lunedì 31 marzo 2014

I Cinque Elementi. El-Arkân

La prima forma di questo simbolo è costituita da quattro squadre i cui vertici sono volti verso il centro; la croce è formata dallo spazio vuoto che le squadre lasciano tra i loro paralleli, e che rappresentano quattro vie partendo dal centro o terminanti in esso. 

Questa figura viene chiamata anche la "croce del Verbo" probabilmente perché, secondo il significato generale del simbolo, esso è considerato raffigurante il Verbo che si esprime attraverso i quattro Vangeli: secondo tale interpretazione questi ultimi devono essere fatti corrispondere a quattro punti di vista (messi simbolicamente in relazione con i quarti dello spazio) la cui riunione è necessaria all'espressione integrale del Verbo, al pari delle quattro squadre che formano la croce unendosi ai vertici. 
Questa forma è la medesima del carattare cinese hing, che designa i cinque elementi: vi si vedono le quattro regioni dello spazio, corrispondenti ai punti cardinali, intorno alla regione centrale cui è riferito il quinto elemento.
Si potrebbe tradurre hing, evitando confusioni, con "agenti naturali", poiché indica le 'forze' che agiscono nel mondo corporeo, e non elementi costitutivi dei corpi stessi, essi sono l'acqua a nord, il fuoco a sud, il legno ad est, il metallo ad ovest e la terra al centro.
Si vede che tre designazioni sono comuni agli elementi delle altre tradizioni, ma che la terra non ha tuttavia la stessa corrispondenza spaziale, essi possono essere considerati come gli arkân di questo mondo.
La differenza relativa tra lo hing e gli elementi propriamente detti aria, acqua, fuoco, terra, etere, è relativa all'elemento centrale che nel caso dell'etere non si situa sul piano di base ove si trovano gli altri quattro elementi ma corrisponde alla 'pietra  angolare' che sta al vertice,  mentre nella tradizione orientale la terra dev'essere messa in corrispondenza diretta con la 'pietra fondamentale'.
L'altra raffigurazione del Arkân è un quadrato formato da quattro squadre che circondano una croce al centro.
Si può considerare come la proiezione orizzontale di un edificio sul suo piano di base: le quattro squadre corrispondono alle pietre di base dei quattro angoli e la croce alla 'pietra angolare' del vertice che si proietta al centro della base secondo la direzione dell'asse verticale; e all'assimilazione simbolica di Cristo alla 'pietra angolare' giustifica giustifica in modo ancora più evidente tale corrispondenza.
Cristo raffigurato dalla croce in mezzo ai quattro Evangelisti, e l'insieme equivale alla più ben nota rappresentazione di Cristo spesso in mezzo ai quattro animali della visione di Ezechiele e dell'Apocalisse che sono i più comuni simboli Evangelisti:
C'è da dire che questi quattro animali simbolici corrispondono anche ai quattro Mahârâja che nelle tradizioni indù e tibetana sono reggenti dei punti cardinali e dei 'quarti' dello spazio.
L'antica tradizione egiziana raffigurava, secondo una disposizione del tutto simile, Horus in mezzo ai quattro figli: del resto nei primi tempi del cristianesimo, Horus fu preso molto spesso, in Egitto, come simbolo di Cristo.
I vangeli per la dottrina cristiana sono i fondamenti.
Nella tradizione islamica si trova una figura simile con il nome del Profeta al centro e quelli dei primi quattro Kholafâ agli angoli, anche qui il Profeta è un simbolo analogo a Cristo ed è posto a un livello diverso da quello dei quattro alla base. 
Solo quando Pietro viene considerato il vicario di Cristo si considera come una sola 'pietra di fondamento' ciò quella delle quattro che viene messa per prima.
In corrispondenza con questi cinque arkân manifestati nel mondo terrestre e umano, la tradizione islamica considera anche cinque arkân celesti o sono Jibril, Rufail, Mikail, Israfil e infine Er-Ruk; quest'ultimo identico a Metatron cioè situato a un livello superiore rispetto agli altri quattro, i quali sono quasi i riflessi parziali in varie funzioni più particolareggiate o meno principiali, e nel mondo celeste, esso è propriamente rukn el-arkân, quello che sul limite che separa el-Khalq da El-Haqq occupa il 'luogo' stesso attraverso il quale soltanto può effettuarsi l'uscita dal Cosmo.

domenica 30 marzo 2014

...Sulla Legge Di Attrazione...

Questa è la mia riflessione sulla Legge di Attrazione:
Il Sistema l'ha resa assolutamente commerciale, un  prodotto del business, "raccontata" e semplificata da un famoso libro che ne parla ampliamente in maniera materiale e a mio avviso illusoria.
Secondo me sta servendo unicamente come mezzo di amplificazione di 'ego' umani, formando masse di  persone che si affidano ad essa senza conoscere nulla sull'Anima e sui suoi 'complessi meccanismi'.
Rendere "commerciale" la legge di Attrazione è una delle mosse che il Sistema ha creato per creare false illusioni, falsi positivi...
 La Legge di Attrazione e il pensiero positivo hanno un senso se comprese affondo, non si può credere che solo pensando...ma poi lo sbaglio è proprio in questo, che basta "pensare" egoicamente a ciò che si vuole!
Certi desideri dovrebbero venire dal profondo... dalla parte più intima di noi, dalla nostra Essenza e Anima.. Quindi va da sè che già il voler attrarre cose materiali per il nostro personale benessere non è conforme alle leggi dell'Universo a meno che non sia nel nostro destino.
Spesso ciò che è meglio per noi in dati momenti della nostra vita, potrebbe anche non rispecchiare un'esperienza positiva, ma,  periodi o avvenimenti apparentemente negativi, spesso proprio da questi momenti s'imparano delle lezioni e si "cresce animicamente" molto più che nelle situazioni a noi favorevoli, e quindi anche quest'ultimi andrebbero accolti con lo stesso slancio di quelli positivi.
Essa viene pienamente compresa solo dopo un cammino di crescita personale e spirituale, solo quando si apprendere il saper accogliere ciò che la nostra Anima "domanda" all'Universo, senza la presunzione di sapere quale sia il disegno universale per noi.
Il falso mito della Legge di Attrazione a "buon mercato" può creare illusioni e di conseguenza anche grandi delusioni.
Iniziamo a domandarci il perchè di qualsiasi situazione ci stia capitando, sia positiva (in cui spesso e più facilmente si perde il contatto con il nostro Sè) sia negativa (in cui ci si può perdere davvero, ma ci si può anche avvicinare sempre più al nostro profondo se comprendiamo l'esperienza), ma soprattutto quale lezione si debba imparare da essa, quale parte della nostra personalità si debba fortificare per "avvicinarsi" alla propria Anima.
Ma l'uomo presuntuoso ed egoico pensa di poter agire come un dio senza percorrere la via che lo porta verso la conoscenza profonda e al risveglio a un livello superiore di coscienza.
L'uomo umile che ad ogni situazione sa chiedere cosa deve imparare dalla lezione di vita, che in fondo è stata attirata  proprio dalla nostra Anima, imparerà a padroneggiarla e a saperla utilizzare
Solo in questo modo riusciremo a partecipare  al grande 'Disegno Universale' che noi piccoli uomini non possiamo comunque controllare in quanto l'Ego nulla può contro il cammino dell'Anima ma solo risvegliarsi verso una consapevolezza maggiore:
diventiamo così sia soggetti passivi ma al contempo attivi della nostra vita 
Solo quando riusciremo a "scorgere" il nostro cammino i nostri desideri diventeranno nient'altro che tutto ciò che è conforme al nostro percorso individuale.
Il business internazionale sta creando una massa credulona e illusa per farla elevare a livello egoico ad altezze vertiginose per poi lasciarla cadere rovinosamente nello sconforto... mentre chi cresce nel profondo di se e si eleva a livello spirituale e cosciente sviluppa il "potere di planare" sugli eventi della vita:
....nei momenti di tempesta sono gli alberi con salde radici profonde che rimangono in piedi, al di là di come appaiono nel tronco e nella chioma...
Nell'AniMo Antico

venerdì 28 marzo 2014

Non c'è amore se non c'è libertà


"Non c'è amore se non c'è libertà...
non si può amare nessuno senza rispettarne la libertà, nè gli altri nè se stessi.
La più alta forma di Libertà è nella Verità,
nell'essere se stessi, nel far corrispondere il pensiero alle parole, le parole alle azioni...
Il tempo è prezioso e limitato seppur illimitato..non cercare di salvare tutte le anime, non le più bisognose, non le più  sofferenti, non quelle di amici e parenti...
Ci sono persone che "non meritano" o "non Vogliono" essere salvate...
Ci sono anime che hanno bisogno ancora di soffrire per arrivare forse un giorno e con rimpianto a comprendere, alla consapevolezza...
Lascia scorrere il tempo, ogni Verità verrà alla Luce, molti resteranno nelle Tenebre...
Dai il giusto valore alle cose, alle persone, ai tuoi sogni...
Prenditi cura di te stesso...
Infondo se ho una certezza è che in questa Vita o nell'esistenza infinita ognuno ha e/o avrà quel che si merità....
(Giovanni Parrino, Domenica 06 Gennaio 2013 ore 21.35 a Castelvetrano)"
Questa creazione di Giovanni risuona molto con un mio pensiero..
Credo che le sofferenze nella vita di ognuno di noi non arrivino a caso e facciano parte di un Disegno divino per poter consentire al nostro essere di crescere..
Senza sofferenza non vi è crescita: non parlo di una sofferenza autoinflitta, non parlo di una sofferenza forzata dal nostro ego per conseguire il risultato...ma della sofferenza spontanea che si offre a noi nella nostra vita.
La legge dell'anima che ci insegna a volare con le nostre ali.. che ci consente di ascendere verso il Supremo, che ci porta verso il Dio interiore che risiede in ognuno di noi...
A volte se si ama qualcuno bisogna rispettarne la libertà di voler non essere salvati dalla sofferenza... Lasciare che la sua crescita avvenga, spontaneamente, secondo il proprio cammino personale, lasciare che la liberazione avvenga senza intercedere...
E un giorno potremmo accorgerci che da quella sofferenza, può nascere un fiore più bello di quanto mai avremmo potuto immaginare...
Grazie
Con amore
Nell'AniMo Antico

Ho scelto questa foto perché questo post è per una persona cara e il soggetto dell'immagine un po' me lo ricorda... Spero che troverai sempre la forza per portare la tua pesante croce, e spero che da tutto ciò, un giorno, per te nascerà un fiore meraviglioso e luminoso! 
Ti sto vicino col pensiero G.

mercoledì 26 marzo 2014

La Metamedicina

Alcuni definiscono la Metamedicina come un filosofia di vita che può trasformare l'esistenza, altri la presentano come una medicina psicosomatica, altri ancora come la medicina delle emozioni o come una medicina dell'anima.
Tutti concordano però nel dire che è, innanzitutto, una medicina di risveglio della coscienza; essa permette infatti alla persona che intraprende questo percorso di padroneggiare meglio la propria vita.
Gli operatori di Metamedicina non fanno diagnosi e non offrono trattamenti ma utilizzano una serie di domande pertinenti per indurre la persona a prendere coscienza della causa della sua sofferenza, per aiutarla a trovare una soluzione  a ciò che la disturba e a guidarla, attraverso un processo terapeutico, a sbloccare la sua carica emozionale; il tutto incoraggiandola a intraprendere un'azione liberatoria.
In Metamedicina si evitano le generalizzazioni perchè ogni persona ha la sua storia, che può essere molto diversa da quella di un'altra persona con gli stessi sintomi o la stessa  malattia. In oltre, la causa può riunire un insieme di affezioni, oppure un'affezione può essere dovuta a un insieme di cause.
Padroneggiare le chiavi della Metamedicina significa essere capaci di utilizzare si l'emisfero celebrale destro sia sinistro; il che ci permette di adoperare contemporaneamente la logica e l'intuizione, dunque di essere capaci di usare l'analisi in una visione più globale. Si potrebbe pertanto parlare di logica o intelligenza emozionale.
Questo significa che non è sempre facile identificare la causa di un disturbo o di una malattia, solo la storia della persona ci permetterà di di scoprire quello che ha provato e che ha generato le emozioni da cui sono nati i sintomi.
Quando non sappiamo di cosa soffriamo, il medico  può aiutarci a dare un nome al nostro male. E' quella che si chiama diagnosi.
inoltre il medico può prescrivere la medicina adatta per alleviare il dolore e, quando è necessario, può accompagnarci nel nostro cammino per recuperare la salute.
I farmaci hanno lo scopo di alleviare il dolore, ma non possono sopprimere i fattori di turbamento che creano i nostri mali.
I rimedi naturali, dal canto loro, hanno il vantaggio di avere più raramente effetti secondari.
Stabilire la causa (fisica o psicosomatica) ci potrà aiutare a porre fine a ciò che ha provocato l'insorgenza dei sintomi o della malattia.
Lo stesso Ippocrate diceva: "Se sei malato, scopri innanzitutto che cosa hai fatto per diventarlo"  
Una volta identificata la causa, potremo ringraziare la parte del corpo o organo colpito e dirgli che abbiamo capito, che ce ne occuperemo.
La soluzione risiede spesso nella causa. Se si tratta di paura si cercherà il modo di liberarsene; se si tratta di collera si cercherà ciò che quella situazione vuole insegnarci per lasciare andare quel sentimento e così via.
Ricordiamo che il nostro corpo può avere bisogno di aiuto per riparare le parti colpite.
Seguire la strada dell'autoguarigione significa partecipare alla nostra guarigione invece che aspettare che il farmaco o il medico ci guariscano.
Se non siamo noi a capire ciò che il nostro sintomo cerca di dirci, esso rischierà di intensificarsi.
Claudia Rainville
Psicosomatica
La Nostra Anima Parla attraverso il Nostro Corpo


lunedì 24 marzo 2014

Il simbolismo della Scala

Un altro simbolo assiale è la scala: "l'Asse dell'Universo è come una scala sulla quale si effettua un perpetuo movimento ascendente e discendente".
Far sì che si compia questo movimento è la destinazione essenziale della scala.
La forma della scala richiede alcune osservazioni: i suoi due montanti verticali corrispondono alla dualità dell'Albero della Scienza o nella Cabala ebraica, alle due colonne di destra e di sinistra dell'albero sefirotico; né l'uno né l'altro è propriamente assiale, e la colonna di mezzo che è l'asse vero e proprio non è raffigurata in modo sensibile, ma è il centro dei pioli che sono situati in senso orizzontale.
Nell'antico ermetismo cristiano si trova l'equivalente nel simbolo della lettera H.
La scala offre un simbolismo completo: si potrebbe dire che è pari a un ponte verticale che si eleva attraverso i due mondi e permette di percorrere l'intera gerarchia passando di piolo in piolo che rappresentano i mondi stessi e quindi diversi livelli o gradi dell'Esistenza universale.
Questo significato completo si trova nel simbolo della Scala di Giacobbe lungo la quale gli angeli salgono e scendono, Giacobbe nel luogo in cui ebbe la visione posò una pietra che eresse come un pilastro che rappresenta l'Asse del Mondo in rappresentanza e sostituzione fisica della scala stessa.
Gli angeli rappresentano propriamente gli stati superiori dell'essere e ad essi corrispondono i pioli, questo spiega perché la scala deve essere con la base poggiata a terra, cioè nel mondo di supporto a partire dal quale si deve effettuare l'ascensione.
Si può supporre anche che la scala si prolunghi sotto terra per comprendere la totalità dei mondi, come in realtà deve essere, la sua parte inferiore sarebbe in ogni caso invisibile anche perché i pioli inferiori sono già stati percorsi.
Nei misteri mitriaci la scala aveva sette pioli che erano messi in rapporto con i sette pianeti ed erano formati dai metalli ad essi rispettivamente corrispondenti: questi pioli rappresentavano altrettanti gradi successivi dell'iniziazione.

Rappresentazione della scala a sette pioli

Dante identifica i sette cieli con le sette scienze il che non fa alcuna differenza in quanto si riferisce alle scienze tradizionali nel loro senso più profondo ed esoterico.
In alcuni casi si trova anche il simbolo della scala doppia in cui si sale da un lato per i pioli che sono le scienze e si discende dall'altro per i pioli che sono virtù, quest'ultime rappresentano i frutti dei gradi di conoscenza applicati nella salita ai loro rispettivi livelli.
Invece nel caso della scala semplice uno dei montanti può essere considerato in certo modo come ascendente e l'altro come discendente a seconda del significato delle due correnti cosmiche di destra o di sinistra con le quali questi due montanti sono in corrispondenza mente l'asse rimane invisibile anche se elemento principale del simbolo.
La scala a chiocciola e la sua salita simboleggia un'ascensione meno diretta poiché non si compie verticalmente secondo la direzione dell'asse ma si  compie secondo delle curve che avvolgono l'asse in modo che il suo processo appaia periferico e non centrale.
Il risultato dovrebbe essere analogo, in quanto si tratta comunque di una salita attraverso la gerarchia degli stati dell'essere.
Fonte: "Simboli della Scienza sacra" di R. Guenon.

domenica 23 marzo 2014

Sdrammatizzare la paura

Mi sono resa conto come spesso ho analizzato le mie fobie e ho cercato da sola di superare la barriera della liberazione... È importante analizzare i  limiti che noi creiamo al nostro essere, perché ciò ci fa capire cosa invece "abbiamo paura" di volere davvero...
Alcune delle fobie che avevo fin da piccola le ho vinte "forzando" la paura con degli atti che forse Jodorowsky chiamerebbe quasi psicomagici...
Leggendo un suo libro, mi sono resa conto che ho sempre avuto la tendenza a sdrammatizzare i miei limiti e per questo alcuni li ho superati semplicemente seguendo il mio istinto ed esorcizzandoli con atti diretti e risolutivi.
Vorrei raccontare in chiave ironica alcune fobie e paure che ho superato da sola, ma credo soprattutto, nel momento in cui era arrivata l'ora di liberarmene....
Mi ricordo di quando decisi di farmi insegnare ad andare il bicicletta (avevo 11 anni) le  provarono tutte ma io non riuscivo a capire razionalmente come non cadere da quell'aggeggio.. avevo una paura immane di cadere ma soprattutto di perdere l'equilibrio (in tutte le cose mi limitava questa paura) .
Un pomeriggio restai da sola e mi buttai nell'impresa sfruttando una stradina in discesa e lanciandomi senza pensare realmente a cosa stavo facendo e se mi sarei fatta male..imparai così.
Da quel giorno so andare in bici!
La paura di nuotare l'ho superata una mattina che ero sola in spiaggia, per anni da mio padre ai miei amici hanno provato ad insegnarmi, ma il terrore di avere gente vicino in acqua era paralizzante (ciò risaliva ad uno scherzo che subii in acqua da piccola!)
Quel giorno la mia amica mi avrebbe raggiunto nel pomeriggio dopo aver studiato un po'...  in spiaggia ci saranno state due o tre persone  quando ho pensato che non avendo aiuti avrei dovuto imparare per forza... almeno a stare a galla!
Quella mattina non la dimenticherò mai perché finalmente una fobia grande della mia vita era superata, e il pomeriggio la mia amica non sapeva se ridere o preoccuparsi della mia pazzia!
Forse riesco a fare le cose sotto ispirazione spontanea... Io ad un certo punto sento che quella cosa la posso fare e la faccio...
La paura delle vertigini l'ho superata circa 2 anni fa, avevo problemi anche ad affacciarmi dal balcone di casa, ma ho deciso che dovevo esorcizzare anche questa organizzando una gita in un parco giochi (dove per via della mia fobia fin da piccola ero limitata nel divertimento)!
Non solo mi sono divertita, ma quando sono salita sulla piattaforma panoramica all'inizio mi ero posizionata nella parte interna e centrale, ma poi mi sono diretta pian piano verso il parapetto e mi sono goduta lo aspettacolo! È stato bellissimo!!
La paura delle immagini "paurose"? (Ahahah quella mi paralizzava proprio tantissimo) mi ricordo che a circa 12 anni non ho dormito per due settimane perché avevo visto la copertina di un film horror in una videoteca... 
Non sono un'amante del genere neanche ora (anche se in un certo qual modo sento una curiosità perversa a vederli ma evito), ma il problema è che non riuscivo a guardare neanche il tg o un qualsiasi film con una scena un po' più cruenta... Il mio atto un questa paura fu di guardare i film in seconda serata anni 70 horror con gli occhiali da sole per scurire l'effetto sangue... L'occhiale la mia "barriera protettiva"...il mio rimedio diciamo..
La paura del sangue e di guardare ferite viscere ecc non ce l'ho più anzi vorrei entrare come volontaria in croce rossa.
La mia insicurezza radicata l'ho esorcizzata con il teatro quando era alle superiori a 19 anni! Questa è una cosa che consiglio a tutti... La mia non era timidezza ma una forte paura di mostrarmi... Avrei voluto essere invisibile e invece il mio corpo era molto evidente! Insomma presi coraggio e questo bel gioco divenne una delle esperienze più formative della mia vita!
La paura di vivere, delle responsabilità, la paura di crescere, di mettermi in gioco, di creare una mia dimensione, a 27 anni l'ho superata cambiando città sono andata per due anni ad Edimburgo e lì ho dovuto iniziare a camminare da sola senza l'ala protettiva di mia mamma, imparare per sopravvivere e poi imparare a vivere e godere della vita!
Tendo a precisare, che in passato, non sono mai stata una persona temeraria... Le mie fobie erano numerose e spesso ho avuto problemi da piccolina ad inserirmi tra gli altri bambini, perché c'erano dei limiti fortissimi che mi impedivano di giocare come loro, le mie fobie erano pietrificanti e non mi lasciavano avanzare nella vita come si dovrebbe... 
Non parlo solo dell'infanzia, ma anche del passato più recente.. ma c'è sempre stata in me una forza interiore tale che è riuscita ad insegnarmi come fare...
Bisogna ascoltare la parte profonda che grida dall'interno... Quando impariamo essa ci parlerà con dolcezza perché vi saremo in sintonia...
Forse nella mia vita sono stata fortunata, ma ogni volta che ho fatto qualcosa per esorcizzare una paura, c'era una parte di me che sapeva esattamente cosa stava facendo... Come se qualcuno o qualcosa era lì ad infondermi fiducia nel fare le mie azioni!
Come uno stato ipnotico, agivo senza vivere angosciosamente l'atto, questo stato "alterato" mi spingeva oltre perché potevo, senza avere il raziocinio che mi rimproverava e mi frenava nella mia missione personale!
Racconto un po' di me perchè penso sempre che se io ce l'ho fatta, ce la possono fare tutti! Con prudenza e ascoltando la parte più profonda e saggia che c'è in noi!!!

...Voglio aggiungere che non ci sono paure grandi o piccole, le paure sono tutte paralizzanti nella misura in cui non i permettono di vivere liberamente la nostra vita... per me le paure descritte erano insormontabili... e mi impedivano di fare ciò che in fondo desideravo.
Qualcuno dice che la paura dell'altezza è la voglia di volare... beh è così per tutte le fobie...
Bisogna lasciar andare le catene che ci rendono schiavi di noi stessi e iniziare, magari a piccoli passi, (non tutti hanno il senso di sfida che ho io per la vita) ma ci si deve convincere da soli che nulla, se lo non vogliamo, ci spaventerà mai più...
Con Amore

Nell'AniMo Antico

mercoledì 19 marzo 2014

La vuota infinità

«Senza principio, né fine.
Senza passato, né futuro.
Un chiarore circonda il mondo dello spirito.
Ci dimentichiamo l'un l'altro, tranquilli e puri, colmi di forza e vuoti.
Il vuoto è illuminato dalla luce del cuore celeste.
L'acqua del mare è liscia e la sua superficie rispecchia la luna.
Le nubi scompaiono nell'azzurro.
Le montagne risplendono chiare.
La coscienza si dissolve in contemplazione.
Il disco lunare riposa solitario.»

Mediante la comprensione dell'inconscio ci liberiamo dal suo dominio.
Il discepolo impara a concentrarsi sulla luce della sfera più interna e quindi a distaccarsi da tutti i vincoli esteriori e interiori.
La sua volontà vitale viene orientata verso una consapevolezza priva di contenuti.
Un distacco della coscienza dal mondo.
In tal modo la coscienza è al contempo vuota e non vuota.
Non è più colma delle immagini delle cose, ma semplicemente le contiene.
La ricchezza del mondo non domina più la coscienza, essa si dissolve in contemplazione.
Il centro di gravitazione dell'essere si sposta sulla personalità globale, non so trova più nell'Io ma nel Sé e si ottiene il corpo incorruttibile o adamantino.
L'atteggiamento verrà svincolato da ogni coinvolgimento emotivo, e quindi da ogni violenta commozione, un distacco dal mondo.
La morte verrà considerata non più una fine ma una meta.
L'obbiettivo della filosofia orientale è quello di generare e far nascere simbolicamente un corpo pneumatico che garantisca la continuità della coscienza distaccata.

«Fuori dal corpo c'è un corpo chiamato immagine del Buddha.
Il pensiero è potente, l'assenza di pensieri è la Bodhi.
Il loto dai mille petali si dischiude, trasformato dalla forza del respiro.
Uno splendore dai cento raggi si produce nella cristallizzazione dello spirito.»

"Il segreto del fiore d'oro"C.G.Jung

lunedì 17 marzo 2014

Il Bianco e il Nero

Il pavimento massonico è formato da piastrelle alternate bianche e nere disposte come le caselle della scacchiera.
In origine i giochi non erano soltanto semplici divertimenti profani, quali sono divenuti oggi, e d'altronde il gioco degli scacchi è certo uno fra quelli in cui le tracce del carattare 'sacro' originario sono rimaste più visibili malgrado questi processo di degenerazione.
Opposizione del bianco e del nero, della luce e delle tenebre, il giorno e la notte  così via con tutte le coppie di opposti complementari tra di loro:
Un simbolo equivalente del simbolo orientale dello Yin-Yang delineati da una linea sinuosa rappresentata nella scacchiera dalla disposizione ad incastro dei due tipi di piastrelle (e non nettamente separate come ad esempio le strisce rettilinee alternate).
Ricordiamo che in tali simboli non vi si deve vedere il riconoscimento delle dualità cosmiche di cui è l'espressione, ma dall'unità di un medesimo principio, poiché queste dualità esistono realmente nel loro ordine.
Sono i "dualisti" ad aver distorto il vero senso di questo simbolo per interpretarlo conformemente alle proprie dottrine eterodosse, alterando per la stessa ragione i simboli che esprimono l'unità e l'immutabilità che per loro sono inconcepibili:
Questo fenomeno di 'rovesciamento dei simboli' per un'effetto di 'controiniziazione'.
Dopo aver considerato il senso inferiore e cosmologico, bisogna anche considerare il senso superiore e metafisico:
Nella tradizione indù troviamo un esempio in cui l'iniziato si siede su una pelle nera e bianca che rappresenta il manifesto e il non manifesto, questi due colori rappresentano anche il Cielo e la Terra, ma bisogna fare attenzione al fatto che in ragione alla corrispondenza di questi con il non manifestato e il manifestato è allora il nero che si riferisce al cielo e il bianco che si riferisce alla terra e troviamo così invertite le relazioni  esistenti nello Yin-Yang si trovano invertite per via dell'applicazione del senso inverso dell'analogia.
Equivalente è anche il simbolo di Arjuna, il bianco e di Krishna, il nero, che sono nell'essere stesso il mortale e l'immortale, l'io e il Sé.
Fonte: "Simboli della Scienza sacra" di R. Guenon.

domenica 16 marzo 2014

Dall'Anima alla matita...

Foto: Valerio Zampetti:
Acrylic, 2013, Painting
“Hide your business"
Nel mio lavoro ogni giorno vedo molte persone e spesso essendo nella posizione di poter interagire pressappoco con tutti i presenti ho modo di applicare le mie conoscenze in ambito psicologico e fisiognomico, che mi danno una conoscenza approssimativa, ma mirata, di tutte le persone che vedo durante la giornata, anche solo per quel minuto, anche scambiando si e no due parole di cortesia, riesco a vedere oltre la superficie, ovviamente quando c'è qualcosa da scorgere.
Da sempre uso gli incontri della vita  come una palestra per la mente, è qualcosa di innato e automatico, coadiuvato dalle letture che mi hanno acuito questa "dote".
Ultimamente una persona ha attirato la mia curiosità, una curiosità del tutto animica, che bussa da dentro quando c'è quel non so cosa che mi spinge a cercare informazioni e dare una sbirciata alla "vita" della persona che la scaturisce...
Pensavo mi sbagliassi, pensavo questa volta era solo ego perché effettivamente è un ragazzo molto interessante, ma non è la bellezza che mi attira nella gente, sono sensazioni che non so spiegare... ad esempio gli occhi, la loro espressione e il fuoco di qualcosa di misterioso che arde dentro di loro che attirano la mia curiosità...
Sono come una cacciatrice di taglie, come una collezionista di talenti, grazie al mio blog riesco a tenere per me un pizzico di ognuno di queste persone straordinarie...
Amo definire questa mia caratteristica una curiosità creativa, costruttiva ed istruttiva.. che a volte mi ha portato a rischiare con personalità deviate pur di "studiare" la gente più disparata, ma ogni volta è valsa comunque la pena...
La psiche di alcuni individui stimola la mia fantasia, le mie conoscenze, il mio contorto e personale modo di studiare le persone inconsciamente e automaticamente!
In conclusione il ragazzo di cui parlavo è un arista... Lui esprime se stesso disegnando... Una passione che capisco benissimo e che mi ha accompagnato per tanto tempo, in cui sapevo rifugiarmi e dare immagine al mio mondo interiore...
Ammirando profondamente chi si esprime con l'arte, sono rimasta deliziata dalla mia neoscoperta, e anche sbalordita dal mio intuito che raramente sbaglia!
Ho avuto modo di complimentarmi con Valerio e di avere una breve conversazione: un ragazzo così a modo, quasi di altri tempi, una persona davvero gentile e delicata...che nel disegno diventa questo o quel supereroe!
I suoi disegni sono sconvolgentemente carichi di energia, compensano quel suo essere così a modo, educato e cortese, mentre la sua ombra nel disegno è spesso potente e "arrogante".
I suoi eroi prendono vita da una penna tra una pausa e l'altra come se una parte di lui volesse prepotentemente "uscire e far giustizia"...
Ho visto che in un disegno ispirato al film "Donnie Darco" lui scrive che è il suo film preferito...non so se per la singolarità della trama, il mondo interiore vastissimo del protagonista, o per il fatto che alla fine lui diventa il supereroe che sacrifica la propria vita per salvare il mondo..(?)
Foto: "Why do you wear that stupid bunny suit?"
"Why are you wearing that stupid man suit?"
- Donnie Darko rapid sketch, black pen & colored pencils.
Magari la risposta è molto più scontata di quanto immagino...magari no...
Comunque..ciò che so è che la sua è una dote naturale e afferma di non aver mai studiato grafica o arte, ho sempre pensato che i talenti naturali creano le opere più belle:
Perché sono gli  ascoltatori  dell'anima e si fanno da essa guidare, senza una tecnica e senza la ragione logica, sanno cogliere e accogliere l'ispirazione e sanno "lasciarsi andare" al talento naturale, si fanno trasportare dalla creatività... Sono questi i supereroi di cui verseggiavo qualche post fa...
Il mondo ha bisogno di sognatori, poeti, scrittori, compositori, pittori, disegnatori innamorati della propria arte e del saper esprimere il mondo interiore che in loro è contenuto....
Continuo il mio viaggio itinerante in un mondo pieno di cloni senza sogni in cui ogni tanto si scorge un fiore lucente che risplende di luce propria...
Grazie!
La sua pagina di Facebook la trovate sul link Valerio Zampetti Artist

Foto: FaRaMiR
-Acrylic, 2013,  Painting

Working on commission

venerdì 14 marzo 2014

Il simbolo dell'Albero

È un simbolo in stretta connessione con l'Asse del Mondo, il suo schema ricorda il Vajra e viene rappresentato con tre rami e tre radici.
Questo simbolo assiale rappresenta sia l'asse stesso che occupa la posizione centrale, sia le due correnti cosmiche che lo accompagnano, sia la triplicitá che è una caratteristica del tridente e che troviamo spesso anche nella rappresentazione dell'Albero del Mondo.
L'Albero del Mondo ha natura ignea e l'asse è raffigurato da una linea retta luminosa che si estende lungo il tronco.
Il suo carattere luminoso e di illuminazione viene inteso in senso spirituale o intellettuale, e la figura dell'Albero di Luce  attraversa ed illumina i 'due mondi', ricordiamo che l'Asse del Mondo è considerato e rappresentato come una colonna luminosa.
Una delle designazioni più diffuse dell'albero assiale, in varie culture, è l'Albero della Vita, e la relazione Luce e Vita è presente in varie tradizioni.
La Cabala ebraica unisce le due nozioni nella 'rugiada di luce' che viene emanata dell'Albero della Vita, in oltre l''albero rovesciato' o per meglio dire due alberi uno superiore e uno inferiore, quindi sovrapposti sono considerati come Albero della Vita e Albero della Morte come nel duplice effetto dei simboli che hanno le due direzioni opposte tipo il Vajra o il Giano ma anche della Spada intesa come Verbo o del fulmine che crea o distrugge.
L'Albero del Mondo viene raffigurato in diverse tradizioni per esempio in quella avestica dell'albero Haoma più precisamente 'Haoma bianco' che è quello paradisiaco.
L'Albero della Vita  ha il suo liquore che viene chiamato anch'esso Haoma ed è identico al Soma vedico che si identifica con l'amrita ovvero la "bevanda dell'immortalità, anche se il Soma viene estratto da una pianta e non da un albero ha la stessa valenza.
Per esempio nell'Albero della Vita del Paradiso terrestre, vi si trova una differenza riguardo al potere dell'immortalità che non viene estratto da esso sottoforma liquida ma viene rappresentato dal suo frutto ma comunque anche in questo modo si rappresenta l''essenza stessa del vegetale' ma anche come simbolo del Sole o 'pomo d'oro' in quanto nella rappresentazione della tradizione indù,  l'Albero della Vita porta dodici frutti che sono dodici Soli che rappresentano gli Aditya e in più tale Albero rappresenta anche la 'stazione del Sole' al termine di un suo ciclo quindi in ogni caso il frutto è comunque sinonimo di Luce, Sole, Vita.
Tra l'altro tutto il mondo vegetale ha una doppia valenza in quanto la crescita sia aerea sia sotterranea implica la sua duplice natura che va a ricordare tutti i simboli doppi ma soprattutto dell'Albero della Vita e dell'Albero della Morte ricordando che l'alchimia vegetale nell'applicazione medica è suscettibile sia di creazione di veleni sia di medicamenti o rimedi:
In sanscrito la parola visha "veleno" o "bevanda di morte" è considerata l'antitesi di amrita o "bevanda dell'immortalità"

giovedì 13 marzo 2014

Lo Swastika. Simbologia

Quando la sfera terrestre o celeste ruota intorno al suo asse, ci sono su di essa due punti che rimangono fissi: sono i poli che sono le estremità dell'asse, o i punti d'incontro con la superficie della sfera.
Per questo l'idea del Polo è anch'essa un equivalente dell'idea del Centro.
Il simbolismo che si riferisce la Polo, e che assume talora forma assai complesse, si trova anch'esso in tutte le tradizioni e vi occupa un posto considerevole e che la maggior parte degli studiosi di oggi no se ne siano accorti, è la riprova che la vera comprensione dei simboli sfugge loro completamente.
Uno dei simboli più rappresentativi di tale concetto è lo swastika che è essenzialmente il segno del Polo.
In Europa moderna il vero significato di questo simbolo è sempre stato incompreso.
Il più delle volte se n'è fatto u segno solare, ma esso è potuto divenire tale soltanto accidentalmente e in modo indiretto.
Il significato più vicino al reale dato allo swastika è quello del movimento, ma non di un qualsiasi moto:
il Centro imprime il movimento a ogni cosa, siccome il movimento rappresenta la vita, lo swastika diventa perciò un simbolo della vita, o più esattamente dell'azione vivificante del Principio in rapporto all'ordine cosmico
.
Questo simbolo è abbastanza equivalente con la figura della croce iscritta nella circonferenza, ma la rotazione invece di esser tracciata dal cerchio, è rappresentata nello swastika dalle linee aggiunte alle estremità dei bracci della croce che formano con essi degli angoli retti.
Lo swastica non è una figura del Mondo bensì dell'azione del Principio in rapporto al mondo, perchè se si riferisce alla rotazione di una sfera intorno al suo asse, occorre pensare che sia tracciata nel piano equatoriale, quindi il punto centrale è la proiezione dell'asse su questo piano, che gli è perpendicolare.
Questo simbolo molto diffuso nelle culture orientali, lo si incontra però quasi dappertutto dall'estremo Oriente all'estremo Occidente e addirittura lo si trova tra certi popoli indigeni dell'America del Nord, ma il vero significato è conosciuto solo e soprattutto in India e nell'Asia centrale e orientale.
In Europa il suo significato non è interamente scomparso (non si allude al significato antisemita, un'appropriazione indebita di carattere politico dei tedeschi, che ne hanno fatto un uso artificiale)
Nell'antichità troviamo questo simbolo in particolare tra i Celti e nella Grecia pre-ellenistica.
In Occidente fu uno degli emblemi di Cristo in uso, come tale,  fino alla fine del Medioevo.

mercoledì 12 marzo 2014

I Sogni: Il richiamo dell'Anima

Intorno al 10 ottobre ho fatto un sogno particolare, non l'unico in cui si verifica una connessione tra la vita onirica e materiale ma questo è uno dei più lampanti:
Ero su una strada di periferia direi quasi di campagna, alla mia destra dopo un muro e un cancello basso, c'era una specie di parco giochi con le figure cattoliche (Cristo, i santi, ecc..) a me quella visione ha un po' stupito e impaurito perché le figure religiose erano anche caricature (tipo i pupazzi del carro di carnevale e forse rappresentano il mio pensiero sui dogmi religiosi e soprattutto cattolici), cambio lato dello scenario e alla mia sinistra vedo un antico casale con un muro alto e un grande cancello, ad un certo punto arriva una persona (che nella vita conosco e non vedevo e non sentivo da qualche mese con cui non ho mai chiarito delle cose).
Questa persona arriva verso di me e ci sediamo su un muretto basso e iniziamo a parlare e lui inizia a spiegarmi delle cose... Io mi stacco da me e vedo i due che parlano serenamente, mi si apre davanti il cancello enorme e io vado verso un campo di grano dorato con il sole splendente sullo sfondo.
Nel sogno ci sono altri particolari che non ricordo bene ma la cosa importante è questa:
La mattina ho intenzione di contattare questa persona per dirgli di averlo sognato, ma non lo faccio perché penso che se una persona ti sta lontano probabilmente non vuole avere a che fare con te.
La stessa mattina verso mezzogiorno mi contatta lui inaspettatamente e sente il bisogno di chiarire delle questioni rimaste in sospeso da tempo come era accaduto nel sogno ma nel quale io ad un certo punto divento spettatrice dell'azione.
Già altre volte si è verificata una connessione simile.
Non è l'unica persona con cui ho questa specie di rapporto animico ma con lui è sorprendente, forse perché ha una sua storia molto dolorosa alle spalle e questo acuisce le sue richieste tacite di aiuto (?)...
Per me sono queste le prove che l'Anima esiste ed è così potente che sovrasta qualsiasi decisione tu possa prendere con la ragione del semplice Io...
Egoicamente si può fare qualsiasi cosa per tenere lontano qualcuno o qualche situazione ma se le anime sono in contatto, tu piccola creatura terrena, nulla puoi contro il volere di qualcosa di nettamente superiore, sia se tu riconosci o no la sua esistenza...l'Anima c'è!
Questo post mi è stato ispirato dalla lettura del 
Libro Rosso di Jung da cui ho estrapolato questo pezzo.
Nell'AniMo Antico

"Devo imparare ( ) che i miei sogni sono il linguaggio dell'anima mia. Devo serbarli nel cuore e rigirarli nella mente ( ).
I sogni sono le parole guida dell'anima.
( ) Lo spirito del profondo m'insegnò a considerare persino il mio agire e le mie decisioni come dipendenti dai sogni.
I sogni spianano la strada alla vita e ti determinano, anche se non ne comprendi il linguaggio. ( ) Il sogno esprime anche simbolicamente il futuro ( ) il sogno risponde mediante simboli che si devono comprendere."
"...lo spirito del profondo, da tempo immemorabile e per ogni avvenire possiede un potere più grande dello spirito di questo tempo, che muta con le generazioni"
C.G.Jung "Libro Rosso"

lunedì 10 marzo 2014

La dott.sa Gabriella Mereu Lai

Domenica 2 Marzo sono andata ad un incontro pre-seminario della dottoressa Gabriella Mereu e il 9 al seminario della medesima.
La seguo da due anni e mezzo sul suo gruppo di Facebook, ricordo che rimasi affascinata da un articolo su di lei e scattò la scintilla dell'ammirazione.
La dott.sa Gabriella si è resa conto che le malattie altro non sono che la metafora delle nostre inclinazioni caratteriali, dei nostri disagi, e dei nostri atteggiamenti verso la vita, insomma una messa in scena, un atto teatrale, reale e spesso distruttivo, ma pur sempre una manifestazione allegorica.
La dott.sa sblocca il "meccanismo malattia" mediante la sua 'Terapia Verbale', lei centra l'obbiettivo con semplici parole e arriva dritta all'inconscio, liberando così la persona dal suo malessere, dalla rappresentazione dell'archetipo della sua vita, e quando la TV non basta si va ad equilibrare lo scompenso emozionale-caratteriale con i fiori di Bach.
In questo modo non viene curato il sintomo ma lo squilibrio nell'atteggiamento caratteriale della persona che andrà sempre a provocare sintoni, anche diversi nella loro manifestazione, ma tutti accomunati dalla medesima causa scatenante!
Lei afferma che bisogna parlare al bambino interiore e farlo giocare con la metafora della malattia, è un botta e risposta con l'ombra della persona
Schietta, diretta, semplice, divertente, teatrale, furba, intelligente, sapiente, quella piccola grande donna è un concentrato di energia!
L'incontro è stato un 'cabaret curativo', non si è fatto altro che ridere e sdrammatizzare, molte persone hanno tratto giovamento all'istante solo ridendo con lei del proprio problema!
Incredibile come la sua ironia vada a sciogliere il nodo del sintomo!
 Una cosa fondamentale che ho capito è che bisogna chiedere di descrivere il malessere con parole proprie senza citare le diagnosi scientifiche:
Nel gruppo di Facebook non avevo compreso fino in fondo perché ma ora sì:
Anche mentre descrivi il tuo malessere usi delle parole che ti caratterizzano e se le si sanno cogliere si individua subito il 'fiore tipo' da cui si può partire per creare eventuali miscele, la stessa semplicità va usata anche nella diagnosi di Terapia Verbale.
La dott.sa utilizza quasi esclusivamente i fiori di Bach o Australiani, che siano, perché vanno ad armonizzare il comportamento-tipo,  raccomanda di studiarli, di leggere le caratteristiche, e se non si ha la possibilità di assumerli subito,  si può anche  ripetere il nome dei fiori come se fosse un mantra.
La dott.sa Mereu invita ad imparare ad usare i fiori autonomamente, aiutandosi anche attraverso le mappe di Kramer con le quali si possono individuare i fiori che corrispondono alla zona affetta, ricreando tra l'altro le caratteristiche  della persona ed arrivando anche alla causa scatenante del problema.
Tramite i fiori al paziente si descrive il romanzo della propria malattia, gli si legge dentro e lo si deve fare con ironia, se il paziente riesce a ridere della propria malattia il nodo è già in gran parte sciolto!
Concludo dicendo che questi incontri mi hanno lasciato entusiasta, ricca di energia, carica di voglia di imparare e grata per la presenza di persone eccezionali come lei.
Un infinito grazie alla cara dottoressa Gabriella per mettere a disposizione i suoi insegnamenti preziosi e per il suo costante lavoro di ricerca!
Da un suo post su Facebook:
"Come prevenzione nelle malattie è utile anche conoscere ciò che è scritto sotto. la mancanza di autenticità la trovo per es. nelle persone Lachesis e negli ammalati di sclerosi multipla, ma è anche secondo me, una componente psicologica che mantiene altre malattie croniche e fa ammalare anche chi entra i relazione con persone che hanno questa caratteristica.
Un'amica mi ha spedito questo scritto:
L'autenticità
L'autenticità, come indica l'etimologia del termine, è essere se stessi, vivere la verità di se stessi; conoscersi e accettarsi.
Autenticità e sincerità sono intimamente collegate anche se, propriamente, non sono la stessa cosa. Se per esempio, una persona crede di essere generosa e si descrive come tale, è sincera anche se avara; le sue parole sono in accordo con ciò che le pensa di se stessa, anche se ha un'opinione erronea di sè.
L'autenticità invece suppone una conoscenza vera di se stessi ed una presentazione di se agli altri priva di finzione. Autentico è l'uomo che conosce e vive la verità d se stesso, non ha paura di essere chi è, accetta di coabitare con se stesso così com'è, ricco povero, terso ed opaco, ordine e caos secondo che gli capita o gli conviene, con fedele incoerenza. L'autenticità è questo accordo intero, questa pace con la propria realtà.
L'autenticità è essere liberi dalla paura del giudizio degli altri, liberi quindi dal desiderio di fingere: non sentirne nè la necessità nè la voglia.
La persona che sceglie di essere autentica ha superato il desiderio di mentire; in pace con se stessa, non sente il bisogno di inserire veli o immagini tra la sua identità  e il suo palesarsi, tra com'è e come vuol far vedere che è; si presenta, non si rappresenta; non vive sul palcoscenico nè piccolo nè grande. Il suo mondo non è quello della finzione e della recitazione dove  è d'obbligo cambiar nome e faccia e vivere parole e gesti e panni presi in prestito. Vuole che i suoi rapporti con gli altri siano tra persone, non tra personaggi.
E' una grande fortuna essere liberi da bisogno do apparire diversi.
Perchè dopotutto, recitare stanca; la verità è più economica; la verità è meglio perchè, prima o poi, s'impone rivelandoci o persone sincere o persone frustrate; o prima o poi non ce la facciamo più a negarla  o ad occultarla; richiede troppi accorgimenti  e troppo dispendiosi. 
Aggiungo dicendo che l'energia che impieghi nel recitare ciò che non sei e nel negare a te stessa (cosa ancora più difficile) chi sei, quell'energia la togli solo e unicamente a te stesso, e indebolendoti sempre più per confluire tutti i tuoi sforzi alla negazione di te, rischi di ammalarti davvero.
La malattia è il prodotto del conflitto tra il tuo vero essere e a forza e l'energia che impieghi per soffocarlo...una volta tolto il conflitto la malattia scompare... bisogna guardarsi dentro e capire e accettare chi si è veramente.. semplicemente perchè sei Te!

sabato 8 marzo 2014

L'amore malato non è amore


Ho ritrovato un mio diario, ero solita scrivere e disegnare per tirare fuori le mie emozioni...tante emozioni, spesso drammatiche essendo sempre stata profonda e sensibile e perciò, spesso incompresa per la vastità del mio mondo interiore...
Avevo 22 anni quando iniziai a frequentare questa persona, ricordo chiaramente che in quel periodo in cui ci fu l'attentato alle Torri Gemelle (quell'avvenimento scosse e cambiò profondamente la mia vita e quel periodo feci il mio ultimo disegno.. per me disegnare, era il modo per evadere oltre all'immaginazione creativa, nei disegni mettevo tutte le mie emozioni e i miei disagi, spesso riflettevano il mio distacco da questa epoca).
Nonostante abbia sempre avuto un carattere forte, il ragazzo con cui stavo prese il sopravvento sulla mia personalità, un essere complessato che per paura di perdermi, come fanno la maggior parte dei ragazzi insicuri, adottò la strategia della svalutazione psicologica.
Non so perché stavo con lui, oggi credo che era un'esperienza che dovevo fare per crescere...altrimenti non ci sono spiegazioni,  ero già una ragazza forte, mi isolò dalle persone care, premeva con la pena sulla mia bontà, un po' come nella sindrome di Stoccolma, mi sono innamorata del mio aguzzino e cosa ancor più grave, mi fidavo ciecamente di lui..
La mia prima volta l'ho avuta con lui, ed è stata un'esperienza traumatica, potrei paragonarlo ad un animale che si fionda sulla preda e con assoluta freddezza appaga i suoi sensi uccidendo pian piano la vittima...
Preferisco utilizzare una metafora per descrivere l'esperienza...
Al tempo avevo le mie convinzioni solenni, prima fra tutte avere un unico uomo in tutta la mia vita (uno spirito di altri tempi, un'anima antica fin d'allora) ma questa esperienza fu più forte di qualsiasi convinzione, non volevo qualcuno senza rispetto al mio fianco...
Prima di troncare ci fu un primo tira e molla perché lui mi promise che avrebbe rispettato i miei tempi e che mi amava, che aveva solo me al mondo, pianse..ecc..
Fino a quando un giorno al mio "NO" iniziò a buttare giù tutto ciò che gli capitava a tiro...e io lì su una sedia a tremare di paura come un coniglietto...non potevo scappar via correndo perchè era un posto fuori mano, sentivo su di me tutta la rabbia che lui riversava sulle cose..pensavo potesse colpire anche me...ero terrorizzata..
Non ricordo nulla fino sotto casa mia dove mi giurai solennemente che mai più gli avrei dato un'altra occasione di farmi del male.. mai più!!! E me ne andai senza voltarmi.
Cosa sarebbe successo se avessi continuato la storia? Non posso saperlo... So solo che quel giorno mi liberai dalla mia prigionia!
Dopo qualche giorno però sparì il mio amato gatto... Ma su questo non voglio aggiungere altro perché non ho prove, solo la sua folle gelosia nei confronti dell'amore per il mio micio...e la sua cattiveria.
Questo è ciò che scrissi dopo questa brutta fase della mia vita:
«Dopo la mia ultima storia penso che sarà molto difficile innamorarmi! Penso che se incontrassi un altro essere del genere morirei!(....)
Le ho provate tutte per capirlo ma non si può capire una persona così! Anzi, sono stata umiliata giorno dopo giorno, ha messo a dura prova la mia pazienza e autostima ma io niente subivo(...)
Prima di tutto questo avevo stima in me stessa, del mio modo di pensare, della mia purezza sia d'animo che fisica, ero fiera delle mie convinzioni...ma ora tutta la mia stima si è andata a farsi fottere(....)
Chi sa se un giorno ci sarà un po' d'amore per qualcuno nel mio cuore(...)
Non voglio più essere toccata, non voglio più fare sesso, e non voglio più fare ciò che non voglio se non lo voglio(.....)
Che shock!! I ragazzi mi sembrano tutti lupi affamati di sesso..mi vengono i brividi...
Ho pensato che sono portata a stare da sola e che a volte scambio l'amore solo per il bisogno d'amare e d'amore(...)
Mi piacerebbe poter amare ma ho una forza che mi "costringe" a non lasciarmi più andare»
Questa esperienza mi lasciò molti problemi... Per anni...
Mi ricordo chiaramente che per quanto i miei amici di sempre fossero poco osservatori, mi trovarono profondamente cambiata...
Per parecchio tempo non sono più riuscita a ridere...anche se una cosa era divertente io non ero più capace di ridere... Ma come si fa a non saper ridere a vent'anni?
Mai nessuno deve far sentire una persona in questo modo... Io mi vergognavo di me stessa perché non avevo saputo ribellarmi prima a quella situazione.
Questa esperienza sconvolse tutto quello in cui credevo.
Ci vollero mesi e mesi prima che riuscissi a raccontare questa esperienza a qualcuno...
Mi sentivo shockata, in colpa, svalutata e 'sporcata'.
Quel senso di sporco non mi abbandonava... Mi sentivo violata non tanto nel corpo ma nell'anima...
Tutto questo fu vissuto nel bene e nel male per due anni e in questo periodo ho avuto non pochi problemi a causa dello stress:
 ho avuto una lacerazione spontanea alla cornea dell'occhio sinistro, fuoco di San Antonio sulla faccia e Herpes Zoster sulla trachea, anemia, forte calo di difese immunitarie, bronchite e tracheite cronica, dimagrimento evidente e improvviso, inappetenza, deperimento...i dottori non sapevano  cosa darmi perchè le cause erano di origine psicosomatica e dalle analisi risultava difficile capire la giusta causa e cura...
Nel momento in cui pensavo che il peggio fosse passato incontrai una persona per cui persi la testa e mi ritrovai talmente bloccata da questa esperienza non risolta nella mia interiorità, che mi rovinò completamente il presente di allora...e a 26 anni decisi di parlarne con una psicologa.
La donna deve ribellarsi appena si accorge che la persona che ha accanto crede di essere il suo padrone, non appena prevarica tramite ricatto psicologico, non appena chi la dovrebbe amare e rispettare la svaluta su tutto e di proposito, non lasciate che una relazione diventi la vostra prigione.
Prima di arrivare alla violenza vera e propria troncate la relazione malata...
Chi ti svaluta non ti ama.
L'amore malato non è amore
La possessione non è amore
Il ricatto non è amore
La violenza non è amore
Nell'AniMo Antico

venerdì 7 marzo 2014

I Supereroi di tutti i giorni


Chi sono i veri supereroi di tutti i giorni?
Tutti coloro che hanno accesa la scintilla dell'amore nel petto...
I supereroi hanno la vista ai raggi X e infatti non si limitano all'apparenza, ma riescono a scorgere l'anima... ti guardano dentro...
I supereroi hanno l'udito supersonico, e quando gli si parla,  non sentono solo le parole ma ascoltano, comprendono e vanno oltre ciò che viene detto...
I supereroi hanno una forza sovrumana, sì, la forza dell'amore per la quale riescono a compiere  qualsiasi sacrificio, riescono a rendere leggera la vita degli altri senza nessuno sforzo...
I supereroi sanno volare, e lo fanno con le ali della fantasia, sanno sorvolare su qualsiasi realtà, con il dono dell'immaginazione si librano leggeri sui problemi quotidiani creando un oasi di pace dentro di loro che si irraggia anche all'esterno...
I supereroi riescono a connettersi con il proprio profondo e sanno portarlo in superficie "creando"..
 Sono coloro che si esprimono con il linguaggio dell'arte, e risvegliano gli animi atavici sopiti...
Sono coloro che hanno aperto gli occhi a nuove realtà e non si accontentano di rimanere intrappolati nel mondo della materia...
Sono coloro che risvegliano gli archetipi e vivono seguendo il loro vero destino...
Sono coloro che divulgano ciò  che sanno perché non conoscono avidità,
Sono coloro che non hanno catene, non hanno dogmi, non si chinano davanti al dio denaro ma cercano un'alternativa..
Sono coloro che sanno capire i segreti dell'anima per cui tutto si compie...
Sono coloro che ritrovano il rapporto con la Madre Terra e la rispettano, perché non potrebbero agire diversamente...
Sono coloro che conoscono il buio dell'anima e sanno come accendervi una luce per poi rinascere dalla loro morte interiore...
Sono coloro che stanno soffrendo la diversità, e la solitudine, ma lo fanno con serenità...
Sono coloro che hanno la consapevolezza che spesso li rende pazzi al resto del mondo ma vanno avanti a testa alta e sguardo fiero...
Sono coloro che scorgono il bello in tutte le manifestazioni e per questo non sono mai infelici...
Sono quelli con le cicatrici più grandi e più profonde, ma ne creano la loro guida, la loro mappa per il cammino della vita....
Nell'AniMo Antico


mercoledì 5 marzo 2014

Cibele

Viene dall'ebraico gebal e dall'ebraico jabal, «montagna»: la differenza della prima lettera non da luogo ad alcuna obiezione in quanto il mutamento di g in k o viceversa è solo una modificazione secondaria.
Cibele è propriamente la 'dea della montagna' ed è notevole il fatto che il suo nome è l'esatto equivalente di quello di Pârvâti nella tradizione indù.

Il nome di Cibele è letteralmente legato a quello della 'pietra nera' che è di forma conica ed è considerata la raffigurazione ridotta della montagna in quanto simbolo 'assiale'.
Le pietre nere erano degli aeroliti, e tale origine 'celeste' fa pensare che il carattere unicamente 'ctonio' come a volte erroneamente si pensa, sia solo una caratteristica di Cibele
D'altronde l'asse della montagna non è terrestre, ma lega il cielo e la terra, ed è proprio lungo quest'asse che devono effettuarsi, simbolicamente, la caduta della pietra nera e la sua risalita finale.
Cibele è pur sempre assimilata all'idea della 'Terra Madre' ma ha anche aspetti celesti.
Tra l'altro la sua associazione alla pietra cubica è errata in quanto la pietra nera è conica, solo nel caso in cui la pietra cubica corrisponde alla pietra angolare e non alla pietra fondamentale vi si può assimilare il significato celeste di divinità.

Fonte: "Simboli della Scienza sacra" di R. Guenon.

lunedì 3 marzo 2014

La simbologia del Diamante

Una delle raffigurazioni della pietra angolare è la 'piramidetta' che nel simbolismo massonico della piramide rappresenta il capo, l'estremità, l'occhio, il sole.
Vedi PIETRA ANGOLARE
Un'altra importante raffigurazione di tale pietra è il diamante, in tedesco la parola Eckstein ha il senso sia di "pietra angolare" sia di "diamante".
In linea generale la pietra o il metallo che era considerato il più duro o il più brillante è stato preso in varie tradizioni come simbolo di indistruttibilitá, di invulnerabilità, di stabilità, di luce, di immortalità.
Al diamante vengono attribuiti le idee principali di 'indistruttibilitá' e di 'indivisibilità' che si addicono evidentemente alla pietra che rappresenta il principio unico dell'edificio (unità essenzialmente indivisibile) e quella di 'stabilità', che nell'ordine architettonico si applica propriamente al pilastro simbolo dell'Asse del Mondo in quanto 'pilastro assiale'.
Platone descrive quest'ultimo come un "asse di diamante", un pilastro di luce come il simbolo di Agni e come il raggio solare.
Il diamante grezzo ha naturalmente otto angoli, il palo yûpa deve essere fatto "a otto angoli" per raffigurare il Vaira (Armi Simboliche) inteso qui come senso di fulmine, la parola  pâli attansa, letteralmente "a otto angoli", significa sia diamante sia pilastro.
Nel simbolismo indù e buddistico, tutto ciò che ha un significato 'centrale' o 'assiale' è generalmente assimilato al diamante: è facile rendersi conto che tutte queste associazioni fanno parte di una tradizione che si può dire sia veramente universale.
Inoltre, il diamante è considerato 'la pietra preziosa' per eccellenza; ora questa 'pietra preziosa' è anche un simbolo di Cristo, che è identificato con l'altro suo simbolo della 'pietra angolare' o se si preferisce i due simboli sono così riuniti in uno solo.
Si potrebbe dire che questa pietra, in quanto, in quanto rappresentazione di un 'compimento' o di una 'realizzazione' è nel linguaggio della tradizione indù un chintâmani che equivale all'espressione alchimistica occidentale di 'pietra filosofale'.

Dal punto di vista 'costruttivo' è la 'perfezione' della realizzazione del piano dell'architetto; dal punto di vista alchimistico è la 'perfezione' o la meta unica della 'Grande Opera'.
Vediamo quanto sia significativo che gli ermetisti cristiani parlino spesso di Cristo come della  vera 'pietra filosofale' non che della 'pietra angolare'.
Il diamante tra le pietre e l'oro tra i metalli sono quel che c'è di più prezioso ed hanno entrambi un carattere 'luminoso' e 'solare'; ma il diamante, come la 'pietra filosofale' è considerato più prezioso ancora dell'oro.

Psicologia Religione Alchimia
Google+