lunedì 26 gennaio 2015

Ermete, Buddha, Wotan, Cristo, Henoch, Seyidna Idris



La tradizione ermetica si riferisce propriamente ad una conoscenza d'ordine cosmologico, intendendo quest'ultimo termine nella sua duplice applicazione "macrocosmica" e "microcosmica".
L'ermetismo deriva dal nome Ermete e l'Ermete greco presenta delle caratteristiche che rispondono esattamente a ciò di cui si tratta, e che si esprimono segnatamente nel suo principale attributo, il caduceo: tale simbolo si riferisce direttamente ed essenzialmente a quella che si può chiamare l'"alchimia umana" che concerne le possibilità dello stato sottile, anche se esse devono essere viste soltanto come strumento preparatorio per una superiore realizzazione, come avviene, nella tradizione indù, per le pratiche equivalenti che rientrano nello Hatha-Yoga.
Si potrà trasferire tutto ciò all'ordine cosmico, poiché ciò che è nell'uomo è corrispondentemente nel mondo e viceversa.
Come è detto nelle Rasâil Ikhwân es-Safâ, "il mondo è un uomo di gradi dimensioni, l'uomo è un mondo di piccole dimensioni" In virtù di questa corrispondenza si tratta propriamente del "mondo intermedio" in cui sono liberate forze la cui natura duale è rappresentata molto chiaramente dai due serpenti del caduceo.
Ermete è raffigurato come il messaggero degli Dei e come il loro interprete (hermeneutes), intermediario fra i mondi celeste e terrestre, con la funzione ulteriore di "conduttore delle anime" (psycho pompos), che in ordine inferiore si riferisce manifestatamente al dominio delle possibilità sottili.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Ermete sta per per il Thoth egizio e che Thoth rappresenta propriamente la Saggezza, riferita al sacerdozio, quale custode e continuatore della tradizione; in ciò si deve ravvisare più specialmente un certo aspetto di Thoth, corrispondente ad una certa parte della tradizione, quella cioè comprendente le conoscenze relative al "mondo intermedio".
In India, il pianeta Mercurio (o Ermete) è denominato Budha, parola la cui radice significa propriamente la Saggezza; anche in questo caso, è sufficiente determinare l'ordine in cui questa Saggezza che nella sua essenza è il principio ispiratore di ogni conoscenza, deve trovare la sua applicazione più particolare quando essa è rapportata a questa funzione specializzata:
Non bisogna confondere il nome Budha con quello di Buddha benché entrambi abbiano evidentemente il medesimo significato radicale e benché poi taluni attributi del Budha planetario siano stati trasferiti successivamente al Buddha storico, raffigurandosi quest'ultimo come "illuminato" dalla irradiazione di questo astro di cui avrebbe assorbito l'essenza in sé.

Notiamo che la madre di Buddha è denominata Mâyâ-Devi e che, presso i greci e i latini, Maia era anche la madre di Ermete o di Mercurio.
Da ricordare che il mese di Maggio deriva il suo nome da Maia, madre di Mercurio alla quale era anticamente consacrato; ora nel Cristianesimo è divenuto il "mese di Maria" con un'assimilazione certo non solo fonetica fra Maria e Maia.
A proposito del nome Budha c'è una cosa da segnalare, esso in realtà è identico a quello dello scandinavo Odino, Woden o Wotan; i romani assimilavano quest'ultimo al loro Mercurio e nelle lingue germaniche il mercoledì o giorno di Mercurio è ancora oggi designato come il giorno di Odino.
Il Votan delle antiche tradizioni dell'America centrale è Quetzalcohuatl l'uccello-serpente, e l'unione di questi due animali simbolici viene rappresentata anche dalle ali e dalle serpi del caduceo.
Nella tradizione islamica, Seyidna Idris viene assimilato contemporaneamente a Ermete e a Henoch; tale duplice assimilazione sembra  indicare una continuità di tradizione che risalirebbe al di là del sacerdozio egizio, quest'ultimo ha soltanto raccolto il retaggio di quanto Henoch rappresenta e che si riferisce manifestatamente a un'epoca anteriore.
Le scienze attribute a Seyidna Idris e poste sotto la sua speciale influenza, non sono le scienze puramente spirituali ricollegate a Seyidna Aissa, cioè al Cristo; sono le scienze che si possono definire "intermedie" l'alchimia e l'astrologia le quali si possono definire propriamente le scienze ermetiche.
Nell'angelologia ebraica Mikael è l'angelo del Sole e Raphael l'angelo di Mercurio, ma accade talvolta che i ruoli si invertano.
D'altronde se Mikael, in quanto rappresentante del Metatron solare, è assimilato esotericamente al Cristo, Raphael, conformemente al significato del suo nome, è il "divino guaritore" e il Cristo viene visto anche come "guaritore spirituale" e come "riparatore".
Il Cristo solare sarebbe propriamente il Cristo glorioso, cioè il decimo avatâra, che dovrà venire alla fine del ciclo cosmico.
Presso i greci la medicina era attribuita a Apollo cioè al principio solare e a suo figlio Asklepios (Esculapio dei latini) ma nei "libri ermetici" Asklepios diventa figlio di Ermete.
Il bastone di Asklepios ha stretti rapporti con il caduceo, attorno ad esso è avviluppato un solo serpente, quello che rappresenta la forza benefica trattandosi del genio della medicina.
Tratto da "Forme tradizionali e cicli cosmici" R.Guenon

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