mercoledì 17 settembre 2014

Feng Shui; Città orientali e Mandala



Nella cultura orientale, secondo una concezione non priva di qualche analogia nel pensiero platonico, la forma visibile non sempre è riconosciuta come una realtà, ma può essere considerata come l'immagine che si forma nella mente di ogni persona.
Per lo stesso motivo la città non appare come un'entità fisica.
Intesa come "luogo sperimentale", la città diventa essa stessa sintesi di simboli. Alla base della sua lettura si percepisce pertanto la ricerca di significato recondito di ciò che si osserva.
Alcune delle città più importanti del Giappone sono state edificate sulla base del Feng Shui, letteralmente vento e acqua, i due principali elementi che plasmano la Terra e che determinano le caratteristiche più o meno salubri di un determinato luogo.
L'architettura tradizionale orientale riconosce nel Feng Shui i principi fondativi per quel che concerne la scelta di un terreno edificabile, l'orientamento delle costruzioni, la distribuzione degli ambienti interni delle case e così via.
Questa antica filosofia orientale, le cui origini possono essere individuate nell'astrologia, definisce il luogo di edificazione, l'orientamento e la distribuzione della viabilità secondo una geometria a scacchiera con orientamento Nord-Sud ed Est-Ovest.
In Giappone le origini della città trovano riferimento nella geomanzia cioè nel disegno del Mandala, vere e proprie "mappe del cosmo":
Il termine Mandala è sanscrito, originariamente significava cerchio, disco, ma anche territorio. Il termine assunse poi il significato di cerchio magico e in fine di mappa cosmica, simbolo dell'Universo.
In tutto l'Oriente il disegno di una città riflette principalmente un ordine cosmico e solo attraverso i Mandala, derivanti dall'induismo e dal buddismo, si possono ricercare quelle reciproche relazioni tra differenti simboli che poi danno origine al luogo.
Questi stessi concetti si trovano nella configurazione dei maggiori templi buddisti.
Un aspetto che caratterizza le costruzione giapponesi è il concetto di impermanenza buddista che domina la cultura orientale e che interviene anche nel definire l'idea di bellezza.
I giapponesi tendono a perdere l'assolutezza dei connotati di oggettività, facendo prevalere una sensibilità più aperta ad una concezione di un'esistenza ciclicamente impermanente.
"La bellezza deriva da ciò che è transitorio, mutevole, ciò che viene chiamato mujò dalla dottrina buddista, secondo la quale tutte le cose e tutti gli esseri viventi sono in un flusso costante. Il cambiamento è la vera condizione della natura e i giapponesi hanno mantenuto nella loro indole una forte sensibilità verso il cambiamento"
F.Fuccello
Questa concezione, che domina la cultura buddista, conduce l'uomo a relazionarsi continuamente con una natura in perenne evoluzione. Da ciò dipende il rapporto tra passato, presente e futuro.
Tratto da"Giappone: Tutela e conservazione di antiche tradizioni" O.Niglio, K.Kuwakino

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