venerdì 2 maggio 2014

Nietzsche: la strada personale verso la felicità

«All'individuo, in quanto vuole la sua felicità, non si debbono dare prescrizioni sulla via che alla felicità conduce: infatti la felicità individuale sgorga da leggi sue proprie, ignote a chiunque e da prescrizioni esteriori può soltanto essere ostacolata e intralciata»
Il rischio di trasformarci in uomini gregge guidati solo da codici morali esterni.
Codici costruiti ad arte per evitare di far emergere quanto di unico e irripetibile giace sepolto nel profondo della nostra coscienza. La felicità è sorella gemella della spontaneità e del talento di cui ognuno dispone spesso senza rendersene conto.
Ognuno di noi sente qual è la strada che lo conduce alla meta. L'incontro con la propria intimità, la via maestra verso la condizione dell'essere felici, è fatto di mille sfumature, di segrete sensazioni, di un intreccio di emozioni e sentimenti del tutto singolari.
«Abbiamo bisogno di un'unica quiete: quella della lontananza da ogni "attualità". Noi veneriamo il silenzio, la freddezza...tutto quanto, in genere, alla vista del quale l'anima non è costretta a difendersi e a stringere i lacci - qualcosa di cui non si può parlare senza parlare ad alta voce...»
La quiete oggi è andata smarrita. La pace dell'anima come segno di una costante attenzione rivolta a se stessi è stata lasciata cadere.
Ma la prova di una vita buona e riuscita sta in quella calma e in quel silenzio che si presentano, avviene quando ci ritiriamo in noi stessi. Quando lasciamo decantare pensieri e giudizi, quando evitiamo di lamentarci del nostro destino è riusciamo a trovare il lato buono di quanto succede.
Tutto questo non significa la fuga ascetica dalla realtà....diventiamo capaci di sorridere e di cogliere i lati divertenti e paradossali di ciò che accade.
Entriamo così nel mondo con la fiducia in noi stessi.
Anche il caso non deve essere considerato qualcosa di negativo o infausto.
La razionalità è abituata ad accettare solo ciò che è  in qualche misura prevedibile.
Quanto più ci sforziamo in questa direzione, tanto più perdiamo di vista il fatto che spesso il caso è uno stimolo per (o della nda) la nostra anima a seguire un'altra direzione...una prova di consapevolezza, ha voluto indurci a guardare dentro di noi in un momento particolarmente delicato della nostra vita, così da rivolgere lo sguardo verso l'interiorità scoprendo qualità che prima non sapevamo di avere.
Il caso è una prova offerta dal destino per far crescere la propria consapevolezza.
«Ogni istante della vita vuole dirci qualcosa, ma noi non vogliamo ascoltare; abbiamo paura, se rimaniamo soli e silenziosi, che ci venga sussurrato qualcosa all'orecchio - e così odiamo il silenzio e ci stordiamo con la vita sociale.
L'uomo si sottrae con tutte le sue forze al dolore, ma ancora più al significato del dolore sofferto, ponendosi sempre nuove mete cerca di dimenticare ciò che vi sta dietro»
La sofferenza non va contrastata, va fatta fluire senza opporre barriere...così da farle perdere lentamente la sua forza dirompente...
Tratto e adatto da "Nietzsche filosofia e salute"

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