sabato 31 maggio 2014

La farfalla

Una calda giornata d'estate...mentre camminavo vidi una stupenda creatura a terra..
 raccolsi una farfalla morente dall'asfalto...
Credo che le farfalle siano uno degli esseri più belli sulla Terra che Madre Natura abbia creato..
Non potevo lasciarla lì....
Era bellissima, ancora viva ma stava terminando la sua breve vita proprio in quel momento, per questo ho potuto prenderla con me...
Questi meravigliosi animali inafferrabili...liberi...impalpabili...
L'ho protetta con le mie mani dal vento caldo, senza stringerla per non farle del male...
Non era giusto che qualcosa di così bello finisse schiacciato dall'indifferenza di una ruota di una macchina, o dalla noncuranza di un passante distratto...
La portai a casa e non pensai un solo istante di metterla in un libro o farne un piccolo quadro...
Pensai solo che fosse giusto che quella meraviglia finisse la sua vita in un ambiente meno innaturale...
e la poggiai delicatamente in uno dei miei vasi..
La farfalla morì tra le verdi foglie lontano dall'asfalto triste e grigio della città
...probabilmente per lei sarà sembrato un "ritorno a casa"...
Nell'AniMo Antico

....Dedica....



"Voglio dedicarti questa poesia... condividerla con chi puo' averla vissuta...per augurarti una serena nottata...
scritta in un momento particolare. Notte Antonella...

Sono il Silenzio che ama il tuo dolore
l'accettazione di ogni tua ferita
d'ogni tua debolezza
dei tuoi presunti peccati agli occhi della gente
ma non ai miei.
SONO LO STARE immerso nella tristezza
immobile
nelle tue depressioni senza giudicarle...VEGLIO.
Sono le mie espressioni perchè non conosco espressioni
sono nel tuo morire continuo
in un mondo che non sa di Te.
OSSERVO
la tua Bellezza crescere negli affanni
ti accarezzo e talvolta non mi senti
ma anche nelle tue gioie quotidiane
contemplo tutto, non solo a metà.
ASCOLTO
il tuo gemito e i tuoi orgasmi e le tue urla
il tuo disagio
dentro lacrime salate
quando ti manca il mio sapore che è anche il tuo
come ti manca il mio profumo
quando senti che manca tutto pur avendo tutto.
Ma io ti dò il mondo sulle mani
tutte le ricchezze
tutte le donne che vuoi
casa famiglia parenti e lavoro
tutti gli umoni che desideri per soddisfarti
e riempire il tuo esser sola
il vuoto che aspetta la Fonte.
Io STO dentro Te
in un luogo che non c'è
nel tempo che si è fermato
nell' ADESSO mai concluso.
Non mi interessa giudicarti,
non ho dita da puntare nel bene e nel male
quelle sono le tue e francamente lasciatelo dire
hai piu' dita nella testa che nelle mani.
Per Me non sei giusta ne sbagliata
vera o falsa
bella o brutta
sono il nulla che alberga sotto il tuo naso
dentro i tuoi pensieri " sotto"...
ben vestito da un corpo che ha le tue linee mozzafiato.
Ci sono per sempre...
non soltanto in questa tua vita
in questa tua parentesi
che ha i tuoi occhi la tua bocca i tuoi lunghi capelli.
Io non giudico cio' che è fatto di me
si imbratta di me
fanciulla che cerca di esprimersi...
di ritornare alla sua indipendenza.
Io voglio che ti sporchi di Te
che tu non abbia alcun rimpianto
per non aver provato
a distruggere cio' che non ha il tuo palato fino
e non inebria le tue narici.
Devi provare per distinguere
cio' che ti piace da cio' che non fa per Te,
ma tu hai orecchie per le opinioni
in un mondo fatto di avidità.
Voglio che le tue paure siano risolte e non ferme
in attesa
di nutrire cio' che avvelena.
Sono lo STARE che ama il tuo dolore
che ama il tuo sorriso e le tue farfalle
sono lo STARE senza giudizio dentro Te
l'incantesimo da scoprire
la chiave che apre tutte le porte
e si muove disinvolto nel tuo dolcissimo calore.
Ti prendo sempre per mano
e non conosco stanchezza
delusione e fretta,
ma non perdo nemmeno un secondo di te.
Non mi aspetto niente
e nulla ho da chiedere
non conosco domande e sono tutte le risposte
non ha alcuna importanza quel che fai
e quel che non fai
godo del tuo respiro... mi basta.
Sinceramente non vedo l'ora che tu lo sappia."

venerdì 30 maggio 2014

Il Passaggio delle Acque

Sia nel buddismo che nel brahmanesimo, la 'Via del Pellegrino' viene rappresentata come un 'viaggio' che può essere messa in rapporto con il fiume simbolico della vita e della morte in tre modi:
Risalendo la corrente verso la sorgente delle acque, attraversando il fiume verso l'altra riva, discendendo la corrente verso il mare.
Il medesimo significato si accorda con la natura stessa della metafisica, che non è mai sistematica, pur essendo sempre perfettamente coerente.
Nella 'salita della corrente' bisogna concepire il fiume come identificazione con l'Asse del Mondo: ed è il 'fiume celeste' che scende verso la terra, e che nella tradizione indù è designato con nomi come quelli  di Gangâ e di Saraswatî.
Nella Cabala ebraica questo 'fiume della vita' trova la sua corrispondenza nei canali dell'albero sefirotico, per mezzo dei quali le influenze del 'mondo di su' vengono trasmesse al 'mondo di giù'.
Si parla anche di acque che «scorrono verso l'alto», espressione del ritorno verso la sorgente celeste, si tratta di un 'capovolgimento'.
Si noti la somiglianza e la differenza con i quattro fiumi del Paradiso terrestre: essi scorrono orizzontalmente sulla superficie della terra e non verticalmente secondo la direzione assiale; ma essi hanno la loro sorgente nell'Albero della Vita che è anche l'Asse del Mondo e così anche l'Albero sefirotico della Cabala.
Le influenze celesti scendono attraverso l'Albero della Vita e arrivano così al centro del Mondo terrestre, si diffondono poi in esso secondo questi quattro fiumi, oppure, sostituendo l'Albero della Vita con il 'fiume celeste' si può dire che questo, arrivando a terra, si divide è scorre secondo le quattro dimensioni dello spazio.
Il secondo caso è il simbolismo della traversata da una riva all'altra ed è il più noto e comune: il passaggio dal ponte si ha in quasi tutte le tradizioni e in special modo in alcuni rituali iniziatici.
La traversata può effettuarsi su una zattera o barca il che si ricollega al simbolo universale della navigazione.
Il fiume che si deve attraversare è il fiume della morte, la riva da cui si parte è il mondo soggetto al cambiamento, cioè l'ambito dell'esistenza manifestata e l'altra riva è il Nirvâna, lo stato dell'essere definitivamente liberato dalla morte.
(Si veda il Sutra del Cuore nda) 
Il terzo caso, la discesa della corrente, l'Oceano deve essere considerato non come una distesa d'acqua da attraversare, bensì come la meta da raggiungere, quindi come rappresentazione del Nirvâna: il simbolismo delle due rive è qui allora diverso da quello di poco fa e fornisce anche un esempio del doppio senso dei simboli, poiché non si tratta più di passare all'altra riva, ma di evitarle entrambe: esse rappresentano il mondo degli uomini e il mondo degli dei, o ancora le condizioni microcosmiche e macrocosmiche.
Fonte " Simboli della Scienza sacra" R. Guenon

giovedì 29 maggio 2014

La voglia di "tornare a casa"


"L'uomo è rimasto isolato nel cosmo. Non è più parte della natura e ha perso la sua partecipazione emotiva agli eventi naturali. Le cose non gli parlano più ed egli non può parlare a pietre, sorgenti, piante e animali"
C.G.Jung

Sono salita qui con la voglia di creare...
Non davanti al mio pc, non nelle quattro mura della mia stanza...
Qui...
Ascoltando "In the Wind" di Yiruma e con la vista allietata da questo stupendo panorama...
Mi rendo conto di quanto le cose materiali siano inutili, di quanto vorrei solo vivere in pace in mezzo al verde, a stretto contatto con la Madre Natura, di quanto vorrei che i miei sogni arrivassero in fretta...
Di quanto vorrei "tornare a casa"...
Regalatemi tramonti, cieli stellati, panorami mozzafiato...
...nuvole bianche, sole, vento, alberi...
Regalatemi una corsa sotto la pioggia o una passeggiata sotto i ciliegi a primavera...
Un'alba in riva al mare...
Ma come si fa a chiedere "cose", oggetti senza anima quando si può avere questo...
Qui sopra mi sento come un'aquila,
da qui tutto sembra meno rilevante, anche i problemi, le malinconie, le mancanze...
Da qui tutto sembra più piccolo....meno importante...meno doloroso...
Sento il profumo della terra, l'odore delle foglie e dei fiori...
I colori sono più veri e l'aria più pulita...
Una casa nel bosco vorrei.. da dove poter contemplare tutte le meraviglie del cielo e della terra....
Per cena un tramonto e per colazione un alba meravigliosa...
Nell'AniMo Antico vorrei tornare e vivere finalmente la vita che sento mi appartiene..
27/05/2014

"La natura è un aiuto soltanto se si riesce ad avere del tempo per sé. Per rilassarsi in giardino, nella pace più totale, o per fare passeggiate.
È la nostra sola speranza, ritornare a una condizione in cui si possa essere nel giusto rapporto con la natura." C.G.Jung

Nell'AniMo Antico

Visuale dal monte Catillo

mercoledì 28 maggio 2014

Le lacrime



Dedicato a chi sa piangere...donne o uomini che siate...

"Le lacrime sono un fiume che vi conduce da qualche parte.
Il pianto crea attorno alla barca un fiume che porta la vostra vita-anima.
Le lacrime sollevano la vostra barca al di sopra degli scogli, delle secche, conducendovi in un posto nuovo, migliore.
Esistono oceani di lacrime che le donne non hanno mai pianto, perché sono state addestrate a portare i segreti della madre e del padre, i segreti degli uomini, i segreti della società e i loro segreti giù nella tomba.
Il pianto della donna è stato considerato piuttosto pericoloso, perché allenta le serrature e i chiavistelli sui segreti che porta.
In verità, per il bene dell'anima selvaggia, è meglio piangere.
Per le donne le lacrime sono l'avvio dell'iniziazione nel Clan delle Cicatrici, questa tribù eterna di donne di ogni colore, di tutte le nazionalità, di tutte le lingue, che attraverso le epoche hanno vissuto qualcosa di grande, e hanno conservato l'orgoglio.
Le nostre storie personali sono incastonate non come pietre preziose in una corona, ma come nera ghiaia sotto la pelle dell'anima.
Le lacrime sono una germinazione di ciò che preserva, che purifica la ferita inferta.
C.S.Lewis scrisse di una bottiglia piena di lacrime di bimbo di cui una sola goccia basta per curare qualsiasi ferita. 
Nei miti le lacrime sciolgono il cuore più gelido.
In un racconto il demone non può entrare nelle case in cui vengono piante lacrime da un cuore sincero: le considera "acqua santa".
Nella storia dell'umanità le lacrime hanno avuto tre funzioni: richiamare gli spiriti al proprio fianco, respingere quanti soffocherebbero e incatenerebbero l'anima semplice e curare le ferite...
Le lacrime aiutano ad accomodare le lacerazioni della psiche là dove l'energia è volata via.
Le lacrime ci rendono consapevoli.
Non è possibile riprendere a dormire quando si piange. Il sonno che poi arriva è soltanto un momento di risposo per il corpo.
L'anima produce le lacrime è la sua protezione, finché essa avrà concluso la sua saggia espressione. "
Tratto da "Donne che corrono coi lupi"

lunedì 26 maggio 2014

Un po' di me e la mia passione per la psicologia

"La psicologia comincia con chi ha udito una voce più grande della sua e si è sentito in obbligo di ricercarne la fonte"
Clarissa Pinkola Estes
Lo studio dell'anima, il vero significato di questo termine, che ovviamente ha dovuto prendere un nome più accademico per via della mente dei "benpensanti" razionali e dogmatici...
Io quella "voce più grande della mia l'ho udita fin da piccola tramite sogni, immagini, associazioni di idee ecc...
Fin da piccola riuscivo a capire i pensieri delle persone intorno a me, visualizzavo spontaneamente e contemporaneamente delle immagini che risultavano quasi didascaliche per l'elaborazione dei dati che raccoglievo a livello inconscio.
Non ne capivo il significato razionalmente ma a livello subconsciente  erano come una guida per riconoscere le personalità..
A volte mi soffermavo a riflettere sui volti della gente e associavo carattere e animale corrispondente, i volti erano importanti, la fisiognomica era un mio divertimento naturale!
Una caratteristica delle persone che associavo alla personalità era anche il modo di camminare che mi permetteva di riconoscere un individuo anche a una distanza troppo ampia per il riconoscimento facciale..
Fin da piccola mi soffermavo ad osservare, riflettevo, ed elaboravo a modo mio le informazioni...
La mia maestra comunque mi ritieneva una bambina svogliata e appena sufficiente nel suo rendimento scolastico...
Io neanche ricordo la maggior parte delle lezioni, a me piaceva riflettere e a volte le mie domande non avevano alcuna risposta perché uscivano dagli schemi scolastici.
Ad un certo punto della mia infanzia ricordo che ho avuto spesso attacchi di paura improvvisa, sono stata ipocondriaca, ho avuto il mio cane immaginario nel mio mondo immaginario che spesso "portavo" nel mondo reale...ero molto sola nelle mie psicosi...
Ne ho sperimentate alcune ma nessuno della mia famiglia si è mai accorto dei miei problemi interiori.
Questa mia sensibilità mi ha portato a sbalzi di personalità molto netti fino ad arrivare a 14 anni in cui mi sono finalmente tuffata nella mischia con ironia, il mio unico problema era il comprendere inconsciamente dei meccanismi psicologici che mi portavano a capire le persone dietro i loro comportamenti di facciata e questo mi ha portato ancora una volta a vivere con sofferenza la vita perché cominciavo con i primi amori, le prime amicizie profonde ecc..
Verso i 16 anni ho iniziato ad interessarmi di psicologia e parapsicologia a livello di letture private e ad intermittenza.
Volevo capire gli altri così da non poter essere ferita da nessuno...volevo proteggermi dalle persone per non avere delusioni....
E invece sistematicamente le delusioni arrivavano una dopo l'altra perché commettevo sempre lo stesso errore:
La mia inclinazione a capire gli altri era già sviluppata naturalmente, un dono naturale a guardare oltre le apparenze e a sommare automaticamente e semi-incosciamente dei miei punti di riferimento volti a capire la personalità più profonda della gente, malgrado questo io non mi ero soffermata a capire e conoscere me stessa...
Così ho iniziato a studiare me stessa e ricostruire la mia vita grazie a testi che ho scoperto per causalità e coincidenze come Jung che sta avendo una risonanza sulla mia vita davvero potente... Ad oggi riesco a comprendere gli altri tramite me stessa e questo mi porta a non soffrire, a non avere più gravi ferite come prima!
Quando ho letto quella frase della Estes, ho avuto la voglia di raccontare la mia sulla psicologia e il mio amore per essa, il mio modo di capire le persone, che forse è il medesimo che aveva chi nelle tribù antiche riusciva a confortare la gente del suo popolo...
Molti mi hanno chiesto perché non abbia preso una laurea per poterci vivere con la mia passione ed io rispondo sempre così: 
"Di una passione, una dote naturale non voglio farne un lavoro, perderei l'incanto di scoprire...e poi meglio un'amica che ti sa dare un consiglio risolutore che uno psicologo in più!"
Tra l'altro non amo accademizzare le mie conoscenze preferisco spaziare tra i miei interessi...credo che accresca la felicità di apprendere, come piacere personale... 
Ovviamente questo riguarda solo ed unicamente me! Ben vengano i  professionisti che aiutano tante persone che hanno bisogno di scardinare dei meccanismi mentali altrimenti bloccati!
Nell'AniMo Antico

Profondità e Superficie


Profondità e superficie devono mescolarsi, al fine di generare nuova vita.
La nuova vita però non nasce al di fuori ma in noi stessi.
La vita non viene dalle cose, ma da noi. 
Tutto ciò che accade fuori è già accaduto.

"Perciò chi osserva l'evento da fuori vede soltanto ciò che è già stato e che è sempre uguale.
Chi invece guarda da dentro sa che tutto è nuovo.
 Le cose che accadono sono sempre le stesse.
 Non è sempre uguale invece la profondità creativa dell'essere umano.
Siamo noi a dare significato alle cose. 
Il significato è ed è sempre uguale.
Ciò di cui avete bisogno proviene da voi stessi, ed è il significato delle cose. 
Il significato delle cose non è il senso che è loro proprio.
 Questo si trova nei libri dotti. Le cose sono prive di senso.
Il significato delle cose è la via della redenzione che vi create voi stessi.
Il significato delle cose è la possibilità -creata da voi stessi- di vivere in questo mondo.
Questo significato delle cose è il senso superiore che non si trova nelle cose stesse e neppure nell'anima, è piuttosto il Dio che sta tra le cose e l'anima, il mediatore della vita, la via, il ponte, il passaggio".

La mia anima è il mio senso superiore, la mia immagine divina, non il Dio stesso e neppure il senso superiore medesimo.
Dio si rivela nel senso superiore della comunità degli uomini.
L'amore e l'anima e Dio sono belli e terribili. Gli antichi hanno trasferito parecchi aspetti della bellezza di Dio in questo mondo  e perciò questo mondo è diventato talmente bello... Il lato terribile del mondo restava coperto e sepolto nel profondo dei nostri cuori.
"Libro Rosso" C.G.Jung

venerdì 23 maggio 2014

Nietzsche: "l'oltreuomo"


Anche l'inconscio dell'uomo è manipolabile, determinati meccanismi trasferiscono in profondità principi e concetti morali senza che nessuno se ne renda conto.
I sentimenti morali vengono acquisiti per via di imitazione, e spinti dall'idealizzazione di modelli di comportamento, trasferendoli negli strati più profondi dell'io tramite il processo di assimilazione che ne consegue l'interiorizzazione: creando così l'anima dell'uomo.
I sentimenti morali hanno un altro lato oscuro: rappresentano le maschere con cui l'individuo si presenta al mondo con l'intenzione di nasconde i suoi veri sentimenti.
In questo modo l'uomo si presenta anche a se stesso sotto una luce ideale ma comunque falsa: «l'arte di "metterci in scena" davanti a noi stessi...senza quell'area non saremmo niente altro che facciata».
Questo autoinganno è ciò che Nietzsche chiama la "volontà di potenza" che altro non è che l'irrompere della vita nella storia umana che per affermarsi utilizza tutti i camuffamenti possibili che offre la morale.
La coscienza e l'io sono dunque i responsabili della nostra infelicità, essi ci forniscono anche un immagine del tempo lineare e ci proiettano costantemente verso il futuro rendendoci vittime di stress e di nuove illusioni: la speranza, l'aspettativa e l'attesa.
Imparando a sbarazzarci di questa immagine del tempo lineare, anzi del tempo in generale, e imparando a dimorare nel senza tempo possiamo iniziare il cammino della nostra rigenerazione: godendo del presente degli istanti vissuti.
«Chi non sa mettersi a sedere sulla soglia dell'attimo dimenticando tutte le cose passate, chi non è capace di star ritto su un punto  senza vertigini e paura come una dea della vittoria, non saprà mai che cosa sia la felicità».
Ogni attimo è fine a se stesso. Vivere nell'istante presente significa aprirsi all'esterno e all'infinito della natura.
Eternità e infinità non conoscono differenziazioni interne.
«Tutto va tutto ritorna, la ruota dell'esistenza gira eternamente. Tutto muore, tutto rifiorisce; le stagioni dell'esistenza si susseguono eternamente. Tutto si spezza tutto si ricongiunge: eternamente si costruisce lo stesso edificio dell'esistenza. Tutto si separa tutto si ritrova: l'anello dell'esistenza resta eternamente fedele a se stesso. A ogni momento l'esistenza comincia; attorno a ogni "qui" gira la sfera "là". Il centro è ovunque. Tortuoso è il sentiero dell'eternità » (Così parlo Zarathustra)
Lo stato di estasi prodotto dall'annullamento del tempo purifica il nostro sguardo, che diviene assente e contemplativo.
Non proviene né da io né da coscienza, non è appesantito da pensieri o ragionamenti: «Imparare a vedere, abituare l'occhio alla calma, alla pazienza, al lasciar giungere a sé le cose; rimandare il giudizio, imparare a rigirare e ad abbracciare il singolo caso ad ogni lato. È questa la prima introduzione alla spiritualità: non reagire subito ad uno stimolo, ma padroneggiare gli istinti che inibiscono che isolano:....l'essenziale in esso è appunto non volere, saper sospendere il giudizio».
Estasi significa pura volontà di vivere, piacere di contemplare e attraverso ciò l'uomo non sente più il peso della morale che impone il "devi" che mette in gioco il tempo di realizzazione dell'imperativo.
L'uomo del non-tempo e della non-azione ha superato se stesso.
«Io vi annunzio l'oltreuomo. L'uomo va superato. Che avete voi fatto per superarlo? » (Così parlò Zarathustra) 
Zarathustra porta agli uomini messaggi di felicità e di autorealizzazione, purché essi sappiano superare se stessi.
«Amo chi vuol chi vuol creare superando se stesso e in tal modo perisce. Io amo coloro che non vogliono conservarsi. Coloro che tramontano, amo di tutto cuore; giacché vanno di là».
Per fare ciò non c'è bisogno di negare l'io perché esso si dissolve da solo, si azzera, scompare. Torna ad essere quell'ombra, quel nulla che è sempre stato,e con la sua fine finisce anche la morale.
L'uomo ora è finalmente libero, finalmente se stesso. È un "oltreuomo". Non esiste condizione più felice di questa.
Adattato da: 'Nietzsche' Filosofia e Salute 

giovedì 22 maggio 2014

Lo spirito bambino

"L'unione dei contrari tra Io e Anima produce una cosa di valore infinito, lo spirito bambino.
Ed è vero che anche quando l'Io si intromette rozzamente nei più sottili aspetti della psiche e dell'anima, ha luogo una fecondazione trasversale.
L'Io partecipa alla fattura di un bambino che reclama la duplice eredità, il mondo e l'anima, e saprà portare messaggi e doni all'uno e l'altro.
Questo spirito bambino è capace di udire il richiamo, la voce che dice: è tempo di tornare a sé.
È una parte della nostra natura mediale, che ci forza, perché può udire il richiamo quando viene.
È il bambino che ci fa affermare:
 «Dio mi è testimone, continuerò su questa strada», 
oppure «Resisterò», 
oppure «Non mi lascerò sviare», 
o «Troverò il modo per continuare».
È un potere spirituale che ci incita a continuare il nostro lavoro importante, a cambiare la nostra via, a migliorare la comunità, a dare una mano per riequilibrare il mondo... 
Semplicemente tornando a casa.
Se si vuole partecipare a tutto ciò, il matrimonio difficile tra anima e io s'ha da fare, lo spirito bambino dev'essere partorito.
Il recupero e il ritorno sono gli obbiettivi della padronanza.
Lo spirito bambino induce le donne sedentarie a scalare le Alpi.., induce altre a gettarsi alle spalle le fissazioni...induce le donne che sciupano il tempo facendo la cosa sicura a prendere la strada con il sacco in spalla.
Partorire è l'equivalente psichico del divenire se stesse, un Sé unico, ovvero una psiche indivisa.
E poi ci sono quegli appetiti.
Una donna...può avere voglia di salire una montagna saltando di roccia in roccia, e facendo risuonare la sua voce. Può aver bisogno di ore di notti stellate...può sentire che morirà se non potrà danzare nuda nella tempesta, sedere in perfetto silenzio, tornare a casa sporca di inchiostro, di pittura, di lacrime, di luna.
Un nuovo Sé avanza. La nostra vita interiore sta per cambiare.
E questo Sé-bambino che aspettiamo è portato prioprio dall'attesa. 
Con il passare del tempo nella vita e nel lavoro nel mondo sotterraneo(psiche) il bambino si sviluppa e nasce.
Tratto da "Donne che corrono coi lupi"

Lo Zero Assoluto

Sei lo zero assoluto...
Sei il gelo che conserva il mio ghiaccio,  un muro maestro che si erge tra te e il mondo, iceberg più immenso e saldo non avresti  potuto costruire..
Non sento pathos, non vuoi trasmettere empatia, non un battito in più nel mio cuore, non un sussulto...
Forse sei solo uno specchio che mi urla in faccia la realtà, ciò che sono...ciò che sei...
Il risultato infame di un passato sofferto...un presente austero... un futuro impossibile...
Sei un vento freddo del nord, lo zero assoluto che fa sì che il ghiaccio del mio cuore rimanga intatto...
......Ma poi nella distanza sento il calore della tua anima..
Più ti allontani fisicamente più le tue barriere si fanno deboli e trasparenti...ti vedo per quello che sei... mi vedo per quello che sono...
Ti percepisco come un vento caldo del sud che passa e ti accarezza... tutto scioglie per far fiorire i giardini del cuore..
Come un frutto il cui guscio durissimo nasconde una tenerezza squisita...
Potrei nutrirmi nella tua distanza e morire nella tua vicinanza...
Sento come un filo che mi lega e più mi avvicino e più si fa fragile e teso, pronto a spezzarsi...
È completamente illogico, completamente assurdo, pura pazzia...
Sei mistero puro, la reazione anomala della mia mente, manifestazione del mio inconscio... Un rebus senza soluzione ...
Come il fuoco che bagna e l'acqua che brucia...
È qualcosa che non so spiegare, che non so comprendere... 
È come un potenziale che non è nel reale, come se un richiamo mi chiedesse di ignorare la tenebra per accenderci una luce...
Come un  grido d'aiuto che non posso ignorare... ma cerco di non sentire, mi tappo le orecchie e inizio a urlare più forte...
Sei lo zero assoluto che manda in fiamme ciò che ha senso...
Come un silenzio che fa rumore...
Mi domando... come possa scottare una fiamma che non brucia... Eppure la sento, eppure so che esiste ma non con la ragione...
Con la ragione la ignorerei...con la ragione la spegnerei...
Nell'AniMo Antico

mercoledì 21 maggio 2014

La Psicomagia Alejandro Jodorowsky

I medici professionisti, figli fedeli dell'università disprezzano queste pratiche, per loro la medicina è una scienza.
Vogliono che la medicina sia una, ufficiale, senza improvvisazioni e applicata a pazienti che vengono trattati soltanto in quanto corpi.
Nessuno si propone di curare l'anima. Per i guaritori, invece, la medicina è un'arte.
Per l'inconscio è più facile capire il linguaggio  onirico che il linguaggio razionale. Da un certo punto di vista, le malattie sono sogni, messaggi, che rivelano problemi non soluti.
I guaritori, con grande creatività, sviluppano tecniche personali, cerimonie, sortilegi, farmaci strani....
Parlano all'essere primitivo, superstizioso, che ognuno di noi porta dentro di sè.
Nel vedere all'opera questi terapisti popolari, ho elaborato la nozione di "trappola sacra".
Perchè lo straordinario accada è necessario che il malato, ammettendo l'esistenza del miracolo, creda fermamente nella possibilità di guarire.
Dopo che questi cade nella "trappola sacra", vive una trasformazione interiore che gli permette di percepire il mondo dal punto di vista dell'intuizione più che da quello della ragione.
Solo allora può accedere al vero miracolo.
Possiamo dire che qualcuno sia totalmente privo di fede?
In ogni istante l'inconscio supera i confini della nostra ragione, o per mezzo dei sogni o tramite atti mancati.
Se è così, non c'è modo per far intervenire l'inconscio, come un alleato in maniera volontaria?
Mi resi conto che anche gli oggetti che ci accompagnano e ci circondano fanno parte del linguaggio inconscio.
[a volte basta togliere, spostare, modificare quel determinato oggetto per cambiare una sorte]
[Mentre]Gli atti consigliati [dal guaritore] vanno realizzati senza indagare il motivo. Nella psicomagia, al posto della credenza superstiziosa, è necessaria la comprensione da parte del paziente, che deve conoscere il perchè di tutte le sue azioni.
Lo psicomago da guaritore si trasforma in consigliere: grazie alle sue ricette il paziente diventa medico di se stesso.
Questa terapia non mi è arrivata come una illuminazione improvvisa, ma è andata perfezionandosi, a poco a poco, nel corso di molti anni...
"C'è qualcosa del ciarlatano e del guaritore da fiera in questo visionario che si autodefinisce imbroglione sacro.
Ma in fin dei conti, quest'aspetto da ciarlatano trascendentale, parte integrante del personaggio Jodorowsky, è al servizio di una singolare energia sensitiva, Di Alejandro si potrebbe dire che è un bodhisattva in salsa latinoamericana, una salsa molto piccante...." Gilles Farcet
Non credo esista la possibilità reale di predire il futuro, poichè, dal momento in cui lo si vede, lo si sta già modificando o creando.
Il veggente si diverte a raffigurare destini forzando il corso naturale di una vita...
Consideravo i tarocchi un test proiettivo che mi permetteva di individuare i bisogni di una persona e di localizzare le radici dei suoi problemi.
Perchè la consultazione avesse effetti terapeutici, doveva tradursi in atto creativo reale. Per questo a coloro che venivano da me ordinavo di compiere una o più azioni.
Certe cose non si inventano: le si vede nascere in se stessi. Ma questa nascita ha radici molto profonde.
In quanto esseri umani identificati con il proprio doppio, dobbiamo capire che l'invasore non è altri che noi stessi, la nostra natura profonda.
I pazienti soffrivano per essere sottomessi al loro doppio. Venivano da me proprio perchè si sentivano male in questa rappresentazione e intuivano la natura radicalmente diversa dell'Originale che stava in loro.
Il processo quindi si basava su un desiderio reale di cambiamento.
Ciò che ci intimorisce perde potere nel momento in cui smettiamo di combatterlo.
La "realtà" non esiste di per sè: istante dopo istante, sono io che la creo la mia realtà, allegra o sinistra, monotona o appassionante.
All'interno di una stessa realtà si può acquisire lucidità e comportarsi in modo da trasformare il campo negativo in un contesto positivo. 
Sono profondamente convinto della magia della vita.
Perchè abbia effetto, però, ognuno deve coltivare dentro di sè una serie di qualità che possono sembrare in contraddizione, come per esempio: innocenza, autocontrollo, fede, audacia... Attivare la magia richiede molto coraggio, anche una certa purezza e un profondo lavoro su se stessi.
Invio messaggi all'inconscio utilizzando il linguaggio simbolico che gli è proprio. Nella psicomagia spetta all'inconscio decifrare l'informazione trasmessa dall'inconscio.
Se ti rivolgi all'inconscio con il suo linguaggio, ti risponderà subito.
Ho dedicato la vita a perfezionarmi a conoscermi, a rendermi disponibile interiormente.
La vita non sta ad aspettare i desideri del primo pigro di turno! La vita non ti ricambia se non nella misura in cui ti abbandoni ad essa e ti sforzi di superare il tuo egocentrismo.
Dio solo sa quanto può essere meravigliosa la vita se ti apri un po' alla sua magia.
La realtà è un sogno nel quale dobbiamo lavorare per poter passare progressivamente dal sogno inconscio, sprovvisto di qualsiasi lucidità -che può sempre trasformarsi in un incubo- a quello che io chiamo "sogno saggio".
Tratto da "Psicomagia Una terapia panica" Alejandro Jodorowsky



martedì 20 maggio 2014

Una richiesta particolare....


Questo post potrebbe sembrare macabro ma va letto tutto per poter capire..
Premetto che non sono malata, non ho tendenze suicide, e non ho sentori di disgrazia, questo post viene da una delle mie riflessioni, le mie riflessioni vengono ispirate da musica, arte, vita, cieli azzurri... 
Quando morirò, quando il mio percorso in questa vita e in questo corpo sarà finito, vorrei che qualcuno che mi rispetta e mi ama si battesse per esaudire ciò che sto per scrivere:
Vorrei prima di tutto essere cremata, il mio corpo dovrà tornare cenere, mondato dal fuoco, se fosse possibile vorrei che si svolgesse come nei tempi antichi all'aperto in un campo, nella radura di un bosco....con il consenso della Natura.
Se non potesse avvenire per motivi burocratici allora che sia fatto un falò come rappresentazione della vera cremazione che vorrei, e che vengano tutte le persone che in vita mi hanno amato, stimato, voluto bene in qualche modo... 
Vorrei che tutti suonassero e cantassero intorno al fuoco, che ballassero al ritmo del loro cuore, danzassero insieme alla mia anima che prenderà colore e forma attraverso le fiamme del fuoco in mio onore...
La morte è solo il termine di un ciclo, ma è l'inizio di un altro, andrebbe celebrato come una festa....
Qualsiasi possa essere la causa della morte e a qualsiasi età l'importante è che si sia vissuto imparando da ogni piccolo attimo della vita, le lezioni preziose che essa ci dà, come sto provando a fare ogni giorno della mia esistenza.
Vivendo intensamente ogni attimo della propria vita non c'è morte assurda, ma solo una traslazione da un corpo ad un altro...
Vorrei poi che le mie ceneri venissero portate su un monte che affaccia sul mare, qualsiasi monte, qualsiasi mare, l'importante è che vi sia questa condizione...
Con una danza e molta grazia vorrei che esse volassero giù dall'alto verso le acque, vorrei che il vento decidesse la meta di ogni minima parte di me...
Vorrei che la mia morte fosse poesia, fosse arte, vorrei che la mia morte fosse come un'ultima rappresentazione di kabuki giapponese, come una prima teatrale, come un ultimo concerto di qualche direttore che va in pensione...
Vorrei avesse il suono del violino che è l'anima che vibra, il suono del basso che è l'energia che arriva dalla Terra, la melodia del pianoforte che è quella proveniente dal cielo...
Vorrei che nessuno piangesse perché vorrà dire che avranno compreso il mio messaggio di amore per la Vita/Morte/Vita...
Spero che nella mia vita mi possa circondare da persone che comprendano a pieno questo mio desiderio, perché vorrà dire che la mia vita sarà stata vissuta intensamente, pienamente, ma soprattutto nelle relazioni vere...
Nell'AniMo Antico

lunedì 19 maggio 2014

Francesca Brave: "E' uno stalker l'Amore"


"Io credo che non si salva nessuno di quelli che fuggono dall'amore, no, perchè puoi provare a riempire la tua vita con qualsiasi altra cosa, qualsiasi, puoi passare giornate a cercare di colmare quel vuoto mangiando, no, non ti salvi.
...Puoi spendere tutti i tuoi benedettissimi soldi comprando di tutto, usando anche quelli degli altri.
Puoi passare giornate intere a meditare per non ascoltare i tuoi pensieri.
Puoi passare tutto il giorno in palestra, estetista, massaggiatore, puoi fare un lavoro di 10 ore al giorno, puoi stare al telefono rispondendo a tutti i call center, pure a quelli del sondaggio sui pannoloni per gli anziani.
Puoi partecipare a tutti gli eventi mondani, avere amici fichissimi e ogni sera un modello/a accanto che saprà anche dirti quale sono le vocali e saprà addirittura mettere l'h al posto giusto, ma prima o poi sarai costretto ad arrenderti all'Amore.
Ti capiterà forse di alzare gli occhi al cielo verso le stelle e la luna e inevitabilmente ci penserai.
Ti troverai in un letto senza riuscire a chiudere occhio e inevitabilmente ci penserai.
Ti capiterò in qualche modo, la cosa certa è che ti verrà a bussare ripetutamente, e più farai finta di non vedere e più ti verrà a cercare.
E' uno stalker l'Amore.
Non avrai scampo e prima o poi dovrai arrenderti, e allora sarai costretto ad essere felice."
Francesca Brave Di Meglio

Quando leggo ciò che scrive Francesca mi immergo nel sole, immagino il mare, la libertà, il profumo della salsedine...
Immagino quei suoi stupendi ricci  selvaggi al vento della sua isola, che ogni volta che si muovono suonano come le corde di uno strumento dell'Universo...
Ogni suo pensiero attinge da lì, ed è colorato di oro, azzurro e rosso... sole, mare e passione!
L'ho conosciuta che si credeva un Peter Pan, l'ho ritrovata (dopo una mia assenza di un anno) una Donna saggia... di una saggezza ironica, vitale e frizzante..
Questo suo post mi ha colpito per la sua tremenda e dolce verità... mentre lo leggevo ho visualizzato all'istante uno scoglio e il mare...
Io sono su quello scoglio... tutti noi siamo su quello scoglio, e pensiamo di stare tranquilli a guardare il mare limpido, calmo, goderci il riverbero del sole in esso...
L'Amore è come se tu sei su quello scoglio e in un attimo un'onda anomala avanza verso di te, il mare in tempesta che ti travolge e ti porta via dalla tua tranquilla contemplazione...
All'Amore non puoi dire "fermati", non puoi pensare di scappare, o ripararti... a questo tipo di amore devi lasciarti travolgere!
Io sono su quello scoglio, e contemplo il bello della natura, respiro la brezza del mare, e mi lascio baciare dal sole caldo... ma nello stesso tempo aspetto che l'onda anomala dell'amore, l'uragano, la tempesta mi travolga e non opporrò resistenza anzi mi alzerò e l'accoglierò con le braccia spalancate...se sarà necessario diverrò sirena nel mare e vivrò del sentimento concessomi...
Ma io parlo dell'Amore e non dell'amore! Solo da quello mi lascerò travolgere... solo quello è il grande stolker della tranquillità..
Solo da quello non si ha scampo: "e prima o poi dovrai arrenderti, e allora sarai costretto ad essere felice"
Per ora sto qui e contemplo il bello della vita...
Nell'AniMo Antico


venerdì 16 maggio 2014

La Donna Selvaggia

"Siamo pervarse dalla nostalgia per l'antica natura selvaggia.
Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio.
Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti.
Ma l'ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti.
Ovunque e sempre, l'ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe."
Clarissa Pinkola Estès
Cheyenne, Wyoming
Mi sono sempre sentita una Lupa, selvaggia, solitaria e libera dagli schemi mentali imposti dalla società...
Inaddomesticabile, sincera nella sua spietata arte oratoria, tagliente diretta...
Per me la vita è una corsa controcorrente, è uno stare in armonia con me stessa e poco importa se  non con gli altri..
È il benessere che ti dà solo la natura e non le cose... Gli animali e non le persone...
Le mie orecchie a punta sono sempre state lì... Come la mia coda..
I miei occhi sanno guardare, il mio naso annusare...
Ululo allo splendore della Luna, ringhio se qualcuno mi vuole imprigionare...
So difendere e accudire, so combattere e ricevere le coccole...ma scelgo io da chi riceverle...
Non sopporto la vista della gente addomesticata come i cagnolini che escono dalla toletta profumati e infiocchettati, preferisco l'odore del fango e della terra...
Libera come il vento, che non si può fermare o ingabbiare, arriva e ti scapiglia, ti accarezza e ti stravolge...
Cerco solo capibranco che sappiano correre insieme e accanto a me...
Che siano forti e fieri, che abbiano la loro forza non solo nel corpo ma nell'anima...
Niente collari o guinzagli ma solo una libera corsa uno accanto all'altro...
Sono una lupa solitaria ma se mi lego potrei rimanere per sempre, se mi annoio correrò via lontano verso altri luoghi...
Ma quante volte mi hanno detto che ero io la sbagliata...e invece non mi sono mai piegata ad essere diversa da come sono...
Questo libro mi dà coraggio a continuare ad essere me stessa, ma soprattutto, ad esortare le donne a ritrovare la Donna Selvaggia che è in loro...
Nell'AniMo Antico

"La Donna Selvaggia vi appartiene. Appartiene a tutte le donne.
Per trovarla, ognuna di noi deve tornare alla sua via istintiva, alla sua più profonda sapienza.
Lasciamo cadere i falsi manti che ci hanno dato. Indossiamo il manto autentico dell'istinto possente della conoscenza. Sciogliamo le bende, prepariamo il balsamo. Torniamo ad essere, ora, le donne selvagge che ululano, ridono, cantano Colei che ci ama tanto.
Senza di noi la Donna Selvaggia muore. Senza la Donna Selvaggia, siamo noi a morire."
Dal libro "Donne che corrono coi lupi" 

giovedì 15 maggio 2014

Lo sguardo innocente dell'amore

"....L'innocente sonno, il sonno che ravvia le scomposte trame degli affanni, morte quotidiana della vita, bagno ristoratore della fatica, balsamo delle anime dolenti, seconda portata nel grande banchetto della natura, primo nutrimento del festino della vita..."
Shakespeare
Nel sonno siamo riportati a uno stato di amabilità. Nel sonno veniamo rifatti. Riassemblati dal di dentro, freschi e nuovi, come innocenti.
In questo stato di saggia innocenza si entra lasciando cadere cinismo e protezionismo, e rientrando nello stato di meraviglia che si osserva nei bimbi.
L'innocenza è lo stato che si rinnova col sonno.
Un detto antico recita: «Ignoranza è non sapere nulla ed essere attratti dal buono. Innocenza è conoscere tutto ed essere ancora attratti dal buono»
Tratto da: "Donne che corrono coi lupi"
Questo pezzo mi ha fatto ripensare ad una cosa molto bella...
Si dice sempre che gli innamorati amano guardare il proprio amore mentre dorme:
Nella mia vita ho avuto un'unica grande storia, un rapporto puro, sincero, leale...
Mi sono ricordata che per molto tempo mi svegliavo con davanti a me una persona innamorata che ogni mattina si svegliava sistematicamente prima di me solo per guardarmi mentre dormivo...
Smise solo perché io mi imbarazzavo di questa cosa...ma l'ho sempre trovato il gesto più dolce, più incondizionato che qualcuno abbia fatto nei miei confronti...
L'amore vero è anche innocenza, amare l'anima di qualcuno e non solo il suo corpo, amare incondizionatamente senza i limiti dell'apparenza...
Essere il sogno vivente di qualcuno è stupendo, anche quando a causa della "vita" bisogna svegliarsi... Ti rimarrà sempre il ricordo di qualcosa di davvero meraviglioso che hai vissuto nella tua esistenza...
Lui amava la bimba che era in me e non solo la donna che mi rappresenta all'esterno...
Non è importante l'aspetto della persona che vuole dividere la sua vita con te, l'importante è che ti guardi con lo sguardo innocente dell'amore...
Quello sguardo non si può forzare, non si può pretendere... Ma se qualcuno ti guarda così vuol dire che ama anche e soprattutto la tua innocenza interiore...
Credo che le persone soffrono perché non aspettano quello sguardo, e si accontentano di chi vuole principalmente il loro corpo senza profondità, spesso è la solitudine che confonde, come anche la ricerca (sacrosanta) del piacere ma bisognerebbe essere onesti con sé stessi per non incappare in pure illusioni...
Mi sono spesso chiesta se dopo questo grande amore avrei potuto ri-amare qualcuno, anche perché fin ora non è successo, ma io credo che la Fiamma Gemella di cui tanto si parla sia la scintilla che accende gli occhi di chi si ama reciprocamente in questo modo... Lo sguardo innocente di cui ho parlato.. la fiamma non appartiene a nessuno ma passa negli occhi che si incontrano ma negli incontri in cui quell'attimo in cui ci si guarda diventa l'infinito...
Forse non si ha una seconda possibilità nella vita di provare un amore così, ma nel frattempo non sto qui a negare che la possibilità possa esistere...
Anche perché ogni amore è unico, indiscutibile, imprescindibile... Ogni volta che si ama davvero non è mai uno sbaglio o una mancanza per le persone che ci hanno accompagnato per un periodo passato della nostra vita riempiendo il nostro cuore...
Nell'AniMo Antico

mercoledì 14 maggio 2014

Cultura giapponese: Il significato emblematico del MA

Il carattere ideogrammatico con cui si scrive il MA è un sole al centro di una porta.
Esso deriva dal cinese e il suo significato è connesso a quello dello spazio, tale ideogramma una volta giunto in Giappone ha assunto anche il significato di tempo, ma non solo, i differenti significati sono: distanza, paura, intervallo, interruzione, relazioni tra le parti.
Quelli che meglio lo caratterizzano sono i concetti di spazio e di tempo:
Il suo significato è strettamente connesso al contesto della frase, per esempio per un musicista il MA indica il tempo, ovvero lo spazio temporale che intercorre tra una nota e l'altra, per un architetto lo spazio tra una cosa e l'altra...
Il MA può significare il tempo stesso, così come un intervallo che intercorre tra due momenti...il MA è inscindibilmente legato alla percezione dello spazio, del tempo e dell'insieme spazio-tempo.
Per gli architetti giapponesi il MA è legato allo spazio vuoto. È proprio questa varietà di significati racchiusi in una espressione concisa che fa del MA una rappresentazione mentale unica, senza pari se confrontato con altri idiomi in uso nel mondo.
Il MA è definito come "senso di luogo" ossia come una percezione dello spazio che varia nei differenti individui ogni volta che si trovano a fruire di un certo luogo.
Analizzando il MA nella sua funzione di tempo, oltre a definire uno spazio arricchisce quest'ultimo di un valore semantico connesso alle differenti sequenze temporali con le quali è percepito: 
"Il prodotto della combinazione di un vuoto con uno sfasamento, la cui funzione è quella di arricchire semanticamente il vuoto."
F.Fuccello
Il concetto di vuoto è percepito e sperimentato ogni volta dall'individuo che ne fruisce. Il MA non è creato dalle superfici ma nasce dalla percezione di chi lo vive in un dato momento.
Esso in questo senso, rappresenta il "luogo sperimentale", importante per comprendere il valore dello spazio costruito e il suo rapporto con la temporalità.
Nella cultura giapponese lo spazio come sola entità fisica sembra non essere mai esistito...La chiave per comprendere la percezione dello spazio è da ricercare nella natura:
"Nel suo sforzo di dare corpo visibile e forma a delle divinità (i Kami)."
A.Isozaki
Lo spazio è percepito in relazione allo scorrere del tempo e tra due entità esiste una stretta relazione. Anche il legame tra lo spazio e il sacro trova riferimento nei differenti modi di intendere e percepire la divinità.
La concezione Zen e buddista hanno determinato l'interesse per la natura della cultura giapponese:
"L'uomo è parte integrante della natura e accettando la natura può accedere anche a sé stesso, il suo essere mortale.
Contemporaneamente il giapponese sa che potrà comprendere la sua esistenza è contemplare l'aspetto realmente permanente delle cose, nel momento in cui si avrà trovato il modo di 'fissare' i fenomeni della natura che sono, secondo il buddismo, in perpetuo mutamento. Questa incessante mutevolezza interna ad una natura apparentemente immobile è uno dei concetti più importanti di questa dottrina, ed è alla base della cultura giapponese, tanto da influenzare ogni aspetto della vita
F.Fuccello
Il modello giapponese considera la natura come incarnazione diretta dell'Assoluto .
Nel linguaggio architettonico un'espressione molto comune è "la conoscenza del MA" che generalmente si usa per definire la disposizione funzionale interna di una casa cui si associa la ricerca dell'armonia, concetto portante del pensiero e dell'estetica giapponese e più in generale della cultura orientale.
Il MA rappresenta lo spazio spirituale nel quale l'individuo può riposare la mente, meditare in perfetta armonia con ciò che c'è e ciò che non c'è, tra ciò che esiste e ciò che non esiste.
Tratto da "Giappone: Tutela e conservazione di antiche tradizioni" O.Niglio, K.Kuwakino

martedì 13 maggio 2014

La lezione dell'anima

«L'anima svanisce quando non prestiamo attenzione a quel che veramente stiamo facendo, e in particolare a quanto ci costa.
(svanisce) Per la costrizione continua.
Sono a rischio anche coloro che faticano troppo a lungo senza tregua.
Perdiamo l'anima lasciandoci troppo coinvolgere dall'Io (o da un archetipo) , diventando troppo esigenti, perfezioniste, o facendoci senza necessità martirizzare (anche da noi stesse), o lasciandoci trascinare da un'ambizione cieca, o abbandonandoci all'insoddisfazione.
L'unico modo per non perdere l'anima consiste nel conservare una consapevolezza squisitamente pristina sul suo valore e i suoi usi.»
Tratto e adattato da "Donne che corrono coi lupi"

Sono stata decisamente troppo severa con me stessa, ho impersonato l'archetipo della madre che punisce, che segrega, per paura che la figlia possa sbagliare e soffrire...
Mi rendo conto che se per un po' mi sono sentita protetta in questo status, ora ho bisogno di liberare me stessa da "me stessa"...
Dalla durezza nei miei confronti che mi ha accompagnato fin ora e mi ha causato l'esclusione nella mia vita, di tutti i piaceri...
Il mio corpo me lo sta dicendo chiaramente, lo sto leggendo come se fosse un libro, mi sono costretta a una vita austera sacrificando la donna dolce e piena di amore che c'è in me... che fa parte di me...
Sacrificando la bambina giocosa e un po' monella anch'essa in me, la bimba che vuole coccole, attenzioni, protezione, che vuole stupirsi e divertirsi...
Sto imparando una lezione molto dolce ma anche la più importante che potessi avere!
Pensavo che tutto fosse perfetto, ma in realtà anima e corpo non erano in armonia, ma fin quando un segnale non ti fa fermare a riflettere... semplicemente...non te ne accorgi!
Ho fatto lo sbaglio di trascurare me stessa impersonando l'archetipo del guaritore, sempre lì per gli altri, tranne che se...
Mi sono lasciata travolgere dalla spiritualità, ma in maniera eccessiva, e come si sa gli eccessi hanno delle carenze altrove... 
Per essere utili agli altri non ci si può dimenticare del proprio essere, ed io pur di essere sempre lucida ho evitato qualsiasi emozione squilibrando una parte di me importante.. il guaritore interiore se non è in equilibrio non può curare nessuno, tanto meno se stesso...
Amare se stessi non significa solo proteggersi ad ogni costo ma anche lasciarsi sbagliare, lasciarsi liberi di cadere, farsi male e poi curarsi amorevolmente...ecco la vera madre interiore cosa fa...
Ora è tempo di rimettere insieme i pezzi, di aprire tutte le gabbie, ma soprattutto di tornare all'equilibrio... Senza pazzie, eccessi, ma integrando pian piano ciò che ho completamente rifiutato fin ora.
Spero questo post possa essere utile a tutti coloro che vi si rispecchiano, ma soprattutto non sottovalutate mai gli indizzi del corpo, perché attraverso di esso l'anima ci parla, chiaramente, basta saper decodificare...
Ogni piccolo sintomo è un messaggio inequivocabile che il nostro Sé ci dà nella maniera più comprensibile in assoluto!

lunedì 12 maggio 2014

"La ricerca della Pietra Filosofale" di Giorgio Pastore


Sul mio blog ho sempre espresso tutto ciò che penso, e voglio dire la mia sul libro "La ricerca della Pietra Filosofale" di Giorgio Pastore.
Questa è un'altra gemma della mia raccolta di "pietre preziose", un'altra persona che stimo per la sua cultura ben utilizzata, Giorgio Pastore (dottore in storia), usa il suo sapere non soltanto per l'insegnamento didattico ma egli è un cercatore... un cercatore "d'oro" e quest'oro è la Conoscenza, oltre ciò che tutti noi dai libri accademici sappiamo.
Ho trovato "La ricerca della Pietra Filosofale" un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, un viaggio interiore, un viaggio iniziatico, un ripercorrere il nostro passato con occhi diversi..
Attraverso questo libro mi è venuta voglia di sapere ancora di più, di girare l'Italia, paese prezioso e ricco di simboli iniziatici, di doni nascosti...e vedere con i miei occhi il tesoro che abbiamo e che non vediamo... perchè fondamentalmente non lo conosciamo..
Grazie a questo libro, ogni singolo avvenimento più importante e saliente della nostra storia è rivissuto con occhi diversi...
Forse non sapremo mai tutto ciò che c'è da sapere, ma se ognuno di noi volesse dare uno sguardo al di là di ciò che c'è ufficialmente concesso , allora potrebbe iniziare con questo libro per esempio...Iniziando tra l'altro dalla nostra bellissima terra di origine.
Benchè Giorgio con il suo libro ci offra una completa visione d'insieme e una stupenda guida itinerante verso luoghi da scoprire, tramite le tante fonti utilizzate nel "La ricerca della Pietra Filosofale", possiamo approfondire questo o quell'argomento che risuona più nelle nostre menti.
Che dire...abbiamo tutti gli strumenti necessari per iniziare il nostro "viaggio" verso la Conoscenza...utilizziamoli... apriamo i nostri orizzonti e allarghiamo il nostro sapere e avremo una viosone della vita più completa..

"A tutta l'umanità, affinchè possa imparare dagli errori del passato, per la realizzazione di un mondo migliore."
Giorgio Pastore

Allora io dico all'umanità affinchè possa iniziare un percorso di conoscenza, affinchè possa alzare il velo dell'ignoranza, affinchè possa accorgersi che qualcosa non torna...
Ogni libro letto è un tesoro da custodire per sempre in noi, ogni libro va vissuto, interpretato, assimilato...

"La Pietra filosofale è un simbolo, un'idea, una chiave. Secondo la tradizione... alchemica essa sarebbe un elisir di lunga vita, donerebbe l'onniscenza e permetterebbe di trasmutare i vili metalli in oro.
Nel corso della storia, venne cercata quasi esclusivamente per quest'ultimo scopo, prediligendo di più l'aspetto venario e materiale, piuttosto che quello spirituale.
Tuttavia, spesso l'uomo ignora che il tesoro più grande non è l'oro, ma la Conoscenza...Una Conoscenza per lo più segreta, perchè mantenuta tale da chi sapeva e da chi sa che "la Conoscenza è potere""

Esatto! La Conoscenza è potere..allora prendiamoci il nostro vero potere di sapere ciò che nessuna scuola potrà mai insegnarci...
Con affetto, sia per Giorgio che per i lettori di questo post..
Nell'AniMo Antico

venerdì 9 maggio 2014

Il granello di senape

Lo jod nel cuore è il Principio che risiede nel centro, sia dal punto di vista macrocosmico, nel 'Centro del Mondo' che è il 'Palazzo Santo' della Cabala, sia anche, dal punto di vista microcosmico, e almeno virtualmente, al centro di ogni essere, che è sempre simboleggiato dal cuore e nelle varie dottrine tradizionali è il punto di contatto con il Divino.
Lo jod ha senso di 'principio' ma anche di 'germe': il simbolo del cuore sotto questo aspetto si identifica con quello dell'Uovo del Mondo, e da germoglio, con il significato profondo di una delle più celebri parabole evangeliche, quella del grano di senape.
Il Principio divino, in quanto risiede al centro dell'essere, è spesso designato simbolicamente come l'Etere nel cuore: questo Etere (Akâsha) è la stessa cosa dell'Avir ebraico, dal cui mistero scaturisce la luce (Aor), che realizza l'estensione mediante il suo irradiamento all'estero e lo jod è il "punto nascosto divenuto manifesto".
Nei testi sacri indiani troviamo queste parole: «Questo Atmâ (lo Spirito divino), che risiede nel cuore, è più piccolo di un grano di riso, più piccolo di un grano d'orzo, più piccolo di un brano di senape, più piccolo di un brano di miglio, più piccolo del germe che è in un grano di miglio: questo Atmâ che risiede nel cuore è anche più grande della terra, più grande dell'atmosfera, più grande del cielo, più grande di tutti i mondi insieme» 
La parabola evangelica dice: «Il Regno dei Cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prende e semina nel proprio campo; questo granello è la più piccola di tutte le sementi, ma quando è cresciuto è più grande di tutti gli altri ortaggi, e diventa un albero, in modo che gli uccelli del cielo vengono a posarsi sui suoi rami».
Cristo dice: «Il Regno di Dio non viene in modo da colpire lo sguardo: non si dirà è qui, o è là; poiché il Regno di Dio è dentro di voi, Regnum Dei intra vos est».
L'azione divina si esercita sempre dall'interno e per questo essa non colpisce lo sguardo, dall'interno verso l'esterno, dal centro alla circonferenza, dal non-manifesto alla,manifestazione, di modo che il suo punto di partenza sfugge a tutte le facoltà che appartengono all'ordine sensibile o che ne procedono più o meno direttamente.
Il "Regno di Dio" come la "Casa di Dio" (Beith-El) si identifica con il centro, cioè con quel che vi è di più interiore in ogni essere.

Quindi è insieme quel che v'è di più piccolo e quel che v'è di più grande: quando di passa analogicamente dall'inferiore al superiore, dall'esterno all'interno, dal materiale allo spirituale, una simile analogia, per essere correttamente applicata, dev'essere intesa in senso inverso: così come l'immagine di un oggetto in uno specchio è rovesciata rispetto all'oggetto, ciò che è più grande o primo nell'ordine principiale è, almeno in apparenza, più piccolo e ultimo nell'ordine della manifestazione.
E così anche l'unità aritmetica è il più piccolo dei numeri, se la si considera situata nella loro molteplicitá, mentre è il più grande teoricamente, perché li contiene tutti virtualmente e produce tutta la loro serie con la sola ripetizione indefinita di sé stessa.
Lo jod è la più piccola della lettere dell'alfabeto ebraico, e tuttavia da esso derivano le forme di tutte le altre lettere.
Nel mondo superiore è il principio che contiene tutte le cose e nel mondo inferiore è il germe che è contento in tutte le cose:
Si tratta del punto di vista della trascendenza e di quello dell' immanenza, conciliati in un unica sintesi dell'armonia totale.
Questa unione perfetta è il vero avvento del Regno dei Cieli, venuto dal di dentro per schiudersi  al di fuori, nella pienezza dell'ordine universale, compimento di ogni manifestazione e restaurazione dell'integrità dello spirito primordiale.
È la venuta della 'Gerusalemme Celeste alla fine dei tempi'.

Fonte: "Simboli della scienza sacra" R.Guenon

mercoledì 7 maggio 2014

Falsi profeti..

"Uccidere i falsi profeti reca giovamento alla gente.
Se essa vuole uccidere, allora uccida i suoi falsi profeti.
Se la bocca degli dèi rimane silenziosa, ciascuno potrà udire il proprio linguaggio.
Chi ama la gente, tace.
Se a insegnare restano solo i falsi maestri, la gente ucciderà i falsi maestri e, sulla via dei propri peccati, potrà persino imbattersi nella verità.
Solo dopo la notte più buia si farà giorno.
Coprite dunque i lumi e restate in silenzio, affinché la notte divenga buia e silente.
Il sole sorge senza il nostro aiuto.
Solo chi conosce l'errore più nero sa che cos'è la luce."
Dal "Libro Rosso" C.G.Jung

Riscoprire il Dio interiore... 
La nostra voce interiore scaturisce dal profondo, dall'oscurità, dall'abisso del nostro inconscio... 
Il buio interiore è la conditio sine qua non per raggiungere la vera illuminazione.
Il timore di Dio porta a rinnegare la parte oscura di ognuno di noi, per questo l'essere umano non è più in contatto con la sua parte divina.
La luce interiore va accolta, essa nasce spontanea ma, solo toccando la profonda oscurità possiamo scorgere il bagliore della fiamma insita in noi...
Basta con i falsi profeti che inducono nella loro imitazione, che plasmano l'uomo come un umile servitore, che vogliono le suppliche e il timore...
Che rendono silente la parte più profonda di noi... 
E' ora di risvegliare il dio in noi e di imitare nient'altro che se stessi...
Uccidiamo i falsi profeti... facciamo decadere il dogma limitante della nostra intima saggezza,
mettiamo a tacere chi ci impone una strada da seguire...
Iniziamo a camminare percorrendo la nostra unica, inimitabile, personale via..
Dal "Libro Rosso" di C.G. Jung

lunedì 5 maggio 2014

Senza titolo...

C'è stato un tempo in cui anch'io mi sono persa negli abbracci di qualcuno, nel calore e nell'odore della pelle, nel bagliore e nella profondità dei occhi...
Anch'io un tempo avrei fatto qualsiasi cosa per qualcuno, e avrei fatto qualsiasi sacrificio per avere un attimo di eterno, ogni volta...
Anch'io ho sentito che finalmente non ero più sola, che c'era qualcuno che mi comprendeva...
Anch'io ho amato e sofferto, sono stata abbandonata e lasciata al mio destino senza possibilità di replica...o comunque a poco poteva servire un replica...
Anch'io ho dannato il giorno della mia sventura e a volte i giorni della mia gioia, perché quella gioia non ce l'avevo più...
Ho pianto tante lacrime quante potessero essere contenute nel mio corpo...
Ma poi ho trasceso...
Ho trasceso profondamente il senso della vita e dell'amore terreno...
Ogni attimo è custodito in me perché ogni istante mi ha fatto capire chi sono..
Mi ha portato dove sono, ho sfiorato la "morte" e poi sono tornata a respirare...
A respirare di me stessa e partendo da questo a vedere chiaramente tutto ciò che c'è di bello intorno a me...
Senza che le sofferenze del passato mi rendessero cieca, sorda...o chi sa cos'altro..
Credo nelle manifestazioni dell'Anima che sono infinite e sempre motivate...
Credo che l'essenza dei sentimenti passi da un corpo all'altro e siamo solo noi che ci ancoriamo alla materia dell'aspetto...
Mi sento al centro della mia esistenza e tutto scorre per una ragione...
Lo vedo chiaramente...
Altri infiniti abbracci per perdersi in essi, altri infiniti sguardi in occhi luminosi...
Altri infiniti brividi sulla pelle, altre nuove sensazioni ed emozioni...
Ma questo solo accogliendo ciò che la vita ci dona senza ostinarsi a rimanere ancorati a ciò che non c'è..
Vite e sogni stereotipati che rendono l'individuo massivo e noioso..
Solo chi non usa l'intelligenza del cuore, e vuole vivere nella rozzezza dell'ego non capirà mai...
Nell'AniMo Antico

Jodorowsky e il concetto di destino

Di tutto il libro di Jodorowsky ho amato particolarmente la prima parte del capitolo 'Ponte Invisibile', da cui  ho estrapolato queste frasi che mi hanno colpito nel profondo, perchè sono andate a rafforzare un idea del concetto di destino che già avevo compreso e fatto mia da tempo, come quando leggi qualcosa e sembra un dejavù misto a illuminazione e sorpresa...
Molti di noi credono che tutto ciò che succede nella nostra vita sia "colpa" del destino, Jung afferma che ciò che noi chiamiamo destino non è altro che il nostro inconscio che agisce sulla nostra vita, una volta che capiamo questo concetto avremmo una visione d'insieme dell'esistenza che diverrà consapevole.
C'è assolutamente bisogno di capire che siamo noi gli artefici della nostra vita, anche quando qualcosa sembra non dipendere direttamente da noi.
 In questi versi, Jodorowsky lo spiega in maniera chiara e comprensibile, con parole accessibili a tutti, piene di speranza e sicuramente di aiuto per tutti coloro che pensano di essere vittime di qualcosa di più grande, di un disegno già stilato..ovviamente nulla è facile, ognuno di noi deve lavorare per destrutturare il proprio modo di vedere la vita.
Tutti possiamo imparare a prendere in mano la propria esistenza e ribaltare gli eventi sfavorevoli della nostra vita, volgendoli ad insegnamenti o atti inconsci che comunque abbiamo creato per una qualche ragione...
Dal libro di Alejandro Jodorowsky "Psicomagia una terapia panica":

"Dobbiamo essere quello che siamo e non quello che gli altri vogliono che siamo. 
Amare ciò che amiamo senza costrizioni, senza nodi nevrotici che non siamo in grado di sciogliere. 
Desiderare quello che vogliamo e creare quello che siamo capaci di fare.
Dobbiamo vivere come se fossimo immortali, convinti di avere mille anni davanti a noi fare quello che vogliamo, ma senza dimenticarci che in dieci secondi possiamo morire.
L'ascetismo, il cilicio, la dedizione e il sacrificio sono tutti percorsi per trovare se stessi, dobbiamo percorrerli tutti questi sentieri con la più grande dignità.
Ho meditato per ore, ho fatto tutto il contrario di quello che avevo fatto fino ad allora; ma sempre spinto da un'attenzione costante, da un costante impulso di curiosità a conoscere senza paura. 
In questo consiste l'audacia. E' il segreto della vita.
I quattro centri dell'essere sono: intellettivo, emotivo, sessuale e fisico. Bisogna conoscersi e osservare.
Per esempio: 
il centro intellettivo vuole essere, e arriva ad essere tramite il silenzio.
Il centro emotivo vuole amare, e arriva ad amare tramite l'indifferenza. 
Il centro sessuale vuole creare, e arriva a creare imparando a fallire. 
Il centro fisico vuole vivere, e impara a vivere imparando a morire.

Non posso dire che il destino sia scritto.
Le mie leggi mi dicono che quando mi chiedi di un futuro possibile, stai già mostrando i tuoi limiti, perchè pensi che ci sia un unico futuro possibile.
Ci sono infiniti futuri possibili, che vado scegliendo proprio perchè in ogni momento si apre davanti a me una possibilità differente. 
Costruisco il mio futuro attraverso i miei passi.
Io vedo come un ventaglio o una struttura di futuri possibili.
Vale a dire che possiamo costruire il nostro destino, ma non crearci un destino.
Ci sono diecimila percorsi e tutti possibili.
Dobbiamo costruire futuri diversi dal passato e continuare a cercare per riuscire ad essere noi stessi."

domenica 4 maggio 2014

L'orizzonte

Mi sento come seduta sulla cima di una montagna a guardare l'orizzonte,
come chi ha superato una tappa,
si ferma a riposare e respirare e si gode il panorama prima di ripartire.
Davanti hai la vastità, diventi consapevole della bellezza della vita, ti inondi di essa, la respiri...
Ad un certo punto ti si avvicina qualcuno, e tu vorresti solo che si sedesse accanto a te senza dire nulla
...solo uno sguardo di intesa... e ammirasse silenziosamente l'orizzonte insieme a te...
Senza dire una parola, perché se è lì vuol dire che anche egli hai superato le stesse pareti ostili della vita, si è perso e ritrovato, fatto male e medicato, si è dato per vinto ma poi ha continuato...
Non servono parole, non serve sapere nulla, hai solo il piacere di condividere la stupenda vista con chi sa..
Non lasciare che il passato rovini il tuo presente e ti precluda il futuro, ma soprattutto non esser cieco davanti a ciò che potrebbe essere solo per voler vedere esclusivamente qualcosa che c'è stato...
Non lasciare che le persone che si avvicinano si sentano rifiutate...non quelle che sono arrivate lì e vogliono solo amare la Vita e le sue manifestazioni...
Loro sanno quant'è gelido il freddo, e quanto male fa il dolore, quanto brucia il calore, perché lo hanno sentito e vissuto...
Io sto qui a guardare questa stupenda manifestazione del Tutto,
ho bisogno di riposare, meditare, allietare gli occhi... 
Quindi mi si troverà qui e chi vorrà si siederà a contemplare con me la bellezza del Tutto prima di ripartire nel percorso della vita...
Insieme o ognuno per la sua via, ma comunque pieni dell'esperienza di aver ammirato la vastità delle possibilità che la vita mette davanti ai nostri occhi...
Nell'AniMo Antico

venerdì 2 maggio 2014

Nietzsche: la strada personale verso la felicità

«All'individuo, in quanto vuole la sua felicità, non si debbono dare prescrizioni sulla via che alla felicità conduce: infatti la felicità individuale sgorga da leggi sue proprie, ignote a chiunque e da prescrizioni esteriori può soltanto essere ostacolata e intralciata»
Il rischio di trasformarci in uomini gregge guidati solo da codici morali esterni.
Codici costruiti ad arte per evitare di far emergere quanto di unico e irripetibile giace sepolto nel profondo della nostra coscienza. La felicità è sorella gemella della spontaneità e del talento di cui ognuno dispone spesso senza rendersene conto.
Ognuno di noi sente qual è la strada che lo conduce alla meta. L'incontro con la propria intimità, la via maestra verso la condizione dell'essere felici, è fatto di mille sfumature, di segrete sensazioni, di un intreccio di emozioni e sentimenti del tutto singolari.
«Abbiamo bisogno di un'unica quiete: quella della lontananza da ogni "attualità". Noi veneriamo il silenzio, la freddezza...tutto quanto, in genere, alla vista del quale l'anima non è costretta a difendersi e a stringere i lacci - qualcosa di cui non si può parlare senza parlare ad alta voce...»
La quiete oggi è andata smarrita. La pace dell'anima come segno di una costante attenzione rivolta a se stessi è stata lasciata cadere.
Ma la prova di una vita buona e riuscita sta in quella calma e in quel silenzio che si presentano, avviene quando ci ritiriamo in noi stessi. Quando lasciamo decantare pensieri e giudizi, quando evitiamo di lamentarci del nostro destino è riusciamo a trovare il lato buono di quanto succede.
Tutto questo non significa la fuga ascetica dalla realtà....diventiamo capaci di sorridere e di cogliere i lati divertenti e paradossali di ciò che accade.
Entriamo così nel mondo con la fiducia in noi stessi.
Anche il caso non deve essere considerato qualcosa di negativo o infausto.
La razionalità è abituata ad accettare solo ciò che è  in qualche misura prevedibile.
Quanto più ci sforziamo in questa direzione, tanto più perdiamo di vista il fatto che spesso il caso è uno stimolo per (o della nda) la nostra anima a seguire un'altra direzione...una prova di consapevolezza, ha voluto indurci a guardare dentro di noi in un momento particolarmente delicato della nostra vita, così da rivolgere lo sguardo verso l'interiorità scoprendo qualità che prima non sapevamo di avere.
Il caso è una prova offerta dal destino per far crescere la propria consapevolezza.
«Ogni istante della vita vuole dirci qualcosa, ma noi non vogliamo ascoltare; abbiamo paura, se rimaniamo soli e silenziosi, che ci venga sussurrato qualcosa all'orecchio - e così odiamo il silenzio e ci stordiamo con la vita sociale.
L'uomo si sottrae con tutte le sue forze al dolore, ma ancora più al significato del dolore sofferto, ponendosi sempre nuove mete cerca di dimenticare ciò che vi sta dietro»
La sofferenza non va contrastata, va fatta fluire senza opporre barriere...così da farle perdere lentamente la sua forza dirompente...
Tratto e adatto da "Nietzsche filosofia e salute"
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