venerdì 29 agosto 2014

La paura dell'isolamento: l'isolamento come interazione interiore

Quando ci troviamo improvvisamente immersi in una solitudine in un silenzio totali, la maggior parte di noi viene assalita dal terrore, senza sapere perché: si tratta di quella paura profonda e irrazionale dell'isolamento.
Questa paura è provocata dall'inconscio che affiora.
Una gran parte dell'energia vitale che si dispiega normalmente nei diversi rapporti con l'esterno (l'energia sociale) si blocca e rifluisce all'interno e costella l'inconscio.
Per questo in tutte le religioni l'isolamento è una delle tecniche che consentono di incontrare gli dei, gli spiriti o le ombre o di intraprendere l'iniziazione alle esperienze interiori.
Molti sono coloro che non possono sopportare l'idea di restare soli allungo, poiché lo sentono come una minaccia al loro equilibrio mentale.
Ciò dipende in parte dall'incapacità di lasciar affiorare in sé l'inconscio, come "qualcosa" con cui si può entrare in rapporto.
Il solo modo per vincere questa paura irrazionale è lasciare che l'inconscio si esprima.
All'inizio si sentono delle voci, si possono avere delle visioni o si sperimentano altri fenomeni inusuali, la paura iniziale è quella di impazzire.
Dialogando con l'inconscio, ascoltando quello che ha da dirci, il panico scompare.
Allora non si è più soli, si ha un compagno interiore con cui parlare, si tengono con lui conversazioni appassionate.
È il momento in cui l'"uno" diventa "due", è il momento in cui si giunge a capire che quel che si teme ha un carattere oggettivo.
È il vuoto che si teme, anche se, quando si permette all'inconscio di invaderlo, di riempirlo e di diventare um compagno oggettivo, la solitudine, con la paura che essa provoca, scompare.
Jung cita spesso la frase celebre degli alchimisti: chiunque sia solo, isolato dalla folla, e non possa unirsi agli altri, troverà un amico interiore che lo guiderà.
Noi per quanto ci è noto siamo animali tribali, siamo condizionati a vivere in rapporto non solo con gli altri esseri umani, ma anche con gli animali e gli oggetti, con tutto ciò che ci circonda:
Ecco perché la paura si impadronisce di noi quando ci manca il modello di comportamento corrispondente a una determinata situazione.
Questo spiega la nostra paura dell'ignoto, poiché non sappiamo come affrontarlo, quando ci troviamo di fronte ad esso proviamo un vuoto interiore; non sappiamo cosa sia, come reagire, proviamo un sentimento di estraniazione, di disorientamento, come fossimo scagliati in uno spazio cosmico.
Certe persone a causa di un'angoscia inconscia sono afflitte da una logorrea continua; debbono reprimere in continuazione d'aria e di agitazione lo spazio che le circonda, poiché il silenzio rischierebbe di lasciar affiorare l'oggetto della loro angoscia, tanto più terrificante in quanto ignoto.
L'unico modo per superare tutto ciò è visualizzare o sentir parlare dentro di sé l'inconscio in modo tale da poter ricorrere a modelli di comportamento noti, come il parlare con sé stessi, per entrare in rapporto con lui.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
Vedi anche La Solitudine intenzionale (Tratto da "Donne che corrono coi lupi")

mercoledì 27 agosto 2014

Al servizio dell'Anima

"È questo il tuo senso anima mia? Ti seguo zoppicando sulle stampelle dell'intelletto. Io sono un uomo  mentre tu avanzi come un Dio. Che tortura!
Ti seguo ma con terrore. Ascolta i miei dubbi, altrimenti non posso seguirti, perché il tuo senso è un senso superiore e i tuoi passi sono quelli di un Dio.
Devo consegnarmi completamente in mano tua? Ma tu chi sei?
Dimentica il mio dubbio; lo so non è bello dubitare di te. Tu sai con quale difficoltà io riesca a mettere da parte lo sciocco orgoglio del mio pensiero.
Devo imparare ad amarti. Vuoi anche che smetta di giudicarmi? Ho paura. Allora l'anima mi parlò e disse: «Questa paura testimonia contro di me». È vero, testimonia contro di te. Uccide la sacra fiducia che esiste fra me e te."
"Nell'accostarvi alla vostra anima vi accorgerete, per prima cosa della mancanza di un senso. Crederete di sprofondare in un mondo insensato, nell'eterno disordine.
Aprire la porta dell'anima affinché nel vostro ordine e nel vostro senso possano affluire le oscure correnti del caos.
Sposate il caos con ciò che è ordinato e darete vita al bambino divino, al senso superiore che è al di là di senso è controsenso.
Devi vincere la tentazione della paura e del dubbio è renderti conto fin nel midollo che la tua paura è giustificata, e che la ragione è il tuo dubbio.
Per tutto ciò che riguarda la tua redenzione e l'ottenimento della grazia, tu dipendi dalla tua anima. Nessun sacrificio ti sarà pertanto troppo grave. Se sono le virtù a impedirti la redenzione, sbarazzatene, perché per te si sono tramutate in male.
Chi è schiavo della virtù non trova la via, allo stesso modo di chi è schiavo del vizio.
«E anche quando si hanno tutte le virtù, bisogna saper fare una cosa: mandare a dormire al momento giusto anche la virtù» Nietzsche in "Così parlò Zarathustra"
Se ti credi padrone della tua anima, ne diverrai il servitore; se ne sei stato il servitore, ne acquisterai la padronanza, perché in tal caso essa ha bisogno di essere governata.
....lo spirito del profondo mi parlò: «Guarda nel profondo di te stesso, prega il tuo profondo e ridesta i morti»
La mia anima mi porta nel deserto, nel deserto del mio Sé.
Dovrei forse trasformare il deserto in un giardino? Aprire al deserto l'arioso giardino incantato?
Io avevo curato la mia mente, che era lo spirito di questo tempo in me, ma non lo spirito del profondo che si volge sulle cose dell'anima, al mondo dell'anima. L'anima ha un suo mondo peculiare.
E ben presto mi sono accorto che il mio Sé era diventato un deserto in cui ardeva soltanto il sole del desiderio non placato.
Ovunque ci sia la forza creativa del desiderio germoglieranno i semi propri di quel terreno. Se ora la tua forza creativa si volgerà al luogo dell'anima, vedrai rinverdire l'anima tua e vedrai il suo campo ricoprirsi di frutti mirabili.
Se dici non esiste il luogo dell'anima, allora esso non esiste davvero. Se invece affermi che esiste, allora esiste davvero.
Nota ciò che gli antichi dicevano in senso figurato: la parola è un atto creativo. 
Gli antichi dicevano: in principio era la Parola.
Le parole che oscillano tra nonsenso e senso superiore sono le più antiche e le più vere."
Tratto dal "Libro Rosso" C.G.Jung

lunedì 25 agosto 2014

Aspettando la "mia anima"


Ci sono persone che incontrano il loro amore molto presto... Capiscono di appartenere l'uno all'altro e la loro vita da quel momento in poi continuerà insieme completandosi l'uno con l'altro e insieme cresceranno ogni giorno di più...
Ci sono alcune persone invece che debbono avere la propria evoluzione personale prima di poter trovare chi ne sarà complementare al proprio fianco... 
Prima entrambe dovranno raggiungere una completezza interiore ecco perchè per questo secondo tipo di percorso di vita la ricerca di sè stessi è molto importante...spesso sono anime solitarie in apparenza e spesso sono considerate strane rispetto alla normalità...
Spesso la vita di questa tipologia di persone è più dolorosa, e più difficoltosa e implica un costante superamento di prove..spesso si ha bisogno di sapere che non si è soli...
Per quanto una persona si riempia di sapere, di risposte, di saggezza, per quanto una persona segua il proprio percorso, studi, si dedichi ai propri interessi più profondi e si senta appagata da ciò...
Per quanto la vita sia bella e piena...
La felicità che ti può dare l'amore non credo si possa trovare in nulla..
La completezza, la gioia, la condivisione, il senso di appartenenza... la sensazione di aver finito una parte importante del tuo percorso di vita in cui hai trovato chi sei e da lì riesci ad accogliere la vera anima che "appartiene" alla tua... Niente può dartelo...
Non parlo di chi si innamora di ogni volto bello che incontra, ma di chi aspetta di incontrare la persona che ha nella sua essenza tutto il mondo per l'altro...
Quel tipo di amore che non si può spiegare ma lo accogli al primo sguardo... Non lo ragioni con la mente ma lo senti con il cuore...
Se lo trovi, fa' di tutto per non perderlo o per conservarlo e anche se hai mille ostilità ed ostacoli....credici fino in fondo...
Ho sempre sentito dentro di me che da qualche parte c'è un'anima che sta cercando la mia... Ho sempre creduto in un amore diverso da quelli che sono semplicemente coppie fisiche ma non hanno alcuna connessione animica... Un amore profondo e intenso che si trova spesso nei libri di antiche tradizioni...
La congiunzione alchemica delle anime divise all'inizio dei tempi...
Ho bisogno di sapere che da qualche parte lì fuori ho la "mia anima", che anche lei sta evolvendo e affrontando le difficoltà dell'esistenza consapevole come me...
Che anche lei mi sta cercando, mi sta aspettando e che il giorno che il nostro cammino si unirà non ci sceglieremo in base a requisiti esteriori, ma solo in base al fatto che lui riconoscerà in me se stesso e io in lui me stessa...
Capirà che sono io e io che è lui..
Perché saremo le anime che si appartengono da vite ed è ora che si uniscano in un amore fisico ma spirituale, evoluto e consapevole...
A volte...solo a volte sento chiaramente nel cuore che da qualche parte la "mia anima" c'è...
Riesco a  percepire la presenza di una parte di me che prima o poi incontrerò, ma è la mente che mi dice che forse sogno troppo...che forse sto sbagliando...
Vivo con la speranza che quegli attimi in cui la sento siano la realtà, ho bisogno di credere che sia così...
Ho bisogno di sperare che il mio cuore possa tornare a battere forte per qualcuno
...ho bisogno di sperare che un giorno possa riuscire a provare ancora amore, un amore umano ma più evoluto...
Non credo sia possibile essere davvero felici senza quel tipo di amore...non credo ci si possa sentire davvero realizzati se dopo essersi congiunti con la propria anima non si riesca ad accogliere quella a cui si appartiene e che ci appartiene da sempre...
E mi domando, se non fosse vero che abbiamo da qualche parte un'anima gemella, perché in tutti i tempi filosofi, poeti, alchimisti ecc..ne hanno cantato la loro esistenza... 
Forse proprio perché non l'hanno mai trovata? O forse perché ne hanno percepito la presenza come a volte succede dentro di me? O forse ne hanno vissuto l'incontro...?
So solo che ognuno di noi sa che c'è, tanti lo negheranno e tanti non la sapranno riconoscere, altri la incontreranno ma la forza che ne scaturirà dall'incontro non saranno in grado di sostenerla, altri ne fuggiranno preferendo una relazione più semplice... Altri invece aspetteranno...
Beh....Io faccio parte di quello che  aspettano...anche tutta la vita se necessario...
Nell'AniMo Antico

Nietzsche: la fantasia

«Senza mito però ogni civiltà perde la sua sana creativa forza di natura: solo un orizzonte delimitato da miti può chiudere in unità tutto un movimento di civiltà...
Le immagini del mito devono essere i demonici custodi, inosservati e onnipresenti, sotto la cui vigilanza cresce l'anima giovane e dai cui segni l'uomo interpreta la propria vita e le proprie lotte»
L'originalità umana si manifesta soprattutto nell'irruzione della fantasia nella vita. La creazione di un universo immaginario e il manifestarsi favoloso dei miti nascono dal mistero dell'esistenza.
Il mistero si offre alla fantasia fa parte della sua essenza. È manifestazione della nostra creatività, grazie ad essa il nostro essere sconosciuto, le nostre potenzialità di vita, il nostro talento nascosto entrano con forza nello spazio del quotidiano e spezzano la monotonia di ogni giorno.
La fantasia è la regione intermedia che separa l'uomo dal mondo: è una regione piena di gioia, di meraviglia, e di tranquillità. È il luogo senza tempo della nostra intimità, non è circondato di barriere o da limiti prestabiliti: è una costante e gioiosa apertura alla realtà.
Ci fa abitare il mondo con la coscienza del benessere, non più con quella dell'affanno e della preoccupazione.
La fantasia respingere le esperienze infelici e attira quelle felici, ci aiuta a creare e ad amare il nostro mondo.
Essa ha le sue radici nell'infanzia e si fissa nell'età adulta attraverso l'esperienza dello sguardo incantato del bambino  che trasforma ogni cosa in un gioco.
Proviamo a vivere questa normale esistenza con il  gioco della fantasia, coloriamola con le tonalità del mito: la nostra auto è ora un cavallo alato che galoppa tra le nuvole, l'ufficio è l'Olimpo, la dimora degli dei.
«O questi greci! Loro sì sapevano vivere; per vivere occorre arrestarsi animosamente alla superficie, all' increspatura, alla scorza, adorare l'apparenza, credere a forme, suoni, parole, all'intero olimpo dell'apparenza! Questi greci erano superficiali per profondità! .....Adoratori delle forme, dei suoni, delle parole? Appunto perciò...artisti?»
La poesia della vita è un campo irrigato da cose che hanno in se stesse la loro meta. Se ci immaginiamo in esse, se ci sospendiamo desideri, progetti e aspettative, allora sentiamo in noi fluire la vita con spontaneità. Abbiamo così la sensazione di superare i nostri limiti e di accedere a quella dimensione dell'esistenza dove eternità e piacere di esistere si offrono di continuo in ogni istante vissuto. Dove superficialità e profondità si intrecciano senza collidere tra loro.
Tratto da: "Nietzsche filosofia e salute"

domenica 24 agosto 2014

La connessione con la natura



Leggendo il libro "La vita segreta della natura“ sono affiorate in me delle sensazioni... dei flash relativi alla mia infanzia.
La connessione con la natura di cui parlo è strettamente legata all'extrasensoriale, è una connessione che percepisci con il cuore e non solo con i 5 sensi, io la natura la vivo in questo modo e da piccola... molto piccola già la sentivo intensamente...
Non ho molti ricordi di quando della mia infanzia, ma sono vivi in me alcuni sogni, sensazioni, visioni... anche della mia adolescenza ho pochi ricordi ma sento ancora le emozioni e sensazioni che provavo, la difficoltà di vivere normalmente, e soprattutto ricordo i numerosi avvenimenti particolari che mi hanno sempre accompagnato nella mia vita.
Ho ricordato che durante la mia infanzia, mi isolavo e giocavo con qualsiasi tipo di insetto, o piccolo animale della terra.. rincorrevo le rane e le lucertole, accarezzavo le api e adoravo la compagnia dei maggiolini...
lombrichi, lumache, scarafaggi...erano il mio passatempo preferito oltre che gli animali più comuni come gatti, cani, conigli..
Ricordo che avevo come una sorta  di connessione con tutti questi piccoli esseri e preferivo giocare con loro invece che stare con gli altri bimbi.
Ricordo che la natura mi faceva star bene e conoscevo tante piante e fiori anche se nessuno mi aveva spiegato nulla..
Passavo ore con le mie biglie di vetro perché mi "ricordavano i colori delle fate" e mi perdevo dentro i loro giochi di forme interne come se fossero l'immagine di altri mondi...
So che da bimba ho fatto tante scampagnate ma non ne ricordo neanche una...solo la sensazione di benessere che mi dava la natura, dopo il mal di macchina che mi accompagnava sistematicamente in tutti i viaggi, e che fu il motivo per il quale iniziai a sperimentare la mia immaginazione creativa (quando immaginavo non stavo male) che poi divenne "compagna" dei miei giorni...
Ad un certo punto però smisi di sentire questa forte connessione non so perché e non ricordo esattamente quando.
Però ricordo una cosa strana.... mia nonna paterna aveva una cantina "proibita" dove una volta sono scesa...da sola...la casa di mia nonna era in semi-campagna quando andavo lì potevo stare ore con animali di molti generi... non ricordo cosa vidi ma da quel giorno non ho più giocato nello stesso modo e ho avuto il terrore di ragni e cavallette al punto di perdere il controllo delle gambe....
Cambiai profondamente l'approccio con gli insetti e con gli animali (soprattutto) corazzati..
In più la maestra che ho avuto non capiva il mio modo di essere, giudicandomi svogliata e poco loquace e il catechismo che ho iniziato a 6 anni per fare la comunione, hanno completamente rovinato il mio modo di percepire la vita.
Infatti a sette anni sembravo una bambina diversa, avevo un viso completamente trasfigurato, ho iniziato ad ingrassare (corazza per attutire i colpi della vita) ed è iniziata la mia infanzia e adolescenza infelice...
Durante la mia vita però dopo la pubertà ho avuto sempre grandi richiami all'occulto, e avvenivano con eventi spontanei ogni volta che mi allontanavo dal credere in qualcosa oltre il tangibile, anzi nei periodi che ho completamente rifiutato l'aspetto metafisico dell'esistenza ho avuto non pochi problemi...
Questi ultimi tre anni sto rimettendo insieme i pezzi della mia vita e sto cercando di capire le mie amnesie e soprattutto gli eventi particolari che hanno influenzato la mia esistenza da sempre...ho avuto ricordi spontanei e indotti dell'esistenza di altre vite (parallele o passate che siano), le quali mi hanno aiutato ancora di più a capire i meccanismi di questa attuale.
Sono sicura che prima o poi, quando mi sarà concesso riacquisterò la spontaneità di interagire con la parte non visibile del mondo come quando ero piccola...
Per ora ho capito che c'è un motivo a tutto e vivo la mia vita in maniera consapevole...sia di giorno che di notte, anzi, soprattutto di notte...vedo la vita come se fosse un continuo sognare e interpreto i vari segni che mi accompagnano appellandomi alle conoscenze simboliche che pian piano sto accumulando.
Ad oggi sono sicura che avevo una vera e propria connessione con la Natura, leggendo il libro ho sentito una voglia di tornare a quella connessione...
Ultimamente una mia amica di infanzia vedendomi entusiasta della conoscenza e sperimentazione dei fiori di Bach, mi ha detto che mai come ora mi rivede come quando ero piccola e le spiegavo le qualità dei fiorellini di campo...mi sono commossa poichè non ricordavo nulla, poi qualcosa è riaffiorato!
Dopo la lettura di questo libro la mia stima per  i rimedi floreali non ha più limiti e ho compreso fortemente come il dott. Bach riuscì a capire  ed associare all'uomo, le energie dei fiori..
Ultimamente riesco a percepire le caratteristiche delle piante senza ragionarci, come se qualcosa in me capisse qualcosa di loro...forse il dott. Bach faceva così... credo che questa nuova percezione sia interessante e la voglio coltivare in me..
Attualmente capisco me stessa dalle piante del mio minuscolo giardino, osservo attentamente la loro vita e la loro fioritura (se rigogliosa o no, se i fiori sono cangianti o spenti ne loro colore ecc...) per capire me stessa, scelgo le piante ad intuito, e quando sono in giro osservo le piante che incontro che sono lì a "dirmi" cose interessanti...
Lo so che può sembrare stravagante ma per me nulla è a caso, neanche incontrare  ripetutamente un tipo di fiore... o capire che nel tuo percorso giornaliero ci sono determinate piante anzichè altre...
per poter capire al meglio ovviamente bisogna sapere il significato e le proprietà delle varie piante (e su questo ci sto lavorando da un po')!
A quanto pare negli ultimi 3 anni sta tornando la mia connessione con il Tutto e davvero credo che ci sia un motivo per il buio che ho vissuto fin ora e prima o poi mi sarà tutto chiaro.. forse la paura e l'incomprensione?
Quando da piccola un giorno scoprii che le mie visioni erano solo mie, iniziai a perderle, ho avuto paura...
avevo paura quando veniva la notte perchè nella notte le sensazioni diventavano più forti, mi svegliavo "cadendo sul letto" (credo che qualcuno possa capire cosa intendo dire) e iniziai a dormire su un fianco con una bambola che mi toccava la schiena...
I miei sogni abissali mi terrorizzavano... la notte era difficile da passare perchè nella notte vivevo molto di più che nel giorno e infatti ricordo quasi tutto...
Sono nata in una famiglia che non mi ha potuto guidare, perchè la loro conoscenza del mondo è limitata al tangibile e quando scoprii di vedere qualcosa che loro non vedevano sono rimasta terrorizzata... credo sia stato questo il trauma più grande della mia vita...
Ho scritto questo post perchè probabilmente ci sono tante persone che come me stanno rimettendo insieme i pezzi della loro vita, o magari no... probabilmente qualcuno penserà che sono una visionaria.. ma probabilmente qualcuno mi prenderà sul serio perchè sa che ciò che ho scritto è una delle tante verità di alcuni di noi...
Nell'aniMo Antico


venerdì 22 agosto 2014

I Cabiri



I Cabiri sono le forze formative occulte, i folletti che sono all'opera sotto terra, cioè sublimalmente, a creare per noi felici trovate; ma, giocano anche tiri di ogni specie, rifiutando e rendendo inutilizzabili nomi e date che "pur stanno sulla punta della lingua".
Essi provvedono a tutto ciò che la coscienza, e le funzioni di cui essa dispone, non hanno ancora anticipato. Ma una più profonda comprensione non può fare a meno di riconoscere, appunto nei motivi primitivi arcaici delle funzioni inferiori, importanti relazioni e significati simbolici; non schernirà quindi i Cabiri come ridicoli  Pollicini, ma piuttosto ne presentirà il tesoro di occulta sapienza.
Dilettevoli mostriciattoli, giovani e insieme vecchi, nanerottoli, raggrinziti, inappariscenti custodi di arti segrete, possessori di ridicola saggezza, prime forme dell'oro informe, vermi che strisciano fuori dall'uovo divino ormai libero, non nati, tuttora invisibili.
Siete strambi e buffi, inquietanti, creature degli inizi, appartenenti alla terra.
«Noi portiamo dal basso verso l'alto ciò che non è trasportabile. 
Siamo la linfa che sale misteriosamente, non per forza, ma risucchiata e attaccata per inerzia a ciò che sta crescendo. 
Noi conosciamo le vie sconosciute e le leggi inspiegabili della materia vivente.
Noi facciamo salire quel che sonnecchia nella terra, ciò che è morto e tuttavia si trasformerà in forme viventi. 
Compiamo lentamente e con semplicità quello che tu invano ti  dai pena di fare alla tua maniera umana. 
Portiamo a termine quel che per te è Impossible
Dal "Libro Rosso" di C.G.Jung

Tutti questi nani rappresentano l'invasione brusca e momentanea di piccoli impulsi inconsci, di natura affettiva ed emotiva oppure intellettuale.
Queste irruzioni dell'inconscio non sono ancora umane, non sono aspetti della coscienza umana, ma i primi palpiti di qualcosa che ha bisogno di acquisire continuità per poter essere definito coscienza.
Sono faville che esplodono a intermittenza, non la luce continua di una lampada accesa.
(Sono piccole idee geniali che danno una soluzione e arrivano quando meno ce lo aspettiamo dal profondo inconscio)
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz

mercoledì 20 agosto 2014

I Titani


In Grecia i titani rappresentano un tentativo mancato di creazione dell'umanità: sono le creature più antiche, che la Madre Terra ha generato prima dell'uomo. Erano i nemici degli dei dell'Olimpo e, secondo certe versioni del mito, dopo che Zeus li ebbe inceneriti con il suo fulmine, gli esseri umani nacquero dalle loro ceneri.
Per questo abbiamo ancora impulsi "titanici", che fanno di noi esseri rivoluzionari, esseri problematici dai desideri smisurati.
Essi rappresentano affetti travolgenti, perciò è giusto che siano giganteschi, poiché questo affetto fa assumere a qualsiasi cosa proporzioni enormi: appena si cade sotto l'influsso di un'emozione si comincia ad esagerare.
Quando qualcuno attribuisce grande importanza a un particolare trascurabile e tende a "fare di un topolino una montagna" succede che in realtà qualcosa l'ha colpito nel vivo di un complesso personale, il che ha scatenato in lui un affetto (una reazione emotiva) molto potente.
Questa qualità amplificatrice dell'emozione non è soltanto negativa; può essere positiva, nel senso che può effettivamente e letteralmente sollevare qualcuno fino alla grandezza:
Ne vediamo un esempio nell'eroismo, si parla allora di "furore sacro", di "guerra santa".
Naturalmente questo affetto scatenato dal combattimento può anche diventare una sorta di follia omicida e provocare le peggiori atrocità.
Innumerevoli leggende medievali raccontano che le più belle chiese e cattedrali furono costruite da giganti circuiti da un santo che fece loro erigere gli interi edifici.
Se è dominato, se è tenuto sotto controllo, il gigante (il titano) è estremamente utile in qualsiasi lavoro creativo. 
I titani, i giganti sono rappresentati come negativi e distruttivi nella mitologia soltanto quando non sono sotto controllo; allora rappresentano impulsi caotici che affiorano dall'inconscio, non ancora controllati da questa forma permanente e civilizzata della coscienza che l'uomo, anche se talvolta in modo inappropriato, simboleggia.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
Vedi anche:
Platone e il mito dell'Androgino Miti su i titani
La simbologia del Saiful-Islam La guerra santa
Wotan l'archetipo del vento impetuoso

lunedì 18 agosto 2014

I sognatori da finestrino



Faccio parte della categoria dei "pensatori da finestrino"..
In treno, in autobus, in macchina, ovunque ci sia un paesaggio che scorre, la mia mente scorre con esso...
I miei pensieri arrivano da soli e non mi interrogo su come andrà la mia giornata o sui problemi di ieri nè tanto meno sull'ansia del domani... la mia immaginazione mi trasporta in mondi sempre nuovi e scappo, corro via dalla monotonia di tutti i giorni...
Spesso indosso le cuffiette e inizio a farmi trasportare dalle melodie...
La musica mi ha sempre trasportato altrove, dove non esiste ieri oggi o domani esiste serenità e magia, esistono storie fantastiche, esistono miei sogni realizzati, già lì, e io li sto vivendo...
Entro nelle realtà parallele e fuggo da qui..
Solo per un po', quanto basta per avere quell'altro di gioco che ormai gli adulti si negano...
E appena finisco il viaggio, ritorno nella realtà senza stress, rigenerata come se avessi fatto una gita altrove, come se fossi appena tornata dal paese delle meraviglie...
Chiamatemi visionaria, pazza o quant'altro...io sarò sempre un'inguaribile sognatrice che allevia lo stress del presente...
La categoria dei pensatori da finestrino è la categoria di chi non ha mai smesso di ritagliarsi il tempo di sognare, come fanno i bambini...
Di chi non ha mai smesso di essere ispirato dalle note della propria musica che lo trasportano ovunque ci si senta se stessi e migliori!
Nell'AniMo Antico

mercoledì 13 agosto 2014

Schopenhauer: La bellezza del corpo

Il nostro corpo rappresenta la cerniera che ci unisce la macrocosmo, nella bellezza del corpo sentiamo palpitare la natura, la volontà di vivere.
Cogliamo noi stessi in comunione con l'Universo.
La contemplazione di un corpo o di un viso bello ci sottrae da ogni affanno:
"Non c'è infatti oggetto che ci trascini così rapidamente alla contemplazione estetica pura, come la bellezza di un volto e della figura umana al cui aspetto ci sentiamo in un solo istante compresi di gioia ineffabile e rapiti al di sopra di noi stessi, al di sopra di tutto ciò che ci affligge"
Non sempre ci rendiamo conto di quanto il nostro corpo partecipi dell'Universo, troppo spesso la forma del corpo viene presentata come un banale oggetto di desiderio, oppure come supporto di strategie volte a stimolare il consumo di beni.
Simbolicamente la bellezza del corpo altro non è che la bellezza dell'Universo riflessa su di esso, alcune delle nostre pratiche quotidiane evocano l'intima relazione che ci vincola al cosmo: la cosmesi si configura come qualcosa di più rispetto a una semplice abitudine o forma di ornamento.
Essa costituisce una delle più significative espressioni della seduttività e bellezza di cui la natura ha dotato il corpo della donna.
La cosmesi infatti risponde a un imperativo segreto che l'Universo ha iscritto nell'essere femminile: fai della tua pelle uno specchio dell'eternità.
La pelle rappresenta la parte del corpo più direttamente a contatto con l'Universo, l'epidermide femminile è quella superficie che, grazie alla sua levigatezza e lucentezza, permette all'energia cosmica di riflettersi immediatamente.
La cosmesi contiene in se una carica simbolica di grande portata, essa mira a mantenere la pelle in condizione di eterna giovinezza, a farne una realtà sottratta all'usura del tempo, una realtà posta nella condizione ideale per raccogliere in se i riflessi dell'eternità.
Questo ci aiuta a comprendere perchè nelle antiche culture mediterranee la cosmesi era vissuta come un rito, era infatti considerata un mezzo attraverso cui l'essere femminile trasmetteva l'immagine della bellezza dell'Universo.
Creme, trucco, ma anche tutti gli altri tipi di cura e di valorizzazione della naturale armonia del corpo, non erano dunque considerati semplici orpelli o strumenti della civetteria femminile.
Tratto da "Schopenhauer Filosofia e salute" 


lunedì 11 agosto 2014

Ogni singolo insegnamento

Mi sono resa conto che una persona è speciale nella misura in cui apri i canali della percezione verso di lei...
Ogni essere umano può essere speciale per una determinata persona, ma nessuno può definirsi tale in assoluto o oggettivamente:
Lo diventa quando due occhi esterni iniziano a guardarlo come tale, quando due orecchi iniziano ad ascoltarlo come tale ecc...
Pensando al fatto che vi fossero oggettivamente persone più speciali di altre mi sono incatenata ad alcuni non permettendo al nuovo di entrare in connessione con me..
La forte sensazione di intesa animica aveva confuso la realtà obbiettiva delle cose, e cioè, che si entra in armonia con qualcuno nella misura in cui apriamo i nostri sensi e le nostre percezioni ultrasensibili verso di lei.
Questo momento mi sento totalmente libera di potermi porre nella condizione di aprire le porte al nuovo, o al vecchio, ascoltando solo la mia voglia di percepire l'altro..
Dopo la notte di San Giovanni, la cui forza sanatrice allontana il superfluo come fa la notte di luna piena, ho avuto persona dopo persona una conferma di quanto affermato fin qui... Come per magia tutte quelle presenze costanti nella mia vita si sono dissolte una volta per tutte e hanno liberato la mia mente per accogliere ciò che potrebbe essere o ciò che potrebbe non essere, senza legami particolari con il passato.
Bello avere persone care ma in questo caso erano diventate come catene legate alle caviglie che non mi permettevano l'avanzata.
Ora mi sento come un bimbo che fa volare felice i palloncini colorati senza rimpianto e senza possessione, felice di sentire la libertà di guardarli in volo!
Questo stupendo viaggio interiore mi sta insegnando molte cose, sperimentando gli effetti, i frutti direttamente sulla mia vita...questo viaggio interiore mi permette di apprendere semplicemente dalla vita...
Quest'inverno saranno tre anni di viaggio dentro me stessa, non sarà un punto di arrivo ma una nuova partenza chissà per quali altri insegnamenti...
E intanto io continuerò a prendere lezioni da ogni minimo e singolo istante, da ogni minima e singola esperienza della mia vita senza giudicare se l'istante o l'esperienza siano positivi o negativi... Forse è proprio questo il segreto, non giudicare soggettivamente se un avvenimento sia bello o brutto ma lasciare che accada perché è così che deve andare, è da lì che devi apprendere ed è così che la vita ti insegna in quel preciso momento...
Voglio aggiungere, ieri era San Lorenzo e la 'mia' stella cadente l'ho vista...ma non ho espresso un desiderio, ho semplicemente rilanciato all'Universo perché sono sicura che il mio inconscio, saggio e collegato strettamente alla mia anima sa cosa desiderare mentre la mia mente egoica esprimerebbe il medesimo desiderio legato al mondo della materia.
Ogni mia esperienza è attratta dalla mia Anima e mi sono accorta che anche volendo consciamente qualcosa che non mi spetta, una combinazione di eventi fa in modo che io quella esperienza (se davvero non mi appartiene) non la vado a vivere...
Per questo ieri mi sono completamente affidata all'Universo, non perché non abbia volontà ma perché mi rendo conto che la mia vita è guidata da forze che non controllo attraverso i miei desideri consci.. non so per quale motivo questo avvenga ma il mio raggio di azione è inflazionato sul piano spirituale e quindi la mia esistenza la vivo come una meditazione continua..questo mi aiuta ad accettare più facilmente lo scorrere degli eventi della mia vita che a volte prendono dei percorsi inspiegabili e incomprensibili per le persone che mi circondano.
La mia vita è un continuo insegnamento e questa scuola mi entusiasma ogni istante di più.
Nell'AniMo Antico

La Panchina nel parco...


A volte mi sento come questa panchina...
Quest'immagine sa un po' di malinconia..., ma allo stesso tempo io ci vedo:
Alberi, natura, verde, un sentiero alle spalle e ...
Un po' come la vita...
Un po' come la mia vita, senza verde non potrei stare... e cerco di respirare ogni piccolo spiraglio di natura... anche in città dove è sempre più difficile farlo...
Gli alberi sono le colonne che sorreggono il mondo e i rami fanno sì che il cielo non ci caschi addosso...
dagli alberi prendiamo la vita, l'ossigeno...l'energia..
I sentieri delle nostre vite che iniziano dall'infinito e vanno verso il senzafine....
Ognuno di noi ha un sentiero alle spalle e uno davanti a sè...
a volte si incrocia con altri sentieri a volte sembra triste e solitario...cupo o luminoso...irto o comodamente  in pianura... è la vita...
La panchina è sola ma può accogliere..
Credo sia felice di starsene là tranquilla nella sua solitudine, tra i suoi alberi...
Solitaria, sì... ma se qualcuno vuol sedersi a riposare lo faccia pure...
Lei è là per accogliere ed accettare ciò che la vita le dà....
Della gente ne regge il peso, dell'esistenza ne regge il peso, delle azioni ne regge il peso...
La gente va..la gente viene... in ogni caso essa lascia sempre qualcosa di sè:
a volte una lacrima, a volte una conversazione amichevole, a volte un graffio, a volte l'insolenza di chi sporca, a volte una tranquilla contemplazione in pace e silenzio...
C'è solo una cosa che può fare un panchina in un parco... accettare senza giudicare tutto ciò che le accade...
Perchè ogni cosa, anche la meno piacevole, crea quell'aspetto vissuto che solo la Vita vissuta può donare...
Quando ho visto questa panchina, per un attimo mi sono sentita lei...
Nell'AniMo Antico


venerdì 8 agosto 2014

"Gli opposti non si attraggono..."


Non ho mai creduto che gli opposti si attraessero... molta gente si ostina a credere che scegliendo tutto ciò che non appartiene alla propria personalità possa distogliere da ciò che infastidisce di sé, proiettando la frustrazione verso l'esterno... 
Credo che la vera prova di amore verso sé stessi è sentirsi attratti dal proprio simile...
In fisica due particelle con la stessa carica, in un determinato spazio in cui possono interagire, si scontrano in continuazione respingendosi, alla fine però non è vero che esse non si uniscono, ma la loro unione è diversa da quella che avviene nel caso delle particelle con carica opposta.
Le particelle con carica uguale quando si uniscono si accrescono mentre le particelle con carica opposta si compensano.
Mi piacerebbe incontrare una persona che mi è simile, spesso la gente mi trova complicata, in realtà, non c'è nulla di più difficile da capire di chi è semplicemente sè stesso...
Molto più facile individuare le "maschere sociali" (ecco perchè le persone in genere sono facili da comprendere), ma una personalità sincera spiazza perchè non aderisce a nessuno standard.
Per questo bambini e animali sembrano comprendermi nel profondo loro non sono contaminati da stereotipi sociali, riescono a scorgere là dove l'adulto non riesce a vedere...
Carpiscono l'essenza vera di un anima e non si soffermano all'apparente complessità..
Le persone semplici hanno degli hobby complicati ma i loro passatempi sono le sole strutture che si creano.. strutture che probabilmente e inconsciamente servono a distogliere e a scoraggiare chi si ferma solo all'apparenza delle cose.
Spesso troppo spesso mi sento dire che sono complicata, spesso molto spesso io invece trovo semplicemente incomprensibile per gli altri la mia semplicità..
Come un'opera di un ipotetico artista che prima di morire ritrae un cavatappi, semplicemente perchè vuole farlo, probabilmente critici e filosofi starebbero lì a pensare il vero significato nascosto del quadro... solo un bambino risponderebbe che quel quadro è solo una rappresentazione di un cavatappi.. che poi sarebbe l'unica realtà dell'opera stessa...
La gente tende a spiegare in modo complicato la semplicità delle cose..
La persona che saprà guardarmi con gli occhi di un bambino, semplicemente per ciò che sono, conquisterà la mia attenzione...
Credo che solo una persona semplice e senza maschere sociali possa realmente vedere chiaramente l'essenza del proprio simile... ecco perchè gli opposti in questi casi non hanno speranza di potersi comprendere..
Nell'AniMo Antico



mercoledì 6 agosto 2014

La Voce del Silenzio (seconda parte)


Frammento 1
La Voce del Silenzio
Una sola è la via che conduce al Silenzio; alla sua fine soltanto può udirsi la Voce del Silenzio. La scala per cui sale il candidato è fatta di gradini di sofferenze e pene.
Prima che tu possa tentar di attraversare questo ampio abisso di materia, devi lavare i tuoi piedi nelle Acque della Rinunzia. Guardati dal porre un piede ancora lordo sul gradino più basso della scala. Guai a colui che osa contaminare un solo gradino con i piedi fangosi.
I suoi vizi prenderanno forma e lo trascineranno in basso.
I suoi pensieri diverranno falange e lo trarranno schiavo e prigioniero.
Uccidi i tuoi pensieri, rendi impotenti i tuoi vizi, prima di muovere il primo passo nel  solenne tuo viaggio.
Fa tacere i tuoi pensieri e fissa l'intera tua attenzione sul tuo MAESTRO, che ancor non vedi, ma già avverti.
Non credere che il desiderio possa mai essere ucciso o soddisfacendolo o saziandolo, poiché questa è un' abominazione.
Nutrendo il vizio, lo si sviluppa e lo si rinforza come il verme che ingrassa nel cuore del fiore.
La rosa deve ridiventare bocciolo.
L'albero d'oro mette i suoi brillanti germogli prima che la tempesta dissecchi il suo tronco.
Il Discepolo deve ritornare allo stato d'infanzia perduto, innanzi che il primo suono possa giungere al suo orecchio.
Se non odi, non puoi vedere.
Se non vedi, non puoi udire.
Quando il Discepolo vede e ode, gusta e odora, chiusi gli occhi, le orecchie, la bocca e le narici, quando i quattro sensi si fondono e son pronti a passare nel quinto, quello del tatto interno, allora ha raggiunto una meta.
Reprimi le interne immagini, perché non gettino un'ombra oscura sulla luce dell'Anima tua.
Non percepirai più la Triade sacra, poiché tu stesso sarai diventato questa Triade.
I Tre risiedono nella gloria e nella beatitudine ineffabile hanno ora abbandonato i loro nomi nel Mondo. Son divenuti una sola Stella, il fuoco che arde ma non consuma.
E ora il tuo Sé è perduto nel Sé, Tu lo sei in TE STESSO, immerso in QUEL SÉ, dal quale da principio fosti irradiato.
È la scintilla perduta nella fiamma, la goccia nell'oceano, il raggio sempre presente divenuto Tutto, l'esterno splendore.
Tu sei l'attore e lo spettatore, l'irradiante e l'irradiazione, la Luce nel Suono, e il Suono nella Luce.
Tu sei diventato la Luce, tu sei diventato il Suono, tu sei il tuo Maestro e il tuo Dio. Tu, TU STESSO sei l'oggetto della tua ricerca: la VOCE ininterrotta, che risuona attraverso le eternità, immutabile, libera da peccato, i Sette Suoni nell'uno,
LA VOCE DEL SILENZIO.
OM TAT, SAT.
Tratto da "Il libro dei precetti auri" H.P.Blavatskij

venerdì 1 agosto 2014

Jung: Dall'era dei Pesci all'era dell'Acquario



«Allorché terminò il mese dei Gemelli, gli uomini dissero alla propria Ombra: "Tu sei me", perché prima avevano avuto il proprio spirito attorno a sé, quasi fosse una seconda persona. Così i due divennero uno, e da questo scontro scaturì qualcosa di grandioso, appunto la primavera della coscienza, che si chiama civiltà e che continuò fino all'epoca di Cristo (Riferimento alla concezione astrologica del mese platonico o eone: qui quello dei Pesci, basato sulla precessione degli equinozi. Ogni mese platonico corrisponde a un segno zodiacale e dura all'incirca 2300 anni. Intorno al 7 a. C.si verificò nella costellazione dei Pesci una congiunzione di Saturno e Giove, che denota l'unione degli opposti estremi: in questo modo la nascita di Cristo avrebbe avuto luogo nel segno dei Pesci, che è spesso rappresentato da due pesci che nuotano in direzioni opposte.
Il Pesce però indicò il momento in cui ciò che era unito si era separato - secondo l'eterna legge della corsa nell'opposto - in un mondo infero e un mondo superiore. Quando le energie della crescita incominciano ad affievolirsi, quel che era unito si divide nelle sue parti opposte. Cristo mandò all'inferno ciò che era infimo, perché esso si muove nella direzione opposta del bene. Così doveva essere. Ma ciò che è separato non può restarlo per sempre. Si unirà nuovamente, e presto avrà fine anche il mese dei Pesci (astrologicamente l'inizio del prossimo eone, quello dell'Acquario, dovrebbe cadere tra il 2000 e il 2200).
Noi presagiamo e comprendiamo che per crescere sono necessari entrambi, perciò teniamo accostati bene e male. Poiché sappiamo che troppo avanti nel bene vuol dire anche troppo avanti nel male, li manteniamo entrambi insieme.
L'eone dei Pesci è dominato principalmente dal motivo dei "fratelli nemici", si pone, in coincidenza con l'approssimarsi del successivo mese platonico dell'Acquario, il problema dell'unione degli opposti. Allora non è più accettabile la vanificazione del male in quanto mera privatio boni: la sua reale esistenza de ben essere riconosciuta»

Da una visione di Jung in cui Filemone rappresenta l'archetipo del saggio, e nella quale egli chiede all'anziano di iniziarlo ai segreti della magia ma quest'ultimo non dà risposte esplicative ma lascia che la mente dell'uomo trovi le risposte.
A questo punto Jung fa il paragone tra il Salvatore del Cristianesimo e il Saggio:

«Il tuo modo di fare Filmone è istruttivo. Tu mi lasci nell'oscurità salutare, dove non ho nulla da vedere o da cercare. Non sei una luce che brilla nelle tenebre. Non sei il salvatore che stabilisce una verità eterna e così facendo spegne la luce notturna dell'intelletto umano. Tu non vuoi dare nulla agli altri ma innaffi i fiori del tuo proprio giardino.
Cristo ha reso gli uomini avidi, perché da allora essi si aspettano doni dai loro salvatori, senza dare nulla in cambio.
Elargire doni è infantile come il potere. Chi dona si arroga il potere. Tu sei saggio non regali nulla. Tu vuoi che il tuo giardino fiorisca e che ogni cosa cresca per forza propria.
In te lodo l'assenza di pose da salvatore, tu non sei il pastore che corre dietro alle pecorelle smarrite, poiché credi alla dignità dell'uomo.
Tu versi l'acqua viva da cui sbocceranno i fiori del tuo giardino, un'acqua di stelle, una rugiada della notte.
Hai bisogno degli uomini per le piccole cose poiché è presente in te già tutto ciò che è grande e sommo.
Cristo a viziato gli uomini,poiché ha insegnato loro che potevano trovare la redenzione solo in uno, cioè in Lui il Figlio di Dio. E allora gli uomini chiedono sempre agli altri le cose più grandi.
O Filemone, tu sei uomo e dimostri che gli uomini non sono pecore, perché hai cura di ciò che in te è sommo, quindi nel tuo giardino, da una brocca inesauribile, fluisce acqua di fertilità.
La tua umanità pagana non piacque alle bestie cristiane, perché sentivano che tu eri colui di cui avevano bisogno. Essi cercano sempre uno che sia segnato, e non appena lo abbiano sorpreso in libertà da qualche parte, lo rinchiudono in una gabbia d'oro sottraendogli il vigore e la virilità, in modo che resti paralizzato e silente. Lo esaltano e inventano false favole su di lui. Lo so, essi la chiamano venerazione, e se non trovano quello vero, hanno per lo meno un papa che per professione mette in scena la divina commedia. Quello vero però rinnega sempre se stesso perché non conosce nulla di più elevato del fatto di essere uomo.»
Tratto da "Liber Novous" di C.G.Jung
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