lunedì 27 aprile 2015

Il sangue "color rosa" e la prima materia



Dorneus e Khunrath attribuiscono il "sangue color rosa" sia al leone verde che al filius macrocosmi: "Il sangue color rosa e l'acqua eterica scorrono dal costato del figlio unigenito del macrocosmo (...) aperto con la potenza dell'Arte".
La rosa bianca e la rosa rossa sono sinonimi dell'albedo e della rubedo:
Dice Benedictus Figulus: "Non tralascerò di ammonirti di non rivelare ad alcuno, per caro che possa esserti, i tesori dei nostri segreti, per timore che le capre maleodoranti non divorino le rose rosse e le bianche del nostro roseto".
La tintura è di "color di rosa" e corrisponde al sangue di Cristo, che viene "paragonato e associato" al Lapis.
Cristo è la "pietra celeste fondamentale e angolare".
Il rosarium è un hortus conclusus e, come la rosa, un attributo di Maria, la quale è messa in parallelo con la prima materia "ben rinchiusa" (vedi Venere e la meretrix).
La relazione tra la dea dell'amore e il colore rosso risale già all'antichità, e il rosso scarlatto è il colore della grande Babilonia e della sua bestia.
Il rosso è il colore del peccato.
E il rosa è attributo sia di Venere che di Dioniso.
Nell'alchimia il rosso e il rosa, come abbiamo già visto, sono i colori del sangue, un sinonimo dell'aqua permanens e dell' "anima" che vengono estratte dalla prima materia e conferiscono vita al corpo "morto".
La prima materia è detta anche "meretrice" ed è paragonata alla "grande Babilonia", così come il drago e il leone sono paragonati al drago di Babilonia.
Il Lapis e filius regius è il figlio di questa meretrice. Nella tradizione ecclesiale però il "figlio della meretrice" è l'Anticristo, generato dal diavolo: "L'Anticristo nascerà nella grande Babilonia, da una meretrice della tribù di Dan. Il diavolo lo possederà nell'utero della madre e verrà allevato dai negromanti a Corazaim" Elucidarium di Onorio di Autun.
Certi simbolo ecclesiastici si rivelano nettamente a doppio senso.
Così succede anche per la rosa. È soprattutto un'allegoria di Maria e di svariate virtù. Il profumo di rosa caratterizza "l'odore soavissimo del corpo incorrotto dei santi", come nel caso di santa Elisabetta e santa Teresa.
Nello stesso tempo la rosa significa anche la bellezza (venustas) umana, anzi la voluptas mundi (o piaceri del mondo): "Come la rorida rosa fiorisce in mezzo alle spine, così le gioie di Venere non mancano mai di fiele" (Giorgio Camerario, cit. in Pincinelli, Mundus symbolicus).
Non è solo la rosa a brillare in tutti i colori dell'amore celeste e terreno, ma anche la figura femminile della madre-amante, la "casta sposa e meretrice", che rappresentano la prima materia, quel frammento che "la natura ha lasciato imperfetto".
Questo mitologema si riferisce all'Anima nel suo significato psicologico. Essa è quel frammento del caos che si trova ovunque ed è quindi nascosto, e un vaso di contraddizioni e di molti colori; è la totalità in forma di massa confusa, ma al tempo stesso è anche una sostanza dotata di ogni qualità, in cui si può esprimere la pienezza della divinità nascosta.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung

Vedi anche:
I colori oro e rosso di Roma
Iside come simbolo della Mater Alchimia
Significato di Materia
Materia e "materia"

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