esterno, come pure ogni opposizione e perfino ogni complementarismo, per lasciar sussistere unicamente la "Grande Unità".
Vedi anche:
Il simbolo del dollaro
"La Grande Triade" di R.Guènon

sabato 13 giugno 2015

La separazione dei Mondi e Portali magnetici...


Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina.
Ora in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute.
Ma credo che saranno i cristiani a narrare l'ultima storia.
Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo.
Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea oppure l'avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine. Ma che cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell'umanità?
....La storia dev'essere narrata com'era prima che i preti del Cristo Bianco venissero a costellarla di santi e di leggende.
Il mondo è mutato.

Un tempo un viaggiatore, se aveva la volontà e conosceva qualche segreto, poteva avventurarsi con la barca nel Mare dell'Estate e giungere non già a Glastonbury dei monaci, ma all'Isola Sacra di Avalon; allora le porte tra i mondi fluttuavano con la nebbia e si aprivano al volere del viaggiatore.
Perchè questo è il grande segreto, noto a tutti gli uomini colti del nostro tempo: con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda.
Ora i preti, pensano che questo usurpi la potenza del loro Dio, hanno chiuso le porte (che non furono mai porte se non nelle menti degli uomini) e il percorso conduce soltanto alla loro Isola.
E affermano che quel mondo, se esiste, è il dominio di Satana, la porta dell'Inferno.
....I seguaci di Cristo affermano che non vi è altro Dio tranne il loro, e che lui solo ha creato il mondo, lui solo è onnipotente...E la Dea Madre..?
Essi credono che la Dea non esista: perchè il principio femminile, dicono, è il principio del male.
...Nel nostro tempo vi sono stati seguaci di altri Dei, che rispettavano gli Dei altrui...
Come i druidi sanno, è la fede dell'umanità a plasmare il mondo e la realtà.
I Cristiani cercano di cancellare ogni sapere che non sia il loro.
Hanno proclamato eresia il credere che gli uomini vivano più d'una vita...
Ma se gli uomini non credono in più di una vita, come sfuggiarnno alla disperazione?
Forse i cristiani vogliono che gli uomini disperino del destino perchè si prosternino davanti al Cristo che li condurrà al paradiso.
Ma, qualunque cosa credano, le loro convinzioni stanno alterando il mondo, non soltanto nello spirito ma anche sul piano materiale.
Negano il mondo dello spirito e i regni di Avalan, e per loro cessano di esistere.
Esistono tutt'ora, naturalmente; ma non nello stesso mondo dei seguaci di Cristo, Avalon, l'Isola Sacra, non è più la stessa, Glastonbury dove noi della Vecchia Fede permettemmo ai monaci di costruire la cappella e il monastero.
Perchè il nostro sapere e il loro sapere.....possono stare vicini ma non nello stesso luogo....Quattrocento anni fa, prima che venissero i romani, i preti giurarono che non sarebbero mai insorti contro di noi, perchè eravamo qui prima di loro, ed essi erano supplici e deboli. Debbo ammettere che hanno mantenuto la promessa.
Ma nelle loro preghiere non hanno mai smesso di lottare contro di noi per il loro Dio e per scacciare i nostri Dei.....
Nell'universo dei cristiani non c'è posto per il nostro sapere: vi è un Dio solo, e non vi sono mai stati altri Dei se non falsi idoli, opera del loro diavolo.
Ecco ciò che credono: e il mondo diviene ciò che credono gli uomini.
Perciò i mondi che un tempo erano una cosa sola si stanno separando......
Tratto da "Le Nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley

...Perchè un libro, per quanto possa narrare legende, per quanto possa sembrare "fantastico" e surreale, ha sempre una verità da raccontare... ha sempre un fondo di realtà da cui partire...
Per chi vuole può trovare in alcuni post tratti dai dati storici, quelle realtà che fanno di una magica legenda, la nostra interiorità spirituale che abbiamo perso e che non vediamo più, non  perchè non esista ma perchè siamo stati abituati a vedere solo attraverso gli occhi sensibili abbandonando i sensi che sfuggono al mondo materiale quelli del cuore... della nostra anima...
Avalon è questo... la realtà che non vediamo più, che non siamo più in grado di vedere, soffocata e nascosta dal velo che la nostra attuale cultura ci ha creato...
Un'occhiata a questo articolo: I portali magnetici,  può svegliare la curiosità umana per tutto ciò che sembra solo una storia incredibile e fantastica, oggi con le tecnologie possiamo, forse, scovare ciò che l'occhio umano un tempo vedeva in maniera del tutto naturale...?
Se siamo riusciti a fare ciò vuol dire che una parte remota di noi cerca disperatamente di ritrovare le origini...?
Ma con i mezzi sbagliati e con la mentalità sbagliata....
Se questi  portali conducono nei luoghi nei quali si narrava secoli e secoli fa, e se l'uomo ritrovasse il modo per evocarli, vederli, attraversarli scoprirebbe che tutto ciò è possibile ed è sempre stato alla portata di tutti senza l'ausilio di apparecchiature esterne delle quali ci stiamo circondando sempre più?
Anche tutte le spiegazioni scientifiche di questo mondo non mi tolgono dalla testa che i fenomeni di questa portata sono l'emanazione di qualcosa che noi abbiamo sempre conosciuto ma abbiamo dimenticato.
Credo solo che sia sbagliata la metodologia scientifica che oggigiorno si usa per trovare spiegazioni a tutto ciò che sembra fantastico... potranno fare tutte le spedizioni o le missioni che vogliono ma con il positivismo odierno, non comprenderanno mai qualcosa che ha a che fare con la spiritualità più profonda che non va spiegata oggettivamente ma va compresa interiormente...
...Siamo coperti da quel velo che la nostra cultura odierna ci ha imposto di indossare, e di cui noi non ci rendiamo neanche conto...
La scienza, come la religione a suo tempo stanno causando sempre più una regressione delle vere capacità umane...
Ed ora è inutile voler spiegare tutto con essa, che altro non è che uno strumento per acuire la cecità spirituale...
Ci si sveglia guardando dentro e non fuori...
Nell'AniMo Antico

"Avalon sarà  sempre accessibile per chi saprà  trovare la strada: ma se l'umanità  non vi riesce, allora forse questo è il segno che non è  pronta."

"Nelle ultime generazioni gli uomini avevano imparato a credere che esistessero un solo Dio, un solo mondo, un solo modo di descrivere la realtà, e che quanto era estraneo a quel mondo appartenesse ai diavoli, e che il suono delle campane tenesse lontano il male.... e più  era numerosa la gente che lo credeva, più  Avalon diventava un sogno alla deriva in un altro mondo quasi inaccessibile."

venerdì 12 giugno 2015

Cable-tow e la Vesica piscis

La figura formata da due ternari rappresentati da due triangoli equilateri, uno con la punta in alto e uno con la punta in basso, posti l'uno sopra all'altro, uniti dalla loro base, possiede alcune proprietà geometriche abbastanza notevoli:
i due triangoli equilateri opposti per la base si inscrivono in due circonferenze eguali ciascuna delle quali passa per il centro dell'altra;
la corda che unisce i rispettivi punti di intersezione è naturalmente la base comune dei due triangoli, e i due archi sottesi formano la figura denominata mandorla o vesica piscis, figura  ben nota nel simbolismo architettonico e sillografico del medioevo.



Nell'antica Massoneria operativa inglese, il numero complessivo dei gradi di queste due circonferenze, ossia 360 x 2 = 720, forniva la risposta alla domanda relativa alla lunghezza del cable-tow; non possiamo tradurre questo termine tecnico, in primo luogo perchè non ha nessun esatto equivalente in francese, e poi perchè presenta foneticamente un doppio senso che richiama (per assimilazione dell'arabo qabeltu) il reclutamento iniziatico, sicchè esso esprime, potremmo dire, un "legame" in tutti i sensi della parola.


La figura formata dalla verticale e dall'orizzontale così disposte è un simbolo ben noto fino ai nostri giorni nella Massoneria anglosassone, per quanto sia quelli che non sono stati conservati dalla cosiddetta Massoneria "latina".
Nel simbolismo costruttivo in genere, la verticale è rappresentata dal filo a piombo e l'orizzontale dalla livella.
Allo stesso simbolismo corrisponde un'analoga disposizione delle due lettere arabe alif e ba.
                

Tratto da "La Grande Triade" di R.Guènon

Tra la Squadra e il Compasso


Questi due strumenti corrispondono palesemente al cerchio e al quadrato ossia le figure geometriche che rappresentano rispettivamente il Cielo e la Terra.
(Si noti come in inglese la parola square significhi sia squadra che quadrato e anche in cinese la parola fang ha entrambi i significati.)
Il modo in cui il compasso e la squadra sono disposti l'uno rispetto all'altra, nei tre gradi della Craft Masonry,  mostra gli influssi celesti prima dominati dagli influssi terrestri, poi nell'atto di liberarsene gradualmente e infine a loro volta dominanti.
Nel simbolismo massonico, in conformità con la corrispondenza Cielo Terra il compasso è normalmente posto in alto e la squadra in basso, quando la posizione è invertita,  il simbolo assume un significato particolare,  da accostarsi all'inversione del simbolo dello Zolfo  operata al fine di rappresentare il compimento della "Grande Opera": fra i due in genere è raffigurata la Stella fiammeggiante che è un simbolo dell'Uomo più precisamente dell'"uomo rigenerato".

La Stella fiammeggiante è una stella a cinque punte e il 5 è il numero del "microcosmo"; del resto questa assimilazione è indicata espressamente nel caso in cui nella stella sia rappresentata la figura di un uomo (pentagramma di Agrippa).

La Stella fiammeggiante, secondo un antico rituale, è il simbolo del Massone (o dell' iniziato) risplendente di luce in mezzo alle tenebre (del mondo profano).
In oltre è detto che "un Maestro Massone si trova sempre tra la squadra e il compasso", cioè esattamente nel luogo in cui si inscrive la Stella fiammeggiante, luogo che è propriamente l'"Invariabile Mezzo", non senza ragione, la loggia dei Maestri è chiamata "Camera del Mezzo"; il Maestro è dunque in tal modo assimilato all'"uomo vero" posto tra il Cielo e la Terra a esercitare la funzione di "mediatore".
Il grado di Maestro rappresenta il compimento dei "piccoli misteri" di cui lo stato di uomo vero costituisce il termine.
Questo grado di Maestro appartiene all'ultimo grado della Massoneria propriamente detta ed è in perfetto accordo con il fatto che le iniziazioni di mestiere e quelle che ne derivano si riferiscono propriamente ai "piccoli misteri".
Quello che vengono chiamati "alti gradi" costituiti da elementi di varia provenienza, vi sono alcuni riferimenti ai "grandi misteri", riferimenti  tra i quali ce n'è almeno uno che si ricollega direttamente all'antica Massoneria operativa e sta a indicare come quest'ultima aprisse almeno qualche spiraglio su ciò che si trova oltre il termine dei "piccoli misteri": si allude alla distinzione che viene fatta nella Massoneria anglosassone fra la Square Masonry e l'Arch Masonry.
In effetti nel passaggio "From square to arch" o, come si diceva in modo equivalente nella Massoneria francese del Settecento "dal triangolo al cerchio" si trovava l'opposizione tra le figure rettilinee e quelle circolari in corrispondenza rispettivamente con la Terra e con il Cielo e quindi può trattarsi di un passaggio dallo stato umano a quello sopraumano, ossia dai "piccoli misteri" a quello dei "grandi misteri" in quanto la Terra rappresenta lo stato umano nella sua integralitá e dev'essere considerata inclusiva sia della Terra che dell'Atmosfera o "regione intermedia", e la volta celeste è la vera "volta di perfezione" cui si fa riferimento in alcuni gradi della Massoneria scozzese.
Tratto da "La Grande Triade" di R.Guenon
Vedi anche: Cable tow e la vesica piscis

mercoledì 10 giugno 2015

Le "ombre" del cristianesimo


Nel 1° secolo della nostra Era, in un mondo rimasto a corto di cronache di guerra, improvvisamente circolò un evangelos, una buona notizia: Dio si è fatto uomo e il Dio uomo,  Cristo Gesù,  è morto ed è risorto.
Il Vangelo della morte e risurrezione del Dio-uomo fu diffuso dagli apostoli,  dagli inviati da Cristo stesso e da una massa anonima di fratelli che per primi avevano ascoltato il loro annuncio.
I cristiani erano per lo più aristocratici giramondo e schiavi al loro seguito,  o marinai e mercanti che battevano i porti del Mediterraneo,  oppure militari in continua trasferta.
Viaggiavano con gran facilità: l'Impero Romano garantiva mari sicuri, non avevano problema di lingua perché tutti erano bilingui...tutti parlavano il greco che era la koinè la lingua comune del Commonwealth romano.
I missionari cristiani raggiunsero le città portuali della Sicilia e del resto della Grande Grecia.
Qui le città costiere offrivano le condizioni più adatte all'impianto di comunità cristiane: stato economico elevato, presenza di piccole e grandi sinagoghe,  vivacità e curiosità culturale,  padronanza del greco o almeno diffuso bilinguismo.
In Italia meridionale però le testimonianze archeologiche relative ai primi anni del cristianesimo sono poche.
Non solo e non tanto a causa d'alluvioni, terremoti,  maremoti,  eruzioni vulcaniche,  guerre e invasioni: sono eventi comuni a tutto il mediterraneo anzi a tutto il mondo.
Costantinopoli non è meno soggetta di Messina a terremoti; ha subito assedi di Avari e Bulgari e saccheggi es devastazioni;  sin dal 1453 vi sventolò la bandiera dell'islam eppure santa Sofia è ancora in piedi.
In Italia Meridionale le testimonianze storiche sono state invece distorte o distrutte di proposito.
Le testimonianze romano - ortodosse dell'intera penisola sono poche perché volutamente distrutte.
A Ravenna per esempio la sontuosa basilica dell'Anàstasi fu abbattuta nel 1733 e poco dopo Felice Kiel 'corresse' i mosaici del Battistero degli Ortodossi: esso fu rappresentato nell'atto di battezzare Cristo alla latina.
Verso il 1510\21, il vescovo latino di Crotone, Antonio Lucifero fece abbattere a Capocolonna il santuario della Tuttasanta: era un sito sacro alla popolazione della Grande Grecia sin dal 6° secolo avanti Cristo;  pietre e marmi di quel tempio -consacrato secondo la tradizione da san Dionigi l'Ariopaghita- furono utilizzate per costruirci i palazzi di una nuova Crotone.
Quasi negli stessi anni, il vescovo latino d'Agrigento, Lorenzo Gioeni,  fece abbattere l'antica cattedrale della città, un edificio che risaliva al 5° secolo avanti Cristo: colonne e pietre furono trascinate a chilometri e chilometri di distanza dalla città verso il mare.
Bisognava disperdere e nascondere un ricordo della grecità agrigentina.
La storia della Chiesa ortodossa in Italia Meridionale è costellata da distruzioni volute; sin dai primi tempi della Francoazia è stata stravolta la toponomastica: dei nomi sono stati storpiati (Osteodi/Ustica o Kostantinia/ Cosenza), spesso mutati del tutto (Trikala/Caltabellotta) e l'Italia meridionale è costellata da località che portano il nome degli invasori (Francavilla, Francica, Barrafranca, Francoforte ecc allo stesso modo al culto dei santi ritenuti 'troppo greci' è stato sovrapposto quello di personalità della cristianità occidentale).
E portate a termine in virtù dello sciagurato Patto di Melfi, un concordato firmato a Melfi  di Potenza il 23 agosto 1059 tra i Normanni e Gerard de Chevronne (papa Nicola II), che sancì il futuro assetto dell'Italia Meridionale che stava per essere conquistata del tutto dagli invasori: Sardegna,  Sicilia e Grande Grecia sarebbero diventate 'feudo' dello Stato pontificio e le Chiese ortodosse sarebbero state sottoposte all'autorità del Papa-re; in cambio il papa di Roma Antica assegnava ai Normanni (quali delegati dell'apostolo Pietro) il diretto controllo delle terre conquistate.
Il Patto di Melfi servì da modello per l'assetto giuridico (civile ed ecclesiastico) di tutti gli altri territori dell'Impero Romano conquistati in seguito dai Crociati.
Sono scomparse così quasi tutte le prime testimonianze del cristianesimo in Sicilia e nel resto della Grande Grecia.
Vedi anche i post del tag:
Oltre la storia uffciale
Tratto da "Ombre della storia" di Antonio monaco

martedì 9 giugno 2015

Due anni di Nell'AniMo Antico


Sono ormai passati  due anni da quando ho deciso di condividere le mie letture e le mie riflessioni con chiunque avesse il desiderio  di leggerle..
Due anni da quando Nell'AniMo Antico, da anagramma del mio nome e cognome, diventò il mio angolo di pace e interesse, per il quale ho passato ore davanti al pc in attesa di terminare questo o quel post, con la soddisfazione di aver creato una finestra sul mio mondo interiore!
Una cosa vorrei precisare: questo blog  è solo una specie di quaderno degli appunti che amo passare a tutti coloro hanno bisogno di uno spunto, il mio quaderno degli appunti di tutto ciò che per me è importante, rilevante e significativo... e che può esserlo in parte per chiunque altro individuo...
Come fu per me in un periodo in cui avevo bisogno di orientarmi e sentivo che dovevo intraprendere letture più profonde e complete di determinati argomenti a me necessari, ma partii proprio da blog personali di altre persone.
Mi sento di dare il solo consiglio di non rinunciare mai a una buona lettura, di non spegnere mai la scintilla della curiosità e di partire da se stessi ed estendere gli approfondimenti  verso l'interno profondo di noi stessi e non al di fuori ...
Di scegliere le proprie letture usando la parte più intuitiva come fa un compositore con le note quando produce guidato solo dall'ispirazione profonda, imparando a seguire le risonanze con se stessi.
Vorrei consigliare  di non avere mai maestri assoluti eccetto noi stessi perché anche in mille sbagli possono esserci mille insegnamenti:
di vagliare sempre molteplici possibilità e di non fermarsi alle prime empatie ma, nello stesso tempo però, di seguire una linea bibliografica che più ci riconduce alla nostra profonda verità.
Provare a sentire ciò  che risuona in noi stessi, per provare la sensazione che quel libro che si sta leggendo sia stato scritto per noi...
Vivere pienamente la propria vita vuol dire anche comprendere a fondo la propria esistenza...
Pochi mesi fa mi è accaduto con un libro scritto prima della prima guerra mondiale e mai più ristampato, trovato per caso in un mercatino... quel libro mi ha quasi chiamato... beh io ho avuto la sensazione di aver già avuto tra le mie mani quelle pagine... ma una sensazione ancestrale che non si può spiegare a parole..
Ognuno di noi deve sentirsi unico, in questa società che ci vuole omologati chiunque si senta profondamente diverso dalla massa non è "strano" ma particolare e un giorno questa particolarità sarà la parte di sé che sentirà di amare di più...  
Mi piace pensare che un giorno una mia essenza di una prossima (futura o parallela) esistenza, possa trovarsi difronte ad un post di Nell'AniMo Antico e per una sorta di sensazione di appartenenza possa comprendersi come non mai attraverso un lavoro di chissà chi ma così familiare alla sua parte più profonda.
E anche gli altri, che sono degli specchi per noi stessi, ti guarderanno come una persona "particolare" e non amena ...ma il primo ad accorgersi di te devi essere proprio  te!!!!
Non si deve mai rinunciare a ciò in cui si crede, anche se in quella cosa ci credi solo tu...ma se si accetta in sè si  troveranno conferme anche al di fuori perché il blocco parte solo da sè stessi!
Segui la tua natura e non quella di chiunque altro....
Circondati di persone che vibrano all'unisono con te ma ricorda di non evitare il confronto con chi ti vorrebbe uguale al resto della massa... perché non vi è palestra più efficace per l'anima.
Torna a sentire l'armonia con la Natura e troverai fonte di saggezza, forza, verità...
Non sentirti mai arrivato ma pensa sempre che c'è sempre qualcosa in più  che si può imparare e sapere...E non solo nei libri ma anche nella vita di tutti i giorni....e soprattutto dentro di te...
"Studia" te stesso... se vuoi capire il mistero dell'esistenza comprendi te stesso...
Nell'AniMo Antico

lunedì 8 giugno 2015

Adamo ermafrodita

 
Ruland menziona Adamo come sinonimo di aqua permanens, in contrasto con Eva, che significa "terra".
L'acqua è la sostanza arcana per eccellenza, e perciò essa è al tempo stesso ciò che va trasformato e l'agente di trasformazione.
Dato che l' "acqua" é sinonimo di Mercurio, diviene comprensibile l'osservazione compiuta da John Dee, secondo cui "l'altro Mercurio", che compare nel corso nell'Opus, è il "Mercurio dei filosofi, il microcosmo e Adamo".
Dorneus asserisce che il Lapis viene designato con il nome di "Adamo, che porta nascosta nel proprio corpo" la sua invisibile Eva:
"La materia della pietra dei filosofi non è altro che (...) Il vero Adamo ermafrodito e il microcosmo" Theatrum chemicum
Basilio Valentino dice in una sua poesia:
"Adamo sedeva nel bagno,
preparato dal vecchio drago,
dove Venere trovò il suo compagno".
Per un'immagine barocca non è cosa da poco mettere insieme Adamo e Venere.
Nella poesia Venere corrisponde alla "fonte che scaturisce la pietra e sommerge suo padre, assorbendone in sé stessa il corpo e la vita".
Ruland afferma che esso viene anche detto l' "uomo alto".
Ruland era discepolo di Paracelso, ragion per cui questa espressione potrebbe coincidere con il "grande Uomo" di quest'ultimo, l'Adech (un neologismo paracelsiano formato probabilmente dall'unione di Adamo ed Enoch), che Ruland definisce "Il nostro uomo interiore e invisibile".
La sostanza arcana o di trasformazione si rivela dunque, in questo caso, identica all'uomo "interiore" o primigenio, conosciuto come Adam Kadmon nella Qabbalà.
Adamo, in quanto uomo interiore, è sommerso dalla Venere, la dea dell'amore, il che costituisce indiscutibilmente uno psicologema, ossia l'espressione di una condizione psichica ben definita e tipica, che presso gli gnostici viene ben simboleggiata dal rapporto d'amore tra il Nous e la Physis.
Si tratta dell'"uomo superiore spirituale" della totalità maggiormente comprensiva e sovraordinata, che si designa come il Sé.
Il bagno, l'immersione, l'inondazione, il battesimo e l'affogare sono sinonimi alchemici per designare la condizione inconscia, per così dire l'incarnazione del Sé o - più esattamente - quel processo inconscio tramite cui esso viene "rigenerato" ovvero passa in uno stato in cui può divenire oggetto d'esperienza.
Quest'ultimo viene allora designato come filius regis.
A preparare il bagno è stato, come dice il testo il "vecchio drago", una creatura primordiale che dimora nelle caverne della terra; dal punto di vista psicologico si tratta di una personificazione dell'anima istintuale, la quale viene perlopiù simboleggiata dai rettili.
È come se le rappresentazioni alchemiche volessero esprimere, in tal modo, che è l'inconscio stesso a preparare il processo di rinnovamento.
Vedi anche: Il Lapis e l'Androginia di Cristo
I due Adamo e l'esperienza del Sè
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung

venerdì 5 giugno 2015

Terra e Luna


Nella concezione cristiana terra e luna sono intimamente legate, tramite la figura della Madre di Dio, e lo stesso capita nell'alchimia.
Nell'impiego dei termini Luna e Terra gli alchimisti spesso non operano nessuna distinzione:
"Perciò Luna è la madre e il campo in cui si deve seminare il seme solare"
" Io sono infatti come il seme che venne seminato in terra buona" Clangor Buccinae
La coppia procreatrice è sempre costituita da Sol e Luna, ma altrettanto capita che la terra venga considerata come madre.
Pare che, mentre la luna rappresenta l'amata e la sposa, la terra corrisponda invece all'elemento materno.
"Ormai tu sai che la nostra terra vergine dev'essere coltivata un'ultima volta affiinchè il frutto del sole vi venga seminato e in essa possa maturare" Musaeum hermeticum
La terra è la "madre dei metalli" e di ogni creatura.
In quanto terra terra alba è la "perfetta terra bianca" ma questa fase dell'albedo è detta "luna piena" e "bianca terra fertile".
Così come Luna spasima per il suo amato, la terra attira a sè l'anima lunare.
Luna dice a Sol: "Con le lusinghe riceverò l'anima da te"
"La terra è detta madre degli elementi, poichè porta il proprio figlio nel suo ventre" Mylius
Questa identificazione tra Terra e Luna si trova anche negli autori antichi:
"....poichè la terra costituisce la parte più bassa di tutto l'universo, e la la luna la parte più bassa dell'etere, gli antichi hanno chiamato anche la luna 'terra', ma 'terra eterea'" Macrobio
Gia in Ferecide la luna è la terra celeste, da cui vengono generate le anime, per Firmico Materno la luna è persino la "madre dei corpi umani"
"...Se dunque nel Sole e nella Luna dei filosofi si trovano dei buoni semi, occorre purificare la terra stessa da ogni impurità e dalle erbacce e lavorarla con cura; solo dopo che sarà stata preparata in tal modo, vi dovranno essere introdotti i semi del Sole e della Luna" Jodocus Greverus
La terra bianca corrisponde alla terra, che significa l'umanità, "viene esaltata al di sopra di tutte le sfere del mondo ed è posta nel cielo spirituale della Santissima Trinità, essa si unisce manifestatamente alla Trinità come quarto elemento, riuscendo a costituire solo in questo modo la totalità.
Tratto da "Mysterium Conictionis" di C.G.Jung

mercoledì 3 giugno 2015

Il 5, il 6, il 10 il 12 e l'11


"Il 5 e il 6 è l'unione centrale (tchoung-ho, cioè l'unione nel loro centro) del Cielo e della Terra"
Entrambi sono formati dal 2 e dal 3, ma questi ultimi sono uniti tra loro in due modi diversi, mediante addizione per il primo (2+3=5), e mediante moltiplicazione per il secondo (2x3=6); è questo poi il motivo per cui i due numeri 5 e 6 che nascono dall'unione tra pari e dispari, sono entrambi considerati in modo molto generale, nel simbolismo delle varie tradizioni come dotati di un carattere essenzialmente "congiuntivo":
Per i pitagorici, il 5 era il "numero nuziale", in quanto somma del primo numero pari o femminile e del primo dispari o maschile; per quanto riguarda il carattere "congiuntivo" del numero 6, basterà ricordare il significato della lettera waw in ebraico e in arabo, come pure la figura del "sigillo di Salomone" che corrisponde geometricamente a questo numero.
Si può dire che in seguito all'azione del Cielo sulla Terra, il numero celeste 3 viene semplicemente ad aggiungersi al numero terrestre 2, perché tale azione, essendo propriamente "non agente", è quella che possiamo chiamare una "azione di presenza"; in seguito alla reazione della terra verso il Cielo, il numero terrestre 2 moltiplica il numero celeste 3, perché la potenzialità della sostanza è la radice stessa della molteplicità.
Da questa modalità di formazione dei due numeri risulta naturalmente lo scambio tra pari e dispari, perché la somma di un numero pari e di un numero dispari è necessariamente dispari, mentre il prodotto di un numero pari e di un numero dispari è necessariamente pari. 
La somma di due numeri può essere pari solo se i numeri sono entrambi pari o entrambi dispari; in quanto al prodotto, perché sia dispari bisogna che i suoi due fattori siano entrambi dispari.
Si ricorda che il Cielo e la Terra in sé stessi non sono in alcun modo misurabili, perché non appartengono all'ambito della manifestazione; di misura  si può parlare unicamente per le determinazioni attraverso le quali essi appaiono allo sguardo degli esseri manifestati.
Nella considerazione delle forme geometriche che simboleggiano i due principi, il cerchio per il Cielo e il quadrato per la Terra, le forme rettilinee, di cui il quadrato è il prototipo, si misurano con il 5 e i suoi multipli, e , del pari, le forme circolari si misurano con il 6 è i suoi multipli.
Parlando dei multipli dei numeri 5 e 6, facciamo principalmente riferimento ai primi tra questi multipli, e cioè al loro doppio, che nel primo caso è 10 e nel secondo 12; infatti la misura naturale delle linee rette si effettua mediante una divisione decimale, e quella delle linee circolari mediante una divisione duodecimale; e in questo possiamo vedere la ragione per la quale i due numeri 10 e 12 vengono assunti come basi dei principali sistemi di numerazione, sistemi che talora sono poi usati in concorrenza, come appunto nel caso della Cina, perché in realtà hanno applicazioni diverse, sicché la loro coesistenza in una stessa forma tradizionale non ha assolutamente nulla di arbitrario o superfluo.
Il numero 10 viene attribuito al Cielo e il numero 12 alla Terra, quasi a indicare una volta di più la loro interdipendenza rispetto alla manifestazione o all'ordine cosmico propriamente detto, sotto la duplice forma delle relazioni spaziali e temporali.
Nella tradizione cinese i giorni vengono contati a periodi decimali e i mesi a periodi duodecimali; ora dieci giorni sono «dieci soli», e dodici mesi sono «dodici lune»; i numeri 10 e 12 sono perciò rispettivamente messi in rapporto il primo con il Sole, che è yang o maschile, e corrisponde al Cielo, al fuoco al Sud, e il secondo con la Luna, che è yin o femminile e corrisponde alla Terra, all'acqua e al Nord.
Il numero 11 in quanto somma di 5 e 6 ha una sua riconosciuta importanza; questa unione ne fa il simbolo di quella «unione centrale del Cielo e della Terra» e di conseguenza «Il numero grazie al quale si costituisce nella sua perfezione (tcheng) la via del Cielo e della Terra».
L'importanza del numero 11, come dei suoi multipli, è del resto un ulteriore punto comune alla più diverse dottrine tradizionali; nelle tradizioni ermetica e cabbalistica, il numero 11 è la sintesi del «microcosmo» e del «macrocosmo», rappresentati rispettivamente dai numeri 5 e 6, che corrispondono anche, in un'altra applicazione connessa con questa, all'uomo individuale e all'«Uomo Universale» (o all'uomo terrestre e all'Uomo celeste della tradizione estremo-orientale).
I numeri 10 e 12 hanno in oltre importanza dal punto di vista cabbalistico, la loro somma 22 (doppio o multiplo di 11) come noto, è il numero delle lettere dell'alfabeto ebraico.
Tratto da "La Grande Triade" di R.Guenon
Numeri celesti e numeri terrestri

lunedì 1 giugno 2015

La nigredo e la presa di coscienza dell'Ombra

La nigredo corrisponde all'oscurità dell'inconscio, che contiene in primo luogo la personalità "inferiore", l'Ombra.
Quest'ultima diviene una figura femminile che per così dire gli sta alle spalle e lo controlla: l'Anima di cui la Sulamith è una caratteristica esplicazione.
"Nigra sum, sed formosa" ("Sono nera, ma bella", Cantico dei Cantici 1.4), e non "brutta", come invece vorrebbe far credere il nostro Elaezar, dopo aver riconsiderato la questione. Giacchè la natura è deformata dalla colpa di Adamo, la nerezza va dunque considerata sinonimo di bruttura in quanto nerezza della colpa, in quanto stato iniziale saturnino, pesante e nero come il piombo.
Sulamith, la sacerdotessa di Istar, significa terra, natura, fecondità, tutto ciò che prospera sotto l'umida luce lunare, anche la pura e semplice "vita" naturale.
L'Anima è l'archetipo della vita stessa al di là di ogni significato e responsabilità.
Il fatto che -invertendo l'ordine della creazione- il vecchio Adamo debba nascere di nuovo da lei, si può capire, poiché, se c'è uno che sa vivere la vita naturale, questi è sicuramente il vecchio Adamo.
Si tratta di un Adamo rinato dalla figlia di Eva, un Adamo restaurato alla sua primitiva naturalità.
Eva genera un'altra volta Adamo e una nera Sulamith fa di nuovo venire alla luce l'Uomo primigenio nel suo stato irredento di naturalità.
Il cambiamento avviene all'interno, e non è il primo, ma il secondo. Il primo è infatti presupposto. Il cambiamento non avviene però nell'uomo normale, per quanto quest'ultimo possa identificarsi con il "vecchio Adamo", bensì nell'Uomo primigenio, in quell'archetipo che è presente in ognuno di noi.
Il primo cambiamento corrisponde perciò al divenir cosciente dell'Anima nera, che rappresenta l'aspetto femminile dell'Uomo primigenio. Ogni uomo si sente identico a lei, senza però esserlo veramente.
Per l'uomo è assai più difficile divenire cosciente dell'aspetto maschile dell'Anthropos che non di quello femminile. Giacché in tale archetipo v'è troppa nerezza perché si accetti di assumersela immediatamente, e vi sono troppi elementi buoni e positivi, perché si possa resistere alla tentazione di identificarvisi.
È perciò alquanto più facile vedere la nerezza proiettata.
La frase: "La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato il frutto dell'albero, e io ne ho mangiato" Genesi 3.12, rimane vera anche alla luce della psicologia più illuminata. All'insondabilità dell'aspetto femminile corrisponde tuttavia quella dell'aspetto maschile.
Per quanto si sia esseri umani, non si ha tuttavia alcun motivo o ragione di attribuirsi tutta l'elevazione e la bellezza che è dato all'uomo di ottenere, così come ripugnerebbe addossarsi la colpa di tutta l'abiezione e l'ignominia, che abbassano l'uomo al di sotto della bestia, a meno che una turba mentale non ci faccia "smarrire" sino al punto di identificarsi con l'archetipo.
La presa di coscienza rappresenta una grande illuminazione poiché è un'interiorizzazione dell'idea dell'Uomo primigenio, unità archetipica, trascendente i sessi.
La speranza che nutre Sulamith di diventare una "bianca colomba" allude a uno stato futuro di perfezione. La bianca colomba lascia intendere che Sulamith diventerà la Sophia e lo Spirito Santo,  mentre l'Adam Kadmon è un trasparente omologo di Cristo.
Eva in quanto principio femminile appare principalmente come ciò che sta "in basso" (inferiora), ossia come Malchùth (regno), Shekhinà (la dimora di Dio) o come Atarà (corona), un equivalente inferiore di Kether, la corona superiore.
Essa però è anche presente nell'"ermafrodito" del sistema delle Sefiroth, la cui metà destra viene designata come maschile e quella sinistra come femminile.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung

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