lunedì 29 settembre 2014

Luoghi e proiezioni psichiche


Nei paesi come il Giappone le isole sono luoghi designati a proiettare gli archetipi, ma laddove la configurazione del terreno è diversa vediamo che gli dei, a un certo punto dell'evoluzione, diventano montagne, rocce, fiumi, abisso ecc..
I particolari naturalmente dipendono dal paese da cui ha origine il popolo in questione.
È in questi punti geografici di rilievo che gli dei si trasformano e si concretizzano quando scendono dalle brume celesti.
Troviamo un'intera geografia psichica in numerosi sistemi di pensiero e in molti sistemi religiosi primitivi.
In genere nelle vicinanze di una tribù si innalza la montagna del rapporto con Dio (o montagna sacra), il luogo dove gli uomini grandi ricevono i loro sogni e le loro rivelazioni, dove gli uomini della medicina vanno a digiunare ed entrano in comunicazione con le potenze invisibili.
Nella religione giudaico-cristiana i monti Sinai e Carmelo hanno questo ruolo.
Inoltre vi è in genere anche il luogo sul quale si proietta il dio oscuro o dio del male.
È un crepaccio tenebroso, una gola immersa nell'ombra, un abisso o il cratere di un vulcano, un luogo che evoca la proiezione di una presenza misteriosa oscura, inquietante, cupa, malefica, dove non ci si avventura la notte.
Certi luoghi hanno un carattere suggestivo: se qualcuno cova desiderio di commettere un omicidio, la fantasia e la tentazione del passaggio all'atto hanno più probabilità di impadronirsi di lui quando giunge in un luogo oscuro in fondo a un bosco.
È interessante osservare in criminologia come i rapimenti, gli stupri e gli assassinii avvengano ripetutamente in certi luoghi oscuri, in certi punti precisi, come boschi vicini alle città.
Sembrerebbe proprio che vi allignino spiriti maligni, catalizzando le intenzioni di chi è già incline a commettere un crimine.
Certi luoghi di pellegrinaggio invece, sono stati considerati sacri dalla notte dei tempi, poiché molte chiese sono state costruite dove un tempo vi erano templi pagani e fontane sacre.
Le costellazioni topografiche comportano spesso, la costellazione parallela di stati psichici interiori.
Certi luoghi sono adatti a certi atti, evocano determinate fantasie o idee. Più la mentalità è primitiva, più il fenomeno è palese.
La mappa del territorio di una tribù, é in realtà, la mappa del suo inconscio collettivo.
Ciò dimostra che l'ambiente esterno dell'individuo contribuisce a catalizzare la proiezione di certi contenuti inconsci.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
Vedi anche:

venerdì 26 settembre 2014

7 Anime

      Tempo fa scrissi:
 «Amo raccogliere i fiori nel deserto, o quelli nati tra le fessure dell'asfalto...
Amo collezionare le penne cadute dalle ali degli angeli...
Ricerco le gemme più luminose e preziose nella terra più scura.... »
Non si può tenere questa raccolta preziosa solo per sè..
..chi "colleziona" anime belle non può egoisticamente beneficiarne 
ma dovrebbe condividere con chi ne può assaporare l'essenza il loro splendore..
Voglio condividere nel mio blog il pensiero ispirato dalla luna piena a quest'anima stupenda con la quale scambio conversazione preziose e di profonda crescita interiore
senza la quale, spesso, mi rimarrebbe troppo difficile affrontare la mia via... 
Uno specchio nel quale vedo riflettere ciò che mi porta sempre da qualche parte, nel mio profondo sé...
Sette anime hanno potuto beneficiare di questo dono ed io lo voglio condividere nel mio blog tra le mie preziosissime gemme..
Grazie!
Nell'AniMo Antico
Ho deciso di regalare una parte di Me.
Una parte del mio Cuore.
Una parte della mia Vita.
E lo faccio alle persone che più mi hanno aiutato a scovarne il Senso.
Anche senza saperlo.
Anche senza volerlo.
Prendetelo come un ringraziamento.
Ma non chiedetevi il PERCHE’.
Non sentitevi non meritevoli di questo piccolo dono.
Lo siete.
Con ciò non credo che questo Senso sia un punto d’arrivo quanto piuttosto un punto di Partenza.
Perché mi ha messo nelle condizioni di Imparare.
Ci ho lavorato 30 anni.
Ho cercato di renderlo Vivo una notte di Luna Piena nel segno dei Pesci del 09 settembre 2014.
Namastè.


“SE LE TUE ALI CERCHERANNO IL VENTO ALLORA SAPPI CHE ALCUNE PERSONE SI SENTIRANNO OFFESE DAL TUO CORAGGIO, POICHE’ IN ESSO VEDRANNO RIFLESSA LA LORO PAURA.

PAURA DI VOLARE E DI NON RICONOSCERSI.

PER QUESTO GLI SEMBRERA’ DI NON RICONOSCERE TE.
E ALCUNI TE LO DIRANNO.
CERCHERANNO DI NON FARTI SPICCARE IL VOLO.
E’ PIU’ FACILE CONDANNARE CIO’ CHE NON SI COMPRENDE PIUTTOSTO CHE AVERE IL CORAGGIO DI SUPERARE I PROPRI LIMITI.
QUESTE PERSONE SARANNO DEGLI IMPEDIMENTI SOLO SE TU LO VORRAI.

ALTRIMENTI SARANNO LI’ SOLO A RICORDARTI QUANTO LA TUA REALIZZAZIONE SIA INESORABILE E QUANTO SIA IMPOSSIBILE CONTENERTI.”


REDANI (Dona cieli se Re)



7 ANIME




Ciò che mi sta Vicino rifiorisce. 
Anche se appare secco. 
Senza apparente motivo. 
Ciò che è rotto si ripara e le sue crepe vengono esaltate da Oro fuso che le salda. 
Non so se sono i Ricordi di una Vita Felice. 
O i sensi di colpa di un Tesoro che ho perduto. 
Forse sono Entrambi. 
O Nessuno dei Due. 
-Chiamo per un’Emergenza. C’è stato un Suicidio. 
-Chi è la Vittima? 
-Sono Io. 
In 7 giorni Dio creò il Mondo. 
In 7 secondi io ho distrutto il Mio. 
Amo perché sono stato Amato. 
Amo perché sento di essere Amato. 
Amo perchè non c’è altra Via per realizzare se stessi ed aiutare gli altri a realizzarsi. 
Per Amare le persone bisogna comprenderle e per comprenderle bisogna prima aver compreso se stessi. 
Ci si deve avvicinare dopo aver tolto le scarpe, in punta di piedi come si farebbe Prima di entrare nel proprio Tempio a Meditare. 
Il Mio senso di colpa più Grande è quello di aver fatto troppo Rumore. 
La mia Paura più Grande è quella di non essere abbastanza Puro, Leggero, Silenzioso. 
Paura di sporcare, di alterare, di non sapere apprezzare un Posto così Meraviglioso. 
Vorrei invece, come gli Alchimisti, Trasmutare la materia grezza in quella più Preziosa. 
Vorrei le Ali di una Farfalla. 
Così Delicate, così Leggiadre. 
Così Parte dell’Aria stessa da renderne difficile la distinzione dei confini. 
Vorrei poter ascoltare Oltre il Limite dell’udibile e scovare la sorgente di quelle Lacrime, di quei Sospiri. 
Di quel Dolore che scava il Viso e impedisce al baco di trasformarsi in Farfalla. 
Di spiccare il volo. 
Vorrei imparare a capire quando è il momento Giusto di andare Via. 
Ma forse, non andrò Mai via veramente. 
Lascerò le porte socchiuse così da vedere la Luce che un giorno colmerà il buio dalle fessure. 
Vorrei avere Sempre quella Sensibilità così sottile da penetrare in Ciò che non riesce a scovare il Senso, il Significato. 
Trasmetterlo a chi non si sente meritevole di un’altra Possibilità, di un’altra Speranza, di un’altra Carezza. 
A chi giudica la propria Vita insignificante, non degna di essere vissuta e crede di non essere una Brava persona. 
Insignificante per me sarebbe una Promozione. 
A chi sente il peso del proprio Destino accanirsi sulla propria Esistenza. 
Lasciar cadere la netta sensazione di chi pensa ad un favore concesso. 
Di chi sente il peso di un debito da estinguere. 
Non aver paura di fronte a ciò che c’è di più Letale perché possa prevalere la convinzione che 
E’ SOLO CIO’ CHE DI PIU’ BELLO IO ABBIA MAI VISTO. 
Lo tengo in Vita. 
Lo tengo solo per Me. 
Perché è ciò che mi dà la Forza e il Coraggio di Vivere. 
Perché è ciò che mi ucciderà. 
E non sarà una punizione quanto una Liberazione. 
Perdere Tutto per comprendere come sia necessario Donarsi Completamente per ritrovarsi nella propria Integrità. 
Diviso in 7. 
Spezzato in 1000 frammenti di uno Specchio Antico. 
Per rispecchiarsi in Ognuno. 
Ed in Ciascuno scoprire che è possibile rimettere insieme i cocci. 
Dare il Tempo necessario alla sua Complessità e nello stesso Vivere intensamente le proprie Emozioni senza dipendenze né attaccamenti. 
Senza aspettative né dazi. 
Perché non c’è Tesoro più Prezioso dell’Inaspettato. 
Di ciò che si ritiene non meritato, non perfettamente afferrato. 
Illogico, forse Folle. 
Negli occhi di chi si chiede: 
-Perché a me? 
-Perché Tu sei una Brava Persona. Anche Quando sai di non essere osservato… 
Di chi rimane incantato di fronte alla Bellezza di un fiore che sboccia nel pieno del suo splendore. 
-Chi l’avrebbe mai detto? 
-Solo bucce di banana… 
Solo Cura e Semplicità. 
Perché le Anime più Dolci sono quelle che sanno di non essere viste. 
Quelle che pensano “ogni tanto” alla Morte. 
E non vedono con occhi comuni. 
Sentono. 
Perché Capire vuol dire Pensare tutti i giorni alla Morte. 
Percorrere una fune in Equilibrio precario su di un precipizio. 
E sentire quel Brivido di un Equilibrio sopra la Follia. 
Che non è vertigine. 
Di ciò che si ha e di quanto sia fugace. 
Di ciò che si ha e di quanto non sia nostro. 
Sia un Dono. 
Un Dono dal Cielo. 
Solo allora 
E’ LECITO INVENTARE DEI VERBI NUOVI. E REGALARLI. IO CIELO. COSI’ CHE LE MIE ALI POSSANO DISTENDERSI SMISURATAMENTE PER AMARE SENZA CONFINI. 
Quando solo chi ha Forza Smisurata ricama un Sogno dalla Paura. 
E tesse una trama di un Valore Inestimabile. 
Solo Chi ha Tutto Dentro trova in questo Mondo una Cura per l’Anima. 
E spera lo sia anche per gli altri. 
Se ti stai chiedendo perché ho scelto Te ti prego di smetterla. 
Non cercarmi. 
Ti chiedo solo di rispettare la mia Volontà. 
E di vivere la tua Vita pienamente. 
Non voglio più parlare di me. 
Non fa parte dell’accordo. 
Mi rimetterò a strappare le erbacce dal tuo giardino. 
Senza paura di sporcarmi le scarpe e i pantaloni. 
Senza vergogna che sia un modo ridicolo di chiedere Scusa. 
Perché Tu sei un altro Me. 
Anche se a volte non ci si riconosce. 
Anche se a volte si prendono le distanze. 
Vorrei ridere con Te a squarciagola degli errori. 
Delle debolezze e degli inciampi. 
Vorrei anche e soprattutto ridere Senza motivo alcuno. 
E Ballare. 
Come quando si danza attorno ad un Fuoco al chiar di Luna senza timore di essere visti e giudicati pazzi. 
Ballare come fossi Solo ma con la convinzione di non esserlo. 
Sfiorare le cicatrici con le Labbra e carezzarle con le mie Lacrime. 
Fare il gioco del METTIAMO CHE. 
METTIAMO CHE… TUTTO SIA POSSIBILE. 
CHE LA VITA VADA DOVE VA IL CUORE. 
Correre a perdifiato sotto la pioggia battente cercando una piccola speranza in Più rispetto al giorno prima. 
Offrire la propria Vita per quella Speranza. 
STANZA N°2. 
Perché ci vuole più Coraggio a donarsi e a Morire. 
Ogni giorno. 


“UN ABBRACCIO PER PROTEGGERCI DAL VENTO. L’ILLUSIONE DI COMPETERE COL TEMPO. IO NON HO LA RELIGIOSA ACCETTAZIONE DELLA FINE.” 




I due Sentieri (parte prima)

Le due scuole della dottrina di Buddha, l'esoterica e l'exoterica, sono chiamate rispettivamente Dottrina del Cuore e Dottrina dell'Occhio.
La prima è così chiamata perché consiste negli insegnamenti che nacquero dal cuore di Gautama Buddha, mentre la dottrina  dell'Occhio fu opera della sua testa, ossia del suo cervello.
La Dottrina del Cuore si chiama pure "sigillo della verità" o "vero sigillo", simbolo che si trova al principio di quasi tutte le opere esoteriche.
Il maestro dice:
Due sono i Sentieri; tre le grandi Perfezioni; sei le Virtù che trasformano il corpo nell'albero della Conoscenza (titolo che viene dato a coloro che hanno raggiunto la vetta della cognizione mistica).
La Legge che, rifuggendo dalla scienza, insegna la Sapienza, rivela una storia di dolore.
La Grande Anima si specchia in ciò che è piccolo come in ciò che è grande, si riflette nei più minuti atomi e pur non riesce a giungere nel cuore di tutti.
Pochi uomini approfittano del dono, del beneficio inestimabile di ottenere la verità, la retta percezione delle cose esistenti, la conoscenza del non-esistente!
Cerca i Sentieri. Ma, sia puro il tuo cuore prima di incominciare il viaggio. Prima di muovere un passo impara a distinguere il vero dal falso, l'effimero dall'imperituro. Soprattutto impara a distinguere la Scienza del cervello dalla Sapienza dell'Anima, la dottrina dell'Occhio da quella del Cuore.
L'ignoranza è come un recipiente chiuso senza aria e l'anima è come un uccello che vi sia prigioniero.
Poiché la mente è come uno specchio: raccoglie polvere mentre riflette (la dottrina Shin-Sien insegna che la mente umana è come uno specchio il quale attira e riflette ogni atomo di polvere, e deve come uno specchio, essere curata e spolverata ogni giorno).
Sono necessarie le dolci brezze della Sapienza dell'Anima per levare la polvere delle vostre illusioni.
Distogli il tuo sguardo dagli inganni del mondo, diffida dei tuoi sensi che son bugiardi.
Ma dentro il tuo corpo, tabernacolo delle tue sensazioni, cerca l'Impersonale l'Uomo Eterno, e trovatolo, guarda all'interno: tu sei Buddha (l'illuminato).
Tratto da "Il libro dei precetti aurei" di Helena P. Blavatskij

giovedì 25 settembre 2014

Il mio concetto di Fede

Ho smesso di "volere" per me quando mi sono accorta, mio malgrado, che ogni volta che desideravo qualcosa o qualcuno quel qualcosa o qualcuno automaticamente si allontanavano da me... Ma non come normalmente si possa pensare per un'illusione, l'allontanamento è per lo più fisico ma non "sentimentale" per le persone, mentre per altre cose è come se fossero sempre in sospeso...
Quando ciò che può sembrare una coincidenza si verifica più volte allora diventa una teoria e la teoria è la base su cui nascono delle certezze.
Mi sono resa conto che forse la mia vita è "governata", in un certo senso, da qualcosa che è più grande del mio volere cosciente, che togliendomi o donandomi mi guida sulla via della mia esistenza personale..
Per questo motivo il mio primo passo spirituale è stato quello del non attaccamento, il quale in passato mi ha procurato non poche sofferenze..
L'unica regola è "non desiderare egoicamente..."
Ovviamente essendo umana non sempre riesco a far fronte a questa regola, ma mi rendo conto che forse è l'unica cosa che debbo veramente imparare anche se in teoria l'ho compresa profondamente.
Per quanto riguarda gli altri però accede il contrario, se desidero davvero qualcosa per qualcuno questa cosa si avvicina...
Ho avuto un'esperienza recente che mi ha portato a fare questa riflessione (basata anche su altri avvenimenti passati) questa però è stata molto forte e  mi ha fatto capire soprattutto l'importanza del cuore puro e il desiderio per il prossimo senza doppi fini, di quanto sia sorprendente il suo potere e di quanto dinnanzi ad esso nessuna potenza divina possa resistere...
Come al pianto di un bambino per la sua amorevole mamma...
Forse è questa la frase chiave... Il tornare bambini, nel senso di rendere irresistibile la propria purezza d'animo per la Saggezza Univesale che tutto può...
Mentre chiedevo la clemenza per la vita burrascosa di una persona a me cara, non vi era un pizzico di egoismo, ho solo sperato che vi fosse della giustizia per una situazione...
In quel momento sapevo dentro il mio cuore che "qualcuno" mi stava ascoltando...avevo Fede, non quella che ti insegna il dogma, ma qualcosa di (forse) mai provato da me prima di allora... Sapevo che prima o poi un piccolo miracolo sarebbe accaduto...
...e infatti è accaduto...
Non so perché la mia vita mi consenta di apprendere tutto questo, e di provarlo sulla mia pelle, so solo che quel tipo di fede di cui parlo nasce dal profondissimo del cuore, la stessa fede che mi fa affrontare tutte le difficoltà della vita quotidiana, la medesima che mi dà la certezza che prima o poi, quando sarà ora, la mia vita cambierà... 
E credo che ciò che non mi piace ora è solo lo strumento per capire, crescere, camminare e raggiungere ciò che mi spetta...
Il mio non è uno stato passivo di sopravvivenza ma piuttosto un accettare e compredere le leggi universali... Perché proprio a me questo non lo so...ma ad un certo punto ho dovuto rinunciare all'ignoranza e iniziare a rendermi consapevole di qualcosa che spesso sembra troppo oneroso per un essere umano che non ha chiesto nulla...ma ha ricevuto in dono...
Forse il vero dono finale mi sarà dato da qualcuno che pregherà con la stessa Fede che ho provato io, per regalare qualcosa di bello a me...
La stessa fede che a volte mi fa sentire nettamente nel cuore che un giorno un'anima luminosa mi troverà, che ora mi sta cercando e aspettando come io sto facendo, e che comprenderà talmente nel profondo (finalmente) il mio cuore che proverà gioia nel vedermi gioire... 
Fino ad allora io continuo a spargere amore dove sia possibile farlo...e...
Se tutto questo non accadrà avrò sempre il mio mondo spirituale che mi riempie di emozioni..!
Nell'AniMo Antico

mercoledì 24 settembre 2014

I Guardiani della Soglia


Da questo campo di cadaveri, da matematica, cinematica e geometria si risveglierà l'immaginazione vivente, e  questo significa trovare Iside, trovare la nuova Iside, la divina Sofia; l'uomo la deve trovare e la forza del Cristo deve diventare vivente, del tutto vivente, vale a dire compenetrata di luce.
La Terra non darà più all'uomo i beni che nell'epoca moderna egli si è abituato a pretendere. I grandi conflitti che hanno suscitato le spaventose catastrofi hanno già trasformato parte della Terra stessa in un campo di macerie della civiltà. Altri conflitti seguiranno. In modo ancora più vasto la civiltà verrà ridotta in materia.
Dovrà sorgere una nuova conoscenza e  una volontà in ogni campo. Noi dobbiamo prendere atto del pensiero che una forma di civiltà tramonta, ma dobbiamo anche guardare nel cuore umano, nello spirito che vive nell'uomo.
Dobbiamo aver fiducia nel cuore e nello spirito umano che vive in noi affinché sorgano nuove strutture, strutture veramente nuove attraverso tutto ciò che noi possiamo fare entro la distribuzione della vecchia civiltà.
Bisogna sviluppare innanzitutto una comprensione per quello che si chiama l'incontro con il Guardiano della soglia.
Significa che volere, sentire e pensare si devono separare, che deve sorgere una trinità dalla caotica unità umana.
Questa comprensione, che per il discepolo della scienza spirituale deve avvenire quando gli si chiarisce chi è il Guardiano della soglia, deve realizzarsi anche per tutta l'umanità moderna riguardo al corso della civiltà.
Anche se non per la coscienza esterna, per le esperienze interiori l'umanità attraversa un campo che si può chiamare il campo del Guardiano della soglia.
Egli dice soprattutto: «Non rimanete legati a ciò che si è tramandato dai tempi antichi. Guardate nei vostri cuori, guardate nelle vostre anime e fate in modo di poter creare nuove strutture! Le potrete creare solo avendo la fiducia che dal mondo spirituale possano giungere le forze conoscitive e le forze di volontà adatte a tali nuove strutture».
Quello che per il singolo, nell'entrare nei mondi superiori della conoscenza deve essere un evento di particolare intensità, in un certo senso avviene incoscientemente per tutta l'umanità del presente.
È assolutamente necessario portare gli uomini alla comprensione di questo passaggio della soglia, essi, in quanto capaci di conoscenza, devono capire che le loro attività di pensiero, sentimento e volontà devono in un certo modo separarsi, ed essi devono tenerle unite in un senso superiore.
Il mondo umano moderno deve incamminarsi verso la scienza dell'iniziazione per percepire da questa che cosa deve diventare per l'avvenire l'organismo sociale  proposto dalla scienza dello spirito.
Tratto da "La ricerca della nuova Iside. La divina Sofia"
Dornarch, 25 dicembre 1920 Seconda conferenza

lunedì 22 settembre 2014

L'interpretazione junghiana dei sogni



"Al nostro cielo spirituale corrispondeva, per gli Egizi, un'atmosfera emotiva di esperienza religiosa, e la nostra realtà materiale era sostituita dalla realizzazione concreta di ciò che noi considereremmo di natura spirituale".
Non sempre certi contenuti riescono a superare la soglia tra i due mondi (spirituale e materiale) senza subirne modificazioni.
Analogamente quando ci si sveglia si ricorda un sogno molto luminoso, ricco di colori, emozioni, sfumature; tuttavia se vogliamo trascriverlo si riesce a riprodurre soltanto un miserabile frammento che è ben lungi dal riflettere la ricchezza dell'esperienza onirica che ancora si sta assaporando ma non si è in grado di ricostruire in modo appropriato.
Oppure accade di fare sogni che illuminano, dando la sensazione di aver tutto capito in un lampo e di aver colto le connessioni più concrete, mente al mattino si ricorda solo di aver trovato la soluzione durante la notte e tutto il resto si è dissolto.

Varcare la soglia comporta tante difficoltà anche perché la nostra coscienza è strutturata in modo da rappresentare le cose in un ordine spaziotemporale che non sembra esistere nei contenuti che appaiono nell'inconscio, dove le cose sembrano emergere simultaneamente.
Possiamo perciò partire all'ipotesi secondo cui nell'inconscio esistono quella che Jung definisce relatività del tempo e dello spazio e una certa simultaneità spaziotemporale di tutto il contenuto, il che corrisponde inoltre a certe esperienze mistiche.
Probabilmente è la differenza qualitativa che presentano i contenuti psichici, secondo che siano ancora nell'inconscio o abbiano varcato la soglia della coscienza, a determinare in parte le difficoltà della soglia. Infatti, se i due sistemi psichici, il campo della coscienza da un lato e quel che denominiamo l'inconscio dall'altro, fossero qualitativamente analoghi, un contenuto non incontrerebbe alcuna difficoltà a emergere dall'inconscio.
Il fatto che un contenuto quando varca la soglia e diviene inconscio e viceversa quando ritorna nella coscienza ne risulta in entrambi i casi modificato nella sua qualità, autorizza a pensare che l'inconscio sia come un campo un medium un "qualcosa", cioè esista.
I fenomeni della soglia ci inducono a pensare che l'inconscio sia una realtà di per sé, quando questi contenuti ci pervengono impoveriti dopo aver superato la soglia della coscienza, dobbiamo amplificarli -arricchirli- di nuovo per comprenderli.
Ad esempio nel caso dei sogni.
L'arricchimento avviene mediante l'associazione, associare significa fare una sorta di  tuffo. È fondamentale concentrarsi in modo particolare sulle qualità affettive ed emotive, evitando le definizioni.
Bisogna sforzarsi di ricreare la ricchezza originale di quel che trasmette l'immagine onirica. Ecco perché si ricorre all'amplificazione, che è lo strumento più appropriato che significa cercare di riattraversare la soglia spingendosi il più lontano possibile, per rivivificare tutte le idee, i sentimenti e le reazioni emotive che si è avuto su qualcosa.
È a questo stadio, secondo il metodo di Jung, è nel momento in cui abbiamo rivivificato il sogno, collocandolo nella matrice emotiva da cui è scaturito, che possiamo tentare l'interpretazione: sforzarci di ricostruire il contesto, il suo messaggio centrale, il suo significato.
(per esempio se sogniamo un amico non ci soffermiamo alla figura dell'amico ma anche a ciò che rappresenta per noi, che tipo di emozioni abbiamo per lui, che significa nella nostra vita ecc..contestualizzandolo al sogno ecc).
Jung chiedeva: «dite in una frase quel che significa il sogno! In una sola frase!» infatti la parte più difficile dell'interpretazione è trasmettere il senso in un linguaggio umano semplice e diretto per centrarlo perfettamente dopo aver associato e ampliato nell'interpretazione.
Una lettera o un telegramma non è semplicemente un insieme di lettere e di parole, ma un messaggio ben preciso, il sogno non è soltanto un insieme di immagini che sfilano davanti agli occhi, ma racchiude un messaggio ben preciso.
Attraverso l'amplificazione dei suoi elementi si soddisfano i bisogni emotivi dell'inconscio, il secondo passo consiste proprio nel riassumere il sogno in modo semplice e comprensibile per soddisfare, rafforzare e illuminare il complesso dell'Io.
Realizzando queste due fasi nell'interpretazione dei sogni, trattiamo in modo corretto il problema dell'incompatibilità tra la personalità cosciente e la personalità inconscia.
Il complesso dell'Io ha una certa tendenza a respingere il complesso inconscio e occorre una grande forza perché i due si congiungano.
Ma all'improvviso questa unione avviene: il soggetto sente che le cose sono al posto giusto e ne esce arricchito.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz

sabato 20 settembre 2014

L'illusione della New Age


La New Age ha completamente e volutamente travisato alcuni degli importanti messaggi di alcuni maestri di vera saggezza, questo travisare è assolutamente studiato e voluto per plasmare tutte quelle persone che si affidano a questa nuova corrente "luminosa" in cui vi sono maree di libri pieni di citazioni  prese da grandi pensatori che danno quel senso di verità alla corrente ingannevole e negazionista del significato di vera consapevolezza.
La New Age si nasconde anche in tutte le associazioni che "hanno il compito" di risvegliare spiriti umani guidandoli dolcemente verso la luce..
Tutto ciò che questi "maestri" sanno ognuno può scoprirlo da sé tramite letture antiche, e imparando a seguire il proprio intuito, ed è questo il vero danno che si fa agli adepti: rovinare la capacità di guidarsi completamente da soli...La propria via...
Segui il maestro ma in realtà abbandoni il tuo Sé interiore...Falsi profeti
Molta gente si accontenta di leggere libri pieni di riferimenti così come sono stati elaborati e adattati da altri, senza per nulla approfondire dalle fonti vere e proprie il significato dei messaggi... 
Non serve un riassunto fatto da altri, ognuno può capire un testo antico per proprio conto, ma queste nuove correnti settarie si edificano e crescono grazie alla stoltezza delle persone pigre e bisognose di credere in qualcosa di semplice,  come un  "manuale della vita perfetta e piena di luce" per risolvere i loro problemi e quelli del mondo, si veda anche il mio parere sulla legge di attrazione propinata dai Newagiani.
Un'altra falsità della New Age è questo continuo formare la gente sulla falsariga della legge di attrazione che elude aspetti della vita che servono comunque a compredere se stessi, i problemi del mondo esistono e sono reali e se da una parte è vero che il continuo parlarne può accrescere sensazioni come ansia, paura, rabbia, frustrazione.. è anche vero che la forzata negazione non costituisce affatto un metodo di risanamento.
La corrente suddetta vuole creare un mondo di luce, pace e amore senza però affrontare i problemi reali...
Detto questo il male è un prodotto necessario della mente duale dell'essere umano.
La consapevolezza del male, del nero, delle tragedie del mondo consente all'uomo saggio di elevare la propria coscienza e visione globale, in quanto egli,  senza nulla negare, vivrà comunque nella sua serena presa di coscienza, annientando i sentimenti egoici di paura, odio, rabbia ecc, e integrando ed accrescendo invece amore, pietà, compassione...
A volte il male del mondo viene "usato" anche come crescita spirituale di massa, spesso da una crisi globale nascono delle stupende ascensioni spirituali.Wotan
È dalla nigredo che tutto può cominciare, che la si viva in maniera interiore o esteriore...
Ecco perché è sbagliata la concezione newagiana nella quale bisogna vedere soltanto luce, amore e falsità per risanare il mondo, anzi è solo affrontando la realtà, rendere se stessi consapevoli, capire esattamente ciò che accade intorno a noi che si riesce a trarre il meglio da qualsiasi esperienza, anche di quella piu' tragica.. 
Credo fermamente che questa corrente sia nata allo scopo di fermare l'evoluzione spirituale, scombinando le carte dell'alchimia psichica in modo subdolo e fuorviante..
La New Age sta creando una miriade di illusioni e illusi, sta creando gente cieca che va verso una luce che rende tutto invisibile, anziché far accettare il chiaro scuro della dualità psichica che permette di scorgere i vari aspetti della vita in un unica visione globale e consapevole.
Perché è solo attraverso il buio che si possono scorgere i contorni di ogni cosa...mai negare l'esistenza del buio perché è solo attraverso l'accettazione che si può iniziare a far fronte ad un mondo di pochi re e tanti schiavi..
Perché l'ignoranza è la vera malattia del nostro mondo e non c'è cosa peggiore di una falsa saggezza per abbindolare chi si crede libero e invece è rinchiuso in una gabbia che non riesce a vedere...per la troppa luce appunto...
Credo che si debba ricercare la verità il più possibile, nonostante ci siano molte notizie manipolate, nonostante sia sempre più difficile trovare fonti attendibili o antiche (ma si trovano se lo si vuole) nonostante sia doloroso, nonostante sia faticoso, nonostante richieda uno sforzo maggiore...
La vera forza è la consapevolezza di ciò che accade, e la serenità di saperci convivere senza restare passivi!
Le persone non sanno ricercare la verità e ho notato che sono ignoranti completamente su alcuni argomenti fondamentali per "combattere" questo stordimento mentale di massa..
Bisognerebbe andare affondo su tematiche di psicologia (soprattutto la junghiana ), sulla teoria della relatività di Einstein, sulle antiche tradizioni orientali, sulla simbologia sacra...ecc.. solo così si può realmente capire cosa è stato manipolato per creare illusioni e ciò che è davvero in attinenza con una vita consapevole e serena...
Solo in questo modo si può camminare davvero verso la luce...ma una luce interiore e salvifica, non una esterna illusoria...
Siddharta
Controiniziazione
Nell'AniMo Antico

venerdì 19 settembre 2014

Come gli antichi vedevano il mondo




L'antica conoscenza proviene da tempi che, nell'epoca postatlantica, precedettero di millenni il mistero del Golgota (Natale anno zero).
Quando si avvicinò il mistero del Golgota, quella forma di conoscenza era già più debole; possiamo quindi dire che solo singole persone, specialmente elette come i tre magi di oriente, potevano avere una conoscenza tanto vasta, quale appunto si mostra in loro, e che dall'altro lato solo pastori particolarmente privilegiati, gente cioè del popolo sensibile per le cose interiori, potevano sviluppare nel sonno una veggenza come quella sviluppata dai pastori (che riconobbero la venuta di Cristo).
Erano comunque residui di antichi nessi conoscitivi dell'uomo verso l'universo.
Il modo precristiano di porsi dinanzi al cielo stellato era tale che gli uomini non vedevano le stelle solo nel modo prosaico e astratto oggi corrente.
Che gli uomini dei tempi antichi parlassero delle stelle come di esseri viventi non deriva più o meno da una pura fantasia, come crede una scienza molto imperfetta, ma deriva da una visione spirituale, anche se atavica e istintiva, del cielo stellato.
Qualcosa di spirituale che si poteva indicare nel senso in cui gli antichi indicavano le costellazioni, essi sentivano infatti i singoli pianeti del nostro sistema planetario animati da esseri viventi.
Vedevano anche tutto quanto si riferisce al mondo minerale e vegetale, gli antichi vedevano dunque con un'unica facoltà di conoscenza il cielo stellato, il mondo minerale e quello vegetale che sono i tre settori dell'esistenza.
Parlavano di essi come esseri animati.
I greci, proprio ai primordi della loro civiltà, non vedevano assolutamente il colore azzurro,  percepivano il colore più nel lato attivo, verso il giallo-rosso, l'azzurro comparve solo più tardi per la percezione umana.
Immaginiamo ora che scompaiano dal mondo tutte le sfumature di azzurro e quindi anche il verde risulti diverso da come appare oggi, allora ci si dovrà dire che ancora per il greco il mondo che lo circondava appariva diverso da quello di oggi.
In misura molto maggiore il mondo circostante appariva diverso per gli uomini di tempi ancora più antichi. Dal mondo che gli antichi vedevano si ritirò a poco a poco l'elemento spirituale, mentre questo si ritirava divennero più opachi i colori viventi e attivi, di contro, dal basso si sollevò ciò che venne sentito come azzurro.
L'astrologia attiva nella sua ricchezza di colori,  si trasformò nella grigia e incolore geometria, nella meccanica, con le quali oggi, estraendole dalla nostra interiorità, non vediamo più attorno a noi quali siano i segreti dei mondi stellati.
In quegli antichi tempi esisteva una intensa e interiore capacità umana per percepire ciò che fluiva verso gli uomini dalla Terra, in certo senso i fluidi della Terra, come contrapposto al cielo stellato, si annunciavano questi fluidi.
Nei tempi antichi l'uomo aveva una sottile sensibilità per tutte le caratteristiche climatiche del suo paese, per tutte le caratteristiche del suo terreno.
Quello che sentiva sorgere non si presentava come un oscuro sentimento, come un'esperienza ottusa, ma saliva in lui come colori, come nuvole che egli sentiva interiormente. E come sentiva le profondità della Terra, così sentiva l'anima negli uomini, così sentiva anche la vita animale.
Una facoltà conoscitiva esteriore mediante la quale egli guardava nel cielo, mediante la quale vedeva con chiaroveggenza atavica e istintiva i minerali e le piante, e la profondità della Terra.
   
L'uomo percepiva anche l'elemento dell'aura vivente nei suoi simili, soprattutto allo stesso modo sentiva gli animali:
Quando un antico vedeva una farfalla volare sopra una pianta, la vedeva come se essa trascinasse ciò che veniva creato dalla Terra. Come in una nuvola aurica egli percepiva l'elemento animale in movimento sulla Terra. 
Tutto questo si ritirò poco a poco e per la percezione umana rimase il mondo prosaico, una percezione che si rivolgeva all'esterno in modo che l'uomo cominciò a vedere il mondo circostante come noi oggi vediamo il mondo colorato, senza percepire lo spirito.
Tratto da "La ricerca della nuova Iside. La divina Sofia"
Dornarch, 25 dicembre 1920 Seconda conferenza

mercoledì 17 settembre 2014

Feng Shui; Città orientali e Mandala



Nella cultura orientale, secondo una concezione non priva di qualche analogia nel pensiero platonico, la forma visibile non sempre è riconosciuta come una realtà, ma può essere considerata come l'immagine che si forma nella mente di ogni persona.
Per lo stesso motivo la città non appare come un'entità fisica.
Intesa come "luogo sperimentale", la città diventa essa stessa sintesi di simboli. Alla base della sua lettura si percepisce pertanto la ricerca di significato recondito di ciò che si osserva.
Alcune delle città più importanti del Giappone sono state edificate sulla base del Feng Shui, letteralmente vento e acqua, i due principali elementi che plasmano la Terra e che determinano le caratteristiche più o meno salubri di un determinato luogo.
L'architettura tradizionale orientale riconosce nel Feng Shui i principi fondativi per quel che concerne la scelta di un terreno edificabile, l'orientamento delle costruzioni, la distribuzione degli ambienti interni delle case e così via.
Questa antica filosofia orientale, le cui origini possono essere individuate nell'astrologia, definisce il luogo di edificazione, l'orientamento e la distribuzione della viabilità secondo una geometria a scacchiera con orientamento Nord-Sud ed Est-Ovest.
In Giappone le origini della città trovano riferimento nella geomanzia cioè nel disegno del Mandala, vere e proprie "mappe del cosmo":
Il termine Mandala è sanscrito, originariamente significava cerchio, disco, ma anche territorio. Il termine assunse poi il significato di cerchio magico e in fine di mappa cosmica, simbolo dell'Universo.
In tutto l'Oriente il disegno di una città riflette principalmente un ordine cosmico e solo attraverso i Mandala, derivanti dall'induismo e dal buddismo, si possono ricercare quelle reciproche relazioni tra differenti simboli che poi danno origine al luogo.
Questi stessi concetti si trovano nella configurazione dei maggiori templi buddisti.
Un aspetto che caratterizza le costruzione giapponesi è il concetto di impermanenza buddista che domina la cultura orientale e che interviene anche nel definire l'idea di bellezza.
I giapponesi tendono a perdere l'assolutezza dei connotati di oggettività, facendo prevalere una sensibilità più aperta ad una concezione di un'esistenza ciclicamente impermanente.
"La bellezza deriva da ciò che è transitorio, mutevole, ciò che viene chiamato mujò dalla dottrina buddista, secondo la quale tutte le cose e tutti gli esseri viventi sono in un flusso costante. Il cambiamento è la vera condizione della natura e i giapponesi hanno mantenuto nella loro indole una forte sensibilità verso il cambiamento"
F.Fuccello
Questa concezione, che domina la cultura buddista, conduce l'uomo a relazionarsi continuamente con una natura in perenne evoluzione. Da ciò dipende il rapporto tra passato, presente e futuro.
Tratto da"Giappone: Tutela e conservazione di antiche tradizioni" O.Niglio, K.Kuwakino

lunedì 15 settembre 2014

La creatività



Questo post è la risposta a tutte quelle volte che mi domandano perché è così importante il mio blog per me, a tutte quelle volte che invece di uscire ci lavoro sopra, per tutti quei libri letti, e per quando ho un'idea, e ovunque sono la inizio a scrivere perché preme come un fiume in piena e non la riesco a trattenere...
Per tutte le volte che anche io mi domando perché sento ogni creazione come parte di me, anche quando estrapolo da un libro una frase, quella frase rappresenta una parte del mio percorso di vita... 
Per questo mi viene naturale trovare la giusta sintesi... Basta che segua il mio cuore, quando batte più forte ho trovato la parte giusta da usare e divulgare...
Perchè in ogni donna ci sono tutte le donne, in ogni esperienza ci rispecchiamo tutte...
Tutte le donne sono potenzialmente legate da un filo invisibile.. 
...la creatività di una accende quella di un'altra, la speranza di una fa sperare tutte le altre,.... 
Nell'AniMo Antico

"La creatività è multiforme. È come uno spirito abbagliante che appare a tutti noi...
Alcuni dicono che la vita creativa sta nelle idee, altri dicono che sta nei fatti. In  molti casi pare trovarsi nel semplice essere.
È l'amore per qualcosa, tanto amore, con la cui profusione non si può che creare.
La forza creativa scorre sul terreno della psiche alla ricerca delle cavità naturali, i canali che esistono in noi.
La forza creativa selvaggia scorre nei letti che abbiamo, quelli con cui siamo nati e quelli che abbiamo scavato con le nostre mani. Non dobbiamo riempirli ma semplicemente predisporli.
Quando il grande fiume sotterraneo trova estuari e ramificazioni nella psiche, la nostra vita creativa si riempie e si svuota, sale e si abbassa nelle stagioni come un fiume selvaggio.
Creare una cosa ad un certo punto del fiume alimenta coloro che arrivano al fiume, e le creature a valle, e altri nel profondo. La creatività non è un movimento solitario.
Quello è il suo potere. Qualunque cosa che ne sia toccata, chiunque la oda, la veda, la senta, la conosca, è nutrito.
Ecco perché contemplare la parola, l'immagine, l'idea creativa di altri ci ricolma, ci ispira nel nostro lavoro creativo.
Un unico atto creativo ha il potenziale per nutrire un interio continente.
Un unico atto creativo può far sgorgare un torrente dalla pietra.
La capacità creativa è il bene più prezioso della donna perché dona all'esterno ma la nutre all'interno.
Mentre creiamo siamo create a nostra volta, colmate d'amore. Siamo evocate come le creature sono evocate dal sole e dall'acqua.
Possiamo evitare la sua energia soltanto elevandole contro continue barriere, o lasciando che venga avvelenata dalla negatività distruttiva e dalla negligenza.
Capita di ammirare tanto i doni altrui da diventare esperti nel mimetismo, tristemente contenti di essere un mediocre "loro" invece di sviluppare i propri doni unici nelle loro profondità assolute e sorprendenti.
La Donna Selvaggia quando fluisce in noi, cominciamo a scorrere. Se il passaggio è bloccato anche noi restiamo bloccate. Se le sue torrenti sono rese tossiche dai nostri complessi negativi interni o dalle persone che ci circondano, sono inquinati anche i delicati processi che forgiano le nostre idee.
Siamo allora un fiume morente.
La perdita di una limpida corrente creativa crea una crisi psicologica e spirituale.
Per riprendere la vita creativa, le acque devono essere rese di nuovo limpide.
Dobbiamo avanzare faticosamente nel fango, purificatore quanto è contaminato, riaprire i passaggi, proteggere la corrente da futuri danni.
Per creare bisogna reagire.
La creatività è la capacità di reagire  a tutto quanto accade attorno a noi, di scegliere fra centinaia di possibilità di pensiero, sentimento, azione e reazione è riunirle in una risposta, un'espressione o un messaggio unici, ricchi di passione e significato.
"
Tratto da "Donne che corrono coi lupi"

sabato 13 settembre 2014

Il cuore della Sacerdotessa

Il cuore di una Sacerdotessa è un cuore puro, che crede nel vero amore, spesso è solitario, perchè in questo mondo il vero e puro amore è sempre più raro..
Il cuore della Sacerdotessa è delicato ma non è fragile,
è un diamante cristallino, in pochi possono spezzarlo..
Lei trova l'amore nel Tutto e il Tutto le dà amore.. perchè lei è in connessione...
Falle del male e farai del male a te stesso...
Amala e amerai la divinità racchiusa in te.


Uomo, non avvicinarti ad una Sacerdotessa per amarla se non sai a cosa ti avvicini, corri il rischio di non riuscire a dimenticarla, di non capirla e non comprendere il suo mondo.
Preparati ad un amore di un altro mondo, a carezze mortali, a sorrisi che sono incantesimi magici e ad una musica che non potrai non far entrare nel tuo cuore.
Preparati alla Luna Piena, le stelle, la Luna Nera, Solstizi, Equinozi e incensi fumanti.
Uomo, tieni a mente che ti stai avvicinando ad un'anima selvaggia, lontana da tutto ciò che fin'ora hai conosciuto, è possibile che tu ti senta stordito, è possibile che tu debba correre al suo fianco per non perdere per sempre il suo abbraccio, vivi sempre come se percorressi un bosco magico.
.
Sappi che lei non è di questo mondo, che se ti lascia entrare è un dono, è una porta che non apre a nessuno e che si fida di te
Lei è difficilmente compresa, spesso è stata fraintesa e quasi nessuno conosce la grandezza della sua anima.

Non tradire la sua fiducia, saresti un assassino di Unicorni, perchè tale è la magia e la bellezza che nasconde l'anima di una Sacerdotessa.
Uomo, non avvicinarti ad una Sacerdotessa se non vivi di curiosità, se non hai mai inseguito farfalle e libellule, se non ti sei mai inchinato alla Terra, se non hai mai soffiato su un dente di leone.
Stai lontano da lei se non sei disposto a volare, a lasciare il quotidiano, ad abbandonare la paura.
Non avvicinarti ad una Sacerdotessa se non sei disposto a vivere la tua vita come un'avventura, leggi le mie parole perchè non sono teorie, sono un vero e proprio avvertimento.
Se incontri una Sacerdotessa nella tua vita e non sei disposto ad arrenderti ad essa, voltati e a testa alta vai via , non entrare nel suo mondo per danneggiarlo.
Lei è un Essere in via d'estinzione.

Ness Bosh Sacerdotisa del Mar —


venerdì 12 settembre 2014

La continuità con il passato della cultura orientale



Nella cultura giapponese lo spazio non esiste come entità fisica, ma è percepito principalmente in relazione allo scorrere del tempo. L'esempio più significativo di questo approccio si riscontra nella costante attività di ricostruzione applicata ogni vent'anni al suggestivo santuario schintoista Ise-Jingu nella città di Ise.
I santuari del complesso vengono smantellati e ricostruiti sempre identici.
La definizione stessa del MA vuole che l'esistenza reale di tutte le cose non corrisponda ad una realtà fisica: prevalgono invece l'esperienza del luogo e l'evocazione poetica dello spazio nella sua bellezza connessa con la natura.
Più che conservare la materia prevale la volontà di trasmettere la tecnica costruttiva e l'abilità di realizzarla.
" A Ise-Jingu nell'area dove sorge un tempio vi sono due luoghi che vengono occupati alternativamente: mentre il tempio è ancora robusto, nel sito adiacente ne viene costruito uno identico per poi procedere alla demolizione della prima costruzione, una volta compiuto il rituale del "sengu" con cui il corpo del Dio viene trasferito in un nuovo tempio.
Così facendo una religione dedita al culto rituale della bellezza come lo schintoismo raggiunge la sua massima espressione.
Allo stesso tempo non esiste un metodo più chiaro per esprimere il passaggio delle generazioni di quello che si coglie in opere realizzate con materiali e metodi costruttivi del tutto temporali....
Ciò che si tramanda attraverso questi templi non è la fisica sostanza di un edificio ma uno stile in sé e una tradizione spirituale.
Ise-Jingu ha conservato attraverso le generazioni una sensibilità che predilige la bellezza della semplicità, la fresca vitalità e la grazia nelle pure espressioni.
Se il pensiero occidentale ha il suo perno nella coscienza individuale, quello giapponese nutre una visione panteistica della natura e una fede in divinità che possono risiedere in ogni luogo dell'Universo.
Un fiore è di ciò la metafora ideale, poiché i suoi petali si disperdono dopo aver raggiunto la massima bellezza.
Per quanto si possa pregare per il permanere di questa bellezza, nulla nel nostro mondo è immortale e nulla meglio si adatta al nostro anelito per l'eterno di quanto svanisce in un attimo
."
Tratto da: "Giappone Tutela e conservazione di antiche tradizioni" O.Niglio, K.Kuwakino

mercoledì 10 settembre 2014

La propria Via



Entra nella grande via e cogli ciò che è più prossimo. Non guardarti attorno, non volere nulla, ma tieni sollevate le mani. Enigmatici sono i doni dell'oscurità.
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via.
Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità.
Ma tu segui quegli enigmi.
Sopportali, sono terribili.
È ancora buio, ciò che è terribile non smette di crescere.
Perduti, inghiottiti dalle correnti della fertile vita, ci avviciniamo alle inumane potenze superiori che sono all'opera, indaffarate a creare i tempi futuri.
Quanto futuro cela il profondo!
Custodisci gli enigmi, portali nel tuo cuore, riscaldati, restane gravido. Così porterai  il futuro nel tuo grembo.
Insopportabile è la pressione delle cose future in noi. Tu vorresti sbarazzarti del tuo fardello, evitare l'inevitabile.
Ogni fuga è tuttavia inganno e deviazione.
Chiudi gli occhi, per non vedere la malformità, la molteplicità delle cose esteriori, quello che ti travolge e quello che ti tenta!
Esiste un'unica via, ed è la tua via, soltanto una redenzione, ed è la tua personale redenzione.
Perché ti guardi attorno in cerca di aiuto? Credi che l'aiuto venga da fuori? L'avvenire si crea in te a partire da te. Guarda perciò in te stesso, non fare confronti, non misurare.
Non c'è altra via simile alla tua.
Ogni altra via ti ingannerà o ti sedurrà. Tu devi seguire la via che c'è in te.
Grande è il potere della via. In essa si uniscono paradiso e inferno, le forze del Sopra e  quelle del Sotto.
Magica è la natura della via, magiche sono la supplica e l'invocazione, magiche sono la maledizione e l'azione, se avvengono sulla grande via.
Dal "Libro Rosso" di C.G.Jung

lunedì 8 settembre 2014

La balbuzie


Negli adolescenti la balbuzie è spesso dovuta a un'accumulazione di forti emozioni che il soggetto è incapace di esprimere.
Anche se è vero che rappresenta un grave problema per molti adulti, spesso viene superata all'epoca della pubertà o poco più avanti, ed è generalmente risolta quando la persona che ne è afflitta ha imparato a esprimersi in modo più personale e quando la sua vita affettiva acquisisce maggiore fluidità.
Ciò significa che appena un flusso vitale precedentemente bloccato viene liberato, la balbuzie scompare oppure viene superata.
Ecco perché bisognerebbe cercare sempre di individuare dove risiede in queste persone il blocco emotivo: la soluzione più rapida e radicale consiste nel liberare la persona anziché limitarsi a fargli compiere interminabili esercizi fonetici.

Questo complesso contiene qualcosa di inesprimibile, qualcosa che non è ancora riuscito a trovare la sua modalità espressiva e si manifesta, di conseguenza, attraverso un'inibizione della parola.
Un fenomeno analogo si verifica nelle persone che ammutoliscono in seguito a una forte emozione.
Un complesso materno negativo è spesso all'origine di questo disturbo, perché soffoca la vita del bambino e di conseguenza ne frena lo sviluppo.
Un'altra causa può essere di natura creativa, l'emozione accumulata in lui dalla presenza di un interesse o di un dono che non riesce ancora a esprimere lo soffoca in qualche modo.
Appena il bambino può manifestare il suo talento - musicale o pittorico ad esempio - in modo regolare, la sua balbuzie scompare.
Può capitare che il bambino si tormenti, si spazientisca per questa sua incapacità di esprimersi.
Secondo una certa teoria, il centro del linguaggio risiede nell'emisfero sinistro del cervello: perciò se si costringe i bambini per loro natura mancini a scrivere con la destra diventeranno balbuzienti, perché questa costrizione blocca in lui l'espressione spontanea delle emozioni.
L'importante è capire se un flusso istintivo di espressione personale affettiva è stato ostacolato, producendo così la reazione della balbuzie.
Bisogna dare a questo bambini uno spazio vitale fra i loro genitori, affinché in  questo spazio libero intermedio, possano esprimersi e trovare maggiore autonomia.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz

domenica 7 settembre 2014

Incomprensibile..

...Chissà se anche tu senti ciò che io sento...
Mi domando se riesci a percepire la connessione animica che si manifesta...
Mi domando come possa essere possibile compredere così profondamente un'anima ma essere così distante da un corpo...
Riesco a percepire anticipatamente la tua esistenza, le tue esperienze...ma razionalmente non riesco neanche a capire cosa accade in me...
Come posso spiegarti ciò che sento se neanche io lo comprendo davvero...?
Come posso parlarne a parole se alla mia mente umana rimane incomprensibile e inesplicabile?
Come può un'anima essere così dannatamente affine da tormentare un cervello?
Come posso spiegare a me stessa ciò che sento se non lo compredo neanch'io?
Mi domando solo se anche tu percepisci il legame animico...
Se ti poni le mie stesse domande..se qualche volta ti rispondi...
Se ti sei accorto del tuo specchio in cui sono riflessa io...
Se, anche te, non ti senti più solo quando c'è il confronto della nostra vita...
Se anche te mi comprendi nel profondo perché è il profondo che  ci fa comprendere reciprocamente...
Se anche te credi che ci sia un motivo a tutto questo... Oppure se credi sia pura pazzia...invenzione di una mente contorta che non vuole più sentirsi sola...
Se, anche te, senti finalmente la libertà di 'essere' quando ci si apre l'uno all'altro...
...E io credo che l'unico motivo per il quale due anime così sono distanti materialmente è la presenza inesorabile dell'ego..
...che mette mille barriere pur di non dover abbandonare il proprio stato sovrano nel mondo sensibile...
Perché sono i nostri specchi a farci più paura di qualsiasi altra cosa...a dare più fastidio di qualsiasi altro comportamento...
...Forse sbaglio...forse no...ma fin ora ciò che ho "sentito" è risultato sempre in antitesi ai ragionamenti razionali...spesso errati...
Solo se non penso razionalmente ti capisco davvero perché la tua percezione mi arriva dal profondo e non dal ragionato...
...ma viviamo nel mondo del materiale e del sensibile e fin tanto regnerà contraddizione tra ciò che deriva dall'anima e ciò che deriva dal ragionamento non vi sarà quiete per scorgere cosa c'è davvero nel fondo del fiume interiore...
...E il fiore di loto non potrà sbocciare...
Nell'AniMo Antico



venerdì 5 settembre 2014

L'Arte

"L'arte trova la propria perfezione in se stessa e non al di fuori. 
Non può essere giudicata alla stregua di un criterio esterno di somiglianza.
Essa è un velo piuttosto che uno specchio.
Ha fiori che nessuna foresta conosce, uccelli che nessuna selva alberga.
Crea e distrugge i mondi e può tirare la luna giù dal cielo con un filo di scarlatto.
Sono sue le 'forme più vere che il vero', suoi grandi archetipi dei quali le cose esistenti non ci sembrano che copie imperfette.
Per essa la natura non ha leggi, non ha uniformità.
L'arte può operare miracoli a volontà, e quando chiama i mostri dalle profondità, essi vengono.
Può far fiorire il mandorlo in inverno e coprire di neve le messi mature.
A suo comando la brina posa il dito argenteo sulle labbra ardenti del giugno, ed i leoni alati escono cauti dalle tane delle colline della Lidia, le driadi spiano dalla macchia quando essa passa, e i bruni fauni sorridono stranamente quando essa si avvicina.
E' adorata da deità dalla faccia di falco, e i centauri galoppano al suo fianco."
Oscar Wilde

Ho ribadito più volte che l'arte è l'espressione dell'anima, essa è energia pura impressa sulla materia con suoni, disegni, versi....
Questo aforisma di Oscar Wilde mi sembra adatto al mio concetto di Arte, già questo versi mi tolgono il fiato, e li sento come se provenissero da altre dimensioni...
Questa frase coglie il senso non senso dell'arte, dell'interiorità umana che può immaginare qualsiasi scenario voglia...
L'arte può tutto, perchè, qualsiasi cosa possa essere immaginato, l'uomo lo può riprodurre attraverso di essa in modo del tutto libero..
Perchè l'arte è soprattutto libertà di espressione, quel genere di libertà che nessuno può toglierci..
Essa non può essere giudicata secondo gusti razionali, l'arte è capita o non è capita, non è brutta o bella...
Grazie all'arte risvegliamo i nostri archetipi attingendo da ciò che è al di là del materiale.
Essa ci inonda il cuore attraverso il Pathos
Bisognerebbe domandarsi perchè ci sono molto meno artisti oggigiorno, perchè vi sia molto meno fantasia...
Forse la gente sta smettendo di sognare?
Sta smettendo di immaginare, creare, inventare?
Come asserisce Alejandro Jodorowsky: 
"Il poeta inventa fuori dal mondo esistente, il mondo che dovrebbe esistere... il valore del linguaggio della poesia dipende direttamente dalla sua lontananza dal linguaggio parlato...
La poesia è il crinale in cui gli estremi si toccano, dove non esiste nè contraddizione nè dubbio.
Il poeta ci tende la mano per condurci oltre l'ultimo orizzonte, oltre la cima della piramide, in quella terra che si estende oltre il vero e il falso, oltre la vita e la morte, oltre lo spazio e il tempo, oltre la ragione e la fantasia, oltre lo spirito e la materia...nella sua voce c'è un incendio inestingiubile...
"
Nell'AniMo Antico

mercoledì 3 settembre 2014

L'archetipo della Guaritrice



Questo post l'ho creato per capire e ricordare dei meccanismi in cui a volte mi incastro, ma anche per molte altre persone che probabilmente hanno la stessa tendenza di voler sempre dare senza pretendere...
So che molte donne si ritroveranno in queste parole e so che sarà di aiuto a chi come me si lascia assorbire da questo archetipo che spesso porta, se si esagera, a dimenticare se stesse.
È bellissimo essere sempre disponibili a dare una mano a chi ne ha bisogno, ma anche noi siamo esseri bisognosi di noi stessi in primis, spesso ci si identifica con l'archetipo invece che utilizzarlo con maestria e padronanza nel momento giusto! 
Non bisogna lasciarsi assorbire completamente altrimenti si rischia di dare troppa energia alla "missione" archetipica e toglierla alla nostra vita di tutti i giorni!
Nell'AniMo Antico

"Un archetipo è una forza enorme, misteriosa e istruttiva nel contempo.
Otteniamo grandi provviste se gli stiamo vicine, lo emuliamo, stringiamo una relazione equilibrata.
Ogni archetipo porta specifiche caratteristiche che giustificano il nome che gli diamo: la grande madre, il bambino divino, l'eroe solare e così via..
L'archetipo della grande Guaritrice porta saggezza, bontà, conoscenza, cura tutte le altre cose associate alla guaritrice.
È dunque bene essere generosi, gentili e pronti a porgere aiuto come l'archetipo.
Ma solo fino ad un determinato punto:
Oltre esercita un'influenza che è d'impedimento alla nostra vita.
Le grida di un mondo che soffre non possono sempre avere risposta da una sola persona.
Quel che il cuore desidera aiutare è talvolta diverso dalle risorse dell'anima.
Se una donna sa valutare la sua pelle-anima, deciderà tenendo conto di quanto sia nelle sue corde una determinata situazione.
Se gli archetipi possono effondersi da noi per brevi periodi, in quella che chiamiamo esperienza numinosa, nessuna donna può emanare un archetipo continuamente.
Soltanto l'archetipo può essere sempre in grado, sempre pronto a dare tutto, eternamente energetico.
La trappola vuole che le donne si finiscano nel tentativo di raggiungere questi irrealistici livelli.
La donna deve allontanarsi per restare con sé stessa ed esaminare come si è lasciata intrappolare da un archetipo.
Il fondamentale istinto che decide «solo fin qui e non oltre, solo questo e niente più » deve essere recuperato e sviluppato."
Tratto da "Donne che corrono coi lupi"

lunedì 1 settembre 2014

Realtà materiale e spirituale e il motivo della dualità



Nella sfera psicologica "materia" e "psiche" sono termini che caratterizzano entrambi contenuti coscienti.
Sia che diciamo che qualcosa rappresenta contenuti spirituali o psicologici della psiche, che non hanno realtà materiale, sia che diciamo che qualcosa ha realtà materiale, si tratta comunque di cose che possono essere percepite solo attraverso la psiche. Perciò caratterizziamo un certo numero di cose come materialmente reali, altre come dotate di una realtà spirituale, interiore o psicologica.
Dobbiamo dire che l'unica verità immediata che possiamo percepire è la realtà psichica; non possiamo spingerci al di là dei contenuti della coscienza. Ma tendiamo a caratterizzare alcuni dei suoi contenuti come materialmente reali, e altri come psichicamente o spiritualmente reali.
La realtà nei suoi aspetti è in ultima analisi trascendentale, nella terminologia junghiana trascendentale significa semplicemente "che trascende la coscienza, che trascende la possibilità della nostra percezione cosciente": questi aspetti della realtà sono entrambi irrappresentabili, unanschaulich, termine preso in prestito dalla fisica moderna.
La quarta dimensione, per esempio, è irrappresentabile: non possiamo farcene alcuna immagine interiore, alcune rappresentazione immaginativa.
La sua realtà può essere dedotta matematicamente, attraverso una serie di conclusioni logiche, ma non possiamo assolutamente rappresentarla.
Ciò vale anche per gli archetipi, che sono ugualmente unanschaulich.
Non abbiamo alcuna idea di quel che sono. Quel che possiamo osservare sono le immagini archetipiche, dalla qual cosa possiamo dedurre che devono esistere gli archetipi che non siamo però in grado di immaginare.
La psiche inconscia è unanschaulich e le immagini psichiche sono l'unica realtà che ci sia data, l'unica che possiamo osservare in modo immediato.
Anche Pauli non contraddice questo concetto di Jung, egli afferma che il termine "materiale" è soltanto una caratteristica dei fatti a livello soggettivo: noi caratterizziamo alcune cose come materiali senza poterne provare l'esistenza in modo immediato.
Da questo punto di vista la totalità preconscia conscio-inconscio riguarderebbe la realtà nella sua interezza; non solo la realtà psichica, dunque, ma anche la realtà fisica.
Il fatto che non possiamo sfuggire alle strutture fondamentali di questa totalità preconscia-conscia può essere illustrato attraverso una delle teorie più recenti sull'origine del cosmo, nella quale riappare il motivo dei gemelli come creatori.
Nella fisica moderna esiste una cosmogonia elaborata da Jordan e Dirac, basata sull'idea che il cosmo intero abbia avuto origine da particelle gemelle, da due elettroni gemelli.
In origine non vi era né tempo né spazio; il continuum spazio-tempo prese a esistere soltanto con l'apparizione di un contenuto.
La microfisica ha dimostrato che non esiste un solo tipo di particella che non abbia la sua antiparticella.
La dualità di tutti i contenuti, quella di conscio-inconscio come l'esistenza di particelle e antiparticelle, mostra un parallelismo sorprendente.
Perciò non ci si deve stupire se il motivo della dualità appare ogniqualvolta l'uomo cerca di descrivere i processi di base attraverso i quali cominciò ad esistere la coscienza reale.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
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