venerdì 3 ottobre 2014

I limiti dell'uomo moderno nel percepire il valore delle scoperte storiche


Di qualunque epoca si voglia occupare la scienza, essa offre sempre la rappresentazione di un mondo le cui condizioni sarebbero state simili a quelle attuali.
Anche gli psicologi moderni immaginano l'uomo come se fosse stato sempre mentalmente uguale a oggi e la stessa cosa vale per gli storici i quali valutano le azioni degli uomini dell'antichità o del Medioevo esattamente come valuterebbero quelle dei loro contemporanei, attribuendo loro le stesse motivazioni e le stesse interazioni.
Si tratta evidentemente, a proposito sia dell'uomo che dell'ambiente di un'applicazione di quelle concezioni semplificate ed "uniformizzanti" che ben corrispondono alle tendenze attuali.
Quando parliamo di cambiamenti dell'ambiente non intendiamo soltanto fare allusione ai cataclismi più o meno estesi ma vi sono anche modificazioni continue e insensibili, le quali, all'interno di un periodo in cui non si producono cataclismi, finiscono per ottenere a poco a poco risultati quasi altrettanto considerevoli che non trattano di semplici modificazioni "geologiche".
Si tratta di qualcosa d'un ordine molto più profondo, che agisce sulle condizioni stesse dell'ambiente, cosicché, anche se non si prendessero in considerazione i fenomeni geologici gli esseri e le cose non ne risulterebbero meno cambiati in senso vero e proprio.
Questi cambiamenti come la "solidificazione" del mondo, che dà a tutte le cose un aspetto sempre più rispondente alla maniera in cui esse vengono prese in esame dalle concezioni quantitative, meccanicistiche o materialistiche; è per questo che la scienza moderna riesce nelle sue applicazioni pratiche.
In epoche anteriori, in cui il mondo non era così "solido" come è diventato oggi, e in cui le modalità corporee e le modalità sottili dell'ambito individuale non erano così completamente separate, non sarebbe potuto essere così.
Non solo l'uomo, poiché le sue facoltà erano molto meno strettamente limitate, non vedeva il mondo con gli stessi occhi di oggi, e vi scorgeva cose che ormai gli sfuggono interamente, ma, correlativamente, il mondo stesso, in quanto insieme cosmico, era proprio diverso qualitativamente.
Questo perché possibilità di altro ordine si riflettevano nell'ambito corporeo ed in qualche modo lo "trasfiguravano".
Per questo che quando certe leggende parlano per esempio di un tempo in cui le pietre preziose erano tanto comuni quanto lo sono ora i ciottoli più grossolani, forse ciò nom dev'essere preso solo in un senso tutto simbolico.
Ricordiamo che ogni cosa manifestata è necessariamente  essa stessa un simbolo in rapporto ad una realtà superiore.
Un'obiezione che potrebbe essee sollevata a proposito dei suddetti cambiamenti qualitativi nella "faccia del mondo" è che a ogni piè sospinto le scoperte che si fanno dovrebbero darne testimonianza, mentre, gli archeologi ed anche i preistorici non trovano mai niente del genere:
La risposta è semplicissima:
Queste vestigia, nello stato in cui si presentano oggi, e in quanto facenti parte per conseguenza dell'ambiente attuale, sono per forza di cose partecipi, come tutto il resto, della "solidificazione  del mondo"; se non fossero state partecipi, la loro esistenza non sarebbe più in accordo con le condizioni generali ed esse sarebbero completamente scomparse.
Gli archeologi esaminano queste vestigia con occhi moderni, che non riescono a cogliere se non la modalità più grossolana della manifestazione, per cui, quad'anche qualcosa di più sottile vi fosse rimasto aderente nonostante tutto, essi sarebbero certamente incapaci di accorgersene.
Si dice che quando un tesoro viene cercato da qualcuno a cui esso, per una  ragione qualsiasi, non è destinato, l'oro e le pietre preziose si trasformano per lui in carbone ed in pietre volgari: i moderni dovrebbero trar profitto da questa leggenda...
Tratto da "Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi" R.Guenon

L'essere umano ha perso l'incanto in sé ed è per questo che non riesce a scorgerlo all'esterno...
Credo davvero che solo chi sa apprezzare un tesoro lo vede davvero per ciò che è, altri non ne compredono il valore...
Nell'AniMo Antico

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