lunedì 14 luglio 2014

Nietzsche: apriamoci alla spiritualità

«Esser felice nel contemplare, con volontà annientata, senza rapacità o concupiscenza egoistica - freddo e grigio in tutto il corpo, ma con gli occhi inebriati dalla luna! Sarebbe per me la cosa più cara...amare la terra come l'ama la luna è non toccar che con lo sguardo la sua bellezza. E io chiamo immacolata questa contemplazione di tutte le cose, nella quale altro non chiedo loro che di potermene stare davanti a esse come uno specchio con cento occhi»
Nietzsche rovescia in in qualche modo l'immagine del porsi sulla vetta del monte.
La cima del monte anziché porsi sopra di noi è dentro di noi. Non si raggiunge  affidandosi allo sforzo di una scalata: speranze, sogni, ecc...ma semplicemente rivolgendosi a noi stessi attraverso la meditazione.
La meditazione non richiede nessuna disciplina. È liberazione della mente da tutti i pensieri e soprattutto da ogni forma di volontà.
Equivale a ricevere la luce che proviene dalla nostra interiorità e a raccoglierci in noi stessi in silenzio.
La meditazione non è un viaggio finalizzato a raggiungere una meta, nel momento in cui meditiamo siamo già arrivati: ci sentiamo bene.
«La mia formula per ciò che vi è di grande nell'uomo è amor fati: non voler nulla di diverso, né davanti né alle spalle, né in tutta l'eternità»
Evitare di compiangersi, modificare il nostro sguardo, renderlo più leggero, sgravarlo dai pensieri negativi:
Rivolgiamolo verso la nostra anima e scopriamo che cosa essa desidera comunicarci, ci accorgeremo così che essa ci vuole condurre su una strada diversa da quella che  finora abbiamo battuto.
Ci rendiamo conto che un eventuale fallimento nella nostra vita è solo un segnale che ci invia per spingerci verso i lidi dove il nostro talento potrà esprimersi in tutta libertà.
Basta lasciarsi andare senza resistere all'energia che l'anima sprigiona anche nelle situazioni più difficili.
L'interiorità è rischiarata solo dal bagliore del mistero, il mistero dell'energia dell'universo che prende forma nel progetto di autorealizzazione che ognuno ports dentro di sé:
Quello che gli antichi greci chiamavano demone, esso va lasciato libero di esprimersi, ci si deve affidare a lui.
Per Nietzsche il motto di Socrate "conosci te stesso" va riformulato in "diventa te stesso", diventare se stessi equivale ad accettare la necessità del destino incarnato dal proprio demone, significa lasciarlo libero di manifestare la sua energia creativa che è una forza rigeneratrice capace di donare alla vita pienezza e soddisfazione.
«La credenza in spiriti grandi, superiori, fecondi, è ancora non necessariamente ma molto spesso, legata alla superstizione in tutto o in parte religiosa, per la quale quegli spiriti sarebbero di origine sovrumana e possiederebbero certi poteri miracolosi, per mezzo dei quali acquisterebbero le loro conoscenze per via tutta diversa dagli altri uomini»
I modelli si trasformano prima o poi in imposizioni inconsapevoli, spingendoci ad adeguarci a schemi sperimentati da altri.
Ci privano in modo inconsapevole della nostra individualità.
Per realizzarci abbiamo solo bisogno di far convergere il nostro sguardo verso il centro di noi stessi.
Adattato da "Nietzsche: filosofia e salute"

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