sabato 27 dicembre 2014

Ritornare nel mondo


KOAN
Un monaco buddhista chiese a Kejon:
«Come ritorna nel mondo normale un illuminato dopo aver meditato?»
Kejon rispose:
«Uno specchio rotto non riflette più nulla. I fiori caduti non torneranno più sul loro vecchio ramo»

Con la risposta "quando uno specchio si rompe non riflette più nulla; quando i fiori cadono non torneranno più sul ramo" Kejon vole dire "è a te stesso che devi rivolgere la domanda. Smetti di preoccuparti per il domani! Vivi l'esperienza, e poi si vedrà! Se entri profondamente nell'illuminazione, va incontro al mondo e saprai che cosa succederà.
Una volta che si è rotto lo specchio non riflette più.
Una volta che si è rotto l'ego, sparisce.
Quando sperimentiamo un cambiamento esso ci mostra il nostro nuovo posto nel mondo.
Per imparare servono tre condizioni:
La prima è che si voglia acquistare una conoscenza;
La seconda è che essa si possa acquisire per poi passare a metterla in pratica;
La terza è che si accetti il cambiamento provocato da questa nuova conoscenza.
Le persone fanno tutto ciò che serve per cambiare, ma quando arriva il cambiamento dicono: «che succederà quando ritornerò nel mondo?».
Ascolta! Fa' il tuo lavoro! Medita! Trova te stesso! E poi, va' nel mondo e vedrai! Non dirmi «Si però...» fa' ciò che devi! Cerca! Vivi! Realizzati!
Non mettere ostacoli alla tua realizzazione con la scusa che il mondo non possiede la bellezza che tu sai trovare dentro di te!
Lascia affiorare la tua bellezza interiore e realizzati senza chiederti quello che succederà dopo o come reagirà il mondo!
Tratto dal libro "Il dito e la Luna" di A.Jodorowsky

"Per quanto un individuo possa distinguersi dalla massa per le sue doti speciali, egli non adempie a tutti i suoi doveri, psicologicamente parlando, finché non riesce a funzionare in modo efficace nella collettività.
Frequentare la gente..., avere una vita sociale al di fuori delle relazioni professionali o lavorative.
Ciò che intendeva dire era che, se un individuo si tiene lontano da queste relazioni collettive, perde qualche cosa che non può permettersi di perdere"
8 febbraio 1923 conversazione di Jung con Cary Baynes (le parole sono della sig.ra Baynes rivolte a Jung)

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